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REGOLAMENTO 315/93

Prima di esaminare gli atti specifici settoriali che si occupano di sostanze chimiche pericolose in generale e quelli che menzionano e prendono in considerazione i cosiddetti I.E. in quanto tali, è opportuno fare cenno alla più generica regolamentazione in materia di contaminazione alimentare, realizzata dal regolamento CEE n. 315/93 del Consiglio (e successive modifiche)145, il quale, disciplinando quelle sostanze residue negli alimenti note come «contaminanti», include molte sostanze che alterano il sistema endocrino, pur non prendendo in considerazione tali sostanze per questi specifici effetti (nel senso che

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Sito della Commissione Europea, sezione Environment, sottosez. Chemicals > Endocrine Disruptors, voce Existing approach in European Community : http://ec.europa.eu/environment/chemicals/endocrine/index_en.htm.

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Si veda Sent. del 16 luglio 1998, Tribunale di primo grado, T199/96.

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REGOLAMENTO (CEE) n. 315/93 del Consiglio, del 8 febbraio 1993, che stabilisce procedure comunitarie relative ai contaminanti nei prodotti alimentari (gu l 37 del 13.2.1993). Atti modificatori: Reg.(CE) n. 1882/2003 del Parl. eu. e del Cons., poi abrogato dal Reg.(UE) n. 528/2012 del Parl. eu. e del Cons. (relativo ai biocidi); Reg.(CE) n. 596/2009 del Parl. eu. e del Cons.

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gli effetti oggetto di tali misure normative non sono direttamente collegati al sistema endocrino).

L’ambiente, le tecniche di coltivazione e le tecnologie di produzione e conservazione degli alimenti possono lasciare in materie prime e prodotti finiti sostanze dannose per la salute, talvolta in quantità non trascurabili. La legge definisce limiti sempre più restrittivi alla presenza negli alimenti di contaminanti chimici, mentre le autorità che si occupano della salute pubblica mettono in allerta gli operatori del settore verso sostanze emergenti che è necessario conoscere.146

Il regolamento n. 315/93, che stabilisce procedure comunitarie relative ai contaminanti nei prodotti alimentari, è stato adottato al fine di garantire che nessun prodotto alimentare contenente quantità inaccettabili di sostanze contaminanti possa essere commercializzato. Sul tema, oltre una legislazione orizzontale applicabile in generale a tutti gli alimenti e a tutte le possibili cause di contaminazione, incidono anche una serie di disposizioni che hanno ad oggetto, di volta in volta, fattispecie anche molto specifiche147 (solo per fare qualche esempio, si pensi al reg. n.1935/2004 che detta le norme relative ai materiali destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari; oppure al regolamento n. 396/2005 che disciplina i residui di antiparassitari e stabilisce norme per tutti i prodotti agricoli; mentre per quanto riguarda i residui negli alimenti di origine animale, le sostanze autorizzate e i relativi limiti massimi di residui sono elencati nel reg. n. 37/2010 concernente le sostanze farmacologicamente attive e la loro classificazione).

La contaminazione può avvenire nel corso delle diverse fasi che caratterizzano la filiera di produzione, a partire dal campo, fino al consumo a tavola e determina la necessità di verificare la matrice chimica, biologica o microbiologica delle singole sostanze la cui presenza deve essere, di volta in volta, esclusa o mantenuta a livelli inferiori a quelli fissati in base ad una soglia accettabile di rischio.148 Le fonti di contaminazione e le attività dalle quali il fenomeno può essere determinato sono innumerevoli. Di regola i contaminanti possono essere naturali (quali ad esempio le micotossine), oppure frutto di

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Contaminanti chimici degli alimenti: come trovarli, come evitarli, Studio monografico tratto dal corso di aggiornamento In-Formare. La qualità del cibo a Convegno Milano, 11 ottobre 2012 in Food&tec, Anno I, n.4, dicembre 2012, pag.3.

147

A. SCIAUDONE I contaminanti negli alimenti in Rivista di diritto agrario, n.3, 2014, pag.254.

148

S. MASINI Introduzione alla disciplina dei contaminanti in Diritto e giurisprudenza agraria, alimentare e dell'ambiente, 7-8, 2014, pag.650.

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processi di industrializzazione (come ad esempio le diossine) o residui di prodotti chimici autorizzati (quali gli antiparassitari e i biocidi). Oltre che negli alimenti, agenti contaminanti possono rinvenirsi anche nell'aria e nel suolo, infatti è piuttosto frequente che fenomeni di contaminazione degli alimenti siano indotti dall'inquinamento del suolo, dell'acqua e dell'aria.

Con l'espressione "contaminante", secondo l'art.1 del reg. n. 315/93, si intende "ogni sostanza non aggiunta intenzionalmente ai prodotti alimentari, ma in essi presente quale residuo della produzione (compresi i trattamenti applicati alle colture e al bestiame e nella prassi della medicina veterinaria), della fabbricazione, della trasformazione, della preparazione, del trattamento, del condizionamento, dell'imballaggio, del trasporto e dello stoccaggio di tali prodotti, o in seguito alla contaminazione dovuta all'ambiente".

L'art.2 del regolamento CEE n. 315/93 contiene il divieto di commercializzare un prodotto alimentare che contenga "contaminanti in quantitativi inaccettabili sotto l'aspetto della salute pubblica e in particolare sul piano tossicologico".

La scienza chiarisce come, allo stato attuale delle conoscenze, sia impossibile escludere la presenza di contaminanti negli alimenti, e di questo il legislatore europeo tiene conto, infatti, ai sensi del secondo comma dell'art.2, statuisce che "i contaminanti devono essere mantenuti ai livelli più bassi che si possono ragionevolmente ottenere attraverso buone pratiche" in tutte le fasi in cui è coinvolto il prodotto, dalla produzione alla vendita al pubblico.149

Il regolamento n.596/2009150 - in epoca successiva all'entrata in vigore del reg. n. 178/2002 e dei regolamenti del pacchetto igiene - ha inserito nell'art.2 un terzo comma, con cui si statuisce che "per tutelare la salute pubblica e in applicazione del paragrafo 1, la Commissione può stabilire le tolleranze massime eventualmente necessarie per contaminanti specifici".151 Dunque i limiti massimi di residui e le sostanze regolamentate sono aggiornati periodicamente tramite regolamenti specifici della Commissione. Per livelli massimi di residui

149

A. SCIAUDONE I contaminanti negli alimenti in Rivista di diritto agrario, n.3, 2014, pag.248.

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REGOLAMENTO (CE) n. 596/2009 del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 giugno 2009

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L'art.2, comma 3, reg. n. 315/93, prosegue così: "Tali misure, intese a modificare elementi non essenziali del presente regolamento completandolo, sono adottate secondo la procedura di regolamentazione con controllo di cui all’articolo 8, paragrafo 3. Per motivi imperativi di urgenza, la Commissione può avvalersi della procedura d’urgenza di cui all’articolo 8, paragrafo 4."

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si intendono le concentrazioni massime ammissibili di residui di sostanze contaminanti negli alimenti o mangimi.

I limiti attualmente vigenti sui contaminanti più importanti sono contenuti nel regolamento (CE) n. 1881/2006 della Commissione - modificato da numerosi regolamenti - che definisce i tenori massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari (ad esempio, nitrati, micotossine, metalli pesanti e diossine) e ne prevede una revisione periodica.152

Alla Commissione sono poi attribuiti sia poteri di intervento in caso di motivi imperativi di urgenza, sia la competenza di confermare, modificare o abrogare i provvedimenti di sospensione o limitazione temporanea di misure previste dal diritto dell'Unione, assunti da uno Stato membro153 sulla base del sospetto motivato che un contaminante presente in prodotti alimentari costituisca un rischio sanitario, pur rispettando le regole vigenti.

Infine, per quanto riguarda le modalità con le quali si perviene alla definizione delle quantità massime tollerabili, ai sensi dell' art.3 del reg. n.315/93, le disposizioni che possono incidere sulla salute pubblica devono essere adottate dalla Commissione "previa consultazione del comitato scientifico dell'alimentazione umana", oggi sostituito dall' EFSA ai sensi dell'art.62 del reg.178/2002.