7.6 La valutazione dell’intervento di formazione
7.6.3 L’approccio sistemico
7.6.3.1 Il processo di valutazione
L’approccio sistemico alla valutazione del processo formativo consente di modificare l’ottica del valutatore, spostando l’attenzione dal prodotto finito al contesto in cui l’azione formativa si sviluppa.
L’approccio sistemico si basa su alcune considerazioni di fondo:
La formazione rappresenta un subsistema aperto collegato ad altri subsistemi. Ciò determina la necessità di analizzare le relazioni tra gli obiettivi dei subsistemi ed integrare gli obiettivi dei piani di formazione con gli obiettivi generali dei piani aziendali.
La formazione è un processo e occorre scomporlo tenendo conto delle variabili di input e output in ogni fase;
La valutazione è un processo parallelo al processo di formazione. È necessario scomporre e integrare il processo di valutazione, disponendo di un sistema informativo che assicuri l’acquisizione dei dati necessari, in ogni fase, per decidere il passaggio alla fase successiva.
Concepire la valutazione come una sequenza di fasi parallele alle fasi tipiche della formazione significa entrare in una logica di controllo di processo.
Controllo degli input, delle attività, degli output e degli attori che entrano in gioco in ogni fase per far si che il risultato di processo porti ad un prodotto formativo coerente alle premesse iniziali.
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PROCESSO DI FORMAZIONE PROCESSO DI VALUTAZIONE
Processo di formazione e di processo valutativo - Carnevale C., La valutazione degli investimenti in formazione, 2003
Il vantaggio di concepire la valutazione non come un checkpoint ma come un processo parallelo è un vantaggio di efficacia aumentando la probabilità che l’output del processo formativo corrisponda ai risultati attesi.
Inoltre vi è anche un vantaggio di efficienza: riduce il lungo ciclo di vita del prodotto formativo, lo spreco di risorse finanziarie e professionali.
La valutazione non è una misurazione terminale di conoscenza, capacità e atteggiamenti acquisiti dai partecipanti, ma è una raccolta di dati necessari per il processo decisionale del training cycle.
Il processo di valutazione in un ottica sistemica prevede una sequenza di procedure di raccolta di informazioni, analisi e feedback informativo. Ciascun ciclo (che rappresenta una fase distinta di valutazione) è da intendersi portatore di un contributo specifico per la definizione della valutazione globale.
ANALISI DEI BISOGNI
DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI PROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO RELIZZAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO VALUTAZIONE CONGRUENZA OBIETTIVO/PROGETTO VALUTAZIONE DELL’INTERVENTO FORMATIVO SI NO SI NO VALUTAZIONE CONGRUENZA BISOGNI/OBIETTIVI
VALUTAZIONE DEL RUOLO DELLA FORMAZIONE
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Carnevale C., La valutazione degli investimenti in formazione, 2003
1) Nella prima fase che prevede la valutazione del contesto si tenta di ricostruire la situazione dell’assetto organizzativo per individuare gli elementi di cui si auspica il mantenimento e quelli di cui si progetta il cambiamento.
Il problema principale è rappresentato dall’identificazione delle possibili discrepanze tra lo stato corrente dell’organizzazione e quello desiderato. L’analisi delle componenti e delle condizioni organizzative che sembrano essere all’origine delle discrepanze, possono suggerire la direzione verso cui orientare gli interventi di cambiamento.
ANALISI DEI BISOGNI
RIDEFINIZIONE DEI BISOGNI PROGETTAZIONE DELL’INTERVENTO ANALISI DELLA GENERALIZZABILITA’ DEI RISULTATI ANALISI DI EFFICACIA ED EFFICIENZA DELL’INTERVENTO REALIZZAZIONE DELL’INTERVENTO VALUTAZIONE PROSPETTICA VALUTAZIONE CONSUNTIVA VALUTAZIONE DEL PROCESSO VALUTAZIONE DELL’INPUT VALUTAZIONE DEL CONTESTO FEEDBACK FEEDBACK FEEDBACK FEEDBACK FEEDBACK
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2) Nella seconda fase che prevede la valutazione degli input si redige una sorta di inventario delle risorse disponibili e delle strategie operative adottate nella gestione delle risorse umane per selezionare i progetti che meglio si adattano alle esigenze di cambiamento individuate dalla fase precedente.
Si procede dunque alla formulazione degli obiettivi da assegnare al programma ed alla scelta della struttura dell’intervento con contenuti e metodi.
Occorre determinare il metodo di valutazione selezionando gli strumenti di raccolta delle informazioni e programmando le operazioni in funzione del tipo di obiettivi assegnati al programma.
3) Nella terza fase che prevede la valutazione del processo, si determina la raccolta delle informazioni sull’andamento del programma .
Il problema principale è l’individuazione dei fattori di disturbo che potrebbero avere influenzato l’attuazione del programma pregiudicando in qualche modo i risultati.
4) Nella quanta fase che prevede la valutazione consuntiva è possibile formulare un giudizio valutativo complessivo, recuperando le informazioni elaborate nelle fasi precedenti.
La raccolta dei dati relativi a modificazioni nelle prestazioni dei partecipanti viene integrata dal confronto con i dati relativi a gruppi di controllo, misurazioni pre-intervento, standard operativi. Il processo si chiude verso le nuove esigenze di cambiamento dell’assetto organizzativo e le eventuali modifiche del programma di formazione.
Bibliografia:
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CARDUCCI, PIERO, La valutazione degli investimenti in formazione Piero Carducci con la collaborazione di Raffaele Puglirsi, L’Aquila, 1995.
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GABRIELLI GABRIELE, People Management, 2010.
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CAPITOLO OTTAVO
IL CASO UNICOOP FIRENZE
8.1 DEFINIZIONE DI COOPERATIVA E CARATTERISTICHE DISTINTIVE
La cooperativa è una società autonoma, democraticamente controllata, di proprietà comune di persone che si uniscono volontariamente per soddisfare esigenze economiche, sociali e culturali (Alleanza Cooperativa Internazionale 1995).
L’impresa cooperativa differisce dalle società di capitali per i seguenti elementi:
La rappresentatività dei soci; nelle società di capitali la rappresentatività dei soci è in proporzione alle quote o azioni e i soci sono legittimati a partecipare in base al conferimento del capitale sociale, dunque conta di più chi mette più soldi; nell’impresa cooperativa invece vige il principio “una testa un voto”, quindi ogni socio conta in egual misura in assemblea e la quota sociale è uguale per tutti.
Gli scopi dell’impresa; nella società di capitali vi è uno scopo lucrativo e la società deve produrre utili per valorizzare il capitale di rischio conferito dai soci; nell’impresa cooperativa invece vi è uno scopo mutualistico e si devono soddisfare gli interessi economici, sociali e culturali dei soci-utenti o lavoratori, dunque l’utile è un mezzo per il raggiungimento dell’obiettivo.
La titolarità del patrimonio; nella società di capitali il patrimonio appartiene agli azionisti in proporzione all’ammontare delle quote di capitale conferito; nell’impresa cooperativa invece il capitale sociale è di patrimonio della cooperativa stessa e deve essere preservato per le generazioni future.
La struttura organizzativa; nella società di capitali vi è una “democrazia di capitale”, ovvero è possibile diventare soci solo a fronte di aumento di capitale o della cessione di quote di un altro socio; la maggioranza del capitale elegge gli organi direttivi e “comanda”. Nell’impresa cooperativa, invece chiounque può diventare socio, secondo il principio della porta aperta, e determinare l’elezione degli organi direttivi.
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L’utile di esercizio; nella società di capitali è destinato agli azionisti e viene ripartito dai soci in proporzione alle quote di capitale conferito. Nell’impresa cooperativa, invece, l’utile è indivisibile e viene accantonato a riserva per lo sviluppo e la solidarietà della cooperativa; gli utili vengono utilizzati per sostenere il fondo mutualistico di promozione e sviluppo delle cooperative.
Nella cooperativa di consumatori, diversamente dalle cooperative sociale, i lavoratori possono essere anche soci, ma non necessariamente devono essere soci lavoratori. La cooperativa è un’organizzazione di consumatori nata con lo scopo di:
Tutelare il potere d’acquisto; Garantire la salubrità dei cibi; Promuovere la crescita culturale.