• Non ci sono risultati.

Capitolo III: Zona di costa e Lunigiana due sistemi molto diversi

3.2 Gli indicatori Socio-Economici

3.2.3 Il tasso di disoccupazione

Altro elemento fondamentale per un’analisi di tipo classico è il ricorso al tasso di disoccupazione medio UE, che rappresenta uno dei parametri di riferimento ai fini della definizione delle aree svantaggiate.

Negli ultimi anni, prima del periodo di recessione, il tasso di disoccupazione nazionale tende a uniformarsi con quello medio europeo per mantenersi, seppur di poco, inferiore alla media UE (Ue 27) sino alla primavera del 2012, quando i disoccupati, a causa degli effetti della crisi, diventano molti, portando il tasso complessivo dei disoccupati al 10,7%. Anche a livello regionale, il 2012 segna un punto di rottura netto con il passato, con un aumento rapido dei disoccupati che raggiungono percentuali superiori all’8% a fine 2013.

Seppur strutturata, dal punto di vista dell’occupazione settoriale, abbastanza in linea con i dati regionali e nazionali, l’offerta di lavoro della Provincia di Massa- Carrara non riesce a colmare il divario occupazionale rispetto al benchmark di riferimento regionale, per via, probabilmente dello scarso peso dell’industria, degli occupati del settore agricolo e del maggior impiego di lavoratori nel settore delle costruzioni, settore pesantemente colpito dalla crisi (Fig. 22)

75

Figura 22: La struttura del mercato del lavoro a Massa Carrara (2013) e l’andamento del tasso di disoccupazione (2004-2013)

76 Il comparto produttivo provinciale ha risentito in maniera più consistente della crisi, a causa, soprattutto, della poca propensione alle sfide che richiede un mercato più eterogeneo, più competitivo e adatto, altresì, a un format dimensionale senz’altro più grande rispetto alla piccola impresa locale. Questa situazione connota la Provincia di Massa-Carrara di una percentuale di disoccupati attorno al 12%, ben sopra il dato regionale (Fig. 22 ) ed in linea con il benchmark nazionale.

Il dramma dell’occupazione, negli ultimi anni, è un problema molto articolato e complesso, accentuato, senz’altro, dalla grave crisi economica attuale; in Lunigiana, area rurale che produce, di norma, il 20% del PIL provinciale, il problema delle possibilità d’impiego assume caratteri strutturali, dovuto alla mancanza d’opportunità di posti di lavoro in settori, invece, strategici a livello provinciale e a causa delle scarse possibilità occupazionali offerte dal territorio. Seppur con dinamiche e risposte diverse, il territorio della Lunigiana è stato oggetto di un processo storico declinante dal punto di vista economico, che è coinciso con la fine del secolo scorso; dall’inizio del nuovo millennio abbiamo, però, un’inversione di tendenza, con una fase di cambiamento che ha innescato la crescita di nuovi modelli di sviluppo che vanno dal turismo rurale, l’arte e la cultura e le nuove attività terziarie.

Nella piana di Luni, per ragioni storiche-culturali e per condizioni migliori di accessibilità, il mercato del lavoro vive del pendolarismo verso la più vicina e maggiormente accessibile Provincia de la Spezia, seppur in una dinamica piuttosto poco propensa allo spostamento.

Il confronto con i riferimenti provinciali, regionali e con la zona di costa (Fig. 23), evidenzia una situazione del mercato del lavoro con valori di disoccupazione superiori al dato regionale, ma migliori rispetto all’area di costa, dove la crisi ha colpito più pesantemente.

La particolare struttura industriale apuana, lo scarso peso nell’economia locale rispetto al resto della Toscana e la concentrazione sulle attività industriali a vocazione maschile, spiegano una parte delle difficoltà occupazionali femminili

77 sull’intera provincia e in particolar modo in Lunigiana dove, in generale, è assai minore la presenza delle industrie manifatturiere.

Figura 23: Il tasso di disoccupazione a confronto con i valori Provinciali e Regionali e l’incidenza delle imprese femminili

Anni 2004 -2013 Tasso di disoccupazione %

Sistemi territoriali 2004 2013

Costa 7,5 12,5

Lunigiana 9,0 11,1

Provincia MS 7,9 12

Toscana 5,2 8,7

Fonte: Elaborazione su dati ISR-CCIAA-MS-2014

La conseguenza principale di questa situazione produttiva determina una maggiore propensione all’attività imprenditrice del mondo femminile che trova riscontro sia in rapporto al dato regionale sia a quello nazionale (Fig.23).

Seppur investita da un processo di terziarizzazione, l’economia della Lunigiana è sempre stata focalizzata sull’agricoltura e sulle costruzioni, due settori colpiti

78 pesantemente dalla crisi economica e due settori a “dimensione d’uomo”, che lasciano poche possibilità d’impiego all’universo femminile (IRS-2011).

Tuttavia, nella prima decade del nuovo millennio, abbiamo avuto una progressiva riduzione del gap tra universo occupazionale maschile e femminile, frutto di un processo in corso sia a livello regionale sia locale, che ha beneficiato della maggiore attenzione alle politiche di genere, usufruendo di un maggior peso delle attività intellettuali su quelle manuali e potendo contare, inoltre, su una legislazione dotata di maggior tutela.

Peraltro, la Lunigiana presenta, storicamente, un tasso di disoccupazione abbastanza contenuto nella componente maschile, sintomo di un sistema produttivo che sembrerebbe in linea con le esigenze dell’offerta di lavoro, pur con le difficoltà strutturali di competitività dell’impresa che si legano ad una più accentuata evoluzione dell’invecchiamento della popolazione. In realtà, come anticipato, non è tanto il sistema locale lunigianese che offre posti di lavoro, ma la diffusione del fenomeno del pendolarismo verso le province limitrofe di La Spezia e Parma e la pianura Padana, prima ancora che verso Carrara e Massa (IRS-2011).

In conclusione, dall’analisi degli indicatori presi in esame si delinea, in particolar modo per la Lunigiana, un tessuto socio-economico con alcuni processi

storicamente ben radicati:

-la densità abitativa per l’intero territorio è sotto i 60 ab/kmq e ben 9 comuni su 14 presentano, statisticamente, valori inferiori ai 50 ab/kmq, ben al di sotto dello standard previsto (100 ab/kmq) per l’individuazione delle aree a ruralità più forte;

-l’altro dato piuttosto significativo, è quello relativo alla diminuzione della popolazione che rileva come, a partire dal 1985, l’intera area abbia subito una perdita di abitanti molto importante, con punte che superano il 20% nei comuni più montani, con fenomeni di riposizionamento sul fondovalle della popolazione, dovuta, essenzialmente, ad una migliore accessibilità e ad una migliore dotazione delle infrastrutture;

79

-il mercato del lavoro, invece, documenta un tasso di disoccupazione provinciale e della Lunigiana migliori rispetto alla zona di costa, ma con grandi emergenze occupazionali che investono l’universo femminile.

81

PARTE SECONDA

La pianificazione e lo sviluppo dell’agriturismo a

Massa-Carrara

82

Capitolo IV: Le iniziative a sostegno dello spazio rurale e