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Il Controllo come Sollevamento (Hornstein 1998)

1.2 Teoria del Controllo: una panoramica

1.2.5 Il Controllo come Sollevamento (Hornstein 1998)

Una delle principali rielaborazioni minimaliste della teoria GB riguarda i fenomeni di Movimento come frutto dell'operazione Move-α.

Per la teoria GB, infatti, i costituenti venivano mossi attraverso lo schema X' fino a risalire in una posizione in cui soddisfacessero le condizioni di legittimazione superficiale, permettendone lo spell-out. Tale operazione, che lasciava delle tracce in struttura, evidenziate da fenomeni fonetici come ad esempio l'impossibilità di effettuare elisioni o altro40, era denominata appunto Movimento. Un caso particolare di Movimento, detto Raising ('Sollevamento') è quello che riguarda il Soggetto.

Nell'ambito del programma minimalista, il Sollevamento viene ricondotto all'operazione Move-α che, assieme all'operazione Merge-α, costituisce una delle due operazioni fondamentali della GG. Ora, la diversa formulazione porta con sé conseguenze importanti per la teoria, evidenziate da Hornstein (1998) e riguardanti sia il Teorema del PRO (Chomsky 1981) sia la null-case theory.

In primo luogo, Hornstein evidenzia l'incongruenza della stipulazione originaria del Teorema del PRO (Chomsky 1981, §1.2.2), che, come già fatto notare, attribuisce a PRO sia tratti anaforici sia pronominali (in palese contraddizione gli uni con gli altri) e deve quindi ricorrere ad ulteriori stipulazioni (come il fatto che PRO non sia retto) per spiegarne i meccanismi.

Significativamente, Hornstein fa notare che, in un quadro minimalista, la nozione GB di Reggenza, su cui si basa la distribuzione di PRO (e che ha il pregio di offrire una spiegazione per il fatto che PRO è silente), non è accettabile, in quanto il Programma Minimalista rigetta la nozione di Reggenza come non essenziale. Questo implica che sia necessario dare conto in maniera differente dei fenomeni del Controllo.

39 Lasnik proporrà in seguito che, oltre al null-case, PRO possa eccezionalmente prendere un Caso differente, in condizioni non standard (2007: 55).

40 Ad esempio, si confrontino le seguenti frasi: ne ho incontrata una americana e *ne

i ho incontrata un' ti

americana. Secondo la teoria GB, la seconda frase non è grammaticale perché la proforma ne si muove

lasciando una traccia che impedisce l'elisione (facoltativa, ma tuttavia possibile nell'esempio precedente). Per approfondimenti cfr. Frascarelli-Ramaglia-Corpina, 2012: 109).

Inoltre, Hornstein evidenzia che, dal momento che differenziare le tracce da PRO necessita di assunti ulteriori (e non essenziali, viste le caratteristiche comuni ad entrambi gli elementi) che finiscono per appesantire l'apparato teorico, l’onere della prova spetta ai sostenitori della teoria GB, che favoriscono questa ipotesi, e non a chi la rifiuta: “In GB, PRO is structurally analogous to NP-traces and wh-traces. All have the same shape, namely, [NP e]. The main difference between traces and PRO is the source of their indices [...]. In the Minimalist Program, however, this machinery is all suspect. There is little reason to think that traces (as distinctive grammatical constructs) exist at all. Traces are not grammatical formatives but the residues of the copy-and-deletion operations necessary to yield PF/LF pairs” (Hornstein 1998).

Inoltre, Hornstein rifiuta in toto la stessa nozione di null-case, che definisce “stipulative” e non motivata da prove fattuali. Infatti, il null-case proposto in Chomsky (1993) è il solo modulo della grammatica che “distingue il suo portatore in termini fonetici” (Hornstein 1998: 75): è cioè l'unico Caso silente tra tutti i tipi possibili di Caso, ed è portato esclusivamente da PRO. Si tratta dunque chiaramente di una soluzione ad hoc. La proposta di Hornstein è quindi innovativa, e viene formulata in due direzioni.

La prima riguarda la natura di NOC, che secondo Hornstein coincide con pro. Anticipiamo sin d'ora che questa proposta ci è sembrata interessante, come avremo modo di vedere in (§.2.1) in quanto, se NOC-PRO è uguale a pro, ne consegue per proprietà transitiva che NOC-PRO è interpretato in base all'Aboutness Shift Topic (Frascarelli & Hinterhölzl 2007).

La seconda formulazione riguarda invece OC, che secondo la proposta di Hornstein altro non è che una struttura di Sollevamento che lascia una copia (e non PRO) nella subordinata e quindi, in ultima analisi, il residuo di una serie di spostamenti successivi alla sua generazione in Spec,VP.

92) a. John hopes to leave.

b. [IP John [VP John [hopes [ IP John to [ VP John leave]]]]]

Nell’esempio (92.a), l’autore assume che John sia generato nello Spec,VP di leave e si muove successivamente risalendo l'albero fino ad arrivare nella posizione di Spec,IP in cui può ricevere Caso Nominativo dal verbo finito hopes.

Un problema fondamentale di questa impostazione teorica è che in questo modo John viola il Criterio-θ, che sancisce la corrispondenza biunivoca tra Ruoli tematici e Argomenti. In base alle parole di Hornstein:

The movement analysis also accounts for the required de se interpretation of OC PRO. The movement underlying OC PRO ends up assigning two θ-roles to a single expression; for example, in (19) [riscritta come (92), NdA] John has two θ-roles. The semantic form of the predication in (92) is equivalent to (93), a predication that ascribes a reflexive property to the subject John.

(93) John λ x [x hopes x leave] (Hornstein 1998: 80)

Secondo Hornstein, questo problema è risolvibile facendo a meno del Criterio-θ in quanto, postulando il movimento sequenziale dei costituenti e la presenza di copie (non solo come precondizione del Controllo ma anche come risorsa a disposizione della grammatica) si creano situazioni in cui, anche in frasi apparentemente semplici, uno stesso costituente legittima più di un Ruolo-θ, in contrasto con il Criterio Tematico.

94) a. Mary washed.

b. [IP Mary [ I° [+PST] [ VP Mary [wash Mary]]]]

Una di queste è visibile in (94), in cui “Case is checked in [Spec,IP]. Mary receives two 0-roles since it checks both the internal and external 0-role of wash” Hornstein (1998: 82). In altre parole, Mary dapprima satura il Ruolo-θ interno, nella posizione del <tema/paziente>, e poi si sposta in Spec,VP, per soddisfare il Ruolo-θ <agente>, e infine si sposta in Spec,IP, assumendo la funzione di Soggetto.

Riassumendo, il PRO in condizioni di OC è il residuo di un movimento e ha le stesse caratteristiche della traccia di un NP. La sola distinzione tra le strutture a Sollevamento e quelle a Controllo è che le prime prevedono il Sollevamento di un DP in una posizione non tematica, mentre le seconde le innalzano in posizioni θ. Sia le catene a Sollevamento sia quelle a Controllo terminano generalmente in posizioni dotate di Caso. Al contrario, il PRO con NOC è semplicemente un pro ed è legittimato nello Spec,IP dei complementi CP non finiti (Hornstein 1998: 93).