1.3 Il nominativo pro vocativo: verso una definizione
1.3.3 Il rapporto tra neutralizzazione e sincretismo
La nozione di neutralizzazione è stata formalizzata e racchiusa all’interno di confini ben definiti nell’ambito della marcatezza soltanto sul piano di analisi fonologico. Tuttavia, con l’estensione del concetto ai livelli di analisi dotati di significato, si è visto come la neutralizzazione non riesca a identificare tutte le nuove funzioni attribuite al membro non marcato.
Fuori dall’ottica privativa della fonologia strutturalista, la neutralizzazione continua a costituire un concetto non univoco e assai dibattuto; da un punto di vista morfosintattico viene spesso confusa con il sincretismo o con l’omonimia. L’obiettivo di questo paragrafo è quello di chiarire le relazioni che intercorrono tra neutralizzazione, omonimia e sincretismo, così da riuscire a comprendere in che modo e per quali motivazioni il fenomeno del nominativo pro vocativo, e della sostituzione tra casi in generale, si discostino da essi.
Con omonimia si intende generalmente la combinazione di più valori in un’unica forma, cosicché la forma in questione possa occorrere in più di un contesto sintattico. Tale fenomeno comporta la manifestazione di differenti tipi di asimmetria tra i paradigmi flessivi di una lingua, a seconda delle modalità in cui le celle del paradigma confluiscono87. A volte i termini sincretismo e omonimia vengono usati indistintamente ma, secondo alcuni studiosi, sarebbe più opportuno differenziare i due concetti e considerare come manifestazione del sincretismo solo i casi di omonimia sistematica:
87
«When the inflectional homonymy is systematic, we speak of syncretism, and homonymous forms of a paradigm are called syncretic»88.
Il fattore diacronico è uno dei criteri di verifica della sistematicità, anzi, per alcuni, il solo criterio che identifichi il vero sincretismo: «Il termine “sincretismo” […] dovrebbe essere riservato a fenomeni di natura diacronica, e denotare quindi un mutamento formale e funzionale all’interno di un paradigma tra un determinato stadio linguistico e uno successivo. Il sincretismo dell’ablativo e dello strumentale in latino, ad esempio, ha modificato il sistema dei casi: rispetto ai valori dell’ablativo e dello strumentale i.e., l’ablativo latino esprime un nuovo valore»89. In quest’ottica, il risultato del sincretismo sarebbe la polisemia90.
Da un punto di vista diacronico, inoltre, il sincretismo andrebbe motivato a livello morfosintattico; non è sufficiente che sia semplicemente il risultato di un mutamento fonologico casuale. Un esempio di quest’ultimo tipo è osservabile nella confluenza del nominativo e dell’accusativo singolare latino nei nomi della prima declinazione nel latino volgare, conseguenza della regolare caduta della desinenza di accusativo -m91.
Il sincretismo come risultato del mutamento morfosintattico può essere invece illustrato dallo sviluppo del dativo e del locativo singolare protoindoeuropeo, combinati, nel greco antico, nel caso tradizionalmente riconosciuto come dativo.
Tale confluenza non deriva da cause fonetiche, poiché altrimenti le due forme sarebbero rimaste distinte in un tema in -i e un tema in consonante, in linea con le leggi di suono attive nel passaggio dal proto-indoeuropeo al greco antico92.
Quello diacronico non è però l’unico parametro che contribuisce a rilevare il grado di sistematicità dell’omonimia. Haspelmath, ad esempio, vi aggiunge i criteri qualitativi e quantitativi, ammettendo che il sincretismo possa essere analizzato anche da un punto di vista sincronico93. 88 Haspelmath (2002: 137). 89 Pozza (2003: 2). 90
«Synkretismus von Homophonie abzugrenzen, während in diachroner Perspektive das Ergebnis des Synkretismus die Polysemie zu sein scheint» (Luraghi 2000: 638).
91
Luraghi (2000) e Meiser (1992: 190), ad esempio, chiamano questi casi rispettivamente
homophony e synemptosis – sul modello dei grammatici greci – per distinguerli dal sincretismo.
92
Baerman-Brown-Corbett (2005: 5 e segg.).
93
Il criterio quantitativo considera l’estensione dell’omonimia nelle diverse classi flessionali in modo da mostrarne il suo grado di sistematicità: in latino l’omonimia di dativo e ablativo al plurale è presente in tutte le classi flessive e dunque, è più sistematica dell’omonimia tra i due stessi casi al singolare, visibile solo nella seconda declinazione.
Il criterio qualitativo rivela se la forma sincretica sia in grado o meno di adempiere simultaneamente a due richieste sintattiche differenti; è certamente un parametro più rilevante del precedente poiché mette in luce l’eventuale correlazione delle forme sincretiche anche nella mente del parlante. In tedesco, il verbo spielen (pres. indic. I e III plur.) rappresenterebbe un caso di sincretismo, diversamente da spielt (pres. indic. III sing. e II plur.), forma che non può essere usata nella stessa frase per riferirsi contemporaneamente alla terza persona singolare e alla seconda plurale94.
Baerman, Brown e Corbett considerano il sincretismo esclusivamente a livello sincronico, «as a cover term that will apply to all instances of inflectional homophony, regardless of their origin or interpretation; indeed, this is how the term was first used by Pott (and Bindseil) in 1836»95 e preferiscono riferirsi ad esso ricorrendo alle seguenti definizioni che pongono in rilievo il disallineamento che il sincretismo crea tra morfologia e sintassi:
- «the situation where the morphology ‘lets down’ the syntax»; - «a mismatch between syntax and morphology»;
- «the failure to make a morphosyntactically relevant distinction»96.
È opportuno precisare, dunque, che, dal loro punto di vista, il sincretismo prevede l’identità delle celle all’interno di un paradigma morfosintattico e, dunque, coincide con un’omonimia flessionale97.
È in questo quadro che i tre studiosi introducono la neutralizzazione, presentata come uno specifico significato del sincretismo. Questa si verifica quando la mancata distinzione
94
Cfr. le seguenti frasi, la prima delle quali è agrammaticale: *Entweder Bierhoff oder ihr spielt
gegen Bulgarien ‘o Bierhoff o voi giocherete nella partita della Bulgaria’ vs Entweder wir oder sie spielen gegen Bulgarien. ‘O Bierhoff o tu giocherete nella partita della Bulgaria’. (Haspelmath
2002: 138). 95 Baerman-Brown-Corbett (2005: 7). 96 Baerman-Brown-Corbett (2005: 1-2). 97
«As we have characterized it, syncretism involves the identity of cells within an assumed morphosyntactic paradigm» (Baerman-Brown-Corbett 2005: 13).
formale di determinati valori sintattici di una categoria riflette la perdita di rilevanza sintattica di questi ultimi in un determinato contesto.
In altre parole, la neutralizzazione corrisponde a una precisa tipologia di sincretismo, che avviene sistematicamente all’interno di un’intera categoria: per perdere rilevanza sintattica, non deve esserci nessun riferimento al valore di quel tratto categoriale in particolari condizioni.
In The Syntax-Morphology Interface98 viene fornito l’esempio dal russo, in cui le classi dei pronomi, degli aggettivi e dei verbi, che normalmente distinguono tre generi e due numeri, non mostrano la distinzione di genere al plurale; questa rimarrà visibilmente espressa soltanto nel nome testa.
La categoria di genere, in russo, è pertanto considerata sintatticamente irrilevante al plurale e tale irrilevanza è visibile nell’assenza di espressione formale del tratto di genere sugli aggettivi nelle frasi seguenti99:
knig-i interesn-y
morfologia: libro(F)-PL.NOM/ACC interessante-PL
sintassi: libro(F)-PL.NOM interessante-PL
‘i libri sono interessanti’
rasskaz-y interesn-y
morfologia: racconto(M)-PL.NOM/ACC interessante-PL
sintassi: racconto(M)-PL.NOM interesting-PL
‘i racconti sono interessanti’
predloženi-ja interesn-y
morfologia: proposta (N)-PL.NOM/ACC interessante-PL sintassi: proposta(N)-PL.NOM interessante-PL
‘le proposte sono interessanti’.
98
Baerman-Brown-Corbett (2005: 30).
99
La perdita di rilevanza sintattica del valore di una determinata categoria in una precisa circostanza richiama il modello di Greenberg, il quale, cercando un corrispettivo della neutralizzazione fonologica negli altri livelli di analisi linguistica, formula la nozione di neutralizzazione contestuale, un parametro utile – a detta dello studioso – per individuare il membro non marcato dell’opposizione100.
Haspelmath, sebbene non utilizzi il termine esplicito di neutralizzazione, introduce un concetto analogo, parlando di «vagueness of the form respect to the categories»101. L’esempio che riporta fa riferimento al sistema dei casi dell’arabo in cui il genitivo e l’accusativo, morfologicamente distinti al singolare, presentano la stessa forma di plurale in tutti i paradigmi.
Dagli esempi forniti nei lavori di Haspelmath e di Baerman, Brown e Corbett, sembrerebbe, pertanto, che la neutralizzazione così intesa si differenzi da un’omonimia qualsiasi e equivalga al sincretismo quando questo si verifica sistematicamente in un determinato contesto. Bisogna però specificare che questa particolare accezione di sincretismo finora descritta (chiamata neutralizzazione da Baerman, Brown e Corbett) avviene solo a livello paradigmatico; la neutralizzazione, tuttavia, può manifestarsi anche a livello sintagmatico102.
Mostrare entrambi gli aspetti – sintagmatici e paradigmatici – della neutralizzazione morfosintattica è proprio l’obiettivo primario che si prefigge Trnka (1958). Lo studioso, ad esempio, menziona la neutralizzazione nelle lingue dravidiche tra singolare e plurale in tutte le posizioni sintagmatiche eccetto quella di soggetto e ribadisce che «neutralization is an important linguistic phenomenon affecting all levels of structural analysis of languages, both “paradigmatic” and “syntagmatic”»103.
100
«[…] contextual neutralization or simply neutralization where the context makes it clear that we are dealing with nonphonological matters. In certain environments the opposition between two or more categories is suppressed, and it is the unmarked member which appears. In Hungarian, Turkish and certain other languages only the singular form of nouns may appear with cardinal numbers. This is obviously the closest analogue to neutralization in phonology» (Greenberg 1966: 28-29).
101
Haspelmath (2002: 138).
102 «The paradigmatic type of the morphological neutralization […] consists in the exclusion of a
distinctive feature from combination with other specified features of the same level. […] The suppression of morphological oppositions occurs also under syntagmatic conditions in many languages» (Trnka 1958: 865).
103
È possibile, dunque, concludere che, da un punto di vista sincronico, la neutralizzazione non coincide con un particolare tipo di sincretismo quanto piuttosto costituisce una macrocategoria in cui tale sincretismo (sistematico), esclusivamente paradigmatico, è incluso.