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Prove interlinguistiche dell'esistenza di PRO

1.2 Teoria del Controllo: una panoramica

1.2.7 Prove interlinguistiche dell'esistenza di PRO

In controtendenza rispetto al lavoro di M&R, Landau produce una serie di articoli (1999, 2000, 2001, 2004, 2005) che vertono su aspetti diversi del Controllo e su evidenze interlinguistiche in favore dell'effettiva esistenza di PRO come categoria silente. Questi articoli sono di capitale importanza per gli scopi del nostro lavoro. Non potendo soffermarci sui dettagli di tutti, diamo qui di seguito un breve resoconto di alcune delle conclusioni più importanti tratte dai suoi lavori.

Uno dei primi articoli di Landau (2000) dimostra che la distinzione classica esistente tra OC e NOC è troppo netta, e che la categoria di OC consta in realtà di due sottotipi, rispettivamente denominati EC (Exahustive Control, Controllo Esaustivo) e PC (Partial Control, Controllo Parziale). Tale importante differenziazione sarà approfondita in §1.2.8.

In un articolo successivo (2005) Landau dimostra invece (come in seguito confermato da Sigurðsson 2008 e altri) che, sebbene fonologicamente nullo, PRO è marcato per il Caso, esattamente come i DP fonologicamente realizzati. Questa conclusione si pone dunque nettamente in contrasto con quanto proposto sia nel tradizionale approccio GB sia nel Programma Minimalista.

Fondamentale per questa proposta è l'osservazione che in alcune lingue, tra cui l'ebraico, il gallese e il basco (Landau 2005), si osserva un ordine di assegnazione fisso dei Casi, riassunto dalla tabella (1), che riporta i dati del basco (San Martin 2001:142).

Oggetto Soggetto Ogg. Ind.

Pred Monoarg. - ABS -

Pred. Transitivo ABS ERG -

Pred. Ditransitivo ABS ERG DAT

Tabella 1

La tabella mostra che le frasi monoargomentali marcano l'unico Argomento con il Caso

43 M&R ricordano anche come in italiano il Controllo arbitrario possa occorrere anche in contesti diversi da quelli canonici, come esemplificato dalla frase “Gianni vuole mangiare tutti insieme”, in cui il Controllore più prevedibile viene scavalcato in favore di un Controllore congiunto: non essendo infatti specificato a chi si riferisca tutti insieme è impossibile attribuire esclusivamente a Gianni il ruolo di Controllore, anche se è logico pensare che tutti comprenda Gianni.

Assolutivo (ABS). I predicati transitivi marcano l’Oggetto ABS e il Soggetto Ergativo (ERG). I predicati ditransitivi marcano l’Oggetto come ABS, il Soggetto ERG e l’Oggetto indiretto (DAT). La regola (100)mostra quindi che DAT può comparire solo in presenza di ABS e ERG.

100) DAT only iff ABS and ERG. (San Martín 2001: 144)

Ora, tenendo presente che San Martin & Uriagereka (2003), citati da Landau (2005), sostengono che solo i DP sono marcati per Caso in basco e che a determinare l'assegnazione di Caso non è la natura monoargomentale, transitiva o ditransitiva dei predicati, quanto invece il numero di casi presenti nella frase, si osservi ora (101): 101) Jon [PRO Mariari ogia ematen ] saiatu da Jon ABS [PRO Maria DAT pane DET ABS dare NMZ LOC44] tentare Aux.3 ABS

'Gianni ha provato a dare il pane a Maria'

Alla luce di quanto affermato sopra, il fatto che sia l'Assolutivo sia il Dativo compaiano nell'infinitiva dimostra che il Caso Ergativo è già stato assegnato al solo DP in grado di riceverlo, e l’unico è PRO (Landau 2005: 5). Questo significa che il PRO è marcato per Caso45.

Un altro articolo (2001) parte dall'osservazione che nelle costruzioni con Super- Equi (così denominate nel lavoro di Grinder 1970) il Controllo è sensibile sia al verbo della matrice (come illustrato da (102.a,b), sotto) sia alla posizione (cfr. 103.a,b con 103.c,d). Gli esempi mostrano infatti che con alcuni verbi nella matrice (come damaged) entrambi i Controllori (John e Mary) sono possibili a prescindere dalla posizione della frase incassata, mentre verbi come disturbed bloccano il Controllore più lontano (Mary) quando l'infinitiva è incassata, come avviene in (103.a):

103) a. Mary knew that it disturbed John [PRO to perjure himself/*herself]. b. Mary knew that it damaged John [PRO to perjure himself/herself]. c. Mary knew that [PRO perjuring himself/herself] disturbed John. d. Mary knew that [PRO perjuring himself/herself] damaged John

Landau deduce dalle frasi esaminate che nei predicati psicologici (cioè, in cui il Soggetto è <esperiente>) il Soggetto è il solo Controllore possibile mentre, se il predicato è di diverso tipo, i Controllori possono essere entrambi gli antecedenti, Oggetto e Soggetto. Come conseguenza viene formulata la seguente gerarchia dei controllori:

(I) Controller : Experiencer > Causer > Goal/Patient/Theme La regola che sottende queste strutture viene così formalizzata: (II) In una struttura :

[ X [ it Aux Pred Y [S PRO to VP]]], tale per cui X,Y = Arg. di Pred.

44 In basco i verbi di modo non finiti incassati in una subordinata vengono nominalizzati tramite suffissazione e prendono normalmente Caso, in questo caso un Locativo (San Martin, 2001: 140). 45 Landau fa inoltre notare che il DP Controllore (Jon) porta un Casodiverso da PRO, l'Assolutivo, escludendo pertanto ipotesi di trasmissione di Caso e Movimento.

1) se Pred = psicologico, Y deve controllare PRO 2) se Pred = non psicologico, X o Y controllano PRO

A partire da questa regola, Landau osserva che NOC si comporta in maniera analoga agli Aggiunti, in quanto le costruzioni che lo contengono fungono da Isola per l'estrazione46 quando sono preceduti da un Controllore ‘non adatto’ ('unfeasible'). L'esempio successivo mostra un esempio di Controllore adatto (103.a) vs. uno inadatto (103.b), distinti solamente dal tratto semantico [±umano]:

103) a. That’s the issue that it would delay the negotiators [ PRO to insist on] b. *That’s the issue that it would delay the negotiations [PROarb to insist on]. L'articolo in questione ha l'importante merito di evidenziare il ruolo della semantica nel definire l'ammissibilità degli antecedenti, che sarà fondamentale per la nostra ricerca (§2.2) in quanto, riassumendo, in esso viene proposto di equiparare le strutture con estraposizione di PRO alle strutture OC e, di converso, di equiparare le strutture con PRO intraposto a NOC. Questa distinzione è importante perché, con essa, Landau dimostra che gli infiniti controllati localmente e non localmente occupano posizioni diverse in sintassi. Poiché il PRO a Controllo arbitrario mostra lo stesso comportamento delle Isole, ne consegue logicamente che abbia la stessa configurazione sintattica delle Isole, e cioè che sia esterno al VP e si trovi come Aggiunto (104.a,b). Al contrario, OC- PRO è trasparente all'estrazione e all'operazione Agree e non costituisce Isola (107.c-d) perché si trova in posizione interna al VP:

104) a. [ It [ would [ kill [ the forest ] [PROarb to build this dam]]]]]

b. * [What2 [ would [ it [ kill [ the forest ] [ [PROarb to build ] [t2?]] ]]]]] c. [ It [ would [kill [the workers1[PRO1 to build [ this dam]]]]]]

d. [ What2 [ would [ it [ kill [ the workers1 [PRO1 to build t2?]]]]]]]

Da questo, Landau deduce che PRO sia un elemento logoforico, cioè un elemento anaforico non legittimato (licensed) in sintassi, che si può riferire solo ad antecedenti che sono fonte o target di operazioni (report) di tipo mentale o comunicativo. Questa conclusione è fondamentale per la nostra analisi.

In sintesi, quindi, i lavori di Landau presi in considerazione ci portano a concludere che:

(i) Esistono validi motivi e prove interlinguistiche, oltre all' EPP e alla teoria tematica (§1.1), che convalidano l'ipotesi dell'esistenza di una categoria vuota denominata PRO.

(ii) Questa categoria vuota non si distingue solo per le sue proprietà legate alla predicazione, e quindi all'obbligatorietà o meno della presenza di un Controllore (OC vs. NOC) esplicito, ma è ulteriormente suddivisibile per proprietà formali. Cfr.

46 Per approfondimenti sul concetto di Isola cfr. Ross (1967). In questa sede ci basti ricordare che le Isole sintattiche sono definite come quei costituenti che impediscono l'estrazione di elementi dal loro interno. Ad essi appartengono gli Aggiunti, i DP e PP complessi e la coordinazione, in quanto sono tutti costituenti delimitati da una barriera, cioè una 'proiezione massimale non selezionata da un verbo che la regge tematicamente' (Frascarelli-Ramaglia-Corpina 2012: 155).