• Non ci sono risultati.

Il preludio al D-Day

4.6 Il Vallo Atlantico

Si è sempre confermato che, per qualsiasi potenza e in qualsiasi epoca, ammassare uomini e mezzi in previsione di uno sbarco ingente, senza che questi siano notati dal nemico, sia impossibile. I preparativi di un attacco anfibio sono, per sua natura, molto appariscenti, dovendo per mesi, se non per anni, ammassare uomini e mezzi, in un luogo circoscritto, quasi sempre non isolabili. Nel caso dello sbarco in Normandia, vedremo che questa teoria sarà in parte smentita.389

«Una cintura di capisaldi e di fortificazioni gigantesche copre le nostre coste da Kirkenes ai Pirenei. Ho deciso di rendere questo fronte impenetrabile a qualunque attacco nemico.» 390

Il Vallo Atlantico, in tedesco Atlantikwall, è un esteso sistema di fortificazioni costiere costruito dal Terzo Reich durante la Seconda guerra mondiale. Il progetto prevede che le fortificazioni si estendano lungo tutte le coste dell’Europa Nord- occidentale dalla Norvegia fino alla Francia meridionale, così da difendere le posizioni tedesche da possibili sbarchi Alleati. Nelle intenzioni dei tedeschi, il Vallo Atlantico avrebbe dovuto essere quindi la più estesa linea di difesa della storia. Il problema principale della Germania nazista consiste nel fatto che è in possesso di un territorio più esteso di quanto sia in grado di controllare; Hitler, però, avendo la mentalità del conquistatore insiste nel dover difendere ogni millimetro di suolo occupato.391

«Io avevo quasi cinque mila chilometri di linee costiere da difendere, dalla frontiera italiana a sud a quella francese a nord, ed avevo solamente sessanta divisioni per difenderle. Per la maggior parte erano divisioni di qualità scadente oppure ridotte all’osso. […] Le sorti della difesa dipendevano perciò da una congettura esatta circa il luogo dove gli Alleati sarebbero sbarcati. I tratti “improbabili” della linea costiera dovettero essere lasciati quasi senza difesa, per avere un’apprezzabile copertura dei tratti probabili. Ma anche così, questi tratti potevano essere

389 Russo e Di Rosa, Festung Europa, 6 giugno 1944, p. 27.

390 Hitler in riferimento alla costruzione del Vallo atlantico. Bertin, La vera storia dello sbarco in

Normandia, Cit. p. 14.

156

tenuti solamente da forze esigue perché si doveva ammassare più indietro delle riserve per contrattaccare nei punti del settore dove lo sbarco sarebbe effettivamente avvenuto.» 392

Le armate tedesche vengono costrette giorno per giorno alla ritirata, tra il luglio del 1943 e il maggio del 1944 la Germania ha perso quarantuno divisioni sul fronte orientale. Fra il marzo e il maggio del 1944 i tedeschi hanno subito oltre 340 mila perdite, mentre ulteriori 150 mila uomini sono stati perduti nella campagna d’Italia. L’unica possibilità per la Germania di evitare la catastrofe è quella di fermare l’invasione.393

L’dea di costruire una difesa ai confini d’Europa è sempre stata presente nella mente di Hitler e degli alti funzionari di regime. A seguito di alcune incursioni inglesi contro basi navali e sottomarine tedesche, e in seguito alle progressive vittorie degli Alleati nel contesto della guerra d’Africa e del Mediterraneo, il 23 marzo 1942 Hitler emana la sua Direttiva N.40, con la quale si predispone la creazione di un’imponente linea fortificata sui confini occidentali del Reich, che prende in seguito il nome di Vallo Atlantico.394

«Negli ultimi due anni e mezzo l’amara e costosa lotta contro i bolscevichi ha esercitato enormi pressioni sul complesso delle nostre risorse militare e sulle nostre energie. Da allora la situazione è cambiata. La minaccia dall’oriente permane, ma dall’occidente si profila un pericolo ancora più grande: lo sbarco angloamericano.» 395

Data la supremazia aerea e navale degli angloamericani, Hitler vuole che il numero di posizioni di difesa fisse sia ben distribuito lungo le coste europee: durante una riunione nel settembre del 1942, Hitler sostiene la necessità di creare ben 15 mila fortificazioni, difese da ben 300 mila uomini. Dato che nessun punto della costa è sicuro, essa sarebbe dovuta essere fortificata per intero entro maggio del 1943. La costa sarebbe dovuta risultare una cintura continua, permanente, impenetrabile, tanto solida che il nemico sarebbe dovuto essere schiacciato sulle spiagge nel momento della sua massima vulnerabilità, ovvero nell’atto dello sbarco. La priorità assoluta sarebbe stata data alle basi dei sottomarini, in secondo

392 Maresciallo von Rundstedt sulla difficoltà di difendere la costa Normanna. Liddell Hart, Storia di

una sconfitta, Cit. p. 430.

393 Hastings,Overlord: Il D day e la battaglia di Normandia, p. 72. 394 Russo e Di Rosa,Festung Europa, 6 giugno 1944, p. 53.

157

luogo si sarebbe pensato ai porti principali e infine a tutte le zone dove ci si sarebbe potuti aspettare uno sbarco.396

Dato l’immenso costo sia in termini economici sia in termini materiali, in questa prima fase, però, non si riesce a realizzare una così imponente linea fortificata. Si preferisce quindi per il momento privilegiare le posizioni poste a difesa delle basi navali; per questo motivo, la maggior parte delle strutture difensive viene concentrata per il momento attorno alle principali città portuali. Ciò che complica ancora di più la questione è il fatto che le fortificazioni avrebbero dovuto avere linea difensive per ogni lato, data la possibilità di poter essere attaccate da commandos o da truppe aviotrasportate. I tedeschi sono dunque costretti a predisporre e a realizzare una difesa costiera a 360 gradi.397

Inoltre la direttiva n. 40 di Hitler definisce in malo modo le singole responsabilità delle singole parti in causa: la Marina è difatti responsabile dei combattimenti sul mare, ma non dispone che di piccole unità in loco sotto il diretto comando dell’Ammiraglio Döenitz, più poche cacciatorpediniere che invece sono sotto il comando dell’Ammiraglio Krancke; la forza principale sono sicuramente le difese costiere e l’artiglieria pesante, che però sono sotto il comando della Wehrmacht e della Marina contemporaneamente, poiché i cannoni navali sono di competenza della Marina, ma con artiglieri dell’Esercito. Lungo le difese vi sono truppe sempre dell’Esercito ma miste a truppe di fanteria dell’Aviazione, che dunque dipendono direttamente da Göering; gli aerei per la difesa della costa sono parcheggiati molto lontano dalle coste e anch’essi necessitano del consenso dei comandanti dell’Aeronautica.398 Di conseguenza i

settori di comando degli ammiragli non collimano con quelli delle armate di terra, come i comandi di marina non corrispondono a quelli delle divisioni. Il servizio di comunicazione fra le due Forze Armate, inoltre, non funziona con quella rapidità che sarebbe stata necessaria in caso d’invasione. Il Comando unitario necessario, non è dunque previsto, lo si sarebbe potuto ottenere con un’organizzazione al vertice ragionevole, con una definizione ben precisa dei compiti e delle competenze, ma, alla fine dei giochi, non verrà mai realizzato.399

396 Collier, Diecimila Occhi, p. 146.

397 Bertin, La vera storia dello sbarco in Normandia, p. 15. 398 Ivi, pp. 16-17.

158

La progettazione e la realizzazione del Vallo Atlantico è affidata all’Organizzazione Todt, che ha già lavorato alla creazione della linea Sigfrido sul confine franco-tedesco, denominata Westwall. Come manodopera vengono utilizzati centinaia di lavoratori del luogo e prigionieri, costretti ai lavori forzati.

Nel corso del 1943 i tedeschi perdono sempre più coscienza della minaccia dello sbarco sulle coste francesi, difatti su altri terreni d’operazione, gli Alleati hanno dimostrato di poterci riuscire benissimo, ne sono un esempio gli sbarchi in Nord-Africa, in Sicilia, in Calabria, a Salerno.

«L’annientamento di sbarco del nemico è qualcosa di più di una strategia puramente locale sul fronte occidentale, è il fattore decisivo per l’intera conduzione della guerra e dunque dei suoi risultati finali. Una volta sconfitto, il nemico non tenterà mai più di invaderci. A parte le pesanti perdite, gli sarebbero necessari mesi per organizzare un nuovo tentativo. E il fallimento dell’invasione sarebbe un colpo mortale al morale degli inglesi e degli americani. Da un lato impedirebbe la rielezione di Roosevelt, dall’altro, il logorio della guerra si farebbe sentire particolarmente in Inghilterra, e Churchill, già vecchio e malato, son sarebbe più in grado di mandare in porto una nuova invasione.» 400

Nel novembre 1943 il Feldmaresciallo Erwin Rommel, dopo il rientro dalla campagna del Nord-Africa, assume, per volere di Hitler, il nuovo incarico di supervisione delle difese occidentali, primariamente di quelle costiere, delle quali avrebbe dovuto riferire direttamente al Führer. Il feldmaresciallo è mal visto da molti dei suoi superiori o di pari grado, specie agli occhi di von Rundstedt: la “volpe del deserto” è difatti passato in soli tre anni dal grado di colonnello a quello di feldmaresciallo, oltretutto con una sconfitta, per quanto gloriosa, nella campagna africana.401

Rommel è convinto che la Germania non avrebbe ragionevolmente potuto vincere la guerra: le enormi richieste in termini di uomini ed equipaggiamento sul fronte orientale, la spinta Alleata in Italia e la supremazia anglo-statunitense nei cieli della Germania, che ne limita enormemente la capacità bellica e colpisce la popolazione, sono fattori che secondo il feldmaresciallo avrebbero in breve tempo

400 Hitler sull’importanza del respingere gli Alleati durante la futura invasione. Ambrose, D-Day.

Storia dello sbarco in Normandia, Cit. p. 29.

159

contribuito alla sconfitta del Reich. Inoltre, i tedeschi sono a conoscenza del fatto che, oltre la Manica, un imponente esercito anglo-statunitense è pronto a invadere la costa europea Nord-occidentale, ottimamente sostenuto da massicce incursioni aeree e ben rifornito attraverso l’Atlantico da un costante flusso di uomini e materiali che i tedeschi con i loro U-Boot non sono in grado di ostacolare.

Agli occhi di Rommel l’unica alternativa alla completa disfatta militare è quella di proseguire la guerra su soli due fronti, a oriente e occidente, in quanto considera che le barriere fluviali nella pianura Padana e la barriera delle Alpi in Italia, avrebbero permesso a esigue forze di tenere testa agli Alleati per molto tempo sfruttando le difese naturali. Strategicamente Rommel considera l’assoluta necessità di evitare lo sfondamento a est dell’Armata Rossa, e per fare ciò deve opporsi fortemente all’imminente invasione attraverso la Manica in modo da imporre uno stallo a ovest e rivolgere tutte le forze a oriente, per porsi in condizione di trattare una pace ragionevole. Se si fosse lasciato che anche quello occidentale diventasse un fronte protratto, ogni speranza sarebbe andata perduta.

Come aiutante stretto del feldmaresciallo viene posto il vice-Ammiraglio Ruge, già comandante delle forze navali in Italia. Dopo essere stato chiamato a rapporto il 10 novembre, il contrammiraglio si reca a Berlino per raccogliere tutte le carte e tutti i progetti che possono riguardare le fortificazioni costiere. Solo al principio di dicembre, Ruge e Rommel possono iniziare il loro lavoro di ispezione.402 Rommel, dopo le prime ricognizioni partite dalla Danimarca della

durata di dieci giorni, trova le difese, di quello che sarebbe dovuto essere l’insuperabile Vallo Atlantico, ampiamente e sommamente vulnerabili.403

Trasferitosi al Quartier Generale del Gruppo d’Armate B a Fontainebleau, prende a studiare le coste francesi e si dedica con molto impegno a migliorare la situazione nel tempo che il nemico gli avrebbe concesso. Il grande Vallo Atlantico, con cui la propaganda tedesca è riuscita a far tanta impressione sulla popolazione germanica e sugli Alleati, è in realtà una montatura pura e semplice, un castello di carte che gli Alleati avrebbero potuto superare con un salto.

La marina tedesca, in realtà, ha schierato una serie di batterie a protezione dei porti principali, le quali sono collegate tra di loro, ma in modo incompleto,

402 Ivi, p. 242.

160

mediante batterie di costiera dell’esercito. Non esistono campi minati efficienti e i fondali della costa non sono stati neppure minati, infine gli ostacoli disposti lungo la spiaggia non sono minimamente sufficienti. In sostanza, non si è ancora fatto un tentativo concreto e sistematico per porre le coste francesi in condizioni di difendersi contro l’invasione.404

Von Rundstedt riconosce volentieri le debolezze del Vallo, tanto da non credere in nessun modo alla sua efficacia. Dopo i fatti di Dieppe, però, la propaganda di Goebbels non cessa di proclamarne l’invulnerabilità. In tutti i giornali appaiono in grande una serie di fotografie che mostrano le enormi difese disposte lungo la costa, non dicendo mai, però, che la costa è lunga almeno due mila chilometri, di cui la maggior parte risultano indifesi. Per von Rundstedt il concetto di Vallo Atlantico è piuttosto destinato alla popolazione tedesca che non al nemico. Un nemico che grazie ai suoi aerei da ricognizione e all’elevato numero di spie presenti in Francia, sa a menadito ogni sua singola caratteristica.405

«Der Atlantikwall war ein ungeheurer Bluff…» 406

Il Contrammiraglio Ruge dà la colpa al generale del genio, responsabile degli apparati difensivi, accusandolo di non essere all’altezza dell’incarico; ma fondamentalmente è l’Alto Comando tedesco a essere colpevole. Mancando ogni stimolo dalle alte sfere, i comandanti locali prendono le cose con calma e decidono di volontà propria. La Francia è diventata una casa di riposo per i generali oramai vecchi e stanchi, nonché per le unità già avanti con gli anni reduci da numerose campagne, inoltre, i presidi permanenti sono composti da riservisti.

Come è facile da immaginare, Rommel si mette al lavoro con le più serie intenzioni di mettere fine a questo stato di cose. Poco prima di Natale, inizia le sue ispezioni facendo lunghi viaggi in automobile e visitando i vari settori della costa e tutti i comandanti, fino a quelli di divisione. Di giorno ispeziona le difese, la sera raduna gli ufficiali per tenere loro delle conferenze.407 Nella zona di Pas de

Calais, l’artiglieria costiera, piazzata fin dal 1940, viene continuamente rinforzata e

404 Young,Rommel, pp. 242-243.

405 Bertin, La vera storia dello sbarco in Normandia, p. 20.

406 Maresciallo von Rundstedt sull’efficacia del Vallo atlantico. Beevor, D-Day la battaglia che salvò

l’Europa, Cit. p.44.

161

divenne quasi imprendibile; fra la Somme e Le Havre, le alte scogliere rendono lo sbarco poco probabile, inoltre le difese proprio per la struttura morfologica della costa sono sufficienti; sulla costa della Normandia, da Honfleur a Cabourg, le batteria pesanti piazzate a Le Havre impediscono praticamente l’accesso all’eventuale flotta d’invasione. Fra l’Orne e la Vire, invece, ci si sarebbe potuti aspettare uno sbarco, così come lungo la costa Sud-Est del Cotentin, il porto di Cherbourg è di vitale importanza per una possibile riuscita dell’operazione.

Per evitare che le batterie vengano colpite e danneggiate bisogna proteggerle con corazze molto resistenti e mimetizzarle il più possibile. Le torri di tiro, come quelle che la marina utilizza a bordo e nelle fortificazioni più all’avanguardia, offrono una protezione ideale dalle schegge e dai colpi d’artiglieria nemica, salvo fatto per i pezzi ultra-pesanti. Le torri corazzate, però, non sono più realizzabili dato il loro immenso costo economico, tutta la materia prima è difatti indirizzata per la produzione dell’armamento necessario all’esercito. In sostituzione delle corazze, il cemento armato offre una protezione altrettanto affidabile, in compenso, però, il brandeggio dei cannoni, che in una torretta corazzata è di 360 gradi, si riduce 80-120 gradi nel caso di un bunker di cemento, inoltre, le aperture di quest’ultimo risultano essere più grandi rispetto a quelle strettissime delle torri d’acciaio, esponendo dunque la batteria maggiormente al fuoco nemico.408

Nei primi mesi del 1944 non è però il momento opportuno per richiedere alle industrie belliche tedesche un così elevato sforzo per la realizzazione delle difese atlantiche. La guerra combattuta contemporaneamente sui due fronti assorbe la maggior parte delle energie. Nello stesso tempo le rampe di lancio per le bombe V-1 e V-2 stanno richiedendo sforzi immensi sia in termini di manodopera che di materiale, per poi risultare completamente inutili in futuro. Inoltre, i continui bombardamenti Alleati e i sabotaggi della Resistenza francese danneggiano sempre di più le infrastrutture necessarie all’operato. In conseguenza di tutti questi fattori, il golfo della Senna non è munito di mine costiere adeguate, molte mine terresti risultano essere semplicemente dei proiettili d’artiglieria modificati e dunque parzialmente inadatti al loro scopo.409 Ad aggravare

ulteriormente la cosa, nel 1943 inizia, in gran parte per volontà di Göring, la

408 Ruge, Rommel e l’invasione, p. 34.

162

produzione degli aerei da caccia con propulsione a reazione Me-262, capaci di raggiungere gli 800 km/h, almeno duecento in più rispetto a qualsiasi altro aereo da caccia. Pronti attorno all’aprile del 1944, i quasi 1500 aerei, per quanto siano micidiali, sono pressoché inutilizzati, a causa del caos che regna nell’Aviazione e della mancanza di piloti qualificati, per non tenere di conto poi della mancanza di risorse di carburante.410

«Nessuno dei nostri caccia era minimamente paragonabile agli aerei a reazione tedeschi. Se

li avessero utilizzati sulle coste francesi, avrebbero vanificato la nostra superiorità aerea e lo sbarco in Normandia.» 411

Complessivamente, il fronte dai Paesi Bassi fino alla parte mediterranea della Francia è sotto il controllo dell’OB West del Feldmaresciallo Gerd von Rundstedt, il 15 gennaio Rommel è messo al comando del Gruppo di Armate B composto dalla 15° Armata del Generale von Salmuth nella zona del Pas de Calais e dalla 7° Armata del Generale Dollmann in Normandia che controlla il settore lungo la costa dei Paesi Bassi, Belgio e Francia settentrionale. Di conseguenza, Rommel risulta solo come supervisore, per ogni scelta e decisione deve avere il consenso di von Rundstedt, quest’ultimo è un aristocratico e dignitoso ufficiale della vecchia scuola tedesca, uno stratega abilissimo, anche se fedele all’ortodossia prussiana; si sarebbe potuto facilmente offendersi nel vedere capitare nel suo territorio un maresciallo così giovane e così “intelligente”.412

La linea principale di difesa per contrastare l’invasione sarebbe dovuta essere la spiaggia, e per questo Rommel rinforza le difese litoranee facendo costruire fortificazioni per l’artiglieria costiera e immensi campi minati lungo i tratti favorevoli a uno sbarco, protetti a loro volta dal tiro di capisaldi fortificati. Per ingannare il nemico è necessario poi predisporre postazioni ben camuffate e mappe di movimento fittizie da coordinare a un falso piano operativo del gruppo di armate. In mare sarebbero state dislocate quattro cinture di ostacoli subacquei posizionate in modo tale da essere efficaci in qualunque situazione di marea. Contro gli attacchi aviotrasportati, Rommel ritiene opportuno allagare ampi tratti

410 Ambrose, D-Day, Storia dello sbarco in Normandia, p. 32.

411 Dwight Eisenhower in riferimento agli aerei a reazione tedeschi ME 262. Ivi, Cit. p. 32. 412 Young,Rommel, p. 246.

163

di terra vicino alla costa, in prossimità di fiumi e paludi, e di piantare nei campi migliaia di lunghi picchetti con all’estremità una mina, i cosiddetti “asparagi”, per impedire l’atterraggio degli alianti.

«Diventiamo più forti di giorno in giorno. Le mie idee cominciano a realizzarsi. Adesso aspetto con fiducia lo scontro: potrà iniziare il 15 maggio, o forse alla fine dello stesso mese.» 413

Rommel mette appunto il più terrificante dispositivo d’ostruzione che si potesse fino ad allora immaginare: con l’alta marea i mezzi da sbarco si sarebbero avvicinati, ma già a 300 metri sarebbero stati sotto il fuoco delle mitragliatrici, dei mortai e dei pezzi leggeri delle postazioni difensive; avvicinandosi ancora di più, i mezzi da sbarco si sarebbero schiantati contro le “porte belghe”, ovvero ostruzioni formate da pali d’acciaio con all’estremità una mina che sarebbe esplosa a contatto con lo scafo; ancora oltre le imbarcazioni che fossero riuscite a passare si sarebbero trovate di fronte a tetraedri metallici formati da tre pezzi di rotaia uniti al centro con un angolo di 90 gradi; se infine i soldati fossero riusciti a sbarcare sulla spiagge, ad attenderli ci sarebbero state migliaia di mine anti-uomo e anti-carro e recinzioni di filo spinato, il tutto sotto un incessante fuoco incrociato dalle postazioni.414 Se per qualche motivo le truppe fossero riuscite a uscire dalla

sabbia, oltre la spiaggia, attendeva loro una serie di ulteriori ostacoli fra i quali mine, campi di filo spinato e quant’altro; dietro di queste sarebbero poi intervenute in caso di necessità le unità corazzate della riserva.415

Alla fine Rommel può contare su cinquantuno divisioni, di cui tredici