Capitolo VI: Il Turismo a Massa Carrara: Il turismo rurale e la domanda nelle strutture
6.2 Il turismo in Lunigiana
In linea generale, il turismo in Lunigiana ha sostanzialmente registrato un flusso dei turisti legato a doppio filo, in termini di presenze registrate, ai flussi rilevati nella fascia costiera, adeguandosi alle fasi cicliche di espansione e recessione verificatesi a maggior scala.
L’entroterra della Lunigiana ha sempre beneficiato della vicinanza all’area costiera, ormai matura e dagli spazi turistici congestionati, per riuscire a intercettarne parte dei flussi, così come il sistema turistico costiero ha sempre utilizzato (malamente e in maniera assai sporadica) le opportunità offerte dal turismo in Lunigiana per diluire le elevate stagionalità con cui si manifesta il turismo sulla costa, riuscendo ad offrire un soggiorno alternativo alla classica vacanza balneare.
Come precedentemente accennato, le presenze in Lunigiana si assestano, negli anni che precedono la crisi, attorno alle 100.000 presenze che costituiscono il 7% circa del totale della presenze complessive della Provincia. In questa fase si assiste a un processo che vede crescere la ricettività extralberghiera, che va pian piano sostituendosi a quella tradizionale alberghiera (andamento comune alle zone rurali toscane interessate dal “boom” del turismo in campagna), testimoniato dal confronto emerso tra l’inizio del nuovo millennio e l’inizio della crisi economica, ma che prosegue, altresì, anche recentemente (Fig.54).
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Figura 54: La ripartizione delle Presenze in Lunigiana negli anni 2000 e 2007 e 2012
Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana
Rispetto alla fine del secolo scorso, le presenze extralberghiere sono quasi triplicate, mentre quelle alberghiere sono diminuite di 1/3, le politiche di sviluppo dello spazio rurale hanno saputo, così, diversificare l’offerta con la nascita di numerose aziende agrituristiche e di case vacanze e affittacamere.
Nel corso degli ultimi anni, inoltre, la quota complessiva delle presenze a carico della Lunigiana riesce a raggiungere un peso maggiore sul totale provinciale, attorno al 9%, complice il calo endemico delle presenze di questi ultimi anni verificatosi nei campeggi della costa, che ne hanno decretato un’incidenza maggiore sul totale complessivo. Come avviene a livello provinciale, inoltre, anche per la Lunigiana dobbiamo registrate delle variazioni positive sui flussi turistici per l’anno 2012, che testimoniano una certa ripresa del turismo anche a livello rurale (Fig. 55).
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Figura 55: Arrivi e Presenze-Variazioni 2012/2011 per località
Fonte: Elaborazione su dati ISR-Rapporto Economia 2013 e 2014
La mancanza di armonizzazione nelle politiche di sviluppo tra i sistemi costieri e quelli interni non permette, però, una crescita consistente del comparto turistico in Lunigiana, testimoniato dall’esigua percentuale di presenze che interessa il territorio (Fig. 55), cifra che triplica, tuttavia, se si prendono in considerazione le stime sulle presenze sommerse.29
Quello relativo alle presenze sommerse è un problema che riguarda, sostanzialmente, tutto il territorio provinciale dove da sempre il turismo non ufficiale (relativo soprattutto alle seconde case) sfugge alle rilevazioni, che vengono stimate per mezzo di un complesso metodo econometrico il quale tiene conto di alcuni parametri come il consumo di energia elettrica, la produzione di rifiuti, l’acquisto dei quotidiani etc. (IRS, 2013)
In questo modo, la stima delle Presenze assume tutt’altro peso con effetti positivi riscontrabili (soprattutto in Lunigiana) nel recupero del patrimonio edilizio, mentre
158 se si parla di seconde case e turismo balneare sappiamo di essere di fronte a un patrimonio edilizio costruito appositamente per le vacanze al mare.
Anche la Lunigiana, così come le prime esperienze di successo in Toscana, vede l’affermazione del turista straniero che, per tradizione, apprezza maggiormente il turismo rurale; con l’inizio del nuovo millennio il turista italiano comincia a sostituirsi agli stranieri nella scelta delle strutture alternative all’albergo decretando, in questo modo, il successo delle forme di turismo rurale anche nel mercato interno.
Figura 56: La ripartizione delle Presenze tra italiani e stranieri in Lunigiana negli anni 2000-2007 e 2012
Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana
Da sottolineare, altresì, l’endemico calo che si verifica nelle presenze degli alberghi (-20%) sia sul fronte nazionale sia estero, mentre risulta notevole, sul fronte straniero, la forbice in atto tra alberghiero ed extralberghiero, con i turisti stranieri che triplicano le presenze nelle strutture non alberghiere (Fig. 56).
159 Per la verità si riscontrano delle nicchie ben precise di mercato per quanto riguarda il mercato estero, che vede il tedesco prediligere l’ostello, il belga l’agriturismo e l’albergo di fascia superiore, l’olandese preferire l’agriturismo e il campeggio e gli inglesi rivolgersi alle case per vacanze, oltre che acquistare direttamente degli immobili da ristrutturare (ISR, 2013).
La crescita delle presenze complessive che interessano il comparto extralberghiero è frutto, in buona parte, del successo delle pratiche agrituristiche che, in maniera pionieristica per il territorio, hanno fornito una base consolidata per costruire, nel tempo, un’offerta rurale extralberghiera stabile che sia avvale, altresì, di altre forme di successo molto importanti.
Figura 57: La crescita delle presenze extralberghiere e in Agriturismo 2000-2012 in Lunigiana
Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana
Anche gli affittacamere, gli ostelli e i B&B, infatti, hanno assunto un ruolo di primo piano proponendosi come una delle principali destinazioni del turismo in Lunigiana.
La costruzione di una valida offerta rurale di turismo in Lunigiana, al fine di diversificare l’offerta, riesce a cogliere l’opportunità offerta dai piani di sviluppo incrementando sia l’offerta sia le presenze sul territorio, almeno dal punto di vista extralberghiero.
160 L’agriturismo ha rappresentato un ruolo “pivotale” per tutto il comparto, dimostrando, a tutti i possibili investor, che forme alternative di ricettività erano percorribili. Nel corso degli anni, complice la crisi economica e la fine dei finanziamenti comunitari indirizzati alla nascita di nuove strutture, non si sono verificati particolari espansioni delle aziende, mentre è proseguita la crescita delle presenze complessive legate ai soggiorni nelle aziende agrituristiche, che hanno superato le 23.000 unità, raddoppiando con ampio margine le 10.500 presenze registrate all’inizio del nuovo millennio (Fig. 57).
Tuttavia, se paragonato alle presenze complessive per tipologia ricettiva della Provincia, il segmento extralberghiero della Lunigiana costituisce appena il 5% delle presenze complessive e l’agriturismo appena il 2% del totale (Fig. 58), contro il 7% raggiunto a livello regionale.
Figura 58: La ripartizione delle presenze per struttura ricettiva dell’intera offerta provinciale nel 2012
Fonte: Elaborazione su dati Regione Toscana e ISR-CCIA MS
C’è stata, in sostanza, una crescita del turismo extralberghiero e del turismo verde in particolare, ma che non ha ancora raggiunto, in termini quantitativi, l’obiettivo finale di far prosperare in maniera consistente il numero di presenze
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totali e di incidere, altresì, in maniera assai significativa sul numero complessivo di presenze che riesce a generare.
La quota complessiva delle presenze, infatti, non è riuscita a crescere più di tanto, in modo da poter rappresentare una valida alternativa complementare allo stereotipato turismo della costa sottolineando, però, come l’agriturismo sia riuscito, grazie agli incentivi dei piano di sviluppo rurale ed alla progettualità locale, a divenire una delle mete di maggior successo tra le strutture extralberghiere della Lunigiana.
In sostanza, dobbiamo prendere atto del successo di questa forma di turismo alternativo, ispirato al godimento del territorio come risorsa, in un’ottica di sviluppo turistico destagionalizzato e integrato con il territorio e le risorse culturali ed ambientali. Tuttavia, è doveroso affermare come, in rapporto all’intero flusso di presenze provinciale, il fenomeno assuma ancora dimensioni molto contenute.