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Le stazioni/fermate ferroviarie e l’intermodalità

Nel documento Gli obiettivi del PRIT 2025 ... 21 (pagine 94-97)

Il presente Piano individua le stazioni/fermate – nodi essenziali delle infrastrutture di rete – quali

“punti di eccellenza” dell’intermodalità. La stazione riveste il ruolo di “connettore” tra la mobilità urbana e il trasporto regionale o a media e lunga distanza. Le azioni messe in campo devono quindi essere volte ad accentuare il ruolo strategico di questi nodi rispetto al territorio, migliorandone l’accessibilità e rafforzandone l’integrazione con i diversi sistemi di trasporto, in sinergia con la localizzazione attorno ad essi di centri attrattori e generatori di traffico ed altri servizi a valenza plurima, utili anche per le esigenze degli utenti in transito.

Per caratterizzare e adeguare questi punti di accesso del territorio alla rete ferroviaria, valorizzando pienamente le caratteristiche dei mezzi ferroviari che su di essa operano per il trasporto dei passeggeri, la distanza reciproca delle stazioni/fermate deve essere pienamente compatibile con le esigenze imposte da un esercizio ferroviario che renda massima la potenza di trasporto e con la presenza di generatori di traffico.

La previsione della realizzazione di nuove stazioni/fermate (non già previste da Accordi sottoscritti dalla Regione) o una rilocazione delle esistenti deve derivare da una precisa indagine della domanda generabile dal territorio circostante, non solo in termini di “traffico potenziale” ma anche di utenza “effettivamente acquisibile” anche in termini di intermodalità. La fattibilità di tali interventi è, comunque, subordinata a specifiche analisi e verifiche volte ad accertare la convenienza realizzativa, tecnica, economica ed ambientale e la compatibilità con l’esercizio dei servizi ferroviari di interesse regionale.

Lo stesso criterio deve guidare la scelta in merito al mantenimento o meno di una stazione/fermata esistente nel programma di esercizio. Se i dati di frequentazione connessi alla sua localizzazione ed al servizio offerto non giustificano l’offerta in una stazione/fermata, la soppressione della stessa od una sua più idonea localizzazione, eventualmente riconfigurata con le stazioni limitrofe, potrà consentire la velocizzazione dei collegamenti, con eliminazione dei relativi

95 tempi dovuti ai rallentamenti ed alla sosta, oltre che la razionalizzazione nell’uso del materiale rotabile ferroviario.

La scelta di Piano di ottimizzare l’integrazione modale e l’assetto dei servizi di trasporto pubblico prefigura quindi per le stazioni ferroviarie un ruolo cardine nell’organizzazione dei servizi; in particolare le stazioni e nel complesso l’intera infrastruttura ferroviaria, vissute dal territorio spesso quale limite e margine delle città, devono diventare nodi centrali della mobilità.

Negli anni scorsi le scelte di pianificazione hanno spesso allontanato i centri urbani dalla ferrovia creando in alcune realtà anche cesure nel territorio. La localizzazione diffusa di residenze, centri attrattori e generatori di traffico ha aggravato la mobilità dei cittadini favorendo l’utilizzo del mezzo privato. Le rotture di carico necessarie a collegare ambiti distanti dalle principali reti infrastrutturali, senza la possibilità di spostarsi a piedi o in bicicletta, sono vissute dall’utente come un costo aggiuntivo che potrà essere mitigato dall’utilizzo di biglietti integrati, da un’attenta programmazione dei servizi che integri la componente ferroviaria con il trasporto pubblico su gomma, infine e dal miglioramento dell’accessibilità delle stazioni, con una particolare attenzione alla qualità degli spazi.

Ad una necessaria, ed in parte avviata, inversione nella pianificazione si devono affiancare azioni finalizzate a porre le stazioni al servizio degli abitati: favorendo l’utilizzo di modi di trasporto sostenibili sia per il medio-lungo raggio sia per le brevi distanze; incentivando l’interscambio con il treno soprattutto con la mobilità “dolce”, gli spostamenti pedonali e l’utilizzo della bicicletta attraverso la creazione di percorsi sicuri diretti e gradevoli che avvicinino la città alla ferrovia.

In sintesi, viene attribuito alle stazioni il ruolo richiesto dalla Comunità europea di “piattaforme di connessione multimodale per i passeggeri”, nelle quali l'integrazione multimodale degli spostamenti deve anche essere facilitata dalla diffusione delle informazioni e dei sistemi per acquisire i titoli di viaggio.

Le stazioni non possono più essere solo l’interfaccia con il sistema ferroviario, la loro specializzazione trasportistica si deve allargare a nuove funzioni urbane che attirino oltre ai viaggiatori anche altri utilizzatori. In tal senso, se ancora molto resta da fare per le stazioni minori, la nuova visione descritta sta lentamente investendo le grandi stazioni alle quali l’avvento dell’Alta Velocità ha dato nuovo impulso, con concentrazione di interessi trasportistici, urbanistici e commerciali. Se questa tendenza avrà effetti positivi potrà diffondersi anche su altre importanti stazioni, per le quali è vincente l’accessibilità ai centri urbani e che sono in grado di attirare utenti di varia estrazione sociale e motivazione di viaggio. Importante impulso alla vivibilità delle stazioni, in particolare le minori, può essere dato dalle Amministrazioni Comunali che, in collaborazione con i Gestori dell’Infrastruttura, inseriscono attività senza scopo di lucro ma in grado di offrire un presidio.

Attraverso le stazioni si possono creare percorsi urbani di ricucitura delle città senza separarne le funzioni trasportistiche. Ciò può avvenire attraverso la realizzazione di sottopassi “passanti”, non solo funzionali all’utilizzo della ferrovia, per consentire l’abbattimento delle barriere ed un rapido legame fra parti opposte della città. Diventa pertanto essenziale la loro fruibilità ciclabile, l’accessibilità alle persone con difficoltà motorie ma anche la loro “gradevolezza”, che richiama la sensazione di sicurezza.

Le dotazioni nelle stazioni

Individuare un unico “impianto tipologico” per tutta la regione è reso difficile dalla diversa collocazione delle stazioni e delle loro molteplici caratteristiche architettoniche e funzionali. Il

96 presente Piano individua le dotazioni che si ritengono necessarie per tutte le stazioni, ne definisce i requisiti di accessibilità e gli elementi di riconoscibilità.

In generale, le stazioni/fermate presenti sul territorio regionale, oltre a rispondere adeguatamente a quanto definito dall’Unione europea in termini di diritti dei passeggeri (Regolamento (CE) 1371/2007), e di accessibilità alle persone a ridotta mobilità (regolamento (CE) 1300/2014) dovranno essere caratterizzate da:

▪ facile transitabilità e accessibilità, in particolare per le persone con disabilità e a mobilità ridotta;

▪ elevata fruibilità all’utenza in bicicletta, da una parte attrezzando spazi idonei e sicuri per il ricovero delle biciclette in stazione, dall’altra favorendo il trasporto delle biciclette al seguito, adeguando i percorsi verticali con ascensori e/o apposite canalette per le biciclette,

▪ sicurezza;

▪ informazione esaustiva, certa, di qualità e di rapido accesso;

▪ massima disponibilità di acquisto di titoli di viaggio;

▪ condizioni confortevoli e sicure per l’utenza in attesa e in caso di disservizi;

▪ offerta di servizi accessori;

▪ accoglienza specifica per le località a prevalente vocazione turistica.

In particolare, per i temi dell’informazione, in coerenza con le iniziative di infomobilità del trasporto pubblico, e con riferimento a standard informativi calibrati sulle migliori prestazioni raggiunte in regione, si richiama la necessità:

▪ di informazione in “tempo reale” sia visiva che sonora anche attraverso sistemi accessibili dagli utenti in remoto (app etc);

▪ del completamento dell’attrezzaggio di tutte le stazioni/fermate con sistemi di comunicazione al pubblico sull’effettivo andamento della circolazione dei treni, direttamente gestiti dal Controllo del Traffico Centralizzato (CTC);

▪ di informazione integrata anche nelle località minori servite da reti miste bus-treno;

▪ di impiego di pannelli informativi, unitamente a impianti di diffusione sonora, in grado di elaborare i dati provenienti dal treno in fase di arrivo;

▪ di qualità nell’informazione “statica” (relativa a orari, condizioni e informazioni utili all’utente per affrontare il viaggio, ospitata in bacheche o arredi integrati di dimensioni adeguate e standard), insieme ad agevolazioni in tutti gli adempimenti necessari per l’ingresso al servizio ferroviario (acquisto e convalida del titolo di viaggio, ecc.), con relative informazioni chiare e univoche.

Per il miglioramento dell’accessibilità agli spazi pubblici di stazione ed alle banchine nelle aree ferroviarie, occorre completare gli interventi di riqualificazione e potenziamento, che devono avere priorità di attuazione nelle stazioni/fermate più frequentate della regione.

Per quanto riguarda la Rete Regionale, la Regione ha approvato con la DGR 445/2015 le Linee Guida di indirizzo al Piano degli interventi per la razionalizzazione, riqualificazione ed accessibilità/fruizione dei disabili delle fermate/stazioni delle ferrovie regionali. Il Piano di investimenti che supera i 10 milioni di euro, già in parte avviato, deve trovare compimento, in relazione alle risorse disponibili, al fine di riqualificare e rilanciare le 117 fermate/stazioni della Rete ferroviaria regionale, per renderle più accessibili, gradevoli e sicure.

I principali interventi previsti nelle "Linee Guida" e nel "Piano di proposte" riguardano:

97 - l'accessibilità delle stazioni a tutti gli utenti, con particolare attenzione alle persone con disabilità o persone a ridotta mobilità (PRM) attraverso, ove possibile, l'ampliamento della larghezza, della lunghezza e dell’altezza (portandola a 55 cm sul piano del ferro) dei marciapiedi di stazione/fermata e rifacendone la pavimentazione. L’adeguamento delle stazioni per ipovedenti e non vedenti si attua con la predisposizione di percorsi tattili di orientamento e sicurezza;

- la creazione di aree di sosta e protezione degli utenti in attesa, progettando un tipologico di pensilina che individua un modello ripetibile e da applicare, con le opportune variazioni, alle diverse situazioni e localizzazioni, adeguandolo all’utilizzo ed alla frequentazione delle fermate/stazioni e declinando, per le diverse stazioni, le dotazioni indispensabili e quelle che vengono implementate in rapporto all'utenza che le utilizza. Le stazioni sono state anche caratterizzate da cartellonistica unica, ripetibile ed identificabile per una migliore riconoscibilità ed utilizzo dei servizi;

- la riqualificazione dell'informazione, sia quella in tempo reale, che necessariamente dovrà essere sia visiva che sonora, sia quella statica relativa ad orari, oltreché condizioni di viaggio ed informazioni utili all’utente per affrontare il viaggio;

Anche per la Rete Nazionale RFI ha avviato un Piano di attuazione di progetti che entro il 2026 prevede di adeguare le stazioni medio/grandi per renderle più accessibili e confortevoli ai viaggiatori caratterizzandole con uno standard architettonico unico e funzionale. In Emilia – Romagna il Piano interesserà 51 stazioni.

È inoltre necessario adeguare la lunghezza delle banchine e dei relativi piani di stazione per ospitare i treni circolanti sulla linea, in ogni caso non inferiore a 100 m.

Nel documento Gli obiettivi del PRIT 2025 ... 21 (pagine 94-97)