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Il Regio Corpo Truppe Coloniali dell’Eritrea

Capitolo 1: storiografia, contesto storico, storia dei corpi militari

1.4. Storia e sviluppo dei corpi militari

1.4.3 Il Regio Corpo Truppe Coloniali dell’Eritrea

Come abbiamo visto, il primo nucleo degli ascari eritrei va ricercato negli irregolari egiziani, i basci-buzuk - letteralmente “teste-matte” o “teste sventate” in turco – che gli Italiani trovarono letteralmente ad attenderli dopo l’acquisizione di Assab e di Massaua. Il colonnello Tancredi Saletta, sbarcato in Eritrea nel Febbraio 1885, redigendo un rapporto diretto al Ministero della Guerra, fornì un ritratto desolante dei

basci-buzuk:

“Disprezzo e odio segreto: parimenti sembrano ammirare l’ordine e la disciplina delle truppe italiane, ma v’è taluno che invece afferma che al contrario di quanto all’esterno dimostrano, essi non hanno una grande stima del nostro soldato. Sebbene sia molto difficile scrutare il loro sentimento sincero sulla nostra occupazione di questa contrada, pure è credibile ch’essi abbiano in odio la nostra venuta; poiché essi sono musulmani per la massima parte, sono nemici di chi non professa la religione dell’Islam, ed anzi da alcuni ritenuti come taciti partigiani del Mahadi.”134

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Queste iniziali truppe di scarsa affidabilità vennero sottoposte a un processo che in meno di un decennio le portò ad essere un efficiente strumento di conquista coloniale. Loro impiego primario nel periodo iniziale della presenza italiana fu quello di truppe irregolari, divisi in Orda Esterna e Orda Interna. Con l’assorbimento dei basci-buzuk all’interno dell’apparato militare, gli italiani mantennero i gradi egiziani, di derivazione ottomana, per queste truppe: sangiak (maggiore), jusbasci (sottotenente),

bimbasci (capitano) and buluk-basci (capitano di plotone) continuarono ad essere impiegati, assieme a buluk, (plotone), halai, (battaglione) e tabur, (compagnia). Le condizioni ambientali e la necessita di rendere l’impresa d’Africa economicamente vantaggiosa resero l’impiego di queste truppe indigene una scelta obbligata. Neppure il sospetto che la sconfitta nella battaglia di Dogali del 26 gennaio 1887 fosse dovuta alle loro scarse qualità convinse i comandi italiani a abbandonare l’impiego di reparti indigeni.

Nel giugno 1887 le truppe indigene ammontavano a circa 2.000 effettivi135. L’anno successivo, il nuovo comandante della colonia, generale Antonio Baldissera, sottopose al governo italiano una serie di proposte di riforma militare volte a trasformare gli irregolari indigeni in truppe regolari territoriali. Un iniziale piano di Baldissera che prevedeva la creazione di otto battaglioni fu ritenuto eccessivo, e ne vennero reclutati inizialmente quattro; furono istituiti i campi famiglia, nonostante Baldissera avesse proposto di reclutare solo fra i celibi, e i basci-buzuk divennero ascari. Il ruolo di forze irregolari fu mantenuto dalle bande comandate da capi locali.

Con Regio Decreto del 30 giugno 1889 le forze indigene dell’Eritrea vennero riunite nel Reggimento di Fanteria Indigeni, che contava 3.265 uomini di truppa136. Tale reggimento fu sciolto nominalmente l’anno successivo, e l’11 giugno 1891, furono costituite le Regie Truppe d’Africa, che riunivano i militari metropolitani e quelli indigeni. La forza complessiva di questa nuova formazione ammontava a 2.115 italiani e 4.416 ascari, più un numero imprecisato di gregari delle bande137. Da questo momento in poi gli ascari eritrei furono impiegati sia per consolidare l’espansione della colonia a danno dell’Etiopia, sia per contrastare le incursioni di razziatori esterni, specialmente quelle dei dervisci mahdisti, che dal Sudan minacciavano il confine settentrionale della colonia.

135 Ibidem, p. 34

136 Cesare Cesari, Contributo alla Storia delle Truppe Indigene della Colonia Eritrea e della Somalia

Italiana, (Città di Castello, 1913), p. 10

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A inizio 1896, alla vigilia della battaglia di Adua, otto battaglioni eritrei erano stati costituiti. Il Generale Baratieri non li impiegò tutti nello scontro con le forze di Menelik II, lasciandoli principalmente di presidio lungo la linea difensiva della colonia. Ciononostante 2.000 ascari circa persero la vita durante la battaglia138. Nel periodo successivo ad Adua, che vide un generale smantellamento dell’amministrazione militare della colonia in favore di una civile, fu prima ridotto l’organico dei battaglioni indigeni, e poi il numero dei battaglioni stessi. Con Regio Decreto, il 14 novembre 1902 le truppe indigene erano raccolte nel Regio Corpo Truppe Coloniali, su un massimo di quattro battaglioni139.

Nonostante il ruolo degli ascari eritrei fosse diventato principalmente quello di forza di sicurezza interna, non mancò il loro impiego su altri fronti. Nel 1908 alcune compagnie eritree furono impiegate in Somalia per l’occupazione dello Uebi Scebeli e per la sottomissione del popolo Bimal.

Con la guerra Italo-Turca e le successive operazioni di repressione coloniale in Libia, gli ascari eritrei tornarono alla ribalta sul palcoscenico militare italiano.

Nel 1912 fu ricostituito il V battaglione eritreo per un primo impiego in Libia, ricevendo poi gli onori militari durante una parata a Roma al cospetto del re. Lo seguirono nel giro di pochi mesi i ricostituiti VII e il VI, inaugurando un sistema di turnazione mensile dell’impiego in Libia che coinvolse sempre più battaglioni eritrei. Questo sistema proseguì anche durante le operazioni di riconquista della Libia portate avanti dal 1922 al 1932, portando migliaia di ascari eritrei e etiopici a servire in Libia. Fu infatti durante la guerra di Libia e le successive operazioni che iniziò a consolidarsi l’arruolamento in Eritrea personale di oltre confine, da aggregare in battaglioni misti da impiegare esclusivamente al di fuori della colonia.

Il periodo interbellico è caratterizzato da una certa incertezza riguardo ai numeri degli ascari eritrei, ma nel biennio 1919-1920 il numero degli effettivi pare aggirarsi intorno ai 15.000140, ridottisi a 4.507141 nel 1925.

138 Ibidem, p. 21 139 Ibidem, p.28

140Volterra, Sudditi Coloniali, cit., p.43 141 Ibidem, cit., p.62

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La preparazione della guerra d’Etiopia portò il Regio Corpo Truppe Coloniali dell’Eritrea a potenziare notevolmente il proprio organico. La forza del corpo allo scoppio della guerra si aggirava intorno ai 55-60.000 ascari142.

Gli ascari eritrei non furono solamente impiegati nella campagna di conquista dell’Etiopia, ma anche nella sanguinosa e logorante campagna di polizia coloniale che seguì la conquista, contro i nuclei di resistenza etiopica. Durante questo periodo e fino allo scoppio della guerra, il Regio Corpo probabilmente contava intorno ai 55-70.000 ascari reclutati143, ma la documentazione a riguardo non offre numeri precisi.