Dopo la ritirata dei francesi dai territori austriaci il dominus nella regione adriatica di Trieste fu evidente, visto che ormai la rivalità di Venezia110 apparteneva ormai al passato. Nel 1815 il porto riacquistò lo status di porto franco ed ebbe così inizio un periodo di fioritura commerciale. Navi e carichi arrivavano dall’Inghilterra, dall’Impero Ottomano, da Napoli, dalla Sicilia, dalla Spagna, dalla Russia, dalla Francia, dall’America, dalla Svezia, dalla Danimarca, dalla Tunisia e dall’Olanda. Purtroppo però il periodo di prosperità economica per il porto di Trieste non durò a lungo, poiché la crisi che colpì l’Europa nel 1816-17 ebbe serie ripercussioni sul
movimento mercantile del porto. Ormai i paesi dell’Europa settentrionale si procuravano i prodotti di cui necessitavano direttamente dai paesi produttori senza
intermediari. L’Inghilterra, inoltre, durante l’occupazione francese rinforzò la sua
106 In G. Panjek, Una “commercial officina”., cit., pp. 278-380, si trova anche una tabella con
il numero esatto di navi che arrivavano al porto, con e senza carico (tabella n. 11). Cfr. anche O. Katsiardì-Hering, Storia della Comunità Greco-Orientale, pp. 35-36 e della stessa autrice Η ελληνική
παροικία., cit.,pp. 188-189.
107 ΑΕΚΤ, fasc. 808, «Corrispondenza», 25 ottobre - 14 novembre 1808.
108 La comunità greca fu obbligata a pagare ai francesi 2.400.000 franchi. Konstantinidis, «Comunità»,
articolo pubblicato sul giornale Nea Imera, n. 1718, 3/16 novembre 1907.
109 Quando nel 1809 i francesi occuparono nuovamente Trieste, arrestarono personaggi in vista della
città, tra cui anche greci, per costringerli a pagare le tasse. Tra gli arrestati figurano D. Carciotti, K. Catraro e M. Andrulakis (figlio di Ioannis Andrulakis). Furono tenuti in ostaggio per due mesi, finchè non fu pagata a rate la cifra dovuta. G. Ladàs, Συνοπτική ιστορία του Ελληνισμού της Τεργέστης (Breve storia dell’Ellenismo di Trieste), Atene 1976, p. 40.
110 Una descrizione della città dopo il ritiro dei francesi è fornita da Α. Zorzi, La Repubblica del Leone,
posizione nell’Adriatico rendendola più stabile e riuscì ad ottenere una parte consistente del commercio dalla Morea e da Smirne. Persino il commercio dei greci di Trieste con il Levante subì un duro colpo. Il superamento della crisi pochi anni dopo il 1820 porterà ad un nuovo aumento della popolazione della città.111
Va rilevato che l’occupazione francese non fu solo portatrice di problemi economici. Permise, infatti, ai greci di entrare in contatto in maniera più sostanziale con le istanze della democrazia, della libertà e dell’uguaglianza dei cittadini. Durante il periodo pre-rivoluzionario in Grecia si era preparato il terreno per l’inizio della rivoluzione. I greci di Trieste erano disposti a qualunque sacrificio per liberare i connazionali oppressi dai turchi. Nel 1778 acquistarono la nave con cui Lambros
Katsònis partì per la spedizione, una fregata americana con 28 cannoni.112
Il passaggio di Rigas Ferèos dalla città113 aveva destato preoccupazione nelle autorità austriache, timorose che dietro le attività di Rigas si celasse un enorme complotto. Per questo motivo l’imperatore si interessò personalmente alla
111 G. Panjek, Una “commercial officinα’’., cit., pp. 282-285.
112 Per le imprese navali nell’Egeo e nello Ionio i russi si avvalsero del greco Lambros Katsònis (1752-
1804) originario di Livadià. Katsònis da ragazzo – non è risaputo in che condizioni – aveva seguito la carriera navale, aveva avuto modo di conoscere bene le isole dell’Egeo e il Mar Rosso e si era distinto per il suo coraggio a tal punto che quando i russi raggiunsero via mare la Grecia nel 1770 lo impiegarono in qualità di ufficiale. In questa veste prese parte all’assedio di Corone (Koroni) e alla battaglia navale di Cesmè (1770). Agli inizi del 1778 Katsònis con il permesso del comandante Patiomkin lasciò la Crimea e giunse a Trieste via Vienna, dove acquistò con il contributo della locale comunità greca una fregata con 28 cannoni, che chiamò «Atena del Nord». Arruolò, inoltre, un equipaggio e designò come capitani S. Calligàs e D. Kàtsaris. Salpò da Trieste nel marzo del 1778 per intraprendere la sua opera di contrasto delle navi di pirati e di quelle sotto bandiera turca. Sei mesi dopo aveva a sua disposizione, oltre alla nave ammiraglia, altre sei navi, bottino delle sue incursioni nello Ionio. Α. Vakalòpulos, Ιστορία του Νέου Ελληνισμού, cit., pp. 562-576. Cfr. inoltre Ο Ελληνισμός
υπό ξένη κυριαρχία (περίοδος 1669-1821)(L’Ellenismo sotto dominazione straniera – periodo 1669-
1821) in Ιστορία του Ελληνικού Έθνους (Storia della Nazione Greca), vol. XI, Atene 1975, p. 89.
113 Nel 1797 giunse in segreto a Trieste Rigas Ferèos. In seguito a tradimento, fu arrestato dagli
austriaci che lo incarcerarono il 19 dicembre dello stesso anno nella Grande Locanda, dove Rigas tentò il suicidio. Le autorità locali lo consegnarono ai turchi che lo uccisero a Belgrado nel 1798. In G. Ladàs, Συνοπτική ιστορία του Ελληνισμού της Τεργέστης, cit., p. 39. Α. Vakalòpulos più dettagliatamente riferisce che Rigas Fereos in vista di un suo rientro in Grecia, preparò tre scatole con parte delle stampe realizzate a Vienna e le inviò assieme a una lettera a Koroniòs a Trieste, (Rigas era venuto in contatto con i membri delle società segrete di Trieste e in particolare con Koroniòs) e ne sarebbe rientrato nuovamente in possesso poco tempo dopo passando da Trieste durante il suo viaggio verso la Grecia. Al momento dell’arrivo delle casse a Trieste, Koroniòs si trovava in Dalmazia e così, queste assieme alla lettera furono prelevate da Demetrio Ikonòmou, originario di Kozani. Spaventato dalla pericolosità del contenuto si affrettò a denunciare i compatrioti alla polizia austriaca che procedette all’arresto di Rigas al suo arrivo in città la sera del 19 dicembre 1797, nell’albergo in cui avrebbe pernottato. Assieme a lui fu fermato il giovane ventiquattrenne Christoforos Perrevòs che lo accompagnava nel viaggio e che riuscì a scampare e a rifugiarsi a Corfù, allora sotto il dominio francese, perché in possesso della cittadinanza francese. In Α. Vakalopulos, Τουρκοκρατία 1669-1812,
questione.114 Non c’è alcuna certezza, comunque, riguardo l’esistenza o meno di un gruppo rivoluzionario organizzato intorno a Rigas a Trieste, sebbene O. Katsiardì- Hering riferisca115 della creazione di un “circolo di Rigas” a Trieste all’interno del quale l’esponente più importante sarebbe stato Nikolaos Plastaràs.116
Durante il primo anno della rivoluzione greca contro i Turchi (1821), arrivò segretamente a Trieste Dimitrios Ipsilantis accompagnato dal suo segretario Neòfitos
Vamvas, dal colonnello Afentoulis e dal conte Mercati di Zante, i quali con il contributo dei greci locali armarono cinque navi e partirono assieme a duecento
volontari, alla volta di Idra.117
Nonostante la politica ostile ai greci del cancelliere austriaco Metternich, i greci di Trieste aiutarono con ogni mezzo i rivoluzionari connazionali. Le potenze della
Santa Alleanza, prima dello scoppio della rivoluzione greca, si erano riunite prima a
Karlsbad, nel 1819, per discutere di questioni organizzative e metodologiche riguardanti l’alleanza e poi a Troppau in Silesia nel 1820. Quest’ultimo congresso fu interrotto e poi ripreso tre mesi più tardi (gennaio 1821) a Lubiana. Fu in quest’ultima sede che i governanti d’Europa appresero la notizia della rivoluzione greca e da questa stessa sede lo zar sconfessò il movimento di Ipsilatis e cancellò lo stesso dalla lista degli ufficiali dell’esercito russo.
L’iniziale entusiasmo dei greci di Trieste nei confronti della rivoluzione del 1821, lasciò presto il posto ad un atteggiamento di maggior cautela, a sua volta suggerito dall’atteggiamento delle autorità austriache, le quali temevano che la rivolta si estendesse anche nel resto dei Balcani. I greci della città erano pur sempre cittadini stranieri, residenti a Trieste, città nella quale coltivavano i loro interessi commerciali, e dovevano fare attenzione a non assumere atteggiamenti o a prendere iniziative provocatorie. D’altra parte non potevano nemmeno restare indifferenti o gettare
114 D’altra parte appena nel 1796 la Monarchia asburgica aveva represso un altro complotto di
ispirazione giacobina. Rigas, appena concluso il suo programma di stampe a Vienna, partì per una destinazione sconosciuta, accompagnato da un gruppo di fidati collaboratori. La compattezza del gruppo non si basava tanto su legami complottistici quanto sulla comune accettazione delle idee rivoluzionarie francesi e sul fervente patriottismo greco. Nella sua deposizione Rigas, confessò di aver scritto di persona al console francese di Trieste proponendogli di fare da tramite tra i greci e lo stato maggiore francese in Italia. In P. M. Kitromilìdis, Ρήγας Βελεστινλής, θεωρία και πράξη (Rigas Velestinlìs, teoria e prassi), Atene 1998, pp. 61-64.
115 O. Katsiardì-Hering, Η ελληνική παροικία., cit., pp. 322-323.
116 Nikolaos Plastaràs di Ioànnina era titolare di una ditta artigianale di bevande (rosolio). Fu il primo
greco a fare domada d’iscrizione alla Borsa. Fu uno dei finanziatori di Lambros Katsònis. Per
approfondimenti cfr. E. Kurmantzi-Panagiotaku, Η Νεοελληνική Αναγέννηση στα Γιάννενa (Il rinascimento neoellenico a Ioànnina), Atene 2007, pp. 75, 98, 101, 103, 105, 108.
ombre sull’immagine della comunità greca e dei greci (come nel caso di Rigas Ferèos).
Il loro impegno fu certamente determinante nell’accoglienza e assistenza offerte ai profughi che arrivarono a Trieste dalla Grecia in rivolta e dalle aree danubiane. A Trieste nel 1801 si contavano circa 1.000 greci.118 Nel 1813 erano 1.117 suddivisi in 732 uomini e 385 donne.119 Secondo le stime della comunità120 i profughi giunti a Trieste tra il 1821 e il 1823 erano circa tremila, mille dei quali erano solo in transito, altri mille si fermarono per alcuni giorni, mentre i restanti mille rimasero a Trieste. Nel 1821 i greci erano circa 1500,121 nel 1822-1823 erano 3.200, mentre a partire dal 1824 si inizia a registrare una flessione che porta nel 1825 la popolazione greca a 2000 individui122 e nel 1830 a 1700.123
In particolare dopo la catastrofe di Chio, il numero dei profughi subì un significativo aumento a causa del fatto che molti abitanti dell’isola erano legati da rapporti di parentela con greci di Trieste.124
Molti greci di Trieste nei primi decenni del XIX secolo fondarono istituti assicurativi a titolo individuale o in società. D. Stratìs assieme M. Kuequisc e L. C. Vuro erano direttori del Greco Banco d’Assicurazioni, A. Galattis assieme a J.Curiel e a C. Gopcevich erano direttori della Nuova Compagnia Illirica. I. Drossos Plastaràs assieme a M. Vucetich e a P. Moraitini erano direttori della Nuova Società Greca d’Assicurazioni. Α. Antonòpulos assieme a M. L. Mondolfo, C. Morell e ai fratelli Premuda erano direttori del Nuovo Stabilimento d’Assicurazione.125
Nel 1827 le società greche quotate in Borsa erano quelle di Α. Μ. Antonòpulos, dei fratelli Catraro, di D. Stratìs e quella che Vlastòs possedeva assieme ad altri soci.126
118 La popolazione di Trieste nel 1802 era pari a 24.603 abitanti, dei quali 3.960 sloveni, 1.247 ebrei,
650 austriaci, 366 illirici, 270 svizzeri e 100 inglesi. Gli italiani erano 17.010. Dati provenienti dalla tabella in M. Pozzetto (Popolazione residente a Trieste nel 1802), I Greci nella storia di Trieste, cit., p. 29.
119 ΑΕΚΤ, mat. non archiviato/protocollato, Statistica dei Greci nel 1813. 120 ΑΕΚΤ, Protocollo IV, 6 luglio 1823.
121 ΑΕΚΤ, fasc. 1821,16 giugno 1821. 122 ΑΕΚΤ, COM-ADM, Vc1.
123 O. Katsiardì-Hering, Η Ελληνική παροκία., cit., p. 364.
124 K. Vakalòpulos, Οι πρόσφυγες και το προσφυγικό ζήτημα κατά την Επανάσταση του 1821 (I profughi
e la questione dei profughi durante la Rivoluzione dei 1821), Salonicco 1939, pp. 47-58.
125 Trieste, Scematismo dell’Imperiale Litorale Austriaco-Illiricο, anno 1826, pp. 176- 177. 126 O. Katsiardì-Hering, Η Ελληνική παροικία., cit., pp. 240-242.
Con la proclamazione dello stato greco, si ricostituirono su nuove basi i contatti commerciali tra la Grecia e i commercianti greci di Trieste, i quali instaurarono scambi commerciali ed economici con il neo costituito stato balcanico impegnato ad affrontare numerosi problemi, tra cui non ultimo quello dell’ampliamento dei suoi asfittici confini.127
Il ruolo della classe «borghese» in particolare dei connazionali, non solo di Trieste, ma di tutta l’Europa nel XIX secolo e più tardi, fu importante in quanto principale portavoce dell’ideologia del neo costituito stato greco.128