CONFRONTO – LIVELLO PRE-BASICO
2.1 IL CORPUS FILIPPINO
Il corpus di dati presi in esame in questa sezione si basa sulle realizzazioni di quattro soggetti filippini. La prima Jennielyn, 25 anni, in Italia da 5 mesi, laureata nelle Filippine ma al momento disoccupata, la seconda Rochelle, 22 anni in Italia da un anno, domestica, poi Ines, 31 anni sposata con un italiano, lavora come domestica o badante, infine Edgardo, 46 anni, in Italia da 4 anni, di occupazione badante.
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Passiamo adesso all‟analisi degli enunciati.
Durante il processo comunicativo, l‟informante ripete spesso la domanda posta dall‟intervistatore per due motivi principali; da una parte il fatto di ripetere è come chiedere conferma di aver ben compreso o meno, dall‟altra il soggetto guadagna tempo per pensare ad una risposta adeguata, una strategia già vista nello stadio precedente di interlingua (Perdue: reprise of the trouble source):
[jen-a_1] I: cucini?
JEN: si pomodoro I: e come cucini la pasta? JEN: come cucini la pasta? I: si come? con pomodoro? JEN: pomodoro e to tono
[jen-a_1]
I: ok e prima di sposarti cosa facevi nelle Filippine? JEN: cosa facevi
I: nelle Filippine prima di sposarti JEN: no sposata?
Tr: quando non ero sposata? I: si non sposata
[ed-a_1]
I: Raccontami qualche progetto per il futuro cosa vorresti fare con tua moglie? ED: Posso esplicare in inglese non è che capisco
Tr: puoi spiegare in inglese che non capisco I: Futuro
ED: In Future*? I: Si
ED: I don‟t know now*
In molti casi, si riscontra in tutti gli intervistati, la presenza di numerose espressioni fisse quali come si dice, come si chiama:
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[in-a_1]
I: Manila + è una città grande?
IN: è + come si dice + capitale dele Filippine
[in-a_1]
IN: non è come proprio+ che si vede anche anche alberi non è come tutto tutto ++
come si dice
Tr; non proprio come + si vedono anche gli alberi, non è tutto, tutto ++ come si dice
I: case
IN: no no il coso the building* I: costruzioni edifici
IN: si si si si
[in-a_1]
IN: si ora sono ho visto ho visto una come si chiama quelo publicità no no annuncio ne nel novembre
Tr: si ho visto come si chiama quella pubblicità no no l‟annuncio a novembre
[roc-a_1]
ROC: no Filipine no late acqua perché riso poi troppo +++ poi il pranzo è filipini mangia pranzo +++ matina panzo cena tuti però +++ tuti però +++ come si
chiama +++ no si cambia cibo perché non si cambia
Tr: no nelle Filippine non il latte ( non beviamo il latte a colazione) perché con il riso è troppo, i filippini mangiano la mattina, a pranzo e a cena ma non cambiamo mai il cibo perché non si cambia
[ed-a_1]
I: Ok e hai studiato nelle Filippine cosa hai fatto? ED: E come si chiama in italiano ha fato
Tr: come si chiama in italiano, ho fatto I: Il liceo?
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In continuità con l‟interlingua precedente, i mezzi espressivi continuano a non essere adeguati al messaggio che il parlante cerca di veicolare, con un continuo bisogno di ricorrere alla lingua inglese:
[jen-a_1]
I: e alle sei di mattina cominciavi a lavorare?
JEN: si si ale sei ale dicioto finito lavoro so after* vado in casa Tr: si si alle diciotto finisco di lavorare e quindi dopo vado a casa
[in-a_1]
IN: ora no non è come prima perché come ++ in environnement* Tr: ora non è come prima perché environnement
I: l‟ambiente
IN: l‟ambiente un po‟ sporchi anche perchè pollution* Tr: l‟ambiene è un po‟ sporco per pollution
I: inquinnamento IN: si
[in-a_1]
IN: anuncio nel nel board* I: si nella bacheca
[ed-b_1]
ED: C‟è un + sole+ e mare e poi c‟è un bambini con la madre + e poi un altra come si chiama picture*?
Tr: c‟è il sole, il mare poi ci sono i bambini con la mamma e poi nell‟altra picture? (foto)
[ed-b_1]
ED: La mamma + sunbath*? I: Prende il sole
Nonostante Il ricorso alla lingua inglese sia molto diffuso, i soggetti si mostrano propensi a chiedere chiarimenti e delucidazioni in merito alle domande a loro poste a dimostrazione di un certo interesse a partecipare e di una buona motivazione ad apprendere (Perdue: metalinguistic comments).
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[ed-a_1]
I: Ascolti la radio cosa fai?
ED: Sono ++ posso ++ splicare bene perché no è capisco Tr: puoi spiegarti meglio che non capisco?
Frequenti sono anche espressione tipiche della lingua parlata dei madrelingua italiani come coso o anche c‟ho che si riscontrano soprattutto con Ines, che è sposata con un italiano:
[in-a_1]
I: Manila + è una città grande?
IN: è + come si dice + capitale dele Filippine
[in-a_1] I: hai dei figli?
IN: si c‟ho +++ la bimba
[in-a_1]
in: sono sono stata sono andata all‟usle via tornino visto una una coso Tr: sono stata, sono andata all‟usl in via Torino e ho visto un coso i: un annuncio
[in-a_1]
I: e per Pasqua cosa fate?
IN: fanno + coso + per andare in montagna c‟è la Madona + non è tipo qui tipo qui da a volte tanti non mangia anche per per pregare
Tr: fanno un coso per andare in montagna dove c‟è la Madonna, non è come qui, là a volte molte perosne non mangiano e poi pregano
[in-a_1]
I: cosa hai studiato raccontami un po‟
IN: +++ ha fatto coso corso di non lo so qui in italiano management Tr: ho fatto un corso di coso, non so in italiano, management
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[jen-a_1]
I: per esempio dov‟è sporco? JEN: vicino eselunga schifo
Tr: vicono all‟esselunga ci fa schifo!
GIUSTAPPOSIZIONE
La varietà basica dell‟interlingua è caratterizzata dalla presenza di giustapposizioni tra le frasi. I soggetti hanno ancora problemi nel legare gli enunciati mediante connettori di coordinazione o subordinazione.
Ci sono una serie di esempi di giustapposizioni in cui cercherò di interpretare gli elementi mancanti nella relativa traduzione in italiano, con l‟aggiunta dei connettori che risultano più appropriati.
In queste frasi manca un basilare elemento di coordinazione, la copulativa positiva
e:
[ed-a_1]
ED: Si io sono esposato non c‟è fili o figlio non c‟è+ mio moglie si chiama Elby Tr: sono sposato, non ho ne‟ figli né un figlio e mia moglia si chiama Elby
[jen-a_1]
JEN: io mi chiamo jennielyn ho venticinque ani sono filipine + filipina sono in Italia da quatro mesi io non lavoro io casalinga sono esposata + una filia
Tr: io mi chiamo Jennielyn, ho 25 anni e sono filippina. Sono in Italia da quattro mesi e non ho un lavoro, sono una casalinga sposata con una figlia
[roc-a_1]
ROC: io Rochelle (xx) Jimutao io ho ventidue ani io ++ sono filippine Tr: mi chiamo Rochelle Jimutao, ho 22 anni e sono delle Filippine
Gli enunciati appena proposti non scorrono in modo fluido, l‟andamento è sincopato e un po‟ incerto, molto spesso la fase iniziale dell‟intervista, dove il soggetto si presenta, risulta meccanica e poco naturale.
[jen-a_1]
JEN: la famiglia qui in Italia mio marito e mia bambina qui in Italia i genitori nele Filipine
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Tr: la mia famiglia è qui in Italia, mio marito e la mia bambina sono qui, mentre i miei genitori sono nelle Filippine
Di seguito, la semplificazione non riguarda l‟omissione di un connettore sintattico, quanto piuttosto tutta la struttura della frase stessa:
[jen-a_1]
JEN: cosa dificile + parla (ride) tr: una cosa difficile è parlare I: è difficile parlare
Quello a seguire è un classico esempio di giustapposizione dove il pronome relativo che viene omesso, e la frase relativa giustapposta alla principale senza connettori:
[jen-a_1]
I: e per esempio stasera cosa fai dopo la scuola?
JEN: io vado a casa sempre con + bambina prende bambina + mangia dorme Tr: io vado sempre a casa con la bambina che mangia e poi dorme
L‟esempio seguente mostra come in questo caso sia il connettore subordinante della temporalità (quando) ad essere omesso:
[jen-a_1]
I: lavori troppo non ti diverti mai?
JEN: (ride) non ho libero io finito in scola tuti lavoro
Tr: io non ho tempo libero, quando finisco la scuola, lavoro/quando la lezione
finisce, vado a lavorare
A supplire alla mancanza del connettore quando, troviamo il participio passato (che non è accompagnato dall‟ausiliare) ad indicare l‟aspetto perfettivo dell‟azione espressa. Questo esempio ci ricorda infatti come le relazioni temporali in queste prime fasi siano affidate alla sola distinzione aspettuale non-perfettivo/ perfettivo (generalmente espressi il primo, con il presente indicativo, il secondo come abbiamo con il participio passato).
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L‟informatore qui si trova a confrontare due foto e l‟enunciato prodotto riflette la mancanza di elementi come la subordinata avversativa mentre, che ben si adatterebbe ad esprimere una differenza tra le foto in questione. La comprensione della frase è pertanto affidata al contesto:
[jen-c_1]
I: descrivi queste foto
JEN: bambino uno + bambini + tanti
Tr: in questa foto c‟è un bambino mentre nell‟altra ce ne sono tanti
COORDINAZIONE
Tra le copulative positive troviamo: e; anche, poi [jen-a_1]
JEN: si anche sempre mia marito qui Tr: si anche mio marito è sempre qui
[jen-a_1]
JEN: bambino capeli + lungo e colore + maro marone e occhio colore nero è nero ++ e den bambino denti è pulito (ride)
Tr: il bambino ha i capelli lunghi di colore marrone e gli occhi neri e i denti del bambino sono puliti
[roc-a_1]
I: a Tirrenia ok cosa fai? che lavoro fai?
ROC: lavoro? pu pulire poi stiro e cuoco poi lavandino lava piatti poi tutti tutti di lavoro a casa questo
Tr: a lavoro? pulisco poi stiro e cucino poi lavo i piatti e poi faccio tutti i lavori di casa
Tra i connettori coordinanti prevale l‟avversativa ma o però: [jen-a_1]
I: ti piace la radio ascoltare la musica?
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[roc-a_1]
ROC: tutti Filippine mangia riso pasta no perché pasta è ++ per comleano pasta
però mangia mangia everyday no*
Tr: tutti nelle Filippine mangiano il riso ma la pasta non tutti i giorni però si mangia
Unico esempio di coordinata conclusiva che si incontra in questa parte del corpus è il seguente:
[in-a_1]
IN: ono sono stata sono andata all‟usle via tornino visto una una coso i: un annuncio
IN: anuncio nel nel board I: si nella bacheca
IN: bacheca si e lora detto vado provare sono entrata li per maestra lessia maesta angela
Tr: e allora ho detto vado a provare e poi sono entrata li per la mestra Alessia e la maestra Angela
SUBORDINAZIONE
Per quanto riguarda la subordinazione la presenza di causali, finali e temporali, già attestate nella sezione precedente, si rafforza grazie ad un uso costante e più corretto.
ESPRESSIONE DELLA CAUSA DI UN‟AZIONE
Vediamo alcuni esempi dell‟espressione della causa tramite la marca perché dove spesso viene omessa la forma verbale a sottolineare il fatto che si tratta di un livello basico di interlingua:
[jen-a_1]
I: conosci altre lingue?
JEN: io estudio giaponese lingua perché io lavoro in + produzione giaponese io un po‟ parla giaponese
Tr: io studio la lingua giapponese perché lavoro per la produzione giapponese e parlo un po‟ di giapponese
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[jen-a_1]
JEN: prima non mi piace (ride) perché mia famiglia non in Italia in Filipine ma + ma + dopo + mi piace in Italia specialmente da cibo (ride)
Tr: all‟inizio non mi piaceva perché la mia famiglia era nelle Filippine poi dopo l‟Italia mi è cominciata a piacere specialmente il cibo
[jen-a_1]
JEN: (xx) dove io abita in xx bela bela perché più trees* Tr: dove abito è bello perché ci sono più alberi
[jen-a_1]
I: ma la tua bambina sa parlare italiano? un pochino? JEN: pochino
I: te parli in filippino
JEN: si perché io bambina non scuola non ancora escola Tr: si perché la bambina non va ancora a scuola
I: e troppo piccola due ani
JEN: ma in settembre + lei chiama chiamato a comincia scola Tr: ma a settembre è stat chiamata per cominciare la scuola I: vabbè è uguale ok e dopo pranzo cosa fai?
JEN: io sempre + sempre studio perché io in pomeriggio io vado scola qui martedì e giovedì
Tr: io studio sempre perché il pomeriggio vado a scuola, qui (ci vengo) il martedi e il giovedi
[jen-a_1]
I: si e ora ti piace fare shopping?
JEN: si ma non ho soldi perché non lavoro (ride)
In questo caso l‟informante esprime la causa con il connettore per, si tratta infatti di un‟espressione particolare per amore che il soggetto ha dimostrato di essere in grado di formulare correttamente:
[in-a_1]
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IN: no sono venuta per l‟amore I: per amore!
In questa frase oltre all‟espressione della causa vediamo come l‟apprendente riesca in qualche modo a realizzare una comparativa pur non avendo i mezzi espressivi necessari. in particolare, come vediamo dalla traduzione manca il connettore che introduce il secondo termine di paragone:
[jen-a_1]
JEN: si ma mi piace rimano in Italia perché in Italia più soldi in Filipine + soldi
+ un po‟
Tr: si ma mi piace rimanere in Italia perché in italia ci sono più soldi di quanti ce
ne siano nelle Filippine
ESPRESSIONE DELLO SCOPO
La subordinata finale continua ad essere espressa esclusivamente da per +
infinito:
[in-a_1]
IN: io mi piace perché io sono stata anche a Roma però per andare vaticano però un po‟ ++
Tr: mi pice perché io sono stara a Roma per andare in Vaticano
[in-a_1]
IN: fanno + coso + per andare in montagna c‟è la Madona + non è tipo qui tipo qui da a volte tanti non mangia anche per per pregare
Tr: loro fanno il coso (pellegrinaggio) per andare in montagna dove c‟è la Madonna, non è come qui, a volte molte persone non mangiano per pregare
In questi ulteriori esempi la finale è realizzata con per + sostantivo: [roc-a_1]
I: a che ora ti alzi?
ROC: ale sete e mezo io si io si alzi + per lavoro e matina e pulire
Tr: alle sette e mezzo io mi alzo per lavorare/per andare a lavoro la mattina e pulire
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[roc-b_1]
ROC: il bambino si alza mattina per ++ colazione e si mangia e latte e biscotti poi zuchero
Tr: il bambino si alza la mattina per fare colazione e mangia il latte con i biscotti e lo zucchero
[roc-b_1]
ROC: poi vestito ++ per sco per scola e la ma e bambino e la mama e +++ e +++ put vestito bambino
Tr: poi prende il vestito per andare a scuola e la mamma gli mette il vestito
Come già rilevato nell‟interlingua precedente, questa particolare realizzazione di una subordinata finale con un sostantivo e l‟assenza dell‟infinito ci può indurre a pensare che anche a questo livello di interlingue, gli apprendenti non abbiano ancora definitivamente assimilato la forma implicita e che questa sia quindi preceduta, a livello di ordine di acquisizione, da un elemento lessicale. E‟ possibile ritenere che due forme per + sostantivo e per + infinito si alternino finché non viene acquisita una maggiore consapevolezza verbale.
Nello stesso soggetto (Edgardo) vediamo infatti come la finale alterni queste due strutture:
[ed-a_1]
I: E in futuro vorresti tornare nelle filippine?
ED: Si si si quando c‟è soldi + bisogna per vacanza Tr. si quando ci saranno più soldi per fare una vacanza
[ed-c13_1]
ED: E poi Fine mette la come si chiama asciugamano per asciugare Tr: poi infine mette come si chiama l‟asciugamano per asciugare
ESPRESSIONE DELLE RELAZIONI DI TEMPO
La temporalità non presenta variazioni o irregolarità, e trova espressione esclusivamente con la marca funzionale quando:
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I: Ok descrivimi un po‟ il tuo lavoro cosa fai?
ED: Io aiutarmi un ansiano + quando bisogna cambiare la panolone quando
bagnato cambio e poi sestimare preparo la colasione la matina poi la sera quando bagnato bisogna sveglio cambio la panolone
Tr: io aiuto un anziano quando bisogna cambiare il pannolone, quando è bagnato lo cambio, poi sistemo, preparo la colazione la mattina poi la sera quando è bagnato lo sveglio e cambio il pannolone
[ed-a_1]
ED: Quanto io l‟ha fatto le bi uno quelo un altro scuola Tr: quando ho fatto il b1 in un‟altra scuola
[in-a_1]
I: allora è già più avanti di tutti quindi raccontami dimmi un po‟ quali sono le idee per il futuro se vuoi tornare nel tuo paese o rimanere quà?
IN: quando eh vorrei tornare anche Filippine quando in pesione + Tr: vorrei tornare nelle Filippine quando sono in pensione
I: in pensione ok
IN: però questo momento no perché anche qui è crisi qui in Italia è peggio in Filippine
ESPRESSIONE DELLA CONDIZIONE PER CUI SI VERIFICA UN‟AZIONE
Emerge per la prima volta una subordinata condizionale introdotta da se: [jen-a_1]
I: Cosa ti piace comprare?
JEN: se io lavoro i compra ho compra hiPOD e basta Tr: se lavorassi mi comprerei l‟hipod
[jen-a_1]
I: e dimmi un po‟ in futuro te in futuro il tuo futuro cosa fai cosa vorrai fare cosa farai vuoi tornare nelle Filippine o restare? e se resti cosa fare dommi un pò JEN: io + se cerco lavoro io how to say stay*?
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I: sto
JEN: sto io sta
I: io sto io rimango io resto
JEN: io rimano in Italia se non lavoro io + io ++ torno in Filipine
Nella seguente frase il soggetto immagine una possibile situazione e pertanto risulterebbe adeguato un connettore all‟inizio che la introduca se. Il connettore coordinante quindi, che esprime una consecutiva, viene realizzato in lingua inglese.
[jen-a_1]
I: lui lavora te nelle Filippine problema
JEN: familia non + in Filipine mio marito qui so comiunica dificile specialmente co mia bambina
Tr: se la mia famiglia non è nelle Filippine e mio marito è qui, è quindi difficile comunicare specialemnte con la bambina
La relazione causa-effetto (è stanco e di conseguenza piange) è espressa con una struttura paratattica mediante la copulativa e. L‟enunciato cosi prodotto risulta corretto (e in linea alla competenza del parlante). Volendo meglio esprimere un tale rapporto di dipendenza dalla principale, la struttura subordinata con una consecutiva risulterebbe più chiara (vedi la traduzione), mentre la paratassi limita l‟efficacia:
[in-c_1]
IN: paletta si e poi ++ bimbo fanno coso ++ costruzione u castelo di sabia poi dopo visto anche ++ lui forse stanco e poi dopo + è piange
Tr: la paletta si e poi il bimbo fa il coso, la costruzione del castello di sabbia poi dopo lui forse è stanco e poi dopo piange (tanto che poi piange)
CONCLUSIONI
Gli informanti sono riusciti nel complesso a comprendere frasi isolate di uso frequente relative ad ambiti semantici della quotidianità riuscendo a produrre enunciati molto semplificati per quanto riguarda la descrizione di attività e routine giornaliere.
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La scelta di dividere le interlingue tra pre-basiche e basiche è stata dettata dal fatto che nelle seconde si riscontra un evidente miglioramento non solo morfologico e sintattico ma soprattutto in merito ad una migliore scorrevolezza della comunicazione.
Il passaggio da una fase pre-basica a quella basica è segnato in particolar modo dall‟arricchimento lessicale. Emergono molte parole, più o meno di uso comune, relative all‟ambito lavorativo, per esempio: pannolone, asciugamano, annuncio,
pubblicità, pulire, anziano, domestica, pensione. Altra area semantica ricca di
lessico è quella dei trasporti pubblici; bicicletta, aereo, treno, macchina o dell‟ambiente strada, alberi. Per la sfera culinaria troviamo cucinare, colazione,
latte, carne, pesce, carote, sedano, formaggio, ragù e vari altri termini come ladri, pregare ecc.
Sul piano fonologico si continuano a riscontrare difficoltà nelle consonanti doppie
in mattina, pomeriggio, anni, bello. Lla fricativa sorda /f/ realizzata come
un‟occlusiva sorda /p/ es. Pilippine. Molto spesso quando una parola inizia per la fricativa sorda alveolare (studio), viene aggiunta la vocale anteriore /e/ (estudio). L‟affricata alveolare sorda /ts/ per esempio in colazione, Venezia è realizzata con una fricativa palato-alveolare sorda /s/. Ci sono difficoltà anche nella laterale palatale sonora, realizzata come una laterale alveolare sonora in figlia.
Sul piano morfologico persistono numerosi tratti di semplificazione (ragazzo
cambio vestito, bambina capeli gialo) anche se si comincia ad intravedere
un‟elaborazione di fondo, data dalla presenza della flessione sia nominale che verbale (lei si chiama ana ha due ani, si mi piace, due bagni) che testimonia una nascente sensibilità morfologica.
La morfologia nominale viene gradualmente acquisita e riconosciuta nonostante la mancanza di molti articoli o accordi con l‟aggettivo. La morfologia verbale appare più strutturata morfologicamente, per esempio Jennielyn abbandona gradualmente la forma basica (terza persona singolare), riuscendo a coniugare il verbo alla prima singolare:
[jen-a_1]
JEN: io estudio giaponese lingua perché io lavoro in + produzione giaponese io un po‟ parla giaponese
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Tr: io studio la lingua giapponese perché lavoro in un‟industria giapponese e parlo un po‟ di giapponese
[jen-a_1]
JEN: io sempre + sempre studio perché io in pomeriggio io vado scola qui martedì e giovedì
Tr: io studio sempre perché il pomeriggio vengo qui a scuola, il martedì e il