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La piattaforma logistica regionale integrata

Nel documento Gli obiettivi del PRIT 2025 ... 21 (pagine 141-145)

Quadro generale e linee di intervento

Il PRIT 2025 conferma il ruolo della regione Emilia-Romagna come piattaforma logistica integrata, in via di ulteriore potenziamento e razionalizzazione, come individuata dall’allegato cartografico D

“SISTEMA LOGISTICO” e riportato in figura seguente.

142 Figura 6 Sistema logistico integrato regionale di previsione PRIT2025

Il trasporto delle merci, in particolare quello intermodale, richiede diffuse reti di collegamenti, di impianti e nodi di interscambio e un sistema logistico (inteso come insieme dei servizi che

consentono il flusso fisico dei materiali, le attività di carattere gestionale e le strutture, materiali e organizzative, per interconnettere nel modo più efficiente più modalità di trasporto) che riesca a

143 razionalizzare la movimentazione delle merci riducendo i percorsi a vuoto e i flussi di circolazione stradale, contribuendo alla competitività e alla valorizzazione delle imprese e al contempo alla sostenibilità territoriale globale, in cui le componenti economiche, ambientali e socioculturali trovino piena integrazione.

Sui corridoi della rete infrastrutturale regionale, costituita dalla rete stradale principale e autostradale e dalla rete ferroviaria abilitata al trasporto ferroviario merci, si attestano i principali centri di interscambio, i caselli autostradali, le stazioni ferroviarie, gli aeroporti di vario livello, gli interporti, gli scali merci e i poli logistici intermodali31 tra cui, il più importante, il Porto di Ravenna.

Questa rete fondamentale di infrastrutture di trasporto e di nodi, deve costituire il sistema ordinatore del territorio, su cui si innesta la struttura dei distretti produttivi e il sistema insediativo-distributivo costituito dalle città, dalle aree industriali, dai siti logistici del territorio regionale. In questo contesto i nodi logistici e intermodali devono essere centri dello sviluppo regionale. Il sistema deve poter rendere accessibili in tempi rapidi e con il minor impatto sul traffico locale e sull’ambiente i nodi intermodali, collettori di traffici tra i sistemi produttivi regionali, alla rete di livello più alto, ai corridoi europei, al resto dell’Italia e dell’Europa.

Il Piano organizza e definisce le opere dell’offerta infrastrutturale (rete e nodi) su cui individua e costruisce le politiche e le azioni per il miglioramento dell’efficienza del sistema dell’offerta e per l’orientamento della domanda.

Linee di intervento e attività per la valorizzazione della piattaforma logistica regionale:

• costante approfondimento e analisi delle condizioni che determinano la scelta del modo di trasporto, come le condizioni poste dalla domanda e le prestazioni dell’offerta. Occorrerà quindi riesaminare gli aspetti fisici e funzionali delle reti e dei servizi di trasporto, in una logica di sistema, per favorire lo sviluppo dell’intermodalità, soprattutto sulle direttrici internazionali e sui corridoi principali;

• per raggiungere una maggiore efficienza ed efficacia nei trasporti la riorganizzazione del sistema si baserà sulla specializzazione funzionale per ambiti territoriali e cioè trasporto a breve, a medio e a lungo raggio internazionale e soprattutto sulla integrazione modale, realizzando un sistema di trasporto rispondente alle esigenze di sostenibilità e tutela dell’ambiente, con particolare attenzione alle forme di trasporto meno inquinanti ed a basso consumo energetico e con una continua maggiore integrazione tra la politica dei trasporti e la politica del territorio (in aderenza agli orientamenti dell’Unione Europea);

• per la valorizzazione della piattaforma logistica integrata regionale e per gli effetti territoriali associabili agli interventi sui trasporti un altro aspetto fondamentale è il miglioramento della connettività delle reti di trasporto, che è anche la condizione fondamentale per rafforzare le relazioni tra le aree a maggiore sviluppo, evitando che strozzature e discontinuità penalizzino la funzionalità e l’efficienza delle relazioni di scambio;

• Il Piano prevede interventi di potenziamento anche tecnologico adeguato alle esigenze dello sviluppo e della valorizzazione delle reti e dei nodi, e soprattutto della loro connessione coi sistemi, per consentire una nuova mobilità delle merci migliorando l’accessibilità e la capacità

31 Per nodo intermodale s’intende una struttura operativa di scambio modale delle merci (pubblica, privata o mista) e di cui esiste una società di gestione delle aree e degli spazi.

144 delle reti. Non sono previsti tuttavia nodi primari ferroviari o intermodali aggiuntivi oltre a quelli già presenti sulla piattaforma;

• realizzazione in via prioritaria delle opere necessarie per adeguare agli standard europei e rendere operativi i Corridoi Europei TEN-T, e attivazione, qualora necessario, di un percorso di concertazione con i gestori delle infrastrutture interessate. Le opere dovranno essere affiancate da adeguate politiche territoriali, in parte già intraprese dalla Regione e dallo Stato (come incentivazioni e accordi). Ricordiamo che l’Emilia-Romagna è interessata da 3 corridoi: il BAC - Adriatico Baltico, il MED - Mediterranean Corridor, lo SCAN-MED - Helsinki La Valletta. Ravenna e Bologna sono stati individuati come nodi Core;

• sviluppo di accordi interregionali e azioni di coordinamento tra i soggetti regionali per portare la piattaforma logistica regionale ad un livello di maggiore competitività in una logica di sistema. Gli attuali scenari globali rendono infatti necessarie alleanze strategiche ed operative per una moderna gestione dei servizi logistici e di trasporto che riesca ad ampliare l’area di influenza logistica;

• le politiche per i trasporti e la logistica, l’innovazione tecnologica e organizzativa dovranno procedere insieme all’innovazione sociale e tendere alla sostenibilità in senso totale. Il progetto di crescita dovrà essere cioè globale e rimanere in sintonia con gli aspetti sociali (combattere la disuguaglianza) e in particolari quelli legati al lavoro. Per coordinare territori e sviluppo, le imprese dovranno essere aiutate a creare valore e non solamente ad estrarre valore;

• l’organizzazione della rete infrastrutturale e il sistema produttivo ad essa connesso dovrà evitare la diffusione disordinata degli insediamenti sul territorio – sprawl - che nel tempo ha determinato le criticità del sistema trasportistico e logistico e talvolta svantaggi di accessibilità negli ambiti territoriali regionali.

Per quanto riguarda l’accessibilità e la localizzazione degli ambiti specializzati per attività produttive la finalità è contrastare i processi diffusivi. Oltre ad una stretta relazione fra insediamenti industriali e assetto infrastrutturale per non generare “diseconomie esterne” (congestione, inefficienze nei processi, tempi morti nella catena delle attività, ecc.), è importante che la localizzazione sia legata alle piattaforme logistiche intermodali disposte sul territorio. Occorre promuovere anche un insediamento più razionale delle imprese all’interno delle aree produttive, favorendo le aggregazioni nella stessa area industriale di imprese collegate da rapporti di subfornitura o appartenenti alla stessa filiera produttiva, oppure favorendo la riaggregazione delle diverse unità produttive della stessa impresa riducendo i flussi di sub-fornitura.

La complessità del fenomeno richiede quindi di intervenire seguendo una pluralità di approcci che non possono limitarsi al solo aspetto infrastrutturale, ma che devono riguardare anche le azioni di politica industriale e di pianificazione del territorio.

Occorre in sintesi:

- promuovere politiche che integrino la rete di aree industriali e logistiche con i nodi della piattaforma logistica regionale per massimizzare il ricorso all’intermodalità da parte del sistema produttivo e al trasporto collettivo per la mobilità della forza lavoro, evitando proliferazione incontrollata e casuale di tali aree.

145 - Promuovere politiche che favoriscano la concentrazione delle aree produttive, aumentarne la dimensione, dismettere le aree più piccole, meno favorite per posizione, per dotazione di servizi alla produzione, per vicinanza ai servizi di trasporto merci, per accessibilità ai servizi di trasporto pubblico e alla rete stradale principale;

- gli ambiti specializzati per attività produttive di nuovo insediamento o suscettibili di significative espansioni, dovranno rispondere a requisiti di accessibilità per il trasporto delle merci, nonché a criteri di valutazione dei possibili impatti sulla rete stradale e sulle funzioni circostanti, sul traffico automobilistico e sull’incidentalità. Oltre naturalmente alla valutazione delle ripercussioni di carattere ambientale che il nuovo insediamento può comportare.

A questi fini il PRIT2025 prevede la realizzazione di un monitoraggio della localizzazione delle aree produttive e logistiche, individuandone la localizzazione, la dimensione, la specializzazione, la distanza e la connessione coi centri intermodali, cercando di individuare anche i criteri che hanno determinato la scelta di insediamento delle imprese.

- per garantire l’attuazione della piattaforma logistica regionale integrata, dovrà sostanziarsi la coerenza delle previsioni della pianificazione sotto ordinata, degli accordi e protocolli locali previsti dalla nuova legge urbanistica regionale, con le previsioni a scala regionale del presente Piano, verificando anche gli effetti delle previsioni locali sul territorio, anche dal punto di vista della ottimizzazione trasportistica, e per non compromettere l’attuale e futura accessibilità ai nodi e alle infrastrutture.

Nel documento Gli obiettivi del PRIT 2025 ... 21 (pagine 141-145)