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IL TRASPORTO FERROVIARIO E L’INTERMODALITÀ

Nel documento Gli obiettivi del PRIT 2025 ... 21 (pagine 77-81)

Obiettivi e azioni di Piano

5 IL TRASPORTO FERROVIARIO E L’INTERMODALITÀ

Quadro generale e obiettivi principali

L’acquisizione delle competenze in materia di trasporto ferroviario regionale da parte delle Regioni, in attuazione del Dlgs 422/1997 e le misure conseguenti, hanno reso possibile la programmazione e la pianificazione dei servizi di competenza regionale, ed in particolare la gestione della rete trasferita delle ferrovie ex concesse o in Gestione Commissariale Governativa (per le Regioni che avevano queste linee ancora operative sul proprio territorio).

La Regione Emilia-Romagna è quindi intervenuta direttamente sui servizi acquisiti, sia sulla rete nazionale che su quella divenuta regionale - che con i suoi circa 350 km è una delle più estese a livello nazionale - con obiettivi di razionalizzazione ed incremento, attuando investimenti, oltre che per l’infrastruttura, anche per l’acquisizione di nuovo materiale rotabile, ad integrazione di quanto ricevuto dallo Stato con risorse assegnate all’atto del trasferimento.

A tal fine si è costituita una società unica di gestione (Ferrovie Emilia-Romagna – FER Srl), aggregando le precedenti sette aziende che operavano sulle linee regionali; tale società è lo strumento attraverso il quale la Regione attua le proprie politiche di sviluppo del sistema ferroviario regionale.

I principali obiettivi del presente Piano sono:

• incrementare l’efficacia dei servizi per dare coperture adeguate, soprattutto nelle principali fasce orarie, a tutto il territorio gravitante sulla rete ferroviaria, con “cadenzamenti” regolari ai 30 o ai 60 minuti, a seconda delle relazioni e aree interessate, con potenziamenti fino a 15 minuti sulle tratte e fasce orarie maggiormente trafficate in particolare nell’area urbana bolognese;

• offrire servizi di qualità, sviluppati su una rete a più evoluto standard infrastrutturale e funzionale, con materiale rotabile a elevato comfort e adeguate capacità di carico;

• migliorare l’integrazione - anche di tipo tariffario - tra i diversi sistemi di trasporto per razionalizzare l’interscambio e per ridurre i tempi, i disagi e i costi delle rotture di carico;

• migliorare l’interoperabilità tra le reti RFI e FER;

• privilegiare il potenziamento e l’ammodernamento della rete esistente, salvaguardando i corridoi territoriali e gli ambiti occorrenti affinché ciò possa attuarsi;

• migliorare la qualità delle stazioni e delle fermate nel territorio regionale in modo che divengano punti di eccellenza sia sotto l’aspetto funzionale che di accessibilità e di integrazione;

• garantire una tempestiva, adeguata e integrata informazione all’utenza in tutte le stazioni e fermate attraverso l’ausilio di dispositivi evoluti di comunicazione, sia visivi che sonori.

Aggiornamenti di Quadro Conoscitivo

Si richiamano di seguito, le principali azioni sviluppate nell’ambito del periodo di vigenza del PRIT98.

Per le infrastrutture della Rete “Nazionale”, hanno avuto particolare importanza:

78

• il completamento dei lavori dell’Alta Velocità/Alta Capacità (AV/AC) ferroviaria, Milano -Bologna-Firenze con l’apertura delle nuove stazioni di Reggio Emilia AV Mediopadana e Bologna Centrale AV che ha permesso la totale separazione dei servizi AV (ad eccezione della linea Adriatica) da quelli convenzionali liberando spazi per nuovi servizi;

• l’ultimazione del raddoppio della linea Bologna-Verona;

• ulteriori interventi di potenziamento sulle ferrovie “Porrettana” e “Pontremolese”;

• l’attivazione del nuovo ACC (Apparato Centrale Computerizzato) della stazione di Bologna;

• la realizzazione di interventi per il miglioramento delle tecnologie, anche rivolti al miglioramento della sicurezza dell’esercizio ferroviario;

• la soppressione, ancora in atto, della maggior parte dei passaggi a livello sulle principali dorsali ferroviarie;

• la ristrutturazione e il rinnovo di molte stazioni/fermate e la realizzazione di nuove, inserite su diverse linee, specie del nodo bolognese;

• l’avvio dei lavori di velocizzazione e potenziamento sulla linea Adriatica.

Sulla Rete Regionale - ereditata dallo Stato con un assetto infrastrutturale e tecnologico fortemente disomogeneo per i diversi Gestori che hanno operato sulle varie linee - sono stati attuati rilevanti interventi al fine di rinnovare e uniformare l’armamento ferroviario, elettrificare parte delle linee, introdurre nuove tecnologie per razionalizzare la gestione dell’intero sistema e per migliorare le condizioni di sicurezza, eliminare numerosi passaggi a livello, adeguare le stazioni al Regolamento (UE) 1300/2014 (accessibilità per le persone a ridotta mobilità) ed alla lunghezza dei nuovi convogli.

In particolare, la Regione si è impegnata per la concretizzazione di un “Piano straordinario”, attivato nel 2008, per il potenziamento delle ferrovie regionali e per il miglioramento delle condizioni di sicurezza, che ha previsto una spesa di circa 258 milioni per interventi di potenziamento e adeguamento della rete regionale (vedi cap. 3.1.1.3 del Quadro Conoscitivo)

La Regione, in questi anni, ha attuato un impegnativo piano d’acquisto di nuovo materiale rotabile e per l’ammodernamento di quello trasferito dallo Stato, per rinnovare e ampliare l’intera flotta regionale e per aumentare il comfort di quelli già in esercizio. La Regione, inoltre, ha erogato contributi a Trenitalia per l’acquisizione di diversi nuovi treni e per ammodernarne altri. Quanto descritto ha consentito un rinnovo parziale ma particolarmente significativo dell’intera flotta.

Relativamente ai servizi, il loro volume nel 2016 ha superato i 18,5 milioni treni*km, rispetto ai circa 14,7 milioni di servizi di tipo regionale e interregionale presenti al 2001 (quasi il 26% in più). Ai servizi di competenza regionale va sommato il sistema dei servizi commerciali di lunga percorrenza di tipo IC/FB, che la Regione ha messo a sistema con quelli regionali, concorrendo con risorse proprie (circa 2,5 mln/anno) per consentirne l’utilizzo da parte dei pendolari, a prezzi particolarmente vantaggiosi.

Tale incremento dei servizi ha comunque risentito delle rilevanti riduzioni ai trasferimenti alle Regioni imposte dal Governo, nel 2012, che in Emilia-Romagna sono stati quasi completamente compensati da risorse regionali.

Agli incrementi dei servizi regionali ha corrisposto una crescita degli utenti che li utilizzano: i circa 32.500.000 passeggeri registrati del 2001 sono diventati più di 45,5 milioni nel 2016, con un incremento di circa il 40%.

79 Nel 2013 la Regione ha avviato mediante FER le procedure per l’affidamento di tutti i servizi ferroviari regionali mediante gara europea, conclusa con la sottoscrizione di un contratto nel 2016 per servizi che saranno avviati dal 2019 per una durata di 15 anni prorogabili di ulteriori 7,5. Ad oggi (2018) si tratta dell’unico affidamento di servizi ferroviari avvenuto mediante gara a livello nazionale.

Uno specifico richiamo va fatto al Servizio Ferroviario Metropolitano bolognese (SFM). L’Accordo del 19/6/200710, tra la Regione, la Provincia di Bologna, il Comune di Bologna e le “Società del Gruppo FS” (per il quale è mancata la condivisione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti), finalizzato al completo sviluppo e all’attuazione del Servizio Ferroviario Metropolitano bolognese:

• conferma il ruolo portante per il trasporto collettivo locale di tale sistema, integrato con il Servizio Ferroviario Regionale/SFR, di cui è parte costitutiva, e con la rete di trasporto pubblico su gomma;

• individua precisi obiettivi di sostenibilità e miglioramento dell’accessibilità, nonché di razionalizzazione dell’offerta di trasporto, per fare “corrispondere a ogni spostamento una combinazione di modi di trasporto più adeguata ed efficiente”.

A seguito delle modifiche intervenute sull’assetto istituzionale è stata costituita la Città Metropolitana di Bologna che concorre, come previsto dalla LR 13/2015, di intesa con la Regione, alla programmazione del servizio ferroviario metropolitano (SFM) nell’ambito del servizio ferroviario regionale (SFR).

Gli incrementi effettivi della produzione chilometrica garantita dalla Regione fino al 2016, rispetto ai 4.000.000 di treni*km/anno del dicembre 2016, sono stati di 1.000.000 treni*km/anno, portando a 5.000.000 treni*km/anno i “servizi minimi” compensati dalla Regione.

Considerazioni specifiche vanno fatte anche riguardo alla realizzazione dell’AV/AC, con l’avvio e il consolidamento dei relativi servizi. La possibilità di disporre di un efficiente sistema infrastrutturale di comunicazione sulle lunghe distanze costituisce un indubbio elemento di sviluppo per il territorio regionale interessato, con la diversificazione dell’offerta complessiva. Per la mobilità regionale diventa così essenziale il sistema di interconnessioni dell’AV/AC con la rete ferroviaria regionale, per alimentare i bacini che possono contare su un nodo di rilevanza nazionale al fine di generare valore aggiunto determinato dall’incremento dei traffici; in tal modo la rete regionale può ampliare il suo ambito di influenza, valorizzare la dimensione di rete e incrementare il livello territoriale di integrazione.

Evoluzione del Quadro Normativo ferroviario.

Iniziato nel 1991 con la emanazione della Direttiva UE 440, il processo di liberalizzazione del mercato e di unificazione degli standard tecnici ed operativi della rete ferroviaria comunitaria ha raggiunto un livello molto avanzato, riunendo nel cosiddetto “Quarto Pacchetto” le principali Direttive e Regolamenti.

È stato introdotto il principio della separazione, almeno contabile, tra Gestori dell’infrastruttura e Imprese ferroviarie; è stato regolamentato l’accesso alle infrastrutture ferroviarie, l’allocazione delle

10 Già oggetto della precedente Intesa del 29/7/1994, dell’Accordo attuativo e integrativo del 17/7/1997, della Convenzione attuativa del 23/7/1997 e dell’Accordo Quadro del 29/7/1994.

80 capacità, introducendo i concetti di traccia e di “pedaggio” per il loro utilizzo, oltreché di interoperabilità, di responsabile manutenzione, di licenza di accesso, aggiornando la regolamentazione in materia di certificazioni ed autorizzazioni di sicurezza e sistema di gestione della sicurezza. A tal scopo sono state create l’Agenzia Nazionale per la Sicurezza, e l’Autorità di Regolazione.

Dal recepimento della DIR UE 34/2012 (cd “Recast”) con il Dlgs 112/2015 e con il successivo DM 5 agosto 2016 le linee di proprietà della Regione Emilia-Romagna sono passate sotto la supervisione della Agenzia Nazionale per la Sicurezza Ferroviaria.

A partire dalla entrata in vigore della richiamata Dir 34/2012, in particolare, si è avviato un intenso processo di revisione delle norme, riunendo in Regolamenti e Decisioni di nuova emanazione i due principali gruppi riguardanti le linee ed i veicoli ad Alta Velocità e quelli “convenzionali”.

Attualmente sono in vigore e recepite le Direttive 49/2004 (“Safety”) e 57/2008 (“Interoperability”), pilastri della cosiddetta “Single European Railway Area” con concetto mutuato dal trasporto aereo.

Dalle Direttive scaturiscono le “Specifiche Tecniche di Interoperabilità” o STI, emesse come

“Decisioni” o “Regolamenti”, tra i quali si segnala quello che definisce gli standard per l’accessibilità alle persone a ridotta mobilità (Reg.1300/2014). Le DIR e 797/2016 (“Interoperability”) e 798/2016 (“Safety”) facenti parte del “IV Pacchetto” dovranno essere recepite nella legislazione nazionale entro il 16 giugno 2019.

Per quanto riguarda la regolazione economica nel campo dei trasporti e soprattutto l’accesso alle infrastrutture, è stata istituita ai sensi dell’art. 37 del Decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 (convertito in legge, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214), l’Autorità di regolazione dei Trasporti (cd. ART) nell’ambito delle Autorità di regolazione dei servizi di pubblica utilità di cui alla legge 14 novembre 1995, n. 481. Essa è competente per la regolazione nel settore dei trasporti e dell’accesso alle relative infrastrutture ed ai servizi accessori. È attiva anche per garantire i diritti degli utenti del settore trasporti sorvegliando (ed eventualmente sanzionando) l’applicazione del Reg UE 1371/2007, novellato nella normativa italiana con il Dlgs 70/2014.

Il Regolamento 1370/2007, in particolare, definisce gli ambiti entro i quali gli Stati membri potranno agire per l’affidamento di servizi pubblici. Lo scopo è quello di definire le modalità per garantire servizi che siano più numerosi, più sicuri, di migliore qualità o offerti a prezzi concorrenti inferiori, garantendo nel contempo regole di trasparenza. Nello specifico si prevede che i Contratti relativi ai servizi di trasporto di passeggeri per ferrovia, qualora affidati mediante gara, possano avere una durata non superiore a 15 anni, con possibilità di proroghe nella misura massima del 50% solo in limitati casi.

A seguito dell’emanazione del Decreto-legge n. 50/2017, convertito dalla Legge n. 96/2017 è stata avviata una attività di concertazione con RFI per verificare le ipotesi di attuazione dell’articolo 47 in funzione della riqualificazione e razionalizzazione della rete ferroviaria dell’Emilia-Romagna, valutando anche l’opportunità, che la norma offre, di analizzare un’ipotesi di riorganizzazione della società in house regionale FER srl. A tal fine il 19 dicembre 2017 è stato sottoscritto un Accordo tra Regione, FER Srl e RFI Spa, che individua le attività e gli impegni delle Parti necessari a poter dare avvio al percorso di riqualificazione dell’intera rete ferroviaria dell’Emilia Romagna mediante l’attuazione del citato art. 47, nel rispetto delle discipline comunitarie, nazionali e regionali, al fine di ottenere la migliore gestione della Rete nella prospettiva di un futuro trasferimento di quella parte di rete regionale che sarà qualificata infrastruttura ferroviaria nazionale da specifici atti governativi.

81 In attuazione della L 96/2017 è stato emanato il DM Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 16/04/2018 che individua un primo elenco di linee ferroviarie regionali che, ai sensi dell’art. 47 comma 3 assumono rilevanza per la rete ferroviaria nazionale e possono essere destinatarie di finanziamenti dello Stato per eventuali investimenti sulle linee:

• Suzzara-Ferrara

• Parma-Suzzara

• Bologna-Portomaggiore

• Reggio Emilia-Guastalla

• Reggio Emilia-Sassuolo

• Casalecchio-Vignola

Nel documento Gli obiettivi del PRIT 2025 ... 21 (pagine 77-81)