AMBITI APPLICATIVI DI ALCUNE ESPRESSIONI TECNICHE DELLE TARIFFE DEI PREMI ALLA LUCE DELL’EVOLUZIONE DELLE TECNOLOGIE PRODUTTIVE
R. Maialetti, F. Marra
5. GLI ELETTRODOMESTICI
Il termine indica genericamente tutti gli apparecchi elettrici destinati ad uso domestico. La Voce 6582, destinata dal 1971 alla produzione di apparecchi elettrici e termici per uso domesti-co (…) è stata modificata nel 2000 in elettrodomestici (…), mantenendo sostanzialmente inva-riati gli esempi relativi alle apparecchiature comprese (ad eccezione dei cablaggi prefabbricati,
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Figura 3: Uno strumento di misura elettromeccanico (a sinistra) ed uno elettronico (a destra)
introdotti nel 1988) ed il contenuto generale. Nel corso degli ultimi anni tuttavia alcune par-ziali modifiche al campo di applicazione della voce sono state ritenute necessarie, in partico-lare nel settore della refrigerazione; infatti, mentre fino al 1988, l’orientamento dell’Istituto era stato quello di classificare alla Voce 6582 gli apparecchi termici strettamente ad uso dome-stico e alla Voce 6581 tutti gli altri apparecchi termici (ad es. quelli similari destinati ad eser-cizi commerciali), a partire dal 1998, tenendo conto del progressivo mutamento della realtà tecnologia e produttiva del settore della refrigerazione commerciale, la netta distinzione è stata progressivamente superata. Nelle Istruzioni Tecniche del 2001 si è infatti precisato che per la corretta classificazione di tali attività si ritiene valido il principio che gli apparecchi fri-goriferi di uso commerciale o industriale che siano per dimensioni e tecnologie costruttive del tutto simili a quelli per uso domestico e che non necessitino di fasi di installazione diverse dal semplice collegamento alla rete elettrica (vetrine e piccoli congelatori) debbano essere classifica-ti alla voce 6582; viceversa gli apparecchi termici di grandi dimensioni, e comunque quelli che richiedono di fasi di installazione particolari (celle, cabine, ecc.) devono afferire alla voce 6581.
Alle generiche indicazioni di principio riportate nelle Istruzioni Tecniche è stato necessario far seguire criteri applicativi precisi e definiti, per consentire in fase di classificazione un’inter-pretazione quanto più possibile univoca del criterio generale, essendo stato esteso il concetto di elettrodomestico anche ad apparecchiature destinate non solamente ad usi domestici.
Infatti, nel periodo intercorso tra il 2003 e il 2006, presso alcune sedi territoriali dell’Istituto diverse aziende avevano manifestato perplessità sull’interpretazione delle espressioni riporta-te nelle Istruzioni Tecniche, con particolare riferimento alla classificazione degli apparecchi di refrigerazione ad uso commerciale (produzione di vetrinette e banchi espositori refrigerati).
Il conseguente studio, effettuato attraverso sopralluoghi sia presso aziende costruttrici di apparecchi ad uso commerciale sia in aziende produttrici di frigoriferi domestici, ha portato a esplicitare, almeno parzialmente, i parametri per soddisfare i requisiti riportati nelle Istruzioni Tecniche, e cioè:
1. tecnologie costruttive del tutto simili a quelle degli apparecchi per uso domestico;
2. assenza di fasi di installazione diverse dal semplice collegamento alla rete elettrica;
3. dimensioni del tutto simili a quelle degli apparecchi domestici.
Tra le tre condizioni, la prima è apparsa quella con maggiori difficoltà di utilizzazione ai fini classificativi. Le tecnologie costruttive degli apparecchi per uso domestico, infatti, possono esser difficilmente definite in maniera univoca. La tecnologia di produzione per uso dome-stico che può accomunare, negli esempi della Voce 6582, la costruzione di rasoi a quella di frigoriferi, ha come elemento ricorrente la produzione di grandi quantità dello stesso manu-fatto, destinato ad una distribuzione ampia e capillare e ad un utilizzo in ambienti di picco-le dimensioni da parte di utenti finali sprovvisti di particolari competenze e consapevopicco-lezza tecnica. Tali requisiti determinano generalmente un ciclo produttivo ampiamente automatiz-zato, prodotti di dimensioni contenute e, con riferimento ai cosiddetti elettrodomestici
“bianchi”, possibilmente modulari (es. lxp: 60x60 cm). Ciò tuttavia non impedisce che parti-colari apparecchiature per uso domestico vengano realizzate in piccoli lotti, con minore auto-mazione e con dimensioni anche maggiori. Per quanto riguarda lo specifico caso della pro-duzione di frigoriferi domestici sono state osservate le operazioni di termoformatura per la realizzazione di celle e controporte, le fasi di stampaggio della plastica per vaschette e accessori, le operazioni di schiumatura, effettuate normalmente in maniera automatizzata.
Non è stato tuttavia possibile generalizzare le osservazioni estendendole al ciclo produttivo di tutti gli apparecchi refrigeratori domestici in quanto si è riscontrata la presenza di azien-de che effettuano la produzione di piccoli frigoriferi, ad esempio azien-destinati alla nautica da diporto o per camere di albergo (certamente riconducibili agli apparecchi domestici) dotati di celle interne in acciaio e coibentati con processi di schiumatura non totalmente
automa-ASSICURAZIONE E PREVENZIONE: DAL CONFRONTO UN PERCORSO CONDIVISO
tizzati. D’altro canto, anche le possibilità di personalizzazione degli apparecchi, una volta del tutto estranee alla prassi realizzativa degli elettrodomestici, hanno recentemente iniziato a svilupparsi per tener conto delle esigenze di un mercato in continua evoluzione. Per quanto riguarda il secondo criterio sopra menzionato, si è potuto osservare che, relativamente ai banchi espositori, vengono quasi sempre effettuate fasi di installazione o di assemblaggio prima del funzionamento diverse dal semplice collegamento alla rete. Infatti, in genere, i banchi giungono al cliente almeno con gli elementi di finitura da montare. Tuttavia, le fasi di installazione che risultano sostanziali ai fini classificativi riguardano principalmente o gli apparecchi sprovvisti di gruppo compressore-condensatore, che devono essere collegati, in fase di installazione, ad una centrale di produzione del freddo esterna o i banchi costituiti da più elementi, da comporre durante la posa in opera per realizzare superfici espositive complesse o particolarmente estese. Sebbene le operazioni di installazione degli apparecchi non siano normalmente effettuate dalla ditta costruttrice, si ritiene che la mancanza del gruppo compressore-condensatore, o la realizzazione di un prodotto non completamente finito (se si eccettua il montaggio di particolari estetici o comunque non determinanti per il funzionamento dell’elettrodomestico), renda in ogni caso impossibile l’applicazione della Voce 6582; è, infatti, indispensabile per i frigoriferi ed i pozzetti congelatori domestici il montaggio completo in fabbrica del circuito frigorifero, che rende tali apparecchiature fini-te e pronfini-te all’uso al momento dell’imballo. Una caratfini-teristica che può essere ricondotta al secondo criterio è anche la necessità che l’alimentazione elettrica dell’apparecchio sia di tipo monofase, non essendo normalmente disponibile per le utenze domestiche l’energia elettri-ca con sistema trifase. Nello studio condotto, il criterio basato sulle dimensioni è apparso determinante quanto il secondo, anche se di non agevole applicazione, stante la notevole eterogeneità dei prodotti posti sul mercato. Le dimensioni ed il peso delle apparecchiature finite e delle relative parti componenti hanno, infatti, una reale influenza sulle operazioni compiute e ciò risulta ancora più evidente laddove la movimentazione delle parti in lavora-zione è effettuata manualmente. Tenendo conto dell’esigenza di fornire riferimenti numeri-ci, a fronte delle indicazioni orientative presenti nelle Istruzioni Tecniche si è proposto di utilizzare ai fini classificativi una discriminante basata sulla dimensione degli elementi destinati ad uso domestico aumentata ragionevolmente per tener conto dei fuori standard (frigoriferi all’americana, ecc.). Pertanto, dopo un’approfondita indagine di mercato sulle dimensioni degli apparecchi disponibili in commercio, il terzo criterio si è ritenuto applica-bile ai:
• banchi a sviluppo orizzontale, confrontabili con i pozzetti ad uso domestico attualmente in commercio, con altezza fino ad 100 cm, larghezza fino a 200 cm, profondità fino a 120 cm (i pozzetti ad uso domestico osservati in commercio sono tutti più piccoli);
• banchi e vetrine a sviluppo verticale di altezza non superiore a due metri, con una lunghez-za fino a 120 cm (due moduli da 60 cm, tipici degli elettrodomestici da incasso), profondi-tà fino a 90 cm (un modulo e mezzo da 60 cm).
Per entrambe le tipologie si è ritenuto ammissibile un peso massimo pari a 200 kg (superiore al doppio di quello riscontrabile nelle apparecchiature domestiche in commercio).
Un’applicazione più restrittiva del terzo criterio, quale ad esempio quello di una semplice rispondenza alle dimensioni modulari della maggior parte degli elettrodomestici o al peso mas-simo riscontrato tra gli elettrodomestici di più larga diffusione commerciale, avrebbe condotto inevitabilmente all’esclusione di elettrodomestici fuori standard o di apparecchi concepiti per un uso domestico (es. congelatori a pozzetto), pur con dimensioni e pesi più simili ai prodotti per uso commerciale.
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6. CONCLUSIONI
Le Tariffe dei Premi “sono lo strumento che traduce sul piano applicativo i principi della tecnica assicurativa”, stabiliti dalla normativa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Sebbene molte definizioni in esse contenute siano comunemente usate con significato generico, l’utilizzo che se ne deve fare in fase di classificazione, non può pre-scindere dal loro significato tecnico-assicurativo, necessario a delimitarne i campi di applica-zione. Con l’evoluzione del contesto tecnologico-produttivo si manifesta in maniera molto evi-dente, specialmente nei settori in maggiore sviluppo e a maggior contenuto tecnologico, la necessità di un continuo aggiornamento delle Voci di Tariffa e dei criteri applicativi specifici per le classificazioni, che l’Istituto, per mezzo delle proprie strutture tecniche, provvede a por-tare avanti attraverso continue fasi di monitoraggio e di progressivo adeguamento.
BIBLIOGRAFIA
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D.M. 14.11.1978: Approvazione della deliberazione adottata in data 24 ottobre 1978 dal Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro concernente la nuova Tariffa dei Premi e relative Modalità di Applicazione in G.U. n 362 del 30.12.1978 - S.O.
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INAIL: Istruzioni Tecniche delle Tariffe dei Premi, 2001, Edizioni INAIL, Roma.
ASSICURAZIONE E PREVENZIONE: DAL CONFRONTO UN PERCORSO CONDIVISO