• Non ci sono risultati.

I greci di Trieste dal 1830 fino alla prima guerra mondiale.

Nel documento La scuola greca di Trieste (1801 - 1937) (pagine 40-48)

Nella prima metà del ottocento i trasporti marittimi, il settore assicurativo così come molti altri ambiti del commercio e dell’economia di Trieste conobbero significativi cambiamenti che segnarono l’inizio di una nuova epoca.

Nei primi decenni del XIX secolo, la politica economica austriaca relativamente al porto di Trieste era caratterizzata dall’indifferenza e dall’assenza di interventi e di decisioni a favore della città. Il «gioiello dell’Austria» rimase per lungo tempo al di fuori delle attenzioni del potere e le isolate voci di protesta rimasero inascoltate.129

I rapporti commerciali tra Trieste e il Levante subirono importanti cambiamenti dal momento della costituzione dello stato greco. Nel 1830 avevano già fatto la loro comparsa nel porto di Trieste 54 navi greche. Da quel momento in poi, i grandi porti dell’Europa settentrionale da cui venivano inviate le merci a Trieste perché da lì fossero poi distribuite nel Levante, furono collegati direttamente con i porti greci con la conseguente sensibile diminuzione delle importazioni a Trieste.130 La presenza delle navi greche per il trasporto di merci nell’Adriatico e nel Mediterraneo sarà

127 Con il Trattato di Costantinopoli (9-21 luglio 1832) la Turchia riconosceva i nuovi confini (segnati

dalla linea che univa il golfo di Pagasintikòs con quello di Amvrakikòs) del nuovo stato greco indipendente. Questo atto metteva ufficialmente fine alla decennale lotta del popolo greco. L’imponente lotta veniva così ripagata, anche se non in proporzione ai sacrifici. I confini del nuovo stato erano ristretti in quanto restavano escluse aree che avevano partecipato attivamente alla lotta, quali le tre isole di Samos, Chios, Creta e altre regioni tra le quali la Tessaglia e l’Epiro. Il nuovo stato aveva un’economia molto debole e seri problemi sociali (p.es. non vi fu una distribuzione, tantomeno una valorizzazione delle terre e una moltitudine di combattenti rimasero senza terra).

128 G. Dertilìs, Κοινωνικός μετασχηματισμός., cit., p.77.

129 F. Βabudieri, I porti di Trieste e della Regione Giulia dal 1815 al 1918, in Enciclopedia

monografica del Friuli-Venezia Giulia, Archivio Economico dell’Unificazione Italiana, Serie I, Volume XIV, f. II, Roma 1965, p.132

130 O. Katsiardì-Hering, Η Ελληνική παροικία., cit., pp. 545-546. Cfr. anche F. Babudieri, I Porti di

deleteria anche per le navi austriache che fino a pochi anni prima avevano avuto il ruolo da protagonista negli scambi commerciali specialmente con il Levante.131

Lentamente le modalità del commercio per mare iniziarono a cambiare in seguito alle nuove circostanze che si stavano creando. I trasporti marittimi interessavano non solo prodotti esotici commerciati in quantità limitate, ma iniziarono a riguardare anche prodotti di largo consumo. Con il potenziamento della rete ferroviaria, che interessò soprattutto l’Europa settentrionale, ci fu la possibilità di collegare più velocemente i luoghi di produzione e di invio delle merci con quelli di destinazione. Le distanze tra produttore e consumatore si ridussero ulteriormente con l’introduzione dell’uso del vapore nella navigazione. Le scoperte scientifiche e le nuove tecnologie che ne derivavano contribuirono alla creazione di nuove possibilità economiche.

Il porto di Trieste si trovò alla metà del XIX secolo di fronte a numerosi problemi che furono superati con difficoltà dal potere centrale di Vienna grazie ad una serie di opere infrastrutturali che interessarono il porto e con investimenti, che giunsero però con un ritardo di molti anni.

Nel 1832 venne fondato il Lloyd Austriaco, un’associazione formata da diversi altri istituti d’assicurazione, e nel 1836 fu creata una Società di cabotaggio.132 Poco tempo dopo lo stesso Lloyd fondò la Privilegiata Compagnia di Navigazione a Vapore fra Trieste e Venezia.133

La rivolta popolare in Austria (13 marzo 1848), che fece eco a quella scoppiata a Parigi (febbraio 1848) e che fu portavoce di istanze nazionaliste e liberali, indusse Metternich alla fuga. A Trieste non si verificarono episodi degni di nota come successo, invece, in altre città. Questo fatto può essere attibuito tanto all’assenza di un numero consistente di studenti in città, i quali invece furono in prima linea a Vienna

131 I problemi del porto di Trieste furono riferiti e presentati dettagliatamente all’amministrazione

austriaca dal Governatore di Trieste, conte Stadion, al conte Kuebeak, Presidente della Camera Aulica di Vienna.

132 O. Katsiardì-Hering, Storia della Comunità Greco-Orientale, cit., p. 37. Cfr. anche G. Panjek, “Una

commercial officina”., cit., pp. 299-300 e H. Rumpler, Economia e potere politico, in R. Finzi, L.

Panariti, G., Panjek, Storia economica e sociale di Trieste, cit., vol. II, pp.74-76.

133 Durante i primi anni di vita, il Lloyd si trovò ad affrontare comprensibili difficoltà di tipo

economico se si considera il rischio dell’investimento, i progetti ambiziosi e, aspetto fondamentale, i il fatto che non era stato creato con finanziamenti statali. Dal 837 iniziò a siglare accordi con lo stato

per i servizi postali. Nello stesso anno iniziò ad organizzare trasporti passeggeri per la Dalmazia e il Levante. Nel 1838 attraversò una pesante crisi economica che fu superata grazie a un prestito

bancario, ottenuto con garanzie statali. Più tardi organizzò nuove linee passeggeri per Alessandria, Istanbul, Marsiglia e Barcellona. Continuò a mantenere un ruolo importante fino al primo conflitto mondiale, pur necessitando a volte di finanziamenti statali. G. Panjek, Una “commercial officina”., cit., pp. 300-302.

durante la rivolta di marzo, quanto all’assenza di un proletariato socialmente attivo e al fatto che la nuova classe di commercianti era composta per la maggior parte da stranieri, tra cui i greci, e non promuoveva perciò rivendicazioni nazionaliste,

godendo al contrario dei privilegi economici legati al regime di porto franco. I liberali, invece, erano pochi e non avevano i contatti adeguati con i liberali italiani e

viennesi.134 La borghesia cosmopolita che lentamente aveva posto le proprie fondamenta economiche a Trieste era economicamente orientata verso l’Austria e non desiderava alcun cambiamento. 135

Nel maggio del 1853 scoppiò la guerra di Crimea che vide la Francia e l’Inghilterra schierarsi contro la Russia. Dopo un assedio durato un anno, francesi e

inglesi conquistarono Sevastopoli e con il Trattato di Parigi la Russia accettò la neutralità del Mar Nero. L’Austria non partecipò alla guerra, mantenendo una

posizione di neutralità e di amicizia con la Francia e l’Inghilterra.136 Grazie a questa posizione di neutralità, i proprietari di navi di Trieste e delle zone limitrofe della Venezia Giulia, beneficiarono di guadagni imprevedibili provenienti dal trasporto di merci verso l’Occidente per i successivi due-tre anni. Tra i proprietari di navi (armatori), il primo fu il greco Amvrosios Rallis.137 Seguirono altri greci tra cui N. Sevastopoulos e T. Galatis.138

A Trieste nel 1835 si contavano 2.545 greci.139 Nel 1868 i greci erano 1.128.140 Nel 1889, secondo il censimento del consolato greco di Trieste, c’erano 138 famiglie e 654 individui.141 I censimenti del 1890 e del 1900 registrarono un significativo

aumento del numero dei greci che raggiunsero circa le 1.000 unità.142

134 G.Szombaethely, Un itinerario di 2.000 anni nella storia di Trieste, Trieste 1994, cap. XIV, XV, pp.

81-94. Lo stesso autore riferisce, inoltre, che a Trieste non era ancora maturata l’idea dell’unificazione d’Italia, che si sviluppò successivamente, dopo le insurrezioni e le rivolte di quegli anni e dopo la guerra d’Indipendenza partita dal Piemonte.

135 H. Rumpler, Economia e potere politico, cit., pp.79-82.

136 G. Gerolami, Trieste e il mare, Ieri-Oggi-Domani, Trieste 1955, pp. 47-48

137 Amvrosios Rallis era il maggiore armatore della zona e le sue navi erano le più veloci ed eleganti.

Le sue navi «Arghirò», «Madre Alexandra», «Figlia Alexandra», «Jenny R.» avevano una capacità di oltre 700 tonnellate, mantre le navi «Alèxandros», «Due sorelle», «Amata», «Due figlie», avevano una capacità di oltre 500 tonnellate. G. Gerolami, Trieste e il mare, Ieri - Oggi - Domani, cit., p. 49.

138 G. Gerolami, Trieste e il mare, Ieri- Oggi-Domani, cit., pp. 49-51.

139 ΑΕΚΤ, COM.ADM.V,a,4. Estratto degli abitanti triestini della Nazione Greco-Orientale. Il numero

non riguarda solo i capifamiglia, ma anche tutti i membri della famiglia, compreso il personale di servizio.

140ΑΕΚΤ,COM-ADM, V,d,7. Catalogo Connazionali n. 1305. 141 Nea Imèra, n. 752 (1740), 29/11 marzo 1889

142 Fraühbauer, Cenni sommari sul censimento della popolazione a Trieste al 31 dicembre 1900, Trieste

La tabella seguente riporta il numero di greci membri della comunità divisi secondo classi (Α΄, Β΄, Γ΄, Δ΄, Ε΄) dal 1875 al 1899.

Anno Α΄ (I) Β΄ (II) Γ΄(III) Δ΄ (IV) Ε΄ (V) Totale

(contributi:

100 fior. 75 fior. 50 fior. 30 fior. 12,60 fior.)

1875 15 11 24 26 60 136

1877-1878 15 10 30 27 43 125

(contributi: 120 fior. 90 fior. 60 fior. 36 fior. 15 fior.)

1881 15 9 27 28 51 130 1883 16 13 24 29 43 125 1885 17 15 35 38 78 173 1887 16 14 26 37 73 166 1889 18 13 17 35 64 147 1891 16 15 17 34 63 145 1893 16 14 22 30 75 157 1895 15 11 23 34 67 150 1897 15 11 22 37 54 139 1899 14 10 20 29 74 147

Fonte: ΑΕΚΤ (Archivio della Comunità Greco Orientale di Trieste), Com-Adm V,c,1. Cataloghi

cartacei dei Confratelli e dei Componenti del Capitolo (Ι), 1875, 1877-78, 1881, 1883, 1885, 1887, 1889, 1891, 1893, 1895, 1897 1899.

Le lievi oscillazioni nel numero di iscritti alla comunità sono dovute a nuovi arrivi o partenze, a cancellazioni di iscritti alla comunità, a decessi e a casi di passaggio di una classe.

La tabella seguente offre, invece, un quadro delle professioni e dei mestieri esercitati dai greci nel XIX secolo, riportando i dati relativi all’anno 1825 (circa.2.000 greci presenti) e al 1889.

Sacerdoti 8

Redditieri, possidenti di terreni e immobili 24

Negozianti 65 Commercianti all’ingrosso e al dettaglio, venditori ambulanti 145

Proprietari di negozi, bottegai 113

Sensali, agenti 68

Professionisti 137

Artisti 29

Marittimi 2

Altre professioni 82

Fonte: ΑΕΚΤ,COM-ADM, V,c,1. La Nazione Greco-Orientale in Trieste nell’anno 1825.

Nel 1889 secondo il censimento realizzato dal Consolato Greco di Trieste in città erano presenti:

Marinai 66

Commercianti143 72

Impiegati nel commercio 34

Venditori di vino 34

Giornalisti 1 Avvocati 8

Una percentuale consistente di greci era occupata nel commercio (vendita all’ingrosso e al dettaglio) e nei trasporti marittimi. I prodotti importati dal Levante

erano principalmente olio, cotone, fili di cotone, uva sultanina, lana e cera. Le esportazioni riguardavano invece carichi di legname, prodotti di metallo, tessuti e

cristalli.144

Il trasporto di questi prodotti dalle zone interne del paese al porto e viceversa avveniva su carri trainati da animali almeno fino al 1857, anno in cui fu attivata la ferrovia che collegava Trieste con Lubiana e Vienna.145 Si trattò, naturalmente, di un avvenimento di fondamentale importanza che segnò il passaggio a una nuova epoca. Purtroppo però le conseguenze per i traffici commerciali del porto non furono univocamente favorevoli. Da un lato, i tempi di trasporto delle merci diminuirono e aumentarono i volumi di carico, dall’altro il ritardo nell’arrivo della ferrovia a Trieste,

143 Con il termine commerciante (έμπορος) non si intende il commerciante all’ingrosso o il grande

commerciante che è invece designato con il termine negoziante. Spesso la distinzione tra i termini mercante, venditore (πραματευτής) e negoziante (μεγαλέμπορος) è difficile. Dal giornale Nea Imera 752 (1740), 29-11 marzo 1889.

144 O. Katsiardì-Hering, La presenza dei Greci a Trieste, cit., p. 528.

145 Dovranno passare però cinquant’anni prima che Trieste e Vienna venissero collegate da una linea

i collegamenti poco frequenti e le spese di trasporto elevate risultarono essere uno svantaggio per il porto di Trieste rispetto ad altri porti europei.146

A partire dalla metà del XIXsecolo, i traffici commerciali, quelli delle banche e delle assicurazioni, il settore dei trasporti marittimi, l’artigianato e l’industria

vivranno un periodo di prosperità e sviluppo destinato a durare fino alla fine del secolo.147 Nel 1869, l’apertura del Canale di Suez se da un lato ridusse le distanze

tra i porti dell’Oceano Indiano e dell’Asia e quelli dell’Europa, dall’altro ebbe una ricaduta negativa per il trasporto marittimo commerciale a vela.148

All’inizio del XIX secolo le più importanti ditte commerciali appartenenti ai greci di Trieste sono quelle di Dionissis Tipaldos Xidiàs, di Gheorghios Afendulis, mentre nei circoli bancari i nomi di rilievo sono quelli di Rallis, di Skaramangàs149 e di Economo. Le attività commerciali ed economiche di alcuni greci non si limitarono solo all’area del Levante, ma a partire dal 1850 si estesero all’Europa occidentale (Londra), a New York e alle Indie. Il primo console greco a Trieste fu Angelos Ghiannikesis. Quando nel 1841 fu fondata la Banca Nazionale di Grecia150, una parte dei capitali iniziali provenne dai connazionali all’estero tra cui alcuni greci residenti a Trieste.151

Nel 1833 direttori della Società Triestina d’Assicurazione erano Α. Ghialusis, G. Skaramangàs, E. Metaxàs e David d’Ancona. Nel 1834 direttori del Nuovo Greco Banco d’Assicurazione erano Α. di Dimitrios, Leonardos Vuros, Α. Κ. Rallis e Nicolò Morosini.152

146 G. Panjek, Una “commercial officina”, cit.,p. 313-314.

147 Nel 1850 a Trieste erano presenti 40 autorità consolari, 8 notai e 40 avvocati. Le compagnie che si

occupavano di commercio erano 235, 146 delle quali erano attive nel commercio all’ingrosso. Di queste ultime alcune erano anche proprietarie di navi. C’erano inoltre parecchie imprese artigianali e industriali (birrifici, saponifici, concerie, lavorazione dei metalli). Nel 1838 il bilancio del traffico portuale fu di 728.600 tonnellate di merci in arrivo e 610.200 tonnellate in partenza. G. Gerolami,

Trieste e il mare, Ieri-Oggi-Domani, cit., pp. 56-59.

148 Il dazio doganale era piuttosto elevato e la navigazione nel Mar Rosso era difficile. G. Panjek, Una

“commercial officina”., cit., p. 314.

149 Una delle personalità di spicco tra i greci di Trieste fu Ioannis Skaramangàs, originario di Chios e

imprese commerciali a Londra, nella Russia meridionale e a Smirne, presidente nel 1914 della Camera di Commercio di Trieste.

150 G. Margarìtis, Από την αγροτική οικονομία στην αστικοποίηση (Dall’economia agricola

all’urbanizzazione), Atene 2007, pp. 27-28. Marcos Renieris , nacque a Trieste nel 1815 e studiò a Padova. Fu il primo vicepresidente della Banca Nazionale di Grecia (1869) e pochi anni dopo assunse la presidenza. C. Carpinato, MARKOS RENIERIS: Rassegna bibliografica, in ΕΥΚΑΡΠΙΑΣ ΕΠΑΙΝΟΣ , (a cura di Ανδρειωμένος Γιώργος), Atene 2007, pp.201-242.

151 O. Katsiardì-Hering, Storia della Comunità Greco-Orientale, cit., p. 38.

152 Nel 1835 alla Società Triestina d’Assicurazioni due dei dirigenti erano Antonios Ghialùsis e

Le attività dei greci non si limitarono certo ai settori economico, bancario, assicurativo e commerciale, si occuparono anche della pubblicazione di libri153 e alla vita culturale e artistica della città. Due erano i giornali greci che venivano stampati a Trieste: «Imera» (1855-1863), che nel 1866 cambiò il nome in «Nea Imera»154 e «Cliò» (1861-1883). Il direttore di quest’ultimo fu fino al 1865 Theagènis Livadàs, 155 sostituito poi da Dionisios Therianòs.156

Importante fu la partecipazione di greci ai circoli filologici di Trieste. Il primo gennaio del 1810 fu istituito in città, all’epoca sotto il dominio francese, il circolo filologico e artistico «Società Gabinetto di Minerva» grazie all’impegno di Domenico Rossetti de Scander, che fu anche il primo direttore. Pubblicò dal 1829 l’“Archeografo Triestino”, rivista annuale di storia, scienze, lettere ed arti. Stampò inoltre, come supplemento dell’“Archeografo”,157 i “Quaderni di Minerva”, arrivati al ventunesimo volume e i volumi fuori serie. Oggi organizza conferenze e oltre le saltuarie mostre di carattere storico, la Società indice il Premio biennale “Minerva d’Argento” riservato ai giovani laureati che hanno svolto tesi in materia di storia, scienze, lettere ed arti pertinenti al Friuli-Venezia Giulia, all’Istria ed alla Dalmazia. Al vincitore, oltre alla statuetta rappresentante la dea Minerva, viene corrisposto l’importo di € 1.000.

153 Vedi elenco dei libri alla fine del presente capitolo.

154 Il giornale con titolo «Imera» fu pubblicato per la prima volta nel 1855 da Giovanni Isidoridis

Skylissis a Trieste. Esperto in argomenti giornalistici e nella tecnica tipografica Skylissis, con l’aiuto economico di Amvrosios Rallis, riuscì a far si che il suo giornale fosse il foglio piu letto e discusso nella Grecia Libera ed in quella asservita e anche presso i greci dell’estero. L’anno 1861 Th. Livadas e D. Therianos pubblicano a Trieste il Giornale «Kliò» in concorrenza con l’ «Ιmera». Skylissis per evitare questa concorrenza trasfrì il suo giornale a Vienna, ma senza buon esito. Lo ripotò a Trieste nel 1863 collaborando per la sua pubblicazione con Anastasio Visantios ( 1839-1892). An. Visantios assunse egli stesso la pubblicazione del giornale con il titolo «Nea Imera» («Giorno Nuovo») dal 1866. Nel 1874 si presentò quale editore della «Nea Imera» Alessandro Visantios, fratello di Anastasio, con redattore Stamatis Iconomu e successivante Giovanni Battista Stalits. Nel 1899 assunse la direzione del giornale Giovanni Chalkokondylis sino a 1912. Poi il giornale fu trasferito ad Atene e circolò con il titolo di «Νea Imera di Trieste». Il «Nea Imera» viene condiderato il piu importante giornale del secolo scorso. A. Papaioannu, La Biblioteca della Comunità Greco-Orientale di Trieste, Trieste, cit., pp.290.

155 Nacque a Corfù nel 1827, compì gli studi universitari in Germania e visse a Trieste per molti anni in

qualità di direttore della scuola locale. Dal 1874 al 1894 fu a Vienna come direttore della scuola greca. L. Marcheselli, La cultura umanistica nei periodici greci di Trieste, Trieste 1968, pp. 11-12.

156 Per approfondimenti sulla figura di Dionissios Therianòs cfr. C. Marino, Dionisios Therianòs, un

greco moderno nella Trieste dell’Ottocento, Trieste, 1999. L. Marcheselli, La cultura umanstica nei periodici greci di Trieste, Trieste 1968. L. Marcheselli, Vita e opera di Dionisios Therianòs, Roma

1971.

157A.Gentile, Il primo secolo della Società di Minerva 1810-1909, Trieste 1910, pp. 7-8. Per

approfondimenti sulla storia successiva della Società cfr. G. Secoli, Il terzo cinquantennio della

Tra i membri fondatori della Società ci furono anche greci, tra cui spiccano il vice console di Russia Karolos Pelegrinis158 e i medici Leonardos e Ioannis Vordonis. Ci furono altri membri greci nella seconda metà del XIX secolo.

In campo letterario e pittorico si distingue Kesar Sofianopulos, in quello musicale Michail Evlabios e in quello scientifico Konstantinos Ikonòmou (Constantin von Economo), professore all’Università di Vienna.

Dal 1870 iniziò a circolare la voce dell’abolizione dello status di porto franco per il porto di Trieste. Il provvedimento fu ufficialmente preso nel 1891 (23 giugno) con la stessa Patente con cui venivano stabilite delle agevolazioni per l’importazione di alcuni prodotti (frutta, pesce, sapone) di provenienza mediterranea che furono esentati da dazi. La Camera del Consiglio dell’Impero offrì, inoltre, una serie di agevolazioni fiscali per la creazione di nuove industrie a Trieste dopo l’abolizione del porto franco.159

Questa opportunità ebbe un effetto tutt’altro che incoraggiante sugli investitori triestini i quali erano ben consci di come l’industria fosse caratterizzata da guadagni a lungo termine e perchè abituati a considerare l’industria come un’attività commerciale legata al settore del commercio marittimo. Un anno dopo (1892), Trieste aveva iniziato ad adattarsi allo sviluppo industriale della città, mentre il commercio marittimo iniziava a seguire sempre di più la nuova logica mondiale del trasporto diretto, senza tappe intermedie, intermediari e speculatori.160

Lo sviluppo economico, commerciale e industriale di Trieste vide il suo apice negli ultimi anni del 1900 fino allo scoppio della prima guerra mondiale. I “miserabili

Greci” del 1750 si erano trasformati in potenti esponenti economici della città, spesso

con interessi in tutta Europa e in Oriente.

Nel 1862, tra i membri regolari eletti alla Camera di Commercio figuravano G. Afentulis e Α. Κ. Rallis, mentre tra i membri supplettivi c’era Νikòlaos Sevastòpulos.161

Alcune delle ditte individuali appartenenti a greci che si occupavano di commercio e costruzioni navali nell’anno 1863 erano quelle di Amvrosios S.

158 Karolos Pelegrinis era figlio di Kesaras Pelegrinis, console di Russia a Trieste dal 1804. Alla morte

del padre nel 1821, Karolos, all’epoca vice console, gli succedette ricoprendo l’incarico solo per pochi mesi in quanto morì nello stesso anno. Olga Katsiardì-Hering, Η ελληνική., cit., pp. 325-326.

159 L’abolizione del porto franco valeva anche per il porto di Fiume. 160 G. Panjek, Una “commercial officina”., cit., pp. 309- 313. 161 Almanacco e Guida Scematica di Trieste, anno 1862.

Rallis162, di Andreas Stergios Galatis, di Dimitrios Ikonòmu, di Nikòlaos Sevastòpulos e di Ioannis Skaramangàs.163

Negli anni 1873, 1874, 1875, 1876 le ditte di proprietà di greci erano quelle di Κ. Xidiàs, di Ghiannakopulos-Xilakis, di Kiriazopulos-Kareklìs, dei fratelli Ghiannòpulos (Ioannis, Damianòs, Michail), di Amvrosios Rallis e Paolo Rallis, di N. Stamatis – Antreas e Konstantinos Stamatis.164

Nel documento La scuola greca di Trieste (1801 - 1937) (pagine 40-48)