• Non ci sono risultati.

IL MODELLO DI ORGANIZZAZIONE, GESTIONE E CONTROLLO E

CONTROLLO E L’ORGANISMO DI VIGILANZA ex D.lgs.

231/2001

Non si può concludere una panoramica sull’articolazione del Sistema di Controllo Interno alle imprese assicurative senza menzionare l’Organismo di Vigilanza.

Il Consiglio di Amministrazione, oltre ad avere un ruolo di rilievo nell’implementazione di un efficiente ed efficace sistema di controllo interno, deve adottare un modello di organizzazione, gestione e controllo per la prevenzione dei reati

43

I presidi organizzativi debbono essere intesi essenzialmente come misure di effettivo e costante controllo da parte del personale interno che deve fare capo ad uno o più responsabili, il cui numero dev’essere proporzionato alla natura e alla quantità delle attività date in outsourcing. I presidi contrattuali sono ovviamente costituiti dalle clausole di garanzia che le imprese di assicurazione debbono inserire nei contratti di affidamento in outsourcing, accanto ed in aggiunta a quelle espressamente previste dal regolamento, ovvero allo scopo di attuare le previsioni del regolamento. Cfr. MARANO P. - SIRI M. (a cura di), La regolazione assicurativa dal codice ai provvedimenti di attuazione, Giappichelli,Torino, 2009, pag 390.

93

previsti dal Decreto Legislativo 231/2001.44 Questo Decreto ha introdotto, nel nostro ordinamento, la responsabilità amministrativa degli enti per reati commessi nel loro interesse, o vantaggio, da soggetti che rivestono una posizione apicale45 nella struttura dell’ente ovvero da soggetti sottoposti all’altrui vigilanza.

L’innovativa disciplina ha comportato il superamento di fatto del principio “societas delinquere non potest”, prevedendo una responsabilità penale della società che si affianca alla responsabilità penale personale degli autori delle condotte.

In altre parole, ai sensi dell’art. 5 del decreto, la responsabilità amministrativa della società sussiste se in capo alle persone fisiche autrici materiali dei reati indicati ricorrano, congiuntamente, le seguenti condizioni46:

 siano persone in posizione apicale nell’ente o persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza delle prime;

 abbiano agito, con specifica volontà, nell’interesse o a vantaggio dell’ente;

 abbiano potuto fruire di carenza dell’ente circa la capacità di prevenzione dei reati commessi.

Lo scopo della legge è infatti quello di incentivare forme di governance e, in particolare, di sistemi di controllo interno alle imprese tali da contrastare sul nascere fatti criminosi tipici dell’attività imprenditoriale, tra cui anche il reato di riciclaggio.

Al fine di tutelare la società ed affinché la stessa possa essere esente da sanzioni è necessario che la stessa adotti, prima della commissione del fatto, un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo e che tale Modello venga aggiornato e mantenuto nel tempo, ossia che risulti costantemente efficace.

L’adozione del modello deve prevedere l’identificazione di un organo collegiale definito Organismo di Vigilanza (OdV) al fine di garantire l’effettività e la razionalità

44

COLAVOLPE A. – PROSPERETTI M., Banche, assicurazioni e gestori di risparmio. Corporate governance, vigilanza e controlli, Ipsoa, 2009, pag. 121

45

I soggetti in posizione apicale sono coloro che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell’ente e ad essi sono equiparati sia coloro che svolgono le medesime funzioni in una unità organizzativa dotata di autonomia finanziaria e funzionale, sia coloro che esercitano la gestione e il controllo – anche solo in via di fatto – dell’ente, così realizzando un “dominio penetrante” sullo stesso.

46

PARRETTA E. – Controllo interno e assicurazioni. L’attività dell’Internal Auditor nel sistema di governance delle imprese assicuratrici, FrancoAngeli, Milano, 2007, pag. 135

94

del Modello, di vigilare sul funzionamento e sull’osservanza di tale Modello e di vagliare l’adeguatezza e l’aggiornamento del medesimo, proponendone le relative modificazioni all’organo decisionale.47

Il compito di prevenzione, controllo e intervento attribuito all’OdV è di estrema delicatezza, in quanto deve garantire e verificare che la volontà dell’ente è separata dal comportamento di chi si trovi in posizione apicale nella stessa organizzazione.

Infine, dal punto di vista organizzativo, tali poteri e compiti possono essere attribuiti ad un soggetto esterno all’ente, quale un consulente, ma l’ANIA suggerisce, per la particolare natura dell’attività assicurativa, di collocare l’OdV nella struttura organizzativa della compagnia stessa cercando di evitare duplicazioni e ridondanze di funzioni che svolgono compiti identici o analoghi. L’Associazione ritiene inoltre che il ruolo della vigilanza possa essere affidato anche a funzioni preesistenti, riferendosi in particolare all’internal audit, ma con previsione di precise garanzie di stabilità, indipendenza, qualificazione professionale, efficienza operativa e continuità di azione.

Appare inoltre rilevante che sia attivo un canale di comunicazione fra chi è incaricato del compito di vigilanza e l’Organo amministrativo. Parimenti è opportuno che l’Organismo sia in costante collegamento, seppure in piena autonomia, con il Collegio sindacale dell’ente e con la società incaricata della revisione dei bilanci dell’ente stesso.

La comunanza di schema logico tra ciò che è richiesto dal d.lgs. 231/2001 e i principi di governance analizzati nei paragrafi precedenti non deve far propendere per una sostituzione del Sistema di controllo interno con un Modello di organizzazione e gestione. Quest’ultimo si focalizza solo sulla riduzione dei rischi di carattere normativo, non mira all’efficienza ed efficacia necessaria a raggiungere la mission aziendale. In altri termini il Sistema di Controllo Interno è di per sé un concetto più vasto del “Modello 231”.48

47

Compito dell’Organismo è vigilare sul funzionamento del “modello”, cioè sulla rispondenza di questo alla concreta organizzazione dell’ente, sulla reale idoneità del “modello” a prevenire i reati considerati dal decreto n. 231, sull’osservanza del “modello”, cioè sul concreto ordinario rispetto da parte di quanti siano interessati dallo stesso, nonché curare l’aggiornamento del “modello”, cioè verificarne l’opportunità, l’adeguatezza, l’efficacia, l’aderenza alla normativa e suggerirne all’organo decisionale gli adeguamenti opportuni. Cfr. ANIA - Linee guida per il settore assicurativo Ex art. 6, comma 3, d.lgs. 8.6.2001, n. 231(responsabilità amministrativa delle imprese di assicurazione), Roma, 2003, pag. 13

48

PARRETTA E. – Controllo interno e assicurazioni. L’attività dell’Internal Auditor nel sistema di governance delle imprese assicuratrici, FrancoAngeli, Milano, 2007, op. cit., pag. 72.

95

CAPITOLO III

LA FUNZIONE ANTIRICICLAGGIO NELLE AZIENDE DI

ASSICURAZIONE: PROFILI FUNZIONALI