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CAPITOLO III: LE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA: UNA STORIA

3.2 LE FONDAZIONI DI ORIGINE BANCARIA A CONFRONTO CON IL MONDO

3.2.3 GRAN BRETAGNA

3.2.3.2 Il Sistema Bancario Britannico

Il sistema bancario britannico ebbe le sue origini nel 1716, anno nel quale James Wood, commerciante in seterie e drapperie di Bristol fondò la prima casa bancaria di provincia. L’espansione decisa di questo tipo di istituti è invece successiva al 1760, anni in cui le banche private di questo tipo si diffusero a macchia d’olio.

“Le loro origini furono diverse. Vaughan di Gloucester aveva cominciato facendo l'orefice, Gurney di Norwich fabbricava pettinato e Smith di Nottingham era un ex-negoziante di seterie. Nelle zone agricole dell'Inghilterra era spesso il locale commerciante di cereali che si trasformava gradualmente in banchiere”152 Con lo sviluppo della manifattura, i proprietari di industrie, tra cui Arkwright, Wilkinson, Walker e la ditta di Boulton e Watt, fondarono banche proprie, sia con il fine di disporre di contanti per il pagamento dei salari e poter emettere cambiali in caso di rimesse, ma anche per cercare una nuova fonte di investimento per il loro capitale attraverso il prestito. Facevano parte di queste

152 Guido Marenco, La rivoluzione industriale, capitolo 8: capitale, banche e capitalisti, Disponibile

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famiglie anche i Lloyd, i Barclay e non solo, che hanno dato vita ad alcuni tra i più grandi gruppi bancari britannici.

Lo sviluppo però non fu certo facile, infatti si assistette ad una serie copiosa di fallimenti bancari che terminò attorno al 1790, anno in cui esistevano circa quattrocento banche private153. Il fallimento era provocato dalla possibilità o meno di sostenere il credito da parte della Banca di Inghilterra, la quale elargiva prestiti in periodi floridi per l’economia, ma non poteva fare altrettanto in periodo di guerra.

Il fallimento delle banche causato comunque oltre che dalla condizione politica britannica anche da una scarsa oculatezza nella gestione di questi enti bancari portava con se anche il fallimento degli industriali e dei commercianti insieme a tutti i possessori dei suoi biglietti di banca.

Il sistema britannico fu artefice in questi anni di un costante sviluppo trainato dall’introduzione di nuovi strumenti finanziari incentivati da prestiti al governo, che dava in cambio titoli cartacei che andavano dai buoni a breve termine quali gli "Exchequer" e i "Navy Bills" sino ai così detti "Consols" a lungo termine, che potevano essere facilmente collocati sul mercato, provocando flussi positivi per le banche. 154

Durante gli anni ’20 in seguito anche ad una importante crisi che fece fallire un gran numero di istituti bancari si decise, sotto la spinta di Joplin155 di concedere la possibilità alle banche di formare società per azioni, con responsabilità limitata. Questi provvedimenti portarono alla nascita di grandi banche come la London & Westminister Bank156 nel 1933.

Il sistema bancario inglese si caratterizzò per un organizzazione su tre livelli corrispondenti ai settori di intervento nei quali operavano gli istituti bancari:

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Dati Disponibili all’indirizzo http://digilander.libero.it/moses/rivindu8.html.

154 http://digilander.libero.it/moses/rivindu8.html

155 Banchiere di Newcastle che aveva fatto propaganda per l’introduzione di banche costituite in società

per azioni e promotore anche della Provincial Bank of Irelad.

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1- Il primo era composto dalle “deposit banks”, cioè un insieme di banche tra cui in primis le clearing banks157. L’attività principale di queste banche era quella di raccolta del risparmio a breve termine attraverso i propri sportelli in modo capillare su tutto il territorio inglese.

2- La seconda categoria comprende le secondary banks le quali si specializzarono nell’intermediazione sui mercati finanziari internazionali del risparmio raccolto. La loro attività non era neanche subordinata alla supervisione della banca centrale.158

3- Infine la terza species esercitava le proprie funzioni tramite concessione di mutui ipotecari controllati dalle building societies e un successivo investimento del risparmio raccolto in titoli emessi da enti pubblici per finanziare gli stessi. L’attività veniva messa in atto con organizzazione simile a quella dei precedenti due settori, cartelli tra le maggiori società e distribuzione capillare sul territorio.

Con il Banking Act del 1979 assistiamo al primo testo che regola compiutamente l’attività bancaria. Con questo provvedimento si istituirono i due livelli dell’organizzazione, che fu denominata Two Tier System:

1- Al primo livello erano presenti le banche riconosciute (recognised banks), le uniche denominate come “banks”, in questa categoria erano presenti esclusivamente i soggetti bancari più importanti e potenti, che venivano riconosciuti dalla Banca d’Inghilterra.

2- Al secondo livello erano presenti le istituzioni autorizzate alla raccolta di depositi (authorised deposit taking institutions) soggetti residuali agli altri, che erano sottoposti ad un ferreo controllo.

157 Dopo il 1909 si assiste ad una serie di fusioni che determinarono la nascita della London, County &

Westminster e la crescita della Midland della Lloyds, della Barklays e della National Provincial, le cosiddette big five del tempo che avrebbero mantenuto l’egemonia fino al 1960, anno nel quale si fusero la Westminister e la National Bank e quindi diventarono quattro.

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“In questa classe rientrava un “insieme alquanto eterogeneo di banche: quelle estere con sede a Londra, le British overseasbanks, le Commonwealth banks, i consorzi bancari, le accepting house e anche società sussidiarie costituite dalle deposit banks.” Gola C. e Roselli A., Verso un sistema bancario e finanziario europeo? Il sistema bancario del Regno Unito e la riforma della vigilanza, in Quaderni di ricerche n.42, Ente per gli studi monetari, bancarie finanziari, Einaudi, 2003.

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Two Tier System che fu abolito nel 1987 tramite il Bancking Act, eliminando i limiti al passaggio da un livello all’altro. L’obiettivo di questa legge era quello di realizzare un sistema creditizio fondato su un prototipo di banca universale, un soggetto capace quindi di poter operare in tutte le attività bancarie, da quelle tradizionali di deposito, a quelle finanziari.159

Obiettivo che si andò sempre di più a formare, tramite la predisposizione di una sempre più massiccia deregulaton sui mercati finanziari e la formazione di gruppi multifunzionali di grandissime dimensioni, fu quella di fornire servizi di ogni genere andando oltre l’iniziale settorialità del sistema bancario britannico.

Per quanto riguarda il modello di vigilanza del controllo sul settore bancario, l’approccio britannico è da sempre stato improntato su un controllo “informale” e “ampiamente auto-regolato”160

Fin dagli anni ’80 si discusse sulla possibilità di liberalizzare il mercato bancario, disegno che come abbiamo visto si è poi verificato in maniera compiuta. Di pari passo si è sviluppata anche una necessità di regolare e sottoporre a maggior controllo il settore bancario attraverso l’istituzione nel 2000 della Financial Services Authority161 introdotta dal Financial Services and Markets Act.