I MMAGINARI " JUGOSLAVI "
II.II I vettori identitari nello spazio pubblico urbano
Esistono diversi approcci per affrontare il rapporto tra città e identità, per approfondire il sistema rappresentativo che si appropria, a seconda del contesto politico culturale, dello spazio pubblico urbano. Si tratta di dinamiche che possono essere al meglio indagate grazie ad un approccio complessivamente multidisciplinare, con l'ausilio degli strumenti e delle riflessioni di geografi, architetti, urbanisti, sociologi e antropologi. Ha ragionato di recente su questo tipo di indagini il sociologo Göran Therborn dell'Università di Cambridge. Responsabile a capo di un progetto volto ad approfondire la monumentalità del potere e l'iconografia politica nelle città capitali nell'ambito dei processi di nation-building, ha osservato:
Le città capitali, in quanto capitali, sono manifestazioni di potere politico. Esse sono investite di funzioni simboliche di rappresentazione del sistema di governo e del paese/popolo di cui sono capitali. Tale simbolismo può essere approcciato empiricamente lungo quattro assi: la disposizione degli spazi, il modello di architettura, il tipo di monumentalità pubblica e la toponomastica nello spazio pubblico23.
Fonti di questo tipo risultano fondamentali per ricostruire la struttura visuale e semantica del contesto urbano. Ad esse si affianca lo studio della vita culturale e sociale della città, che in senso più ampio, attraverso i propri significati, partecipa alla connotazione dello spazio pubblico e dell'immagine della città. Nel paesaggio della capitale nazionale si riscontrano, con eccezionale concentrazione, molti di quei dispositivi culturali che la teoria del nazionalismo ha individuato e analizzato allo scopo di studiare le politiche dell'identità. Si tratta di vettori che contribuiscono a dare forma concreta all'impalcatura ideologica che sottende al sistema di potere e che promuovono la rappresentazione identitaria collettiva nello spazio pubblico urbano, permettendo alla capitale di svolgere nel complesso le proprie funzioni simboliche. Allo scopo di meglio comprendere tali dinamiche possono risultare utili alcuni strumenti interpretativi della geografia culturale e sociale volti ad analizzare come i paesaggi vengano prodotti da uno specifico contesto socio-culturale e come essi stessi riflettano e riproducano le relazioni sociali e culturali. In ambito anglosassone, ad esempio, si è affermato il concetto di
23 THERBORN Göran, "Monumental Europe: The National Years. On the Iconography of European Capital Cities", Housing, Theory and Society, vol.19, n.1, 2002, p.26.
city-text, risultato di una lettura che interpreta il paesaggio cittadino come un testo portatore i significati, da evincere dall'insieme dei simboli pubblici (architettura, strade, istituzioni pubblica). Esso, come ogni altro testo culturale e antropologico, influisce sulla costruzione dell'identità dei singoli, sulla formazione e sull'evoluzione del sistema di valori. Una lettura di questo tipo permette di andare oltre i significati del singolo simbolo o della singola costruzione culturale, cercando di rintracciare le strutture di fondo della rappresentazione pubblica, risultando in questi termini particolarmente utile per la comprensione delle diverse dimensioni identitarie urbane: siano esse locali, nazionali, sovranazionali o di altro genere24.
Uno degli aspetti principali del discorso identitario in città è certamente la monumentalistica o, più in generale, il rapporto con quelli che lo storico francese Pierre Norà ha definito i "lieux de memoire". La selezione del passato e della memoria è naturalmente guidata da impostazioni ideologiche nel rapporto di una società con il proprio passato e quindi la ridefinizione del proprio presente, attraverso l'incisione sulla memoria collettiva, come hanno evidenziato i pionieristici studi di Halbwachs decenni fa25. La definizione di una memoria pubblica nello spazio urbano rappresenta una diffusa pratica di costruzione dell'identità del luogo: per questo motivo i paesaggi cittadini sono spesso stati invasi da strumenti volti a rafforzare l'identità nazionale. La città capitale e alcuni dei suoi spazi più importanti sono stati in molti eletti ad ospitare le rappresentazioni della memoria collettiva della nazione, dove si è cercato di offrire una dimensione visuale dei personaggi e delle vicende protagonisti della storia collettiva di una comunità. I monumenti rappresentano quindi alcuni tra i principali vettori della memoria pubblica nello spazio urbano. L'analisi del processo decisionale e delle pratiche pubbliche che ne accompagnano la posa può quindi risultare interessante soprattutto in quanto momento di negoziazione di significati collettivi. Similmente, diversi studi si sono concentrati sulle politiche di commemorazione che hanno avuto un particolare impatto sul sistema toponomastico urbano, in quanto pratica più immediata di appropriazione "politica" degli spazi della vita pubblica quotidiana. In particolare si sono concentrati sull'intitolazione di determinate vie o piazze come processo di costruzione di memorie collettive, ma anche sulle politiche di eliminazione di particolari riferimenti identitari e di "produzione di oblio"26.
24 Il testo di riferimento è DUNCAN James S., The City As Text: The Politics Of Landscape Interpretation In The Kandyan Kingdom, Cambridge, Cambridge University Press, 2005.
25 NORA Pierre (a cura di), Les lieux de memoire, Paris, Gallimard, 1984, HALBAWACHS Maurice, La memoria collettiva, Milano, Unicopoli, 1987 [ed. originale: La mémoire collective, Paris, Presses Universitaires de France, 1950].
Una definizione maggiormente allargata di "luoghi della memoria" può comprendere altri dispositivi produttori di significati collettivi. La città capitale interpreta il proprio ruolo integrativo attraverso una rete di istituzioni culturali di livello nazionale nella quale rientrano musei, opere e sale da concerto, teatri, biblioteche, università. Tali istituzioni cominciarono a diffondersi nel paesaggio delle prime capitali nazionali già nel XIX secolo, svolgendo un ruolo significativo nei processi di nation-buildings affermatisi all'epoca e successivamente. Gli stessi edifici dove trovano posto assumono caratteri rappresentativi, evidenziando l'importanza sociale e politica di ciò che ospitano. Per questo motivo la loro stessa posizione fisica, il più delle volte centrale, è ragionata in stretto rapporto con i significati della struttura urbanistica e del paesaggio cittadino. In questo quadro le istituzioni museali hanno certamente ottenuto uno spazio particolare nelle città capitali. Nel corso degli ultimi due secoli, infatti, i musei, in particolare quelli a carattere storico, si sono affermati in tutto il continente europeo, e quindi nel mondo, come luoghi eletti alla narrazione ed alla rappresentazione visuale della nazione a beneficio dei cittadini27. Il modello che si diffuse inizialmente fu quello dei Musei nazionali del Louvre e del British Museum, e già Benedict Anderson, nel suo fortunato lavoro ne sottolineava l'importanza, avvertendo come "i musei e la stessa immaginazione museizzante sono profondamente politici"28. Dopo essere stato coltivato solo settorialmente per diverso tempo, oggi si registra un'importante ripresa d'interesse per il ruolo del museo e per il suo utilizzo come fonte per lo studio del nazionalismo, con interessanti indagini comparative nella dimensione europea29.
La posa di una targa commemorativa o l'inaugurazione di un monumento, l'intitolazione di una via ad un particolare personaggio, luogo o evento, l'apertura di un'esposizione museale, lo specifico programma approntato da un teatro cittadino, costituiscono interventi "politici" nello spazio pubblico che assumono caratteri rituali e celebrativi. In molti casi vengono messi
di) Critical toponymies: the contested politics of place naming, Burlington, Ashgate, 2009; Molto significativi anche i lavori di AZARYAHU Maoz, a partire da "The power of commemorative street names", Environment and Planning D: Society and Space, vol.14,1996, pp.311-330; Per quanto riguarda l'Italia vedi RAFFAELLI Sergio I nomi delle vie, in ISNENGHI Mario (a cura di), I luoghi della memoria. Simboli e miti dell'Italia unita, Bari, Laterza, 1996.
27 Per uno sguardo sull'evoluzione a livello continentale cfr. PORCIANI Ilaria, "La nazione in mostra. Musei storici europei dal 1800 ad oggi", Passato e Presente, n.79, 2010, pp.109-132.
28 ANDERSON Benedict, Comunità immaginate, cit. p.186. Quindi anche Fiona McLean sulla questione: MCLEAN Fiona, "Museums and the Construction of National Identity: a Review", International Journal of Heritage Studies, vol. 3, n.4, 1998, pp.244-252.
29 Vedi ad esempio il progetto European National Museums (EuNaMus) che coinvolge diverse università europee, cfr. ARONSSON Peter & ELGENIUS Gabriella Making National Museums in Europe – A Comparative Approach, Report n.1, pubblicato da Linköping University Electronic Press: URL: <http://www.ep.liu.se/ecp_home/index.en.aspx?issue=064>.
in pratica in occasione di particolari ricorrenze ed anniversari, momenti nei quali questo tipo di trasformazioni semantiche del contesto urbano si concentrano particolarmente e in cui il sistema simbolico cittadino viene creato o ridefinito attraverso rituali collettivi. In generale, le città creano e definiscono il proprio spazio pubblico attraverso i rituali messi in atto dai propri cittadini, tali pratiche possono essere contraddistinte da contenuti molto diversi e riguardare solo determinati gruppi di persone o determinate zone della città. Da parte del potere politico si manifesta la tendenza, con differenti gradi di intensità a seconda del contesto, a porre questo tipo di manifestazioni sotto il proprio controllo ed a influenzarne i significati30. Lo spazio della città capitale è probabilmente quello per cui l'attenzione è maggiore in questo senso, anche per interessi legati al nation-building. Con l'affermazione della capitale come centro simbolico della comunità nazionale, infati, essa ha assunto importanti "funzioni performative" che comprendono la capacità di trasformarsi in palco per eventi e celebrazioni volti a rappresentare l'identità nazionale e la missione politica dello Stato (dalle parate, ai compleanni dei leader, agli eventi sportivi nazionali ai funerali alle fiere internazionali). Funzioni già evidenti nel XIX secolo che hanno comportato in determinati casi la progettazione e costruzione di spazi volti a questo tipo di attività e che, con il tempo e l'avvento della società di massa, hanno trovato modo di raggiungere dimensioni in molti casi spettacolari31.
Esiste una diffusa letteratura su questi fenomeni nell'ambito degli studi di storia culturale, a partire dai grandi e celeberrimi classici che hanno fornito lo stesso lessico alla disciplina, come la "nazionalizzazione delle masse" di Mosse e "l'invenzione della tradizione" di Hobsbawm32. Essi hanno attirato l'attenzione in particolare in quanto occasioni in cui si realizza la presentazione dei principi dell’ideologia di Stato in una forma particolarmente concentrata. Celebrazioni e commemorazioni rientrano in un sistema di politica della memoria e dell'identità definitosi nelle società contemporanee allo scopo di promuovere la
30 LEES, Lynn Hollen, "Urban public space and imagined communities in the 1980s and1990s.", Journal of Urban History, vol. 20, n.4, 1994, pp. 452-463.
31 DAUM Andreas, "Capitals in Modern History", cit., pp.16-18.
32 MOSSE George L., La nazionalizzazione delle masse. Simbolismo politico e movimenti di massa in Germania (1812-1933),(1974), Bologna, Il Mulino, 1975 [ed. originale: The Nationalization of the Masses: Political Symbolism and Mass Movements in Germany from the Napoleonic Wars through the Third Reich,
Ithaca, NY, Cornell University Press, 1975]; HOBSBAWM Eric.J., RANGER Terence(a cura di) L’invenzione della tradizione, Torino, Einaudi, 1987 [ed. originale: The Invention of tradition, Cambridge, Cambridge University Press, 1983]; J.R GILLIS (a cura di) Commemorations. The Politics of National Identity, Princeton, Princeton University Press, 1994; BAIONI Massimo, BRICE Catherine, Celebrare la nazione. Anniversari e commemorazioni nella società contemporanea, speciale n.34 di Memoria e Ricerca, 2010.
religione civile e il senso di comunità nazionale. Si tratta di pratiche pubbliche che in molti casi hanno riadattato propriamente ritualità di carattere religioso – convertite al servizio della nazione – consolidandosi in sistemi commemorativi volti alla promozione di identità politico-culturali: come anniversari, raduni, manifestazioni o liturgie33. Manifestazioni pubbliche di questo tipo si sono dimostrate utili ambiti d'indagine non solo per il nation-building liberale, ma anche per studiare l'evoluzione delle strutture ideologiche, delle dinamiche identitarie politiche e nazionali negli Stati guidati da partiti comunisti34. Gli aspetti da approfondire sono molteplici, come hanno recentemente ricordato Massimo Baioni e Catherine Brice:
I soggetti variegati che intervengono sulla scena commemorativa, la promuovono, la organizzano, ne scandiscono nel tempo le forme e i contenuti; le tensioni che ruotano intorno all’evento commemorativo, generando spesso conflitti di memorie e proiezioni diverse sull’identità dei singoli Stati nazionali o dei gruppi che riversano sulle commemorazioni una parte importante della loro auto-rappresentazione; i linguaggi e le liturgie del rituale attraverso cui le commemorazioni si rivolgono a un pubblico ampio e diversificato; le ricadute pubbliche della performance commemorativa, benché il versante della ricezione costituisca tuttora, bisogna ammetterlo, uno degli aspetti più difficili da indagare35.
I diversi vettori del discorso identitario qui presentati, strettamente legati gli uni agli altri, partecipano alla costruzione del paesaggio culturale della città. Quando lo spazio pubblico urbano in questione è quello di una città capitale esso viene, in determinati contesti politici, caricato di caratteri rappresentativi relativi all'intera nazione attraverso mirate politiche culturali e dell'identità. In tale contesto, questi stessi dispositivi diventano particolarmente preziosi per il ricercatore per via del livello di importanza e di attenzione che viene loro riservato nel processo di nation-building. Tuttavia, come si è cercato di evidenziare, nella pratica politica tali significati nazionali devono attraversare dinamiche di definizione e negoziazione che vedono coinvolti attori sociali e politici diversi. Calando la ricerca a questa profondità e restringendo il campo di indagine, è possibile registrare tali dinamiche e rendersi conto delle strategie elaborate e prodotte ai diversi livelli, ma soprattutto delle morfologie, dei contenuti, della forza e delle debolezze, delle diverse interpretazioni, del discorso identitario
33 BAIONI Massimo, BRICE Catherine, Introduzione, in Celebrare la nazione, cit., p.7.
34 PETRONE Karen, Life has become more joyous, comrades. Celebrations in the time of Stalin, Bloomington, Indiana University Press, 2000; SYGKELOS Yannis, "The National Discourse of the Bulgarian Communist Party on National Anniversaries and Commemorations (1944––1948)", Nationalities Papers, vol.37, n.4, pp. 425-442, 2009; per un caso di studio jugoslavo vedi Drago ROKSANDIĆ, "Shifting References: Celebrations of Uprisings in Croatia, 1945-1991", East European Politics and Societies, n.9, 1995, pp. 256-27.