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humilibus dat gratiam

Nel documento DI D. BOSCO E DI D. RUA (pagine 159-166)

5. E queste ultim e parole mi suggeriscono ancora un avviso della m assim a im portanza. Pel bene della n o stra P ia Società a cui, non v’ha dubbio, voi siete teneram ente affezionati, ve ne scongiuro, fate che nella v o stra Casa fiorisca l’ubbidienza, e voi datene agli a ltri l’esempio. Siate scrupolosi osservatori della

Santa Regola

e delle

Delibe­

razioni

dei Capitoli Generali; in esse voi troverete una g u arentigia del buon ordine in casa ed il segreto della

v o stra perfezione. Siate inoltre sinceram ente e relig io sa- m ente ubbidienti a qualsiasi ordine de’ Superiori. Vegliate perchè la v o stra anzianità, l’a u to rità di cui siete investiti, o la v o stra scienza, non vi autorizzino a pronunziare p a ­ role di critica o di mormorazione contro di loro. Non si adduca il pretesto che i Superiori, essendo lontani, non possono esser pienam ente inform ati, e che perciò le loro decisioni non sono convenienti nè opportune. Si ubbidisca, e poi si lasci tu tto nelle m ani della Provvidenza, che m ai non p e rm etterà che voi abbiate a pentirvi d’aver ubbidito.

Dalle san te n o stre Costituzioni e dalle Deliberazioni dei Capitoli Generali prendete le norm e sul modo di tra tta re coi Confratelli, cogli allievi e cogli estranei. Leggetele e rileggetele voi, fatene oggetto delle vostre conferenze ai confratelli, inculcatene la le ttu ra e l’osservanza in pubblico ed in privato e col vostro esempio siate agli altri modello ed incitam ento a p erfe tta osservanza.

Qui m ’arre ste re i se la m ia le tte ra fosse d ire tta a sem ­ plici Confratelli salesiani; m a io scrivo a D irettori, a co­

loro cui l ’ubbidienza h a collocato in alto, affinchè servis­

sero di guida agli a ltri, a coloro cui fu affidato il perso­

nale, di cui si compone ciascuna Casa, e che dovranno rispondere a Dio dell’anim a di ta n ti Confratelli ed allievi;

perciò mi è forza progredire più innanzi. Oltre l’ obbliga­

zione, comune a tu tti i m em bri della Congregazione, di atten d ere a santificare se stesso, a voi incombe ancora il dovere di fa r agli altri da m aestri nella v irtù e nella perfezione:

Attende Ubi et doctrinae.

Quanto sublim e è la v o stra m issione, e quanto fru ttu o sa e m eritoria! Sebbene io sia convinto che spesse volte voi m editate sui doveri d ’un buon D irettore, e sappia p er esperienza quanto cia­

scuno di voi si sforzi di compierli, in modo da m erita rsi ognor più quella fiducia ch’ebbero in voi i Superiori ele­

vandovi a q u esta carica, tu tta v ia io verrò accennandovi alcune cose a ssai a tte a rendere più feconde di fru tti le

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v o stre fatiche, prim ieram ente riguardo al personale, se­

condariam ente riguardo agli allievi del nostro Istitu to .

1. La v o stra com unità è una fam iglia di cui voi siete il capo. Cotesti buoni Confratelli dividono con voi il non lieve peso dell’istruzione e dell’educazione de’ v o stri alunni e delle v o stre m issioni. P e r p a rte n o stra prim a di inviarveli nulla abbiamo tra scu rato che p o tesse a d d e s tra rli al genere di v ita che li attendeva nelle Case particolari.

Ci parve, nel d ar loro l’addio, che fossero anim ati dalla m iglior volontà di adoperarsi secondo le loro forze alla gloria di Dio ed alla salvezza delle anim e. Ma onde p er­

severare essi hanno bisogno che il D irettore li diriga, li a ssista , li aiu ti e li renda a tti ai v a rii uffizi, a cui sono destinati. Noi cominciammo il grande lavoro della form a­

zione dei v o stri Confratelli, a voi tocca compierlo special- m ente riguardo ai più giovani ; a voi tocca coltivarli nello spirito e vegliare perchè nessuno abbia a perdere la vocazione, che è la grazia più grande che Iddio conceda dopo quella del Battesim o.

E qui bisogna p u r che vi sveli un pensiero che tu tta sconvolge la m ia m ente, mi stra p p a abbondanti lagrim e dagli occhi, ed è u na pungentissim a spina al mio cuore.

Yarii Confratelli traversarono l ’Oceano, vennero volenterosi in coteste lontane regioni p er guad ag n are delle anim e a G-. C. ed invece forse perdettero se stessi. In fatti invano io cerco il loro nome nel catalogo, più non si fa parola di loro nelle vostre in teressan tissim e relazioni : essi non sono più figli di D. Bosco!

A loro certam ente sono da im p u tarsi ta li defezioni, ed 10 sono ben lontano dal g e tta rn e ad a ltri la colpa. T u t­

ta v ia voi mi scuserete se nel mio profondissimo dolore io ho pensato che forse si sarebbero salv ati, se ne’ loro Di­

re tto ri avessero trovato un padre dello stam po di D. Bosco, 11 quale colla ca rità e dolcezza salesiana avesse trovato la via per discendere in quei cuori che stavano p er chiudersi

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alla grazia e cedere a lla tentazione. Faccia Iddio d ie il passato ci serv a di lezione per l’avvenire!

2. Oltre le p ratich e di pietà che ci comanda la Santa Regola e che in ogni conferenza si dovrebbero inculcare, un mezzo efficacissimo p er conservare le vocazioni sarebbe il fare con impegno e reg o larità la scuola di Sacra Teo­

logia. Come sp erare che divenga un buon sacerdote quel chierico, il quale tu tto il giorno occupato nel fare scuola o nell’ assiste re, non h a un ista n te da dare allo studio della scienza propria del suo stato ? Nè si creda che la stu d i da sè, e quando anche qualcuno lo facesse, c’ è da tem ere che, incontrando qualche difficoltà, egli non la su ­ peri, e così riesca monca e superficiale la sua scienza teo­

logica, o che d isg u stato g e tti il libro e noi rip ren d a più.

Ye ne prego, rileggete la m ia circolare di ottobre u. s. ed a costo di lasciare a ltre occupazioni esterne, eseguite ciò che in essa vi raccomando.

Nè si om m etta la recita e spiegazione di dieci v ersetti del Nuovo Testam ento e la scuola di ceremonie. Questa scuola settim anale giova im m ensam ente per conservare ed accrescere nei chierici lo spirito di pietà e l ’ am ore allo studio. Som igliante sollecitudine vi raccomando pei cari C onfratelli Coadiutori.

3. Devo ora toccare un tasto assa i delicato. Ogni anno varie schiere di coraggiosi m issionarii varcano l ’Oceano p er venire in aiuto ai Confratelli d’America. Dopo sì num e­

ro se spedizioni, che c’ impongono im m ensi sacrifizi, noi avevam o fiducia che riem piuti i v u o ti lasc iati nelle vostre file, com pletato alla meglio il personale, si p o tesse da voi

•con m aggior calm a atte n d ere al proprio profitto sp iritu ale ed alla cu ltu ra m orale e scientifica dei giovani chierici.

Tanto più cresceva q u e sta speranza sapendo che nuovi Confratelli escono pu re dai noviziati am ericani. Or perchè m ai le vostre Case sono quasi sem pre strem ate di perso­

n a le ? Perchè m ai i Confratelli hanno più lavoro che non

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potrebbero com portare? P erché m ai riescono vane alcune p ressan ti raccom andazioni dei Superiori?... Ciò avviene forse, o miei cari, dalla troppa facilità di fondar nuove Case e di am pliare le già esistenti. Se da un lato io debbo encomiare in ciò il vostro zelo, d a ll’altro sono forzato a dirvi : Bisogna a rrestarci, chè cam m inando di ta l passo noi andremmo alla rovina. Applicatevi a consolidare le Case attu ali, e più ta rd i noi penserem o ad esten d ere m aggior­

m ente il nostro campo d’azione. Qualora scorgeste u n ’u r­

gente necessità od una particolare convenienza di aprire un a nuova Casa, esponete la cosa al Capitolo Superiore, e poi attenetevi scrupolosam ente a ciò che esso deciderà.

La m ia ultim a parola rig u ard a i giovani raccolti ed educati nelle n o stre Case.

Ogni giorno faccio voti perchè, secondo il consiglio di S. S. Leone XIII, noi tu tti viviamo dello spirito del nostro dolcissimo P adre D. Bosco. E con ciò io non intendo solo chiedere a Dio che si m antenga ed accresca in ciascun Salesiano la pietà e la v irtù , secondo g li insegnam enti e gli esempi del nostro Fondatore, m a ancora che i n ostri Istitu ti conservino quel ca ra tte re che Egli loro im presse, carattere che consiste specialm ente nello sforzo unanim e, generoso e costante dei Superiori, M aestri ed A ssistenti perchè sia allontanato il peccato, perchè si p ratich i spon­

tan ea la vera e soda pietà. L'educazione ed istruzione della gioventù senza spirito religioso, ecco la piaga del nostro secolo. Dio non p e rm etta mai che le nostre scuole ne siano infetto !

Si è il D irettore che in ogni n o stra Casa colla sua vigilanza non in terro tta, colle sue esortazioni p atern e in pubblico ed in privato, specialm ente colla frequenza dei SS. Sacram enti e con a ltre pie e sante in d u strie deve compiere la m aggior p a rte di questo im portantissim o la­

voro. A lui tocca pu re vegliare perchè tu tti i suoi dipen­

denti siano anim ati dal medesimo zelo, e adoperino i mezzi

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p iù a tti al conseguim ento di sì nobile, fine. Perchè non rim an g a le tte ra m o rta il sistem a preventivo, faccia leggere sovente le auree pagine che ne scrisse D. Bosco. Invigili perchè siano b anditi i castighi troppo lunghi, penosi ed u m ilianti, e perchè n essu n Superiore, m aestro od assisten te tra sc o rra fino a b a tte re i giovani, il che oltre l ’essere con­

dannato altam en te da D. Bosco, è ancor contrario alle leggi vigenti in qualsiasi Stato, le quali hanno sancito severis­

sim e pene contro q u este inconsulte punizioni.

Ma il vostro zelo non deve a rre sta rsi a q u esta cura generale di tu tti i v o stri allievi. Il vostro occhio intelli­

gente non ta rd e rà a rav v isarn e di quelli cui Iddio h a se­

g n a ti coll’aureola ch in a celeste vocazione. Come il solerte giardiniere coltiva con particolare sollecitudine quelle tenere pianticelle, che, p iù sane e prospere di tu tte le altre , sono da la i destinate a pro d u rre que* g ran i che devono essere la sem enza del novello raccolto, così voi dovreste fare verso di queste anim e predilette che il Signore chiam a alla v ita religiosa o alla carriera sacerdotale.

Su questo punto io devo trib u ta re ad alcuni D irettori d’America ben m e rita ti encom ii; m a debbo p u r soggiun­

gere che m ’a ttr is ta la negligenza di varii a ltri nel su sci­

ta re e coltivare le vocazioni. Avrei creduto che b astassero ad eccitare il loro zelo le private esortazioni e specialm ente l’u ltim a m ia le tte ra edificante, m a forse m i sono ingan­

nato. Sotto p rete sto che è sterile il terreno che loro fu assegnato, e che è ben raro vi s’incontrino vere vocazioni, sfiduciati non fanno la scuola di latino, nè adoperano le san te industrie con cui D. Bosco diede alla Chiesa cotanti sacerdoti. Io invece son di parere che p u r ne’loro paesi, come d ap p ertu tto , m olti sono i chiam ati al servizio del­

l ’altare, in num ero ben m aggiore di quello che se ne sco p ra; m a sv e n tu ra ta m e n te quanti si perdono p er non essere s ta ti conosciuti nè coltivati ! Mano dunque al l ’opera

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-Non dim enticate d ie fra ’ mezzi adoperati da D. Bosco a tale santo fine vi è l’ istituzione de’ Figli di M aria p e r la coltura delle vocazioni rita rd a te : cercate anche voi d’in­

tro d u rre nelle vostre Case tale categoria di stu d en ti, da cui ben con ragione tan to si riprom etteva il nostro vene­

rato Padre.

Dallo sviluppo delle vocazioni fra i coadiutori, artig ian i e studenti dipende l’avvenire della n o stra Congregazione ed in modo speciale delle Missioni.

Parecchi di voi, carissim i Direttori, ricorderanno, cer­

tam ente non senza commozione, come il nostro am atissim o D. Bosco negli ultim i anni della sua laboriosa esistenza, trasp o rtato dall’ affetto che n u triv a pei suoi diletti figli lontani, in quelli che ei chiam ava sogni e che noi consi­

deravamo come visioni, spaziava col suo spirito in co teste im m ense regioni d’America. Il suo cuore era pieno di gioia e di consolazione vedendo i deserti trasfo rm arsi in fiorenti città, i selvaggi m u ta r abiti e costum i, il regno di Gesù Cristo estendersi fino agli ultim i confini e ciò p er opera dei suoi Missionarii.

Se io conto su l Catalogo i nomi di tu tti i Salesiani che già lavorano in America, io vi trovo già a b b a sta n z a num erosi p er fare, coll’aiuto di Dio, un bene im m enso ed avverare in p a rte le previsioni di D. Bosco; m a ciò di­

pende dall’impegno che voi m etterete a conservare nelle vostre Case lo spirito di D. Bosco, a m an ten erv i un iti e sottom essi a ’ Superiori. Dio è con voi: coraggio.

Arrivato al fine di q u esta le tte ra io sento u n a p e n a ; mi pare si faccia u na novella separazione ed il mio cuore è commosso, come quando vi abbracciai e vi dissi addio all’altare di M aria A usiliatrice. P u re per non essere troppo prolisso debbo troncare : vi assicuro però che la lontananza non h a diminuito, anzi aum entò il mio affetto p e r voi.

Ogni m a ttin a io mi ricordo di voi e delle vostre Case n ella sa n ta Messa.

I

I

Vogliate anche voi pregare per me che nel SS. Cuore di Gesù sono

Yals’alice, 24 Agosto 1894.

Aff.mo come Padre

Nel documento DI D. BOSCO E DI D. RUA (pagine 159-166)