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La moltiplicazione dei pani e dei pesc

Cupola di San Leonardo

3. La moltiplicazione dei pani e dei pesc

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola di San Leonardo, nella basilica di San Marco, a Venezia: più precisamente, nella volta est sopra l’altare, nella metà nord. Il mosaico risale alla metà del XII secolo185; si hanno notizia di interventi di restauro nel 1891, ad opera del Proto Saccardo186. La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti.

Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, ed esso si compone di due righe.

185 DA VILLA URBANI, 1991, p. 89. 186 DA VILLA URBANI, 1991, p. 89.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere è ravvicinato e talvolta irregolare; anche il modulo delle lettere figura essere irregolare, al punto che le seguenti parole mostrano lettere incluse: la E in impleo, la I in cibo, la E in lege; la I in prophetis non è inclusa, ma mostra un modulo leggermente inferiore. Infine, le lettere S presenti in panibus, binis, detectis e vos figurano di modulo nettamente minore, posizionate sopra il rigo di base.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con intrusione di elementi onciali: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è piatta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo viene rappresentata la scena in cui Gesù moltiplica i pani e i pesci. L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli e legamenti, mentre si riscontra la presenza delle seguenti abbreviazioni: per troncamento in panibus, e per contrazione in prophetis.

Si riscontra la presenza di un legamento in impleo, fra le lettere I, M e P, e la presenza di un nesso in prophetis, in cui H ed E condividono un’asta.

I segni interpuntivi sono presenti in forma di punti, posti ad altezza mediana delle lettere, dopo le parole binis, psalmis e prophetis.

Sotto il profilo paleografico, assume importanza la morfologia arrotondata della lettera E, che richiama i modelli onciali o più verosimilmente la forma di epsilon, rientrando così nel fenomeno della scrittura alla greca; essa si riscontra all’interno di impleo e nella prima E di lege, mentre in tutti gli altri casi la morfologia di E afferisce al tipo capitale, con tratto mediano allineato.

Allo stesso fenomeno di scrittura alla greca riconduce anche la morfologia della lettera M presente in dum: le relative aste vengono congiunte da un tratto mediano, ricordando la forma di H.

Insieme agli elementi tipici della scrittura alla greca, è rilevante notare come la tessitura testuale sia particolarmente fitta, tratto tipico delle scritture bizantine.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991), p. 89.

1 Panib(us) ut quinis dum piscibus vos impleo binis sic cibo detectis vos psalmis lege p(ro)phetis

4.1 Inventio

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola di San Leonardo, nella basilica di San Marco, a Venezia: più precisamente, nella parete ovest, nel quadro inferiore. Il mosaico risale al secondo quarto del XIII secolo187; il mosaico subì dei restauri nel 1888-1889 ad opera del Proto Saccardo, e rispettivamente nel 1917-1919 e nel 1939-1942 del Proto Marangoni188.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in campo aperto su sfondo dorato; la disposizione del testo è orizzontale, ed esso si compone di due righe.

Le linee di guida appaiono assenti; lo spazio fra le lettere non è eccessivamente ravvicinato e generalmente regolare, così come il modulo delle lettere.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con ormai chiare tendenze verso il gotico: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è piatta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo viene rappresentata la preghiera per il ritrovamento del corpo di San Marco. L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti simboli e legamenti, mentre si riscontra la presenza delle seguenti abbreviazioni: in dominumque non segnalata da segno di compendio; in per, con segno tachigrafico; in sanctum, segnalata da segno di compendio.

Si riscontra la presenza di un nesso in dominumque, in cui l’asta di N viene condivisa da M.

187 DA VILLA URBANI, 1991, p. 102. 188 DA VILLA URBANI, 1991, p. 101.

I segni interpuntivi sono presenti in forma di punti, posti ad altezza mediana delle lettere, dopo

sanctum.

Sotto il profilo paleografico, assume importanza la morfologia arrotondata della lettera E, che richiama i modelli onciali o più verosimilmente la forma di epsilon, rientrando così nel fenomeno della scrittura alla greca; essa si riscontra all’interno di plebs, ieiunat, precatur, patet ed et e questa morfologia viene impiegata uniformemente all’interno del testo.

Anche la lettere M acquisisce importanza fra i fenomeni di scrittura alla greca, in quanto presenta l’innesto delle traverse al di sotto delle estremità superiori delle aste e l’incrocio dei tratti obliqui si risolve in un prolungamento tendente verso il rigo di base, seppure non toccandolo.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 100.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

1 Per tridut plebs ieiunat d(omi)n(u)mq(ue) precatur petra patet s(an)c(tu)m mox colligit e(t) collocant

4.2 Inventio

L’iscrizione musiva si trova nel complesso decorativo della Cupola di San Leonardo, nella basilica di San Marco, a Venezia: più precisamente, nella parete ovest, nel quadro inferiore. Il mosaico risale al secondo quarto del XIII secolo189; esso subì dei restauri nel 1888-1889 ad opera del Proto Saccardo, e rispettivamente nel 1917-1919 e nel 1939-1942 del Proto Marangoni190.

La tipologia del manufatto ha una funzione didascalica e si trova in uno stato di conservazione integro e completo; esso giace in situ e non sembra aver subito spostamenti o danneggiamenti. Per quanto concerne l’impaginazione, l’epigrafe si pone in specchio di corredo, su fondo bianco; la disposizione del testo è in colonne, e il numero delle righe è completo.

Le linee di guida sono visibili; lo spazio fra le lettere è ravvicinato e generalmente regolare, così come il modulo delle lettere.

La tipologia scrittoria afferisce alla capitale romanica, con ormai chiare tendenze verso il gotico: presente il contrasto fra pieni e filetti e l’effetto chiaroscurale. La misura delle lettere non è rilevabile.

Il tipo di superficie dell’area iscritta è piatta e il livello di stesura del testo è alla medesima quota. Nell’apparato figurativo di corredo viene rappresentata la preghiera per il ritrovamento del corpo di San Marco. L’impaginazione della scrittura è rettilinea destrorsa, mentre la tecnica di esecuzione prevede l’applicazione di tessere musive.

Risultano assenti nessi, simboli, legamenti e segni interpuntivi mentre si riscontra la presenza delle seguenti abbreviazioni: omnes, Domine e supplicationes.

Sotto il profilo paleografico, assume importanza la morfologia arrotondata della lettera E, che richiama i modelli onciali o più verosimilmente la forma di epsilon, rientrando così nel fenomeno della scrittura alla greca.

L’iscrizione viene riportata senza commento, ma trascritta e fotografata in Da Villa Urbani (1991) p. 101.

Lo stato di conservazione del testo appare integro e non sono presenti lacune epigrafiche.

1 Exau- di o(mne)s 189 DA VILLA URBANI 1991, p. 102. 190 DA VILLA URBANI 1991, p. 101.

D(omi)ne po- || 5 puli suppli- cati(one)s