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La distribuzione geografica dell’offerta di disclosure non finanziaria

2.2 La situazione globale attuale in materia di disclosure non finanziaria

2.2.2 L’offerta di disclosure non finanziaria

2.2.2.2 La distribuzione geografica dell’offerta di disclosure non finanziaria

Analizzando più nello specifico e scomponendo in base a un criterio geografico i dati rilevati nel campione N100, si può osservare come le aziende localizzate nelle Americhe siano quelle che offrono al proprio pubblico una maggiore informazione in materia di

Corporate Responsibility (83%), seguono l’Asia Pacifica (78%) e l’Europa (77%) non molto

distaccate, appare invece molto diversa la situazione in Africa e Medio Oriente (52%) dove la mentalità della disclosure di tali informazioni sembra non essere ancora molto sviluppata, con alcune eccezioni in seguito esposte.

Figura 13: I tassi di Corporate Responsibility reporting per regione88

P.S. I dati che riguardano Asia Pacifica ed Europa seguono la linea dell’underlying trend (senza tenere in considerazione 5 nuovi paesi entrati e il paese uscito rispetto al 2015).

I dati assoluti osservando il campione N100 del 2017 al completo sono rispettivamente 77% e 73%

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Il trend di evoluzione nel tempo in materia di Corporate Responsibility reporting, dal 2011 al 2017, è stato sempre crescente nelle Americhe (+14%), che in quest’ultima edizione dell’indagine hanno sorpassato l’Asia Pacifica, e in Europa (+6%). Nell’Asia Pacifica ha avuto un grandissimo incremento fra il 2011 e il 2015 (+30%) per poi assestarsi e calare di un punto percentuale nel 2017. Solo l’Africa mostra invece un trend completamente opposto, partendo da un buon livello iniziale nell’anno 2011 (61%) e calando progressivamente negli anni (-8%).

Le Americhe

Analizzando ancora più nel dettaglio i dati osservati e scomponendo ulteriormente le varie aree geografiche, vediamo come nelle Americhe (cresciute complessivamente del 6% negli ultimi due anni) vi sia un divario del fra i paesi del Nord America e quelli dell’America Latina. Tale divario tuttavia si è ridotto fra il 2015 e il 2017, grazie al notevole incremento registrato in Messico, passato dal 58% al 90% a seguito dell’introduzione di nuove regolamentazioni obbligatorie in materia di Corporate

Responsibility reporting e in Colombia (+5%).

Figura 14: I tassi di Corporate Responsibility reporting in Nord America e America Latina89

Le ragioni di questi alti valori registrati nell’intera area delle Americhe sono molteplici. Per quanto riguarda il Nord America e in particolare gli Stati Uniti, l’alta mole di informazione offerta dalle aziende in materia di Corporate Responsibility, cresciuta ulteriormente del 5% negli ultimi due anni all’interno del campione N100, può essere giustificata dalla maturità delle imprese in materia. Gli Stati Uniti sono caratterizzati da

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un modello aziendale che per tradizione spinge verso la crescita dimensionale, come può testimoniare il gran numero di big corporation presente nel territorio. Un’impresa più è grande e più ha un impatto su società e ambiente e di fatto gli Stati Uniti d’America, dove le grani imprese sono moltissime, fanno parte dei paesi più inquinanti al mondo. Per tale ragione negli USA, un numero sempre maggiore di investitori nella presa delle proprie decisioni di investimento presta grande attenzione a informazioni riguardanti le sfere “extra finanziarie” e di conseguenza già da tempo sempre più imprese, per evitare il rischio di perdere parte dei propri investitori, hanno iniziato a offrire loro tali informazioni.

La situazione della Corporate Responsibility disclosure in America Latina è invece influenzata da altri fattori. Innanzitutto, il fatto che il continente sia ricco di risorse da estrarre ed esportare denota quanto forte sia l’impatto sull’ambiente delle aziende che lavorano in tale attività. A questo si aggiunge anche il fatto che una gran parte della società del continente è povera, dunque anche l’impatto sociale delle aziende assume importanza. La disclosure di informazioni riguardanti la Corporate Responsibility può essere fondamentale nell’ottenimento della “license-to-operate” da parte delle comunità locali o dei capitali da parte degli investitori. In secondo luogo, si aggiunge il fatto che le aziende dei paesi dell’America Latina stanno incontrando delle barriere non tariffarie sempre più forti che vincolano le proprie esportazioni all’offerta di determinate informazioni, ad esempio riguardanti ambiente o diritti umani, richieste dai governi o dai consumatori dei paesi sviluppati. Infine, molte volte il Corporate Responsibility reporting è visto come risposta a scandali avvenuti a causa dell’azienda o nella catena di fornitura dell’azienda, per fare chiarezza sull’accaduto e recuperare o guadagnare la fiducia dell’opinione pubblica. A tutto questo si aggiunge l’introduzione di regolamentazioni mandatory da parte dei governi o dei mercati finanziari, valide soprattutto per le grandi imprese, e la pressione sempre maggiore di tutti gli stakeholders nel loro complesso. Questo contesto può giustificare e fare chiarezza sui dati rilevati dallo studio.

L’Europa

Una situazione di squilibrio interna al continente, come quella presente nelle Americhe, si può riscontrare anche nella zona Europa. Mentre l’area occidentale mostra livelli molto alti nella reportistica in materia di responsabilità d’impresa, l’area orientale denota come “gran parte delle aziende qui situate siano ancora concentrate sulla sola financial line

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rispetto ad abbracciare un’ottica di triple bottom line”, come afferma la referente di KPMG in Romania. Tuttavia, nonostante i risultati in termini assoluti possano apparire bassi, il

trend è crescente e la crescita globale del campione di aziende analizzato nell’Europa

Orientale è del +4% nel biennio 2015-2017.

Figura 15: iItassi di Corporate Responsibility reporting in Europa occidentale e Europa orientale90

P.S. I dati della tabella sull’Europa occidentale seguono la linea dell’underlying trend, senza tenere in considerazione i 3 nuovi paesi entrati rispetto al 2015.

Il dato assoluto osservando il campione N100 del 2017 al completo è del 76%.

Inoltre, il dislivello di quasi 20 punti percentuali che sussiste fra le due aree europee si ipotizza possa essere gradualmente appianato grazie all’azione della direttiva 2014/95/UE. Infatti, secondo Olivier Boutellis-Taft, amministratore delegato di Accountancy Europe, la già discussa direttiva dovrebbe iniziare a mostrare i suoi pieni effetti presumibilmente a partire dagli anni 2019-2020. Lo stesso definisce il processo di recepimento della direttiva da parte dei governi nazionali come non buono, con quasi la metà di loro che non ha rispettato la scadenza di recepimento fissata per il giorno del 6 dicembre 2016. Inoltre, Boutellis-Taft afferma che le leggi nazionali, che hanno trasposto nel proprio ordinamento giuridico la direttiva, hanno lasciato un eccessivo margine di flessibilità. Per questo solo nel 2019 o nel 2020, a suo avviso, si potrà osservare una situazione simile a quella auspicata dal legislatore europeo, basata su leggi nazionali idonee e su una familiarità solida con la materia da parte delle aziende, che si fondi su sistemi di reporting interno efficaci e in grado di sfociare poi in una completa reportistica esterna in materia di “informazione di carattere non finanziario e sulla diversità”.

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L’Asia Pacifica

Per quanto riguarda l’Asia Pacifica, la buona percentuale in materia di Corporate

Responsibility reporting riportata dai dati del 2017 nel campione N100 si può spiegare nel

fatto che nel continente sono inclusi paesi quali Giappone, India, Malesia e Taiwan che possiedono una forte mentalità e altissimi tassi di disclosure in materia. In aggiunta, di notevole importanza nell’area è stata la crescita nell’ultimo biennio dello studio da parte di Nuova Zelanda (+17%) e di Taiwan (+11%). Successivamente verranno esposti i riguardanti i singoli paesi nel dettaglio e sarà così possibile constatare tale affermazione.

L’Africa e il Medio Oriente

Per quanto riguarda invece i paesi che fanno parte di Africa e Medio Oriente, come già detto, il trend è completamente opposto, con un valore percentuale relativamente basso e inoltre calante nel tempo. Tale osservazione, nella prospettiva dell’informazione offerta dalle aziende, è in linea con quanto visto nella precedente indagine, nella prospettiva della quantità di strumenti in materia offerti dai “regolatori”, derivante sullo studio “Carrots

and Sticks 2016”. Da sottolineare che i paesi che rappresentano un’eccezione all’interno

della regione sono Sudafrica e Nigeria.

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Tabella 10: i tassi di Corporate Responsibility reporting per Paese91