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PARTE I: INQUADRAMENTO TEORICO

CAPITOLO 2: la valutazione diagnostica

2.1 I manuali psicodiagnostici

La diagnosi di ADHD è clinica e compete al clinico competente (neuropsichiatra, psicologo) che la determina sulla base della classificazione presente in due testi psicodiagnostici di riferimento. Il primo è il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi mentali, Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorder, redatto dall’A.P.A, American Psychiatric Association, pubblicato nella sua ultima edizione nel 2013; il secondo l’ICD-10, ossia la decima edizione della classificazione dei disturbi mentali e comportamentali, descrizione clinica e linee guida diagnostiche, International Classification of Diseases, pubblicato dall’O.M.S., Organizzazione Mondiale della sanità nel 1992.

Il DSM-5 (2013) elicita i criteri secondo un modello caratterizzato da due aree di compromissione l’inattenzione persistente e/o l’iperattività che interferisce con il funzionamento o lo sviluppo. Rispetto alla precedente edizione (DSM-4, 2000) ha collocato l’ADHD tra i disturbi neuroevolutivi

(neurodevelopmental) piuttosto che tra quelli del comportamento rafforzando la specificità cognitivo-neuropsicologica del disturbo. Inoltre il recente Manuale diagnostico presenta l’elicitazione dei sintomi (di seguito proposta) accompagnando gli stessi con esempi concreti, che permettono di interpretare in maniera più puntuale i segni del disturbo.

Disattenzione: sei (o più) dei seguenti sintomi persistono da almeno 6 mesi con un grado che non è coerente con il livello di sviluppo e che impatta negativamente e direttamente sulle attività sociali e accademico-professionali. Per gli adolescenti più grandi e gli adulti (17 anni e più) sono necessari almeno 5 sintomi.

1. Spesso non riesce a prestare attenzione ai particolari o commette errori di distrazione nel lavoro scolastico, al lavoro o in altre attività.

2. Spesso ha difficoltà a mantenere l’attenzione nei compiti o in attività di gioco. 3. Spesso non sembra ascoltare quando gli/le si parla direttamente.

4. Spesso non segue le istruzioni e non riesce a portare a termine i compiti scolastici, attività o impegni sul luogo di lavoro.

5. Spesso ha difficoltà a organizzarsi nei compiti o nelle attività.

6. Spesso evita, o è riluttante, ad impegnarsi in compiti che richiedono sforzo mentale prolungato.

7. Spesso perde le cose necessarie per compiti o attività. 8. Spesso è facilmente distratto da stimoli esterni. 9. Spesso è sbadato nelle attività quotidiane.

Iperattività e impulsività: sei (o più) dei seguenti sintomi persistono da almeno 6 mesi con un grado che non è coerente con il livello di sviluppo e che impatta negativamente e direttamente sulle attività sociali e accademico-professionali. Per gli adolescenti più grandi e gli adulti (17 anni e più) sono necessari almeno 5 sintomi.

1. Spesso muove con irrequietezza mani o piedi e si dimena sulla sedia.

2. Spesso lascia il proprio posto in situazioni in cui è previsto restare seduti (in aula, al lavoro o in altre situazioni).

3. Spesso scorrazza e salta ovunque in situazioni in cui è inadeguato.

4. Spesso ha difficoltà a giocare o a dedicarsi ad attività di svago in modo tranquillo. 5. Spesso si muove come fosse guidato da un motorino.

6. Spesso parla eccessivamente.

7. Spesso spara la risposta prima che le domande siano completate. 8. Spesso ha difficoltà ad aspettare il proprio turno.

9. Spesso interrompe gli altri o è invadente nei loro confronti (ad es. in conversazioni o giochi).

Ø molti sintomi di disattenzione o iperattività-impulsività devono presentarsi prima dei 12 anni;

Ø diversi sintomi devono presentarsi in due o più contesti (per esempio, a scuola, a casa, al lavoro, con amici o parenti, in altre attività);

Ø deve esserci una chiara evidenza che i sintomi interferiscano o riducano la qualità della vita sociale, accademica o professionale.

A seconda della prevalenza della sintomatologia e della soddisfazione dei criteri nell’arco degli ultimi 6 mesi, l’ADHD può essere diagnosticato secondo tre tipologie:

• sottotipo prevalentemente disattento (314.00, F90.0),

• sottotipo prevalentemente iperattivo-impulsivo (314.01, F90.1), • sottotipo combinato (314.01, F90.2).

Va specificato se il disturbo è in fase remissiva o si presenta in forma lieve, moderata o severa.

Tab. 2.1 Criteri diagnostici per l’ADHD (DSM-5, 2013)

L’ICD-10 (1992) presenta gli stessi 18 sintomi elencati nel DSM-5, ma pur in tale omogeneità mostra delle differenze. Colloca l’ADHD nella categoria dei disturbi emotivi e comportamentali dell’infanzia e adolescenza, con esordio precoce prima dei 6 anni. Nella sottocategoria Sindrome ipercinetica distingue il Disturbo dell’Attività e dell’Attenzione e la sindrome Ipercinetica della Condotta. Nell’ICD-10 i sintomi nucleari di attenzione-iperattività-impulsività devono essere presenti contemporaneamente (6 item di disattenzione, almeno 3 item di iperattività e almeno 1 item di impulsività). A seguito di ciò non è prevista alcuna categoria diagnostica corrispondente al sottotipo prevalentemente disattento invece proposta nel DSM-5 e vi è la tendenza a escludere diagnosi di comorbilità (Ianes et al. 2009; Scheriani, 2007).

Accanto a questi due ineludibili strumenti psicodiagnostici va sottolineato il fatto che in molti paesi sono state approntate delle Linee guida atte a raccogliere in modo sistematico le raccomandazioni per una corretta ed appropriata gestione delle condizioni cliniche riferite all’ADHD. Di seguito una breve sintesi di ricognizione:

ANNO RIFERIMENTO

2002

S.I.N.P.I.A., Società Italiana di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, Zuddas, Masi, (a c. di), Linee guida per la diagnosi e la terapia farmacologica del Disturbo da Deficit Attentivo con Iperattività (ADHD) in età evolutiva

2002

S.I.N.P.I.A., Chiarenza, Bianchi, Marzocchi (a c. di), Linee guida del trattamento cognitivo comportamentale dei disturbi da deficit dell’attenzione con iperattività (ADHD), in età evolutiva

2004

TAYLOR et al., European clinical guidelines, for hyperkinetic disorder – first upgrade

2007

A.A.C.A.P. American Academy Child Adolescent Psychiatry, Practice Parameter for the Assessment and Treatment of Children and Adolescents With ADHD,

2009

R.A.C.P., Royal Australasian College of Physicians, Australian Guidelines on ADHD

2009 last modified

2013

N.H.S., National Institute for Healt and Clinical Excellence, , Attention deficit hyperactivity disorder Diagnosis and management of ADHD in children, young people and adults, NICE clinical guideline 72

2011 2014

C.A.D.D.R.A., Canadian Attention Deficit Hyperactivity Disorder Alliance, Lignes directrices canadiennes pour le TDAH, troisiéme édition, Toronto, ON, CADDRA.

Tab.2.1 Linee guida per la diagnosi dell’ADHD