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3.1 Due modelli di reporting non finanziario

3.1.1 La reportistica di sostenibilità: i "GRI Standards"

3.1.1.1 GRI 101: Foundation

I “GRI Standards” sono stati concepiti per assistere la reportistica pubblica da parte delle organizzazioni in riferimento al proprio impatto su economia, ambiente e società al fine di promuovere l’obiettivo dello sviluppo sostenibile.

Il primo livello della struttura modulare dei GRI Standards, denominato “GRI 101:

Foundation”, è di fondamentale importanza in quanto rappresenta il punto di partenza

per l’intero framework ed espone alcuni concetti cruciali per la sua corretta implementazione. In questa parte dei “GRI Standards” appare un’iniziale precisazione di grande importanza: gli standard non richiedono uno specifico formato di reporting. Infatti perché un report possa considerarsi in conformità con essi, può essere prodotto nella forma di un stand-alone report oppure può offrire informazioni in un’ampia varietà di formati differenti. Gli standard “GRI 101: Foundation” si dividono in tre sezioni: “Reporting Principles”(1), “Using the GRI Standards for sustanability reporting”(2), “Making claims related to the use of the GRI Standards”(3). La nostra attenzione si concentrerà principalmente sul primo aspetto riguardante i principi di reporting su cui si fonda un report in conformità con GRI. Nell’esporre le proprie regole gli “GRI Standards” si avvalgono di tre strumenti: i requirements(1), le recommendations(2) e le guidances(3). I primi sono istruzioni obbligatorie indicate in grassetto e caratterizzate dall’uso della parola “shall”; le seconde non sono richieste obbligatoriamente, ma fortemente incoraggiate e si avvalgono della parola “should”; le ultime riguardano invece informazioni di sfondo, spiegazioni e esempi utili a una migliore comprensione dei

requirements.

Iniziando a trattare la prima parte dei “GRI 101: Foundation”, i “Reporting Principles”, di fondamentale importanza per il raggiungimento di una reportistica di sostenibilità di alto livello e per poter considerare un report in conformità con i “GRI Standards”, si dividono in due grandi sezioni riguardanti rispettivamente il contenuto(1) e la qualità(2) del reporting.

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Figura 29: Reporting Principles dei “GRI Standards”111

I principi di reporting per la definizione del contenuto servono ad aiutare l’organizzazione a decidere quali informazioni sia opportuno inserire nel report. Questo significa considerare e scegliere le più meritevoli informazioni fra quelle riguardanti le attività e gli impatti dell’organizzazione e le aspettative e gli interessi degli stakeholders.

Inclusività degli stakeholder

Il primo principio per la definizione del contenuto è lo “stakeholder inclusiveness” il quale enuncia che “l’organizzazione che svolge il processo di reporting deve individuare i propri

stakeholders e spiegare come abbia risposto alle loro aspettative e ai loro interessi legittimi”.

Il punto di partenza per la corretta interpretazione del principio è la definizione di

stakeholder o portatore di interessi. Secondo la definizione data da GRI gli stakeholders

sono “tutte le persone fisiche o giuridiche le quali ci si può ragionevolmente attendere

possano essere influenzate dall’attività o dai beni/servizi di un’organizzazione(1) o le cui azioni ci si può ragionevolmente attendere possano influenzare l’organizzazione nell’attività di implementazione della strategia e nel raggiungimento degli obiettivi(2)”.

Esempi di stakeholders sono, fra gli altri, i dipendenti, gli investitori, i fornitori, le comunità locali, i governi, le organizzazioni non governative.

Dunque, quando un’azienda si trova a decidere se un determinato argomento di carattere economico, sociale o ambientale debba far parte o meno del report di sostenibilità deve tener conto di ognuno dei suoi portatori di interessi e del grado di influenza reciproca fra le azioni di questi e quelle dell’impresa. Un ben strutturato processo di stakeholder

engagement è ciò che può rendere meno vaga, incerta e soggettiva l’applicazione del

principio di stakeholder inclusiveness. Grazie allo stakeholder engagement infatti, l’azienda

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ha la possibilità di interagire con i propri portatori di interessi e di coinvolgerli nella propria attività e nella presa delle decisioni, migliorando la qualità dei rapporti con loro e attivando importantissimi processi di ascolto utili, fra le altre cose, come input nella scelta del contenuto del reporting. Alla fine di tale processo è importante per l’organizzazione comunicare il suo approccio agli stakeholders(1), quali stakeholders ha deciso di coinvolgere e con quali modalità(2) e in che modo lo stakeholder engagement ha influenzato il contenuto del report di sostenibilità e l’attività aziendale(3). “Un sistematico

processo di stakeholder engagement, se idoneamente eseguito, è probabile porti a un continuo apprendimento all’interno dell’organizzazione e a una maggiore accountability nei confronti di taluni stakeholders; a sua volta l’accountability rafforza la fiducia di questi soggetti nei confronti dell’impresa e di conseguenza la credibilità del report”.

Il contesto di sostenibilità

Il secondo criterio utile alla definizione del contenuto afferma che “il report deve

presentare la performance aziendale all’interno del complessivo e ampio contesto della sostenibilità”.

Il concetto di sostenibilità, usato in modo intercambiabile con quello di sviluppo sostenibile, nella definizione di GRI definisce qualsiasi azione capace di influenzare, in modo positivo o negativo, la capacità delle generazioni future di poter accedere alle risorse economiche, sociali e ambientali attualmente esistenti a livello locale, regionale o globale. Tale concetto allarga la definizione di performance aziendale, vista come solo risultato economico-finanziario, includendovi anche i risultati su società e ambiente, in termini di miglioramento o peggioramento della situazione sociale e ambientale, attribuibili all’uso fatto dall’azienda delle risorse economiche, sociali e ambientali avute a disposizione nel periodo di tempo considerato.

Così come per il report finanziario ogni risultato conseguito perde di significato senza una lecita contestualizzazione economica e competitiva, allo stesso modo l’obiettivo del principio di “sustainability context” è quello di identificare la performance globale dell’azienda, non in una visione chiusa dentro i confini aziendali, ma inquadrandola nell’ampio contesto esistente in tema di sostenibilità. L’impresa dovrà allora cercare di misurare il proprio contributo individuale su società e ambiente in relazione alle particolari caratteristiche, in termini di limiti e domanda di risorse sociali o ambientali, presenti nel contesto settoriale, locale, regionale, o globale nel quale è inserita. Seguendo

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tale linea di pensiero inoltre ci si attende che nel report venga esposta e articolata chiaramente la relazione fra la strategia aziendale e la sostenibilità in riferimento al proprio contesto.

È inoltre opportuno che l’impresa riesca a distinguere ogni azione in base al raggio del suo impatto, delineando così un contesto più ampio (mondiale) o più ristretto (regionale o locale). Particolare attenzione meritano le comunità locali.

Materialità

Il principio della materialità è senza dubbio il più importante per delineare il contenuto di un report in conformità dei “GRI Standards”. Questo principio afferma che “il report

deve coprire i temi che riflettono gli impatti significativi di carattere economico, ambientale e sociale collegati all’attività dell’organizzazione(1) o che influenzano sostanzialmente le valutazioni e le decisioni degli stakeholders(2)”.

Prima di iniziare a discutere nel dettaglio il principio della materialità, una rappresentazione grafica delle due principali variabili da tenere in considerazione secondo la definizione del Global Reporting Initiative (GRI) può rivelarsi molto utile ai fini di una maggiore comprensione.

Figura 30: Il principio della Materialità secondo i “GRI Standards”112

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Un’organizzazione ha a che fare con una gran moltitudine di temi meritevoli di essere affrontati dalla reportistica aziendale, però non tutti si possono considerare materiali. Nel processo di reporting di sostenibilità, la materialità è il principio che determina quali, fra i temi più rilevanti per un’organizzazione, sono sufficientemente importanti da rendere essenziale la loro reportistica. Come detto, secondo la definizione dei “GRI Standards” sono materiali quei temi che possono essere considerati ragionevolmente importanti nel riflettere gli impatti (intesi come effetti positivi o negativi) significativi dell’organizzazione su economia, ambiente e società e/o nell’influenzare le decisioni degli

stakeholders.

Dopo quest’ultima affermazione, due questioni appaiono interessanti: l’identificazione dei temi che possano considerarsi “ragionevolmente importanti nel riflettere gli impatti significativi”(1) e l’identificazione di “impatto significativo”(2). Nel rispondere al primo quesito, può essere d’aiuto ragionare sul ruolo svolto da alcuni elementi interni ed esterni all’organizzazione: mission dell’organizzazione, strategia competitiva, preoccupazioni direttamente espresse da stakeholders, attese della società nel suo complesso nei confronti dell’organizzazione, influenza dell’organizzazione nei soggetti che stanno a monte o a valle della stessa, finalità espresse da accordi o standard internazionali alle quali ci si aspetta che l’organizzazione si conformi. Per quanto riguarda invece l’identificazione di quale sia “un impatto significativo”, esistono varie metodologie. In generale un impatto può considerarsi significativo quando è al centro delle preoccupazioni degli esperti in materia(1), o quando esistono degli appositi strumenti atti alla sua misurazione(2), o ancora, quando un’organizzazione li reputa abbastanza importanti da richiedere una gestione e un coinvolgimento attivi(3).

Successivamente, una volta identificati i temi materiali per il report, è necessario confrontare il livello di materialità fra questi. In particolare, ci si aspetta che il report enfatizzi quegli argomenti materiali che possiedono una priorità (o importanza) maggiore, in riferimento a una o a entrambe le variabili indicate nella definizione di materialità. Infine è utile precisare che un report può comunicare anche informazioni importanti non considerate materiali, però lo deve fare facendo notare tale distinzione.

Completezza

L’ultimo dei quattro principi indicati dagli “GRI Standards” per la definizione del contenuto della reportistica di sostenibilità è quello della completezza. Il principio

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dichiara che “il report deve contenere una copertura dei temi materiali e dei loro confini

tale da riflettere in modo sufficiente gli impatti significativi di tipo economico, ambientale e sociale e tale da permettere agli stakeholders di valutare la performance dell’organizzazione durante il periodo”.

Dunque i tre elementi che caratterizzano la definizione di completezza sono: la lista dei temi materiali coperti dal report(1), i confini o Boundaries di tali temi(2) e il tempo(3). L’analisi individuale di ognuno di questi elementi può aiutare in una migliore comprensione del principio di completezza.

Nel loro insieme i temi contenuti in un report in conformità con i “GRI Standards” devono essere sufficienti a riflettere gli impatti economici, ambientali e sociali significativi e a dare agli stakeholders la possibilità di valutare l’operato dell’organizzazione senza che manchino loro informazioni rilevanti. Nel determinare se l’informazione contenuta nel report è sufficiente, l’organizzazione dovrebbe considerare i risultati dei processi di

stakeholders engagement(1) e le ulteriori aspettative della società nel suo complesso che

non si riescono correttamente a identificare mediante tali processi(2).

Il concetto di “topic Boundary” riveste un ruolo molto importante all’interno dei “GRI Standards”, tale da richiedere una più dettagliata disciplina nel livello inferiore della struttura modulare gerarchica degli standard (GRI 103: Management Approach). In sintesi il topic Boundary (o confine di un tema materiale) descrive dove gli impatti riguardanti un tema materiale hanno luogo(1) e quale sia il livello di coinvolgimento dell’organizzazione in tali impatti(2). L’idea di fondo è che l’impresa può essere coinvolta in alcuni impatti economici, ambientali o sociali sia direttamente per le proprie azioni, sia indirettamente per le azioni dei soggetti con i quali ha stretto rapporti d’affari. Ecco che porre dei limiti ben definiti a un tema materiale può risultare particolarmente utile per offrire un’informazione completa e trasparente relativamente alla colpa, al merito, al coinvolgimento o agli effetti totali di determinate azioni.

Il terzo elemento insito nella definizione di completezza è il tempo (o il periodo di tempo). Il time si riferisce alla necessita che le informazioni del report siano complete in riferimento al periodo di tempo specificato nel report. Dunque, le attività, gli eventi e gli impatti vanno comunicati nel periodo di rendicontazione nel quale sono avvenuti, in modo tale da rendere completa l’informazione del report, anche se i loro effetti positivi o negativi su economia, ambiente e società non sono ancora cessati. L’organizzazione inserirà correttamente nel report le informazioni già rilevate nel periodo di

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rendicontazione trascorso, cercando inoltre di prevedere, in base a stime fondate e motivate, i possibili svolgimenti futuri degli avvenimenti non ancora conclusi.

I principi di reporting per la definizione della qualità sono utili ad assicurare la qualità dell’informazione contenuta nel report di sostenibilità, di fondamentale importanza per poter offrire agli stakeholders una corretta rappresentazione dell’azienda in grado di far prendere loro decisioni e azioni ragionate e appropriate.

Accuratezza

Il primo principio riguardante la qualità del reporting vuole disciplinare il livello di accuratezza, o precisione, dell’informazione. In particolare, i “GRI Standards” affermano che “l’informazione contenuta nel reporting di sostenibilità deve essere sufficientemente

accurata e dettagliata da permettere agli stakeholders la valutazione della performance dell’organizzazione”.

Il tipo di informazione offerta, qualitativo o quantitativo, e il giusto livello di accuratezza dipendono da vari fattori, fra cui la natura(1) e la destinazione d’uso(2) dell’informazione. In riferimento a quest’ultimo aspetto è importante sottolineare che alcune decisioni da parte degli stakeholders richiedono un più alto livello di informazione rispetto ad altre.

Equilibrio

Un ulteriore principio molto importante è quello dell’equilibrio, secondo cui “il report deve

riuscire a riflettere sia gli aspetti positivi che gli aspetti negativi della performance dell’organizzazione così da permettere una valutazione ragionata della performance complessiva”.

Il report deve fornire un’immagine imparziale dell’organizzazione: è dunque necessario evitare il ricorso a scelte, omissioni o tipi di presentazione che potrebbero influenzare la decisione o il giudizio del lettore del report. Inoltre deve essere chiaramente comprensibile la distinzione fra i dati reali e le interpretazioni delle informazioni da parte dell’organizzazione.

Chiarezza

“L’organizzazione deve esporre le informazioni in modo da renderle comprensibili e

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Un portatore di interessi deve poter reperire le informazioni di cui ha bisogno senza eccessive difficoltà e tali informazioni devono essere presentate in modo da risultare comprensibili per quegli stakeholder che possiedono una ragionevole conoscenza dell’organizzazione e delle sue attività.

Comparabilità

Secondo il principio della comparabilità “gli argomenti e le informazioni devono essere

scelti, preparati e comunicati in modo coerente. È necessario dunque che le informazioni incluse nel report siano presentate in modo tale da permettere agli stakeholder di analizzare i cambiamenti della performance dell’organizzazione nel tempo e di confrontare il suo operato con quello delle altre organizzazioni”.

È molto importante che i dati della reportistica di sostenibilità possano essere utilizzati dagli stakeholder per comparare lo stato attuale della performance economica, sociale e ambientale dell’organizzazione con le prestazioni passate, con gli obiettivi fissati e, per quanto possibile, con la performance delle altre organizzazioni. La coerenza nella misurazione e nell’esposizione dei dati è una delle caratteristiche essenziali per la loro comparabilità nel tempo. Per questo nel caso di necessari cambiamenti o evoluzioni nelle metodologie adottate per il calcolo dei dati o per la loro esposizione, l’organizzazione dovrà rivedere i dati correnti così come quelli passati in modo da adattarli ai cambiamenti e da continuare ad assicurarne la comparabilità e l’affidabilità.

Inoltre è molto importante che il report, per poter permettere la comparazione con i dati delle altre organizzazioni, offra informazioni riguardanti fattori di contesto (quali dimensione, localizzazione geografica, ecc.) che potrebbero influenzare e discriminare notevolmente le condizioni nelle quali le differenti organizzazioni svolgono la propria attività.

Affidabilità

“Le informazioni del report devono essere raccolte, registrate, preparate, analizzate e

comunicate in modo tale da poter essere esaminate al fine di valutarne la qualità e la materialità. Lo stesso vale per i processi attuati per la redazione del report”.

Gli stakeholders devono sapere che il report può essere verificato al fine di stabilirne la veridicità del contenuto e l’adeguata applicazione dei “Reporting Principles”. Le informazioni e i dati contenuti nel report devono essere supportati da controlli interni o

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da documenti disponibili alla consultazione di terze parti. I sistemi informativi devono essere adatti a poter divenire oggetto di assurance esterna.

I processi decisionali sottostanti un report devono essere documentati in modo tale da illustrare i fattori e le ragioni alla base delle principali decisioni prese.

Tempestività

“Le informazioni oggetto del report devono essere offerte rispettando scadenze regolari, così

da essere disponibili in tempo agli stakeholders per la presa di decisioni informate”.

L’utilità dell’informazione nel processo di decision-making dipende anche dal fatto di essere disponibile al momento giusto. Anche se un costante flusso di disclosure è desiderabile, ci si aspetta che l’organizzazione fornisca la maggior parte delle informazioni relative alla propria performance economica, ambientale e sociale in un singolo momento con cadenze regolari. Anche la coerenza nella frequenza della reportistica (e di conseguenza nella lunghezza del periodo di reporting) è uno strumento utile per assicurare la comparabilità dei dati nel tempo e l’accessibilità della reportistica agli stakeholders. Allineare la comunicazione della reportistica di sostenibilità con la reportistica di carattere finanziario è la scelta consigliata dai “GRI Standards”.

Gli standard “GRI101: Foundation”, dopo aver elencato e spiegato i “Reporting Principles” per la definizione del contenuto e della qualità del report, nella successiva sezione denominata “Using the GRI Standards for sustanability reporting” offrono informazioni più tecniche utili per il corretto utilizzo dei “GRI Standards” e di conseguenza per poter definire un report in conformità con essi. In particolare tale sezione guida l’organizzazione che redige il reporting ad applicare correttamente i “Reporting

Principles”(1), offrire le informazioni necessarie in merito al contesto nel quale

l’organizzazione opera(2), identificare e comunicare in modo corretto i temi materiali(3). Interessante è il fatto che in tale sezione i “GRI Standards” invitano l’organizzazione a consultare, qualora disponibili per il proprio settore, i “GRI Sector Disclosures” presenti nel sito web di GRI. L’organizzazione potrà così reperire linee guida addizionali in grado di affiancarla nel personalizzare la propria disclosure di sostenibilità in base alle caratteristiche peculiari del proprio settore di attività.

Invece l’ultima parte dei “GRI101: Foundation” denominata “Making claims related to the

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richiamare i “GRI Standards” all’interno del proprio report (o della disclosure riguardante singoli argomenti specifici di sostenibilità) e a quali vincoli deve attenersi per poterlo dichiarare in conformità di essi (come ad esempio il deposito nel sito web di GRI). Interessante è inoltre il paragrafo che disciplina la spiegazione delle ragioni che hanno portato all’omissione della disclosure di un’informazione richiesta, seguendo la logica del “comply or explain” o “report and explain” già vista per la direttiva 2014/95/UE.

La composizione e il contenuto dei “GRI 101: Foundation” fa perfettamente intendere come funzioni la struttura modulare gerarchica basata su differenti pacchetti interconnessi di standard propria dei “GRI Standards”. Infatti, questo pacchetto di standard, posto al vertice della gerarchia, contiene i principi che stanno alla base di tutto il reporting e altre informazioni essenziali per il corretto uso e la corretta implementazione degli standard. Durante il suo processo di reporting di sostenibilità, una volta seguite le linee guida del “GRI101: Foundation”, l’organizzazione può muoversi lungo la struttura concettuale impostata da GRI, scendendo al livello gerarchico inferiore e procedendo all’applicazione della seconda parte degli “Universal Standards”, rappresentata dai “GRI 102: General Disclosure” e “GRI 103: Management Approach”. Le successive parti dei “GRI Standards”, a causa del loro carattere più tecnico collegato a precise richieste di reporting, saranno trattate in modo sintetico così offrire soltanto una panoramica generale sul loro contenuto; infatti la parte più utile ai fini di tale elaborato di tesi è la parte appena esposta sul “GRI 101: Foundation” contenente le nozioni teorico- concettuali e i principi alla base dell’intero set dei “GRI Standards”.