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2.5 Territorio Spazio e città

2.5.2 Il territorio dilatato

Due sono le tematiche ricorrono nei romanzi di Saviano ma che, in maniera trasversale, attraversano anche le altre narrazioni prese in esame: la prima è la percezione del Sud come realtà periferica rispetto ad un centro ideale mai rappresentato ma che esiste in

absentia, e periferia che tuttavia gode del paradosso di essere una miniaturizzazione

concentrata delle dinamiche criminali di dimensione globale350. A guardarlo da vicino, questo riposizionamento nella geografia simbolica, sembra richiamare quanto avviene per il dispiegamento del complotto come legenda di interpretazione del presente: restituire centralità a uno spazio attraverso la valorizzazione di realtà periferiche alla cartografia geo- politica mondiale. Ma mentre il meccanismo, nel caso del complotto, avviene attraverso il riassemblaggio interpretativo di eventi e segmenti storici epigonali, nei romanzi di Saviano la ricomposizione del puzzle criminale procede stretta alle fonti giornalistiche e giuridiche. Non è forse un caso che nei suoi romanzi le coordinate temporali sono sostituite da quelle spaziali: il viaggio dello scrittore non è tanto nelle linee temporali (prima, dopo) quanto nell‘architettura spaziale del crimine (sopra, sotto). Quest‘aspetto viene anche desunto dalla capillarità con la quale la camorra esporta la sua logica criminale all‘estero e dai rapporti di filiazione e gemellaggio che si instaurano tra la realtà campana e il resto del

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Eredi, p.222.

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Vd G. Ferroni, Creatività e vitalità della letteratura meridionale, in Ora locale. Lettere dal Sud, marzo – aprile 2001 «Negli atteggiamenti di questa letteratura il Sud è il mondo presente nella sua interezza, è luogo in cui più direttamente si percepisce lo stato lacerato e confuso della globalizzazione, il contrasto acuto ed esplosivo tra l'artificializzazione e virtualizzazione della vita individuale e collettiva da una parte e dall'altra il moltiplicarsi di lacerazioni materiali, di residui e di scarti incontrollabili e micidiali: l'esposizione geografica verso il Sud del mondo apre lo sguardo (anche dal punto di vista linguistico e stilistico) in modo meno cauto e difeso di quanto non faccia la letteratura del resto d'Italia verso la vitalità di tutto quell'universo immaginario, simbolico, sociale, esistenziale che preme alle porte della cultura occidentale, delle sue tradizioni e delle sue derive

»

p. 24.

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mondo. Un esempio tra tanti si ritrova in Gomorra, a proposito dello smaltimento illegale dei rifiuti:

«Gli stakeholder orientali avevano imparato da quelli italiani a trattare con le aziende di ogni parte d‘Europa, a proporre prezzi e soluzioni veloci. […] Un milione di tonnellate di rifiuti high-tech ogni anno partono dall‘Europa e vengono sversati in Cina. Gli stakeholder li dislocano a Guiyu, a nord est di Hong Kong. Intombati, stipati sotto terra, affondati nei laghi artificiali. Come nel casertano. […] Il sogno degli stakeholder di Hong Kong è di fare di Napoli il porto di snodo dei rifiuti europei, un centro di raccolta galleggiante dove poter stipare nei container l‘oro di spazzatura da intombare nelle terre in Cina351 »

La seconda caratteristica che accomuna questa narrativa è la precarietà dell‘aspetto identitario della realtà meridionale, in bilico tra il ricorso a vecchie categorie socio- antropologiche, fortemente legate al territorio (quali, ad esempio, il sistema patriarcale e gerarchico delle strutture criminali, il ruolo che svolge la famiglia nel sistema camorristico) e una totale rimodulazione del quadro di riferimento che non è più il mondo arcaico in cui quelle strutture sono state generate, ma la caoticità dispersiva dell‘universo contemporaneo. Un esempio illuminante della commistione tra antico e ultramoderno nella pratica criminale viene da Zerozerozero:

«Ho imparato anche che la cittadinanza dei narcotrafficanti si declina nel mondo, ma che i gesti, i movimenti, i pensieri, quegli stessi uomini li articolano ovunque essi si trovino come se non fossero mai usciti dai loro paesi. Vivi ovunque, fosse anche il centro di Wall Street, ma non abbandonare le regole del tuo paese. Regole antiche, che aiutano a stare nel mondo moderno senza perdersi352.»

Le ―regole antiche‖ dunque, servono da punti cardinali nella mappatura espansa del territorio-mondo, come puro codice comportamentale che consente di orientarsi in realtà troppo grandi per il singolo. L‘elemento arcaico, spogliato della sua ―aura‖, viene restituito nel suo aspetto puramente materiale: gerarchia ferrea, lotta per la sopravvivenza, rigidità del codice d‘onore, assenza dello Stato. Viene dunque meno quello che rappresentava nella narrativa meridionalistica il contrappeso lirico della dura condizione del Sud: per Saviano, Franchini, Pascale, non c‘è nessuna possibilità di fuga verso la bellezza del paesaggio, la solidità dei legami umani tra poveri, il passato nobilitante che possa riscattare la

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Gom, p. 321. Un‘idea simile ricorre anche nell‘immagine dell‘albero, a proposito delle affiliazioni tra i membri della ‗ndrangheta.

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condizione del presente. Questa direzione narrativa si colloca come naturale proseguimento di una linea già intrapresa negli anni Novanta da quegli scrittori italiani che hanno cercato di dare nuova linfa alla rappresentazione della realtà meridionale, perseguendo l‘obiettivo comune della «demistificazione di quegli stereotipi che ancora appiattiscono il Sud su viete immagini ―pubblicitarie‖, su apollinei scenari d‘una solare grecità o su quelli, più diffusi e morbosamente apprezzati, dell‘inferno criminale, per ricollocarlo entro un plastico di scala globale353». Quello che viene raccontato, dunque, è un inferno senza bellezza, dove la criminalità ha corrotto nel profondo l‘anima del territorio attraverso il deturpamento ambientale, il degrado umano e morale. Ed è proprio la corruzione che rende simili realtà prima percepite distanti nella mappa mentale comune, mostrando invece come siano invischiate negli stessi traffici; in tal modo Saviano ―costringe a ribaltare gli stereotipi della geografia ideologica dell‘Italia contemporanea, annullando di fatto i confini superficiali tra nord e sud, tra regioni virtuose e viziose354‖. Il sud diventa quindi una scala su cui si misura tutta l‘Italia e il mondo: l‘aspetto, forse, più interessante di Gomorra è di aver mostrato i crimini della camorra nelle loro implicazioni extraregionali, seguendoli nell‘origine e nella destinazione finale, in modo da ricomporre un quadro molto più esteso rispetto alla sola realtà campana. La riconfigurazione della realtà meridionale, così come proposta da Saviano, si pone sul versante opposto alle rappresentazioni stereotipiche del sud Italia che hanno caratterizzato univocamente la letteratura pre-ottocentesca, italiana e straniera. Come fa notare Nelson Moe è con autori quali Leopardi (La Ginestra)355 e Verga (Rosso Malpelo) che la realtà meridionale inizia ad essere intesa fuori dall‘accezione di pittoresco, poichè in queste opere il ritratto dell‘ambiente ―non procura piacere e consolazione al borghese che lo contempla da lontano; è piuttosto simile a lava scagliata in faccia al lettore356‖. La dilatazione dallo

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D. Carmosino, Uccidiamo la luna a mare chiaro, Donzelli, Roma, 2009, p.4.

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N. Scaffai, "Ecologia e rappresentazione dello spazio: Saviano, Tournier, DeLillo", Between, I.1 (2011), http://www.betweenjournal.it/

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Ne La città distratta, ad esempio, c‘è un chiaro riferimento alla Ginestra, ma il fiore di cui parla Pascale è la parietaria ―che si è diffusa grazie all‘uomo e alla sua attività edilizia‖. Il richiamo al componimento leopardiano agisce su una sorta di lirismo rovesciato, sul comune tema della ―resistenza‖ a condizioni difficili tanto della ginestra quanto delle piante di cui parla Pascale. Ma se al centro del componimento di Leopardi vi è la resistenza della vita nonostante l‘ostilità della natura, per Pascale la facilità di diffusione della pianta è il segno della pervasiva e dannosa attività antropica, a dimostrazione della tenacità del crimine (―Ci ricorda, procurandoci allegria, ogni abusivismo edilizio e ogni sfregio ambientale‖) Cfr. A. Pascale, La citta distratta, op.cit. p. 135.

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N. Moe, Un paradiso abitato da diavoli, tit. or, The view from vesuvius, italian culture and souther

question, University of California Press, itd. Berkeley, 2002, trad it. M. Ciccimarra, L‘ancora del

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stereotipo alla crudezza dell‘immagine realistica continua, tuttavia, a convivere nel presente con rappresentazioni letterarie che valorizzano oppositivamente le connotazioni di vitalità e solarità del meridione. Una traccia di queste rappresentazioni sopravvive nel fenomeno del noir mediterraneo che è, secondo una definizione data da Carlotto, ―una ricerca di verità in un ambiente segnato da sempre dalla violenza fratricida ma anche, contemporaneamente, dalla bellezza; è uno sguardo sul lato oscuro e nero di questo spazio apparentemente solare e azzurro357‖. Per quanto anche questo tipo di narrativa noir nei romanzi di Izzo, Camilleri, Carlotto, abbia come ispirazione ―la forza narrativa delle vicende reali358‖, vi è il ricorso a tutta una serie di immagini- paesaggistiche, culturali - che traggono origine dalla percezione del Sud come endiadi di ―bello e terribile‖. In Gomorra, invece, Saviano sceglie di non concedere nulla alle connotazioni solari, nostalgiche, del territorio meridionale, ma punta insistentemente l‘obiettivo sugli aspetti di marginalità e di rifiuto a cui si associa l‘entroterra campano, e non solo. L‘autore dirà infatti che ―il Sud è il capolinea di tutti gli scarti tossici, i rimasugli inutili, la feccia della produzione359‖,e più avanti aggiungerà«Passeggiare nell‘entroterra campano è come assorbire gli odori di tutto quanto producono le industrie360». L‘aspetto della spazialità in cui si articolano le dinamiche criminali è centrale in Gomorra perché il mondo rappresentato è sempre sommerso, parallelo a quello ufficiale: gli scantinati dove i cinesi cuciono i vestiti per le migliori griffe italiane, il porto che ―è staccato dalla città. Un‘appendice infetta mai degenerata in peritonite361‖ crocevia di traffici illeciti, sino alla ―terra dei fuochi‖ che, nell‘accogliere al suo interno tonnellate di rifiuti tossici, emblematizza il rapporto tra il mondo ―di sotto‖ il cui dominio appartiene alla criminalità, e quello ―di sopra‖ che ne è complice e lo alimenta. Quella dei rifiuti, per Saviano, Pascale, Franchini, De Santis, De Michele e altri, diventa una metafora totale della contemporaneità362, nel senso che gli attribuisce Hans Blumenberg363: immagine potenzialmente polimorfica che può plasmarsi

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S. Ferri, Azzurro e nero: per una bibliografia del noir mediterraneo, in www.massimocarlotto.it

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Citazione di M. Carlotto tratta da L‟Italia e il volto della verità in Noir italiano, 6 luglio 2012, su https://noiritaliano.wordpress.com/2012/07/06/litalia-e-il-volto-noir-della-verita_parte-1/ 359 Gom, p. 310 360 Ivi, p. 314 361 Ivi, p.16 362

Il tema dei rifiuti è un topos di molta narrativa postmoderna, solo per citare due esempi si può fare riferimento a Underworld di Don DeLillo e la Città di vetro di Paul Auster. Questi assumono un valore emblematico rispetto al rapporto tra coscienza contemporanea e logica del consumismo. Gli scarti, infatti, ritornano come spettro di ciò che si è voluto rimuovere o come risorsa per ricreare dal vecchio nuovi oggetti, alludendo al processo di risignificazione del reale, propria della logica postmoderna.

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a più contesti con significati diversi. I rifiuti si legano dunque al disastro ambientale, all‘abbandono della periferia, alla cattiva coscienza, all‘impossibilità di un circolo virtuoso.

Comprendere la dislocazione delle pratiche criminali sul territorio significa, per l‘autore, risalire alle cause politiche, alla negligenza dello Stato, alla mancata integrazione delle aree periferiche364 di cui il fenomeno della camorra è diretta conseguenza. Con Zerozerozero i confini si dilatano al punto da comprendere il mondo intero, la scelta è funzionale a comprendere l‘entità dei traffici della cocaina, infatti ―chi fa muovere la droga ridisegna il mondo‖. Se già in Gomorra i confini di un solo territorio non bastavano a contenere le dinamiche del romanzo, in Zerozerozero lo spazio non conosce delimitazioni, tutto diventa simile, le differenze si assottigliano e addirittura i parametri di giudizio vengono rovesciati365. Quello che viene descritto è un mondo parallelo, che non si muove nei sotterranei, ma insieme a quello di superficie, attraverso una sorta di mimetizzazione per i canali ufficiali.