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MATERIALI E METODI 1 Procedura per le misure

VALUTAZIONE DEL RISCHIO DOVUTO ALLA RADIAZIONE NATURALE EMESSA DAL DECADIMENTO DEL GAS RADON IN ALCUNI CONTESTI LAVORATIVI UMBRI

A. Bianconi, E. Della Penda

2. MATERIALI E METODI 1 Procedura per le misure

La concentrazione di radon è soggetta ad una notevole variabilità da locale a locale, da gior-no a giorgior-no ed anche in funzione della stagione. Molteplici sogior-no i fattori che possogior-no influire:

i materiali edilizi, la qualità delle finiture (pavimenti ed intonaci), la tipologia dei terreni con-finanti, la presenza di aperture verso l’esterno, la presenza di sistemi di ventilazione artificia-le, l’andamento stagionale della temperatura, i movimenti sismici, l’andamento delle fasi luna-ri ed altluna-ri ancora.

Per stimare la concentrazione media annua occorre basarsi su misure di lunga durata che coprano l’intero anno solare; in questa ricerca le misure sono state effettuate nel periodo dicembre 2004 - aprile 2006.

In base alle indicazioni delle Linee Guida, si sono impiegati dosimetri passivi del tipo CR39 a film plastico contenuto in un involucro rigido.

Per stabilire il numero di dosimetri da posizionare si è utilizzato il seguente criterio: per loca-li fino a 50 m2un dosimetro, per gli ambienti più grandi un dosimetro ogni 100 m2.

I dosimetri sono stati sospesi a circa 2 m da terra evitando l’esposizione diretta a fonti di calo-re e a corcalo-renti provenienti da bocche di ventilazione naturale o forzata.

Il tempo di esposizione di ogni dosimetro è stato superiore a tre mesi e le misure sono state ripetute fino a coprire l’intero periodo.

I dosimetri sono stati conservati in buste impermeabili, prima e dopo l’impiego, ed inviati al laboratorio (di tipo idoneamente attrezzato) per le letture.

ASSICURAZIONE E PREVENZIONE: DAL CONFRONTO UN PERCORSO CONDIVISO

2.2 Caratterizzazione dei luoghi di lavoro sotterranei 2.2.1 Caratteristiche edilizie

I luoghi individuati per le indagini sono quelli che rispondono alla definizione riportata nelle Linee Guida: locali in cui gli addetti permangono per almeno 10 ore al mese, aventi almeno tre pareti sotto il piano di campagna (indifferentemente se a contatto con il terreno o meno), anche se circondati da intercapedine areata ed anche se dotati di una porta verso l’esterno.

Per le sedi INAIL dell’Umbria i locali che rispondono a tale definizione sono quelli della Tabella 1.

Tabella 1: Locali monitorati delle sedi INAIL dell’Umbria

Sede Locale Piano Superf.

Pareti Pavimento Intercapedine Aperture Vent.

(m2) esterno Forzata

Perugia Archivio -2 350 Cemento Cemento Si No Si

Terni Archivio -1 200 Cemento Mattonelle Si No Si

Città di

Castello Archivio -1 80 Cemento Mattonelle Si No No

Orvieto Parcheggio -2 18 Cemento Cemento No No No

Orvieto Archivio* Terra 30 Intonaco Mattonelle No Si No

* non rientra fra i locali sotterranei, è stato inserito nell’ipotesi di “zona ad elevata probabilità”

Lo studio ha inoltre interessato i cantieri di scavo indicati nella Tabella 2, che erano attivi nel periodo prescelto per l’indagine.

Tabella 2: Gallerie stradali in costruzione monitorate nello studio

Rivestimento

Comune Galleria Ubicazione Avanzam. (m) Lavorazione volta e Vent. Forzata pavimento

Valfabbrica Casacastalda imbocco est 400 Scavo Parziale Si

Valfabbrica Picchiarella imbocco unico 160 Scavo Parziale SI

Città di Castello Guinza Imbocco sud 200 Finiture Completo No

Valfabbrica Casacastalda Cabina Fronte di Scavo No Si

escavatore* Scavo

Valfabbrica Picchiarella Cabina Fronte di Scavo No Si

escavatore* Scavo

* Misura sperimentale non prevista dalle Linee Guida

A titolo di confronto, sono stati monitorati altri locali seminterrati non destinati ad attività lavorative, ubicati in aree geografiche prossime a quelle dei luoghi di lavoro individuati, dove il controllo dei dosimetri posizionati era sotto la costante sorveglianza degli scriventi.

A

ATTTTII 5° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP

Tabella 3: Locali seminterrati non destinati ad attività lavorative

Luogo Locale Piano Superf.

Pareti Pavimento Intercapedine Aperture Vent.

(m2) esterno Forzata

Perugia S. Marco Cantina -1 14 Tufo e pietra Mattonelle Si Si No

Perugia Cordigliano Cantina -1 50 Intonaco Mattonelle No Si No

Gualdo Tadino Cantina -1 16 Mattoni Cemento No Si No

degradato

S. Giustino Cantina -1 20 Cemento Cemento No No No

2.2.2 Caratteristiche geologiche

I luoghi monitorati sono situati in aree ove affiorano terreni che possono essere caratterizza-ti dal punto di vista lito-stracaratterizza-tigrafico come indicato nelle seguencaratterizza-ti tabelle (Carta geologica d’Italia, 1970):

Tabella 4: Caratteristiche litologiche dei terreni affioranti nell’area delle sedi INAIL dell’Umbria

Perugia Alternanze di strati marnoso-siltosi e di strati arenacei riferibili alla Formazione Marnoso Arenacea (miocene medio)

Terni Sabbie e limi di composizione prevalentemente calcarea di origine fluvio - lacustre (olocene) Città di Castello Ghiaie e sabbie di composizione prevalentemente calcarea di origine fluviale - terrazzo II

ordine (pleistocene - olocene)

Orvieto Alternanze di argille sabbiose e sabbie argillose, grigio-azzurre o giallastre, di origine mari-na (pliocene superiore-medio)

Tabella 5: Caratteristiche litologiche dei terreni attraversati dalle gallerie stradali in costruzione

Casacastalda Argilliti fogliettate con giacitura caotica (Argille “Vari Colori”) inglobate nella Formazione Marnoso Arenacea Picchiarella Marne di colore grigio, stratificate e fratturate, della Formazione Marnoso Arenacea (miocene medio) Guinza Marne calcaree di colore grigio scuro, molto fratturate nella parte iniziale del tracciato della

Formazione Marnoso Arenacea (miocene medio).

Tabella 6: Caratteristiche litologiche dei terreni affioranti nell’area dei locali seminterrati non destinati ad attività lavorative

Perugia San Marco Alternanze di strati marnoso-siltosi e di strati arenacei riferibili alla Formazione Marnoso Arenacea (miocene medio)

Perugia Alternanze di marne e arenarie con intercalazioni di strati argillosi della Formazione Marnoso Arenacea

Cordigliano (miocene medio)

S. Giustino Banchi di ghiaie e sabbie di origine fluviale - terrazzo III ordine (pleistocene)

ASSICURAZIONE E PREVENZIONE: DAL CONFRONTO UN PERCORSO CONDIVISO

3. RISULTATI

La Tabella 7 riporta i valori medi relativi ad ogni periodo di campionamento e nell’ultima colonna il valore medio ponderato finale calcolato come media dei contributi dovuti ai sin-goli periodi.

Tabella 7: Risultati delle misure

AMBIENTE

1° trimestre 2° trimestre 3° trimestre 4° trimestre Media annua Conc. Giorni Conc. Giorni Conc. Giorni Conc. Giorni Giorni Conc.

Bq/m3 espos. Bq/m3 espos. Bq/m3 espos. Bq/m3 espos. Tot. med. Pond.

1.1 Archivio INAIL 29 118 44 93 44 122 47 141 474 41,2

Perugia

1.2 Archivio INAIL 36 118 30 102 smarrito 54 141 361 41,3

Perugia

1.3 Archivio INAIL 30 118 27 102 56 122 45 141 483 40,3

Perugia

Media archivio 32 34 50 49 40,9

Perugia

2.1 Archivio INAIL 42 113 64 104 smarrito 35 148 365 45,4

Terni

2.2 Archivio INAIL 90 113 smarrito 62 105 34 148 366 59,3

Terni

Media archivio 66 64 62 35 52,4

Terni

3.1 Archivio INAIL 47 113 58 104 58 105 54 148 470 54,1

Orvieto

3.2 Parcheggio INAIL 24 113 smarrito 34 105 32 148 366 30,1

Orvieto

4.1 Archivio INAIL 94 111 85 104 76 101 53 138 454 75,5

Città di Castello

4.2 Archivio INAIL 27 111 63 104 72 101 55 138 454 53,8

Città di Castello

Media archivio 61 74 74 54 64,7

Città di Castello

5 Galleria 11 90 26 107 34 112 31 127 436 26,4

Casacastalda

6 Galleria Picchiarella 32 90 27 107 32 112 smarrito 309 30,3

7 Galleria Guinza 28 103 31 107 45 112 26 125 447 32,4

8 Escavatore 30 90 23 107 smarrito 50 127 324 35,5

Casacastalda

9 Escavatore 15 90 36 107 22 112 15 127 436 22,0

Picchiarella

10 San Marco 98 105 125 105 152 116 109 143 469 120,8

11 Cordigliano 47 115 12 103 65 120 61 138 476 48,0

12 Gualdo Tadino 95 111 53 105 61 114 26 149 479 56,2

13 S. Giustino 67 118 35 101 55 119 60 145 483 55,3

A

ATTTTII 5° SSEEMMIINNAARRIIOO DDEELLLLAA CCOONNTTAARRPP

I valori rilevati nei locali delle sedi INAIL, si mantengono in un range di concentrazione com-preso fra 30 e 80 Bq/m3. Le misurazioni relative alla sede di Orvieto ubicata ai piedi della nota rupe tufacea, evidenziano valori di concentrazioni di gas radon di 30 e 54 Bq/m3. L’entità con-tenuta di queste concentrazioni è probabilmente dovuta al fatto che la sede è ubicata in un’a-rea in cui affiorano i depositi di argille marine; questi, nella successione stratigrafica locale costituiscono la base della formazione tufacea.

Per quanto riguarda i valori relativi alle altre sedi INAIL, si nota una lieve diminuzione a cari-co dei locali dotati di un sistema di ventilazione forzata. In tutti i casi, cari-comunque, i valori sono nettamente inferiori al limite di azione di 500 Bq/m3. Anche in relazione al basso numero delle ore di occupazione (20-30 ore/mese), è possibile classificare l’esposizione degli occupanti alle radiazioni del gas radon, come trascurabile. Infatti, assumendo il livello massimo misurato di 76 Bq/m3e un’occupazione di 30 ore/mese per 12 mesi (360 ore/anno complessive), si ottiene una dose efficace inferiore a 0,1 mSv/anno.

Nei cantieri di scavo delle gallerie stradali, la concentrazione di gas radon è risultata compre-sa fra 20 e 40 Bq/m3. Queste basse concentrazioni sono giustificate dal fatto che i terreni costi-tuiti da marne ed argilliti, sono in genere caratterizzati da un ridotto contenuto di uranio; inol-tre, è da tener presente l’effetto di diluizione dovuto al sistema di ventilazione forzata che con-voglia enormi portate d’aria in prossimità del fronte di scavo. I dosimetri posti entro le cabine degli escavatori impegnati sul fronte di scavo, hanno fornito valori compresi fra 22 e 36 Bq/m3, confermando i dati rilevati nelle postazioni fisse all’interno delle gallerie.

Nella galleria della Guinza già completamente scavata all’atto delle rilevazioni, la bassa entità delle concentrazioni è stata influenzata sia dalla ventilazione naturale interna, sia dalla pre-senza del rivestimento definitivo in calcestruzzo (sulla volta e sull’arco rovescio).

Negli ambienti di vita monitorati a titolo di confronto, si sono ottenuti livelli di concentrazione compresi fra 40 e 60 Bq/m3, con l’eccezione del locale di S. Marco dove la concentrazione media annua è risultata superiore a 120 Bq/m3con un picco di 150 Bq/m3nel terzo periodo (agosto-novembre 2005). Tra tutti i locali monitorati, questo è l’unico realizzato con muratura in tufo.

ASSICURAZIONE E PREVENZIONE: DAL CONFRONTO UN PERCORSO CONDIVISO

Figura 1: Confronto stagionale della concentrazione

Per concludere, la Figura 1 confronta i livelli medi di concentrazione del radon relativi al periodo del primo e quarto trimestre (stagione autunno-inverno) e al periodo del secondo e terzo trimestre (stagione primavera-estate). E’ evidente che i valori registrati nel periodo primavera estate sono mediamente superiori ai valori relativi al periodo autunno/inverno.

Questo andamento stagionale è confermato da numerosi studi che hanno riguardato ambien-ti di lavoro sotterranei sottoposambien-ti a monitoraggio conambien-tinuo di lungo periodo (Lu X & Zhang X, 2004) (Szerbin, 2002).

4. CONCLUSIONI

Era noto che le formazioni geologiche delle aree dei siti sottoposti a misurazione non presen-tassero un’elevata concentrazione di radionuclidi primordiali, con l’eccezione dei terreni piro-clastici affioranti nel territorio di Orvieto, che comunque non interessano direttamente il sito monitorato in questo Comune. Le rilevazioni effettuate, hanno confermato appieno le previ-sioni iniziali; infatti, la concentrazione di attività di gas radon nei locali monitorati e nei can-tieri di scavo delle gallerie è sempre risultata estremamente bassa con valori medi annui com-presi fra 20 e 120 Bq/m3, evidenziando l’influenza del materiale da costruzione tufaceo nel determinare il valore più elevato.

I risultati sono sempre notevolmente inferiori rispetto al limite di azione sancito dal decreto;

pertanto è possibile escludere il rischio professionale da gas radon nelle attività osservate e, in merito agli obblighi del datore di lavoro delle sedi INAIL dell’Umbria, non è necessario effet-tuare ulteriori misurazioni se non in presenza di rilevanti modifiche strutturali nei locali di lavoro sotterranei.

BIBLIOGRAFIA

IARC: Monographs on the evaluation of carcinogenic risk to humans, man-made mineral and radon, Vol. 43,1988, Lyon, France.

World Health Organization: Air quality guidelines. Second Edition, 2001. Cap. 8.3.