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Il martirio di San Matteo 15 L’orazione nell’orto

Cupola della Pentecoste

14. Il martirio di San Matteo 15 L’orazione nell’orto

16. Profeta Isaia

17. Profeta Osea

18. Profeta Gioele

19. Profeta Michea

20. Profeta Geremia

21. Déesis: il libro

1. Etoimasia

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova al centro della cupola.

Il mosaico risale alla metà del XII secolo191; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo192.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è perfettamente omogeneo e l’iscrizione è in scriptio continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo è visibile un motivo ornamentale che raffigura la preparazione del Trono del Giudizio e la colomba dello Spirito Santo.

191 DA VILLA URBANI 1991, p. 104. 192 DA VILLA URBANI 1991, p. 104.

L’impaginazione della scrittura è curvilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Le abbreviazioni sono presenti in unico caso, per troncamento, in super: esso segnalato da segno tachigrafico; presente anche un signum crucis, che apre l’iscrizione, mentre risultano assenti altri simboli, nessi o legamenti. I segni interpuntivi sono presenti in forma di due punti e virgola, presente in un solo caso in chiusura del testo epigrafico e prima del signum crucis. Le apicature sono visibili ma non particolarmente pronunciate.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza della lettera E, C, G e O che presentano una spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 8 o di 3 speculare, nel caso della lettera E; in lingue, si nota come la G crestata termini a spirale, ricordando la morfologia delle lettere romaniche o alla greca.

Un tratto tipico del fenomeno di scrittura alla greca si riscontra nella morfologia della lettera N: la traversa presenta infatti un’inclinazione ridotta, innestata verso il centro delle aste e non alle estremità.

Il modulo delle lettere è in genere regolare e la tessitura testuale fitta, se si escludono le parole vim

lingue, et amoris e miracula, le cui lettere sono più distanziate e presentano modulo di maggiore

dimensione.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 104.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

1 ((Crux)) Spiritus in flamis sup(er) hos distillat ut amnis corda replens munit et amoris nexibus unit hinc varie gentes miracula conspicientes fiunt credentes vim lingue percipientes.

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre. Il mosaico risale alla metà del XII secolo193; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo194.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di Elamiti.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti e abbreviazioni; sono presenti le apicature e segni interpuntivi in forma di punto, ad altezza mediana delle lettere, in chiusura dell’iscrizione.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza della lettera E con spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 3 speculare, secondo un modello già visto in altri mosaici, e che richiama forme analoghe beneventane o di influenza greca. Il modulo delle lettere è regolare e la tessitura testuale non particolarmente fitta; si nota però la particolare vicinanza della lettera A alla L che la precede, al punto che parte della traversa della stessa viene a mancare.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 105.

193 DA VILLA URBANI 1991, p. 104. 194 DA VILLA URBANI 1991, p. 104.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

1 Elamit

3. Mesopotamia

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre. Il mosaico risale alla metà del XII secolo195; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo196.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di abitanti della Mesopotamia.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti e abbreviazioni; sono presenti le apicature e segni interpuntivi in forma di punto, ad altezza mediana delle lettere, all’inizio dell’iscrizione.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza della lettera E e O che presentano una spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 8 o di 3 speculare, nel caso della lettera E, secondo un modello già presente nella tradizione beneventana o alla greca.

Il modulo delle lettere è regolare, ad esclusione della O che risulta di dimensioni minori, e la tessitura testuale non particolarmente fitta.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani, (1991) p. 106.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

4. Cappadocia

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre. Il mosaico risale alla metà del XII secolo197; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo198.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di abitanti della Cappadocia.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti e abbreviazioni; sono presenti le apicature e segni interpuntivi in forma di punto, ad altezza mediana delle lettere, sul finire dell’iscrizione.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza delle lettere C e O che presentano una spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 8. Il modulo delle lettere è regolare e la tessitura testuale non particolarmente fitta, anche qui un riflesso di quanto presente nelle scritture italo meridionali beneventane o alla greca.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 106.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

1 Cappadocia

5. Ponto

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre. Il mosaico risale alla metà del XII secolo199; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo200.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti.

199 DA VILLA URBANI 1991, p. 104. 200 DA VILLA URBANI 1991, p. 104.

Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di abitanti del Ponto.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti e abbreviazioni; sono presenti le apicature e segni interpuntivi in forma di punto, ad altezza mediana delle lettere, all’inizio e alla fine dell’iscrizione. Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza della lettera O che presenta una spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 8. si nota inoltre la morfologia di N che presenta la traversa a inclinazione ridotta e innestata verso il centro delle aste, non alle estremità: essa si configura come elemento tipico della scrittura alla greca. Il modulo delle lettere è regolare e la tessitura testuale non particolarmente fitta: la vicinanza fra T e U fa sì che la traversa di quest’ultima si interrompa prima ti toccare il tratto di T.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 106.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

6. Frigia

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre. Il mosaico risale alla metà del XII secolo201; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo202.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di abitanti della Frigia.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti, abbreviazioni e segni interpuntivi; sono presenti le apicature.

201 DA VILLA URBANI 1991, p. 104. 202 DA VILLA URBANI 1991, p. 104.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza della lettera G con spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 8; inoltre, la G crestata termina a spirale, ricordando la morfologia delle lettere romaniche.

Il modulo delle lettere è regolare e la tessitura testuale non particolarmente fitta.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 107.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

1 Frigia

7. Egitto

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre.

Il mosaico risale alla metà del XII secolo203; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo204.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di abitanti dell’Egitto.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti, abbreviazioni e segni interpuntivi; sono presenti le apicature.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza della lettera E e G che presentano una spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 8 o di 3 speculare, nel caso della lettera E; inoltre, la G crestata termina a spirale, ricordando la morfologia delle lettere romaniche.

Il modulo delle lettere è regolare e la tessitura testuale non particolarmente fitta: la vicinanza fra T e U fa sì che la traversa di quest’ultima si interrompa prima ti toccare il tratto di T.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in da villa Urbani (1991) p. 107.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

203 DA VILLA URBANI 1991, p. 104. 204 DA VILLA URBANI 1991, p. 104.

1 Egiptum

8. Romani

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre. Il mosaico risale alla metà del XII secolo205; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo206.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota.

Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di romani.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti, abbreviazioni e segni interpuntivi; sono presenti le apicature.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza della lettera O che presenta una spezzatura dei tratti curvi laterali in due archetti, che da esito a una stilizzazione ornamentale in forma di 8, un modello attestato in Italia meridionale nella beneventana o alla greca.

In rapporto alla tipologia di O, a mio avviso assume un valore significativo anche la morfologia di R, il cui tratto obliquo si aggancia all’occhiello senza tuttavia congiungersi con l’asta: tale morfologia sembra richiamare la dentellatura delle curve della lettera O seguente, e forse non è casuale che si ritrovi questa peculiarità all’interno di tale contesto paleografico.

Il modulo delle lettere è regolare e la tessitura testuale non particolarmente fitta.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 108.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

9. Cretesi

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola Della Pentecoste, nella basilica di San Marco, a Venezia: la nostra iscrizione si trova alla base della cupola, tra le piccole finestre. Il mosaico risale alla metà del XII secolo207; si ha notizia di numerosi interventi di restauro che potrebbero aver compromesso l’opera originale, iniziati a fine XII secolo e susseguiti nel XV e XVIII secolo208.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, e si distribuisce in un’unica riga.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è omogeneo e l’iscrizione è in scriptio

continua.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è a calotta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo vengono rappresentati i popoli che ascoltarono la predicazione, in particolare una coppia di cretesi.

L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli, nessi o legamenti e abbreviazioni; sono presenti le apicature e segni interpuntivi in forma di punto, ad altezza mediana delle lettere, all’inizio dell’iscrizione.

Sotto il profilo paleografico, si nota la presenza delle lettere C ed E con spezzatura dei tratti curvi