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La scuola femminile

Nel documento La scuola greca di Trieste (1801 - 1937) (pagine 140-144)

Β Il periodo precedente dell’istituzione della scuola (1786-1801)

C. L’istituzione della scuola e il primo periodo di funzionamento fino al 1830.

C.8. La scuola femminile

Come visto all’inizio del secondo capitolo (descrizione dello status dell’istruzione a Trieste), con l’applicazione dell’Allegemeine Schulordnung (1774), il diritto di accesso all’istruzione fu esteso ad entrambi i sessi. Dal comunicato dell’anno 1822 redatto dall’I. R. Magistrato e riguardante il numero di scuole presenti

a Trieste apprendiamo dell’esistenza di una “caposcuola” femminile presso le monache benedettine e della scuola “triviale” femminile pubblica di Anna Pellarin

in via Baudariu 956.316 Sfortunatamente la comunità greca non dimostrò immediato interesse per l’educazione delle ragazze e fino alla creazione del proprio «Educandato», l’accesso all’istruzione tramite i precettori o l’iscrizione a scuole italiane era privilegio solo delle ragazze che appartenevano a famiglie agiate.317 Tra i 25 figli di greci che nel 1805 erano seguiti da un precettore, figurano anche i nomi di cinque ragazze. Quattro di loro erano seguite dall’insegnante P. Spanopulos e una dall’insegnante K. Andriopulos e le materie di studio erano il greco antico e l’italiano.318 Non sappiamo se prendessero anche lezioni di «economia domestica» in un altro contesto. Nel 1815, non essendoci ancora l’Educandato, 47 ragazze di età compresa tra i 6 e i 14 anni, frequentavano le scuole cittadine o seguivano lezioni private con un precettore.319 La questione dell’istruzione femminile era stata affrontata dalla Comunità in più occasioni, ma tutte le proposte e i tentativi di attuazione si scontravano con ostacoli di natura economica (esistenza della scuola maschile, arrivo di profughi), o con la difficoltà di trovare all’epoca un’insegnante

316 D. de Rosa, Libro di scorno, libro d’onore, cit., p.68.

317 AVenezia, ad occuparsi dell’istruzione di base delleragazze della locale comunità greca furono per

un periodo le monache del monastero della comunità. Quando il monastero chiuse i battenti nel 1828 a coprire il vuoto lasciato subentrò l’iniziativa privata. A. Xanthopulu-Kiriakù, Η Ελληνική Κοινότητα

της Βενετίας (1797-1866), cit., p.113. Per approfondimenti cfr. Ε.Ε. Kuku, Η Ορθόδοξος Μονή Ευγενών Ελληνίδων Βενετίας (1599-1829),(Il monastero ortodosso delle nobili greche di Venezia),

Atene 1965, pp.154-186.

318 ΑΕΚΤ, Documenti (della scuola) non archiviati Ι. Relazione (14 agosto 1805) dei precettori P.

Spanopulos, ieromonaco E. Kallerghis e K. Andriopulos all’Eccelso Governo riguardante il numero di allievi a cui impartivano lezioni.

319 Τ.E. Evanghelidis, Η Παιδεία επί Τουρκοκρατίας (Ελληνικά σχολεία από της Αλώσεως μέχρι

adatta per la formazione delle ragazze.320 Nell’aprile del 1817 l’incarico fu proposto a

Ekaterini Tzitzou, vedova di un commerciante greco di Vienna, giudicata la persona

più adatta allo scopo. Fu inviata da parte della comunità richiesta al Comune per il rilascio della licenza necessaria all’apertura di un Educandato privato. Il Comune, rispondendo di non essere competente per le scuole non cattoliche, invitò la Comunità a rivolgere la richiesta al Governatore di Trieste.

Ai fatti, l’insegnante E. Tzitzu ottenne la licenza di apertura di una scuola femminile privata dove le ragazze avrebbero pagato una retta per la frequenza.321 Il suo esempio fu seguito da Maria Vlismà, la quale aveva creato presso la propria abitazione una scuola per ragazze. Entrambe le scuole erano sotto la diretta supervisione della Comunità. Nell’agosto del 1819 l’ispettore responsabile era Spiridon Prevetos. A quanto pare, l’insegnante M. Vlismà era sprovvista di licenza per l’apertura dell’Educandato, motivo per cui il 7 gennaio 1820 le autorità di Trieste ne ordinarono la chiusura, chiedendo per la riapertura che ottenesse i certificati richiesti.322 Una volta espletate le formalità burocratiche la scuola femminile riaprì. Ciò di cui non siamo a conoscenza è per quanto tempo le due scuole furono attive. Sicuramente non si trattò di un lungo intervallo di tempo poiché sei anni dopo venne istituito l’Educandato di Maria Bellagura.

La Comunità veniva spesso interrogata in merito all’istituzione di una scuola femminile dall’ispettore governativo delle scuole non cattoliche de Garzarolli, a

320 ΑΕΚΤ,SCU-SCU,III,c,2. Η Εκατονταετηρίς, cit. 321 AEKT,SCU-SCU.III,c,2. Η Εκατονταετηρίς, cit.

322 Le veniva richiesto di essere esaminata dal direttore della scuola (Σχολαρχείο) G. Rurger e di essere

giudicata idonea. Sarebbe stata esaminata nelle seguenti materie: 1) lavori manuali (dall’insegnante del monastero di Aghios Kiprianos); 2) in lingua greca (dall’insegnante Dimitrios Guzelis); 3) nella sua preparazione per l’insegnamento delle materie religiose (dal sacerdote della chiesa ortodossa) e infine 4) avrebbe dovuto ottenenere un attestato che comprovasse l’ineccepibilità della sua condotta. ΑΕΚΤ,SCU-SCU,III,c,2. Η Εκατονταετηρίς.

Dimitrios Guzelis (1774-1848) nacque a Zante. Fu letterato e autore teatrale che proseguì la tradizione della commedia di Zante che da Creta era passata nell’Eptaneso. Riuscì ad introdurre nel clima “italianeggiante” delle isole ioniche elementi dell’educazione francese. Nel 1790 scrisse la commedia

Χάσης (Chassis), ad oggi una delle vette del teatro greco. Più tardi subì l’influenza del neoclassicismo.

Nel 1820 insegnò greco alle scuole Reali di Trieste. Nel 1821 fu precettore delle figlie di Ioannis Kartsiotis (Carciotti). Nel 1807 pubblicò una cattiva traduzione della Gerusalemme liberata di Tasso. Nel 1817 pubblicò a Trieste il poema Η κρίσις του Πάριδος, πόνημα μυθολογικόν, ερωτικόν και ηθικόν (Il giudizio di Paride), opera mitologica, d’amore e morale. Nel 1827 pubblicò Σάλπισμα πολεμιστήριον (Squillo di tromba militare) su versi. Κ. Th. Dimaràs. Ιστορία της Νεοελληνικής Λογοτεχνίας, cit. pp. 230, 244-246. Vedi anche W. Puchner, Το θέατρο στην Ελλάδα, Μορφολογικές επισημάνσεις (Il teatro in Grecia, Considerazioni morfologiche), Atene 1995 e Th. Grammatàs, Νεοελληνικό Θέατρο, Ιστορία-

Δραματουργία, Δώδεκα μελετήματα (Teatro neogreco, Storia-Drammaturgia, Dodici saggi), Atene 1987.

Per approfondimenti su Il giudizio di Paride, C. Carpinato. ‘La discoverta del vero Omerο: Riscritture

greche. Athanasios Christòpulos, Αχιλλεύς (1805).Iakovakis Rizos Nerulòs, Πολυξένη (1814). Dimitrios Guzelis, Η κρίσις του Πάριδος (1817) in ΙΤΑΛΟΕΛΛΗΝΙΚΑ, Rivista di cultuta greco-moderna, Αtti del

dimostrazione del solido e costante interesse della Monarchia Asburgica per l’istruzione femminile e le pari opportunità tra i due sessi nell’ambito dell’istruzione e della formazione di base. L’obiettivo ultimo della politica del monarca era, certo, la formazione di bravi e obbedienti cittadini.323

Durante la riunione del Capitolo del 12 maggio 1822, nella quale fu approvato il nuovo regolamento della scuola maschile, il Governatore Ioannis Vordonis chiese alla commissione che aveva redatto il regolamento di prepararne uno analogo per la scuola femminile da sottoporre al Capitolo.324

Nel 1827 l’insegnante M. Bellagura, moglie di Konstantinos, propose alla Comunità di istituire assieme alle proprie figlie un una scuola femminile privata. In effetti, il 14 dicembre 1828 ottenne l’autorizzazione governativa e aprì l’educandato, della cui supervisione furono incaricati i sovrintendenti della scuola maschile.La Comunità partecipava alle seguenti spese della scuola: 1) pagamento dell’affitto dell’educandato, 2) pagamento della retta per un determinato numero di alunne indigenti 3) pagamento dei compensi dell’insegnante di lingua greca e del catechista. Le restanti spese della scuola erano sostenute con il pagamento della retta da parte delle alunne di famiglia benestante.325 Furono assunti come insegnant il’archimandrita Serafim Pomaghis per la catechesi326 e Dimitrios Venias, Spiridon

Prevetos e Iosif Ghinakis327 per le lezioni di lingua greca e matematica. La scuola femminile negli anni successivi, come vedremo nei prossimi capitoli, assunse delle insegnanti per l’insegnamento del ricamo, del cucito e del lavoro a maglia e dell’uncinetto. Nel periodo in esame questi insegnamenti erano affidati a M. Bellagura e alle sue figlie.

323 Il Decreto di Francesco Ι (1805) sulle scuole, definiva con esattezza la gerarchia scolastica, gli

obblighi degli insegnanti e dei sacerdoti, le regole scolastiche di obbedienza, le regole di funzionamento degli istituti educativi e definiva con esattezza le caratteristiche imprescindibili del buon insegnante e del buon alunno. La filosofia di base della legge mirava alla formazione di bravi alunni e di cittadini onesti e rispettosi delle leggi, che avrebbero dovuto conoscere e rispettare le leggi di una società organizzata e i propri doveri nei confronti dello stato. Avrebbero dovuto mostrare inoltre un analogo rispetto per chi garantiva la buona organizzazione e l’ordine avendo come fine ultimo la felicità e il benessere personale e collettivo del cittadino. Diana de Rosa, Libro di scorno, libro

d’onore, cit., pp.68-90.

324 ΑΕΚΤ, COM-ADM,III,β/α,1. Estratti dagli Atti del Capitolo 1811,1812,1814-1826. 325 ΑΕΚΤ, SCU-SCU,III,c,2. Η Εκατονταετηρίς, cit.

326 L’archimandrita S. Pomaghis fu maestro presso la scuola maschile dal 1826 al 1832, cfr. il

catalogo degli insegnanti della scuola maschile.

327 O.Katsiardì-Hering, H Eλληνική, cit., vol. Ι, pp.304-305. S. Prevetos, licenziato nel 1826 dalla

scuola maschile, fu in seguito assunto all’Educandato femminile. ΑΕΚΤ, SCU-SCU,V,I,a,1 e 2. Estratto dell’esame delle scuole Greco-Orientali, 1826,1827.

Negli anni successivi vi furono dei tentativi di creazione di altri istituti femminili ad opera di Konstantinos Pittakos, di S. Prevetos e di Irini Furnaraki, quest’ultima originaria dell’isola di Chios. Le proposte di K.Pittakos e di S.Prevetos non vennero prese in considerazione, a differenza di quella di I. Furnaraki che ricevette il sostegno della Comunità. Purtroppo la promotrice dell’iniziativa fu costretta a lasciare Trieste e l’idea della creazione di una nuova scuola femminile fu abbandonata.328

CAPITOLO III

Nel documento La scuola greca di Trieste (1801 - 1937) (pagine 140-144)