Il preludio al D-Day
4.3 Gli uomin
Mentre il Comando Supremo prepara minuziosamente il piano d’invasione, le truppe americane continuano a sbarcare in Gran Bretagna a ritmo accelerato. Quasi ogni grande città possiede un campo militare, dove molti soldati sin
362 Perrault, Il segreto del Giorno D, p. 102. 363 Ivi, p. 103.
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dall’inizio della guerra conducono la triste vita di caserma: esercitazioni, marce, tiri al bersaglio. Nei bar c’è poco da bere e il tempo lo si passa giocando alle carte o ai dadi, purché non si mettano di mezzo i soldi. In mezzo alla noia, gli uomini leggono il giornale, ascoltano la radio e non vedono prossimo lo sbarco. Il Generale Montgomery cambierà questa atmosfera. Prima del suo comando, i soldati hanno imparato l’ABC del perfetto conquistatore. A piccoli gruppi, sono stati mandati in campi di addestramento speciali in riva al mare, a conoscere i mezzi da sbarco. Alla fine del 1943, l’addestramento è diventato più duro. Anche la marina e l’aviazione partecipano costantemente alle esercitazioni. Le truppe effettuano sbarchi di prova su spiagge dove sono stati sistemati gli stessi ostacoli che la ricognizione aerea ha visto piazzati sulle spiagge tedesche o che sono stati individuati dallo spionaggio e dalla Resistenza francese.
Grazie al comandante Philippe Kieffer, capo del contingente francese che sbarcherà in Normandia il 6 giugno, possiamo conoscere nel dettaglio la giornata “tipo” dei soldati nelle caserme, specie quella dei commandos. Per far sparire qualsiasi sentimento di paura, a partire dal terzo giorno tutte le esercitazioni si svolgono con l’utilizzo di munizioni da combattimento: ogni squadra di quaranta uomini, che passa da questi addestramenti, lascia come minimo un morto e altri feriti gravi. Ogni giorno gli uomini sono sottoposti a 11 km di corsa con zavorra, in un tempo di un’ora, nel caso di marcia di 32 km, quest’ultima deve essere completata in cinque ore. Il percorso di combattimento consiste nel passaggio di burroni, scalate di roccia con corda liscia, infiltramento sotto filo spinato, scavalcamento di muri, salti da torri d’esercitazione, passaggi a nuoto di fiumi o di laghi ghiacciati con equipaggiamento. Il tutto con l’accompagnamento di bombe a mano e di esplosioni, sotto il tiro di mitragliatrici, e da esercitazioni di lotta a corpo libero e con il coltello. Questo inferno dura dalle otto alle dieci settimane.364
Montgomery, con il suo treno personale, costantemente ispeziona le truppe in addestramento, facendo visita a migliaia di soldati ogni giorno. Durante le ispezioni, il generale permette alla truppa e agli ufficiali di schierarsi “a riposo” in modo che ogni singolo uomo lo possa osservare. Con tale sistema egli passa in rivista più di un milione di uomini. Ma non si limita a ispezionare solo truppe, visita fabbriche, parla con i ferrovieri, discute perfino con degli scaricatori di porto
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a Londra. Si pensa che queste “visite” gli occupino tempo inutile, e gli viene chiesto di smettere, ma senza nessun risultato.365
«Questo genere di ispezione occupava un certo tempo, ma era molto utile sia per gli uomini che per me. L’importante era conquistare la loro fiducia, e questa cominciava dalla curiosità.» 366
Alla fine di marzo tutto è pronto per Overlord e le armate cominciano a trasferirsi verso le zone di concentramento. Il giorno X è stato fissato per il 5 di giugno. Il mese di aprile scorre in esercitazioni, che culminano con una prova generale su vasta scala da parte delle forze d’assalto, fra il 3 e il 5 maggio. Il 7 e l’8 aprile viene indetta un’esercitazione teorica di due giorni rivolta a tutti gli ufficiali di alto livello, durante le sedute vengono analizzate tutte le possibili situazioni che si sarebbero potute verificare durante le azioni, sia durante l’avvicinamento in mare sia durante lo sbarco. Il 28 di aprile il Quartier Generale viene trasferito a Portsmouth, il circolo ufficiali viene insediato nei pressi di Broomfield House.367
L’impegnativo compito di sistemare le formazioni americane, che quasi ogni settimana giungono dall’Atlantico, si sarebbe protratto fino a che non si fossero avuti disponibili dei porti sulla costa francese. Il trasporto di ogni divisione corazzata richiede quaranta trasporti cargo, pari a 385 mila tonnellate di naviglio rispetto alle 270 mila tonnellate necessarie per una divisione di fanteria. Ogni unità ha bisogno in Gran Bretagna di accampamenti, di treni per far giungere le truppe, di zone di addestramento, di aree ricreative, di rifornimenti. In previsione della terrificante ipotesi che i tedeschi facciano uso di gas tossici contro gli invasori, vengono distribuite migliaia di maschere anti-gas, il personale sia di fanteria sia dell’aviazione viene istruito sulle misure preventive di un possibile conflitto con l’impiego di tali mezzi.
L’Inghilterra sta vivendo un’immensa crisi alimentare ed economica. Gli uomini possono comperare una camicia nuova ogni venti mesi, le donne di casa devono fermarsi i capelli con forcine rimediate dagli scovolini delle vecchie pipe. Ogni singolo elemento metallico superfluo viene prelevato per poi essere usufruito dall’industria bellica. Penne stilografiche, fedi nuziali, lenzuola,
365 Ivi, p. 79.
366 Generale Montgomery a riguardo delle visite periodiche alle truppe del contingente britannico
in partenza per l’operazione Overlord. Ivi, Cit. p. 78.
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pelapatate, lacci per le scarpe sono quasi introvabili. Alcuni manifesti governativi recitano: «Il cibo è una munizione, non sprecatelo»; il razionamento era iniziato nel 1940 e le scorte non sarebbero finite secondo alcune stime prima del 1954. Ma ora la razione mensile di formaggio è 56 grammi a persona, la vitamica C può essere assunta quasi esclusivamente dall’acqua di cottura delle rape.368
La prima ondata della forza da sbarco americana comprende 130 mila uomini ai quali si sarebbe aggiunto entro D+90 un contingente di 1 milione e 200 mila uomini. Con loro sarebbero affluiti 137 mila fra mezzi motorizzati e semicingolati, 4200 cingolati e 3500 pezzi d’artiglieria. Per alloggiare l’orda americana vengono montate quasi 400 mila casette prefabbricate e 279 mila tende, oltre ai 112 mila edifici e i 7 milioni di metri quadrati messi a disposizione dai privati. L’enorme sistema logistico non è però privo di pecche: ogni soldato americano riceve 2,9 kg di razione quotidiana rispetto all’1,5 kg del nemico tedesco, ma dei quasi 3 kg solamente 1,8 kg viene effettivamente consumato; di contro, la dotazione tedesca di munizioni per armi leggere assegnate a una compagnia di fucilieri è più del doppio di quella della controparte americana, 56 mila colpi contro 21 mila.369
Inoltre, nonostante i miglioramenti logistici, la confusione e gli errori abbondano: la gigantesca macchina bellica statunitense ha dispiegato 23 milioni di tonnellate di materiale. Trasportato per lo più con le navi da carico che arrivano dopo giorni, se non mesi, dopo le truppe, molto di questo materiale viene distribuito scollegato l’uno dall’altro; nell’immenso sistema molto dell’equipaggiamento va perduto.370
Ai problemi materiali si aggiungono ulteriori motivi di tensione. Nel suo libro
Crocita in Europa, Eisenhower racconta come avvenne l’invasione progressiva della
Gran Bretagna da parte di soldati statunitensi. È indispensabile, secondo la sua opinione, prima di tutto, che i giovani americani non si comportino come conquistatori. Il previdente Eisenhower ci aveva pensato, inculcando loro sani principi. Dato che il generale si considera alla testa di una crociata, ci tiene che gli americani non passino per gli “infedeli”, e allo stesso tempo vuole che i suoi uomini non si ritengano dei “crociati privilegiati”, inviati in Gran Bretagna per aiutarli a uscire dal pasticcio in cui si era cacciata. Gli stereotipi, però, sono duri a morire: per gli americani la Gran Bretagna è una potenza antiquata, popolata di
368 Atkinson, Una guerra al tramonto, p. 6.
369 Hastings,Overlord: Il D day e la battaglia di Normandia, pp. 38-39. 370 Atkinson, Una guerra al tramonto, p. 27.
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snob e con un basso ardore guerriero. Nel marzo del 1942 il 40 % degli intervistati
ritiene che il Regno Unito contribuisca in parte minore allo sforzo bellico, mentre il 38 % è di parere contrario. Inoltre, i 2/5 degli intervistati ammette di diffidare dall’alleato britannico e ne sottovaluta la capacità militare. Di rimpetto, gli inglesi trovano gli americani troppo eccentrici e troppo spesso traviati dall’egoismo e dal materialismo.371 All’inizio del 1944 il soldato americano riceve quotidianamente
340 g di carne, salsiccia o bacon, una reazione superiore di metà a quella del suo collega britannico e tre volte maggiore rispetto a quella dei civili; percepisce una paga che ammonta a tre volte tanto quella degli inglesi, usufruisce di tre cambi di vestiti e può disporre di beni rari, quali cioccolata e sigarette. Questi vantaggi conferiscono agli yankees uno straordinario prestigio agli occhi della popolazione femminile autoctona, un’ulteriore fonte supplementare di tensione.372
Un elemento ancora più grave in questo contesto è la questione raziale. L’esercito americano prosegue, nella teoria come nella prassi, una politica discriminatoria ai danni di tutta la popolazione non bianca. Mentre nel 1940 i neri rappresentavano il 10 % della popolazione totale americana, essi erano solamente per l’1,5 % inseriti nell’Esercito e per il 2,3 % nella Marina, specie nei ruoli di addetto alla cucina o alle pulizie, e fino al 1943 rimasero esclusi dall’Aviazione. Lo Stato Maggiore americano cercò, a partire dal 1940, di cambiare rotta incoraggiando il reclutamento degli afroamericani: era un modo sia per far crescere gli effettivi sia per ottenere voti alla campagna presidenziale, si arrivò così, nel 1942, al 7,4 % come percentuale di neri all’interno dell’esercito terrestre. Ma i principi razzisti continuano per molto più a lungo. I neri non hanno il diritto comandare unità bianche, gli ufficiali di colore continuano a essere un’eccezione, sono solo lo 0,35 %; la segregazione continua a imporre le sue leggi: i soldati neri frequentano centri, cinema e campi sportivi separati. Nell’Aviazione il 56 % del personale si mostra ostile all’ingresso di truppe nere nell’Arma, i coscritti, in generale, sono molto restii a condividere le istallazioni comuni con i loro compagni di colore.
Gli Stati Uniti mantengono questo sistema anche in Gran Bretagna, la quale, invece, è fortemente contraria a questi metodi discriminatori. A parte il fatto di
371 Wieviorka,Lo sbarco in Normandia, p. 105. 372 Ivi, p. 106.
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ritenere il razzismo di un’immensa volgarità, i britannici rifiutano che nella sfera pubblica si pratichino distinzioni, se i singoli individui si comportano in maniera rispettabile. Inoltre, da un punto di vista più pratico, la Gran Bretagna non si sarebbe mai potuta permettere a livello economico un sistema di separazione come quello attuato dagli americani.373
4.4 I mezzi
Per quanto sia gli americani sia gli inglesi siano oramai da anni esperti in manovre militari di sbarco, dato il numero di operazioni già eseguite durante le due guerre mondiali, specie nella seconda, lo sbarco in Normandia necessita di un ulteriore studio logistico; si ritiene, inoltre, che fin dai primi mesi di progettazione, per la miglior riuscita dell’operazione, data anche l’enorme difficoltà, si debba adottare dei mezzi da sbarco d’assalto ancora più innovativi. Gruppi di esperti, fra quali militari, genieri, ingegneri, marinai, geografi collaborano sotto ogni punto di vista per cercare di elaborare e apportare modifiche a ogni singolo veicolo che la mattina del fatidico giorno del D-Day avrebbe dovuto prendere parte all’invasione. È dunque necessario creare mezzi da sbarco per ogni esigenza: mezzi da trasporto truppe, mezzi da trasporto materiale, mezzi da trasporto carri armati, mezzi anti-aerea, mezzi lancia razzi, solo questi nel gruppo del naviglio.
Gli LCVP (Landing Craft Vehicle Personnel) e gli LCA (Landing Craft Assault) costituiscono la principale tipologia di imbarcazioni per lo sbarco di truppe e veicoli. Sono anche indicati come Higgins Boat, dal nome del progettista e principale costruttore.374 Durante l’intero conflitto ne vengono costruiti più di 23
mila dalla Higgins Industries e da altre ditte su licenza tra il 1942 e il 1945. Lo scafo è costruito principalmente in compensato e ha il fondo piatto. Il loro impiego prevede che queste imbarcazioni, una volta raggiunta la spiaggia, si arenino per il tempo necessario alla discesa di uomini e mezzi per poi disincagliarsi nel momento del ritorno verso la nave che avrebbe ricaricato il mezzo per un ulteriore sbarco. L’equipaggio è costituito da un pilota, da un meccanico e da un marinaio. Questi ultimi due, durante le operazioni svolgono il compito di mitraglieri utilizzando le due mitragliatrici poste ai lati dell’imbarcazione. In alcuni
373 Ivi, pp. 107-108.
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casi viene imbarcato anche un quarto uomo che ha la funzione di segnalatore o di comandante dell’intera ondata dei mezzi da sbarco. Il mezzo può trasportare trentasei soldati oppure dodici soldati e una Jeep a una velocità di 16 km/h. L’imbarcazione dispone a prua di una rampa in acciaio che può essere utilizzata come porta di ingresso e di uscita della truppa.
Gli uomini salgono a bordo in alto mare, scendendo tramite una rete posta sulla fiancata della nave carico. Una volta toccata la riva, il primo uomo a uscire dal mezzo è sempre il team leader, seguito dai fucilieri che provvedono a un fuoco di copertura, di seguito sbarcano i genieri col compito di rimuovere le mine e gli ostacoli, mitragliatori e granatieri eseguono un forte fuoco di soppressione sulle postazioni nemiche, dopo ancora è il turno degli uomini-lanciafiamme che hanno il compito di attaccare le difese nemiche, infine per ultimo esce il vice team leader che ha il compito di controllare e gestire le retrovie degli uomini sbarcati. Inoltre in alcuni mezzi sono presenti dei soldati-medici col compito di intervenire tempestivamente nel caso sia necessario. Durante lo sbarco in Normandia verranno impiegati più di mille fra LCVP e LCA.
Gli LCT (Landing Craft Tank) e gli LCM (Landing Craft Mecchanics) sono mezzi da sbarco che trasportano, come si può intuire dall’acronimo, i mezzi che sarebbero giunti sulle spiagge. A differenza dei precedenti hanno una doppia apertura sia frontale che sul retro in modo tale da permettere il collegamento fra due o più mezzi per trasbordare il contenuto o per permettere di creare veri e propri ponti per facilitare lo sbarco dei mezzi in caso d’impossibilità di attraccare a causa di fondali pericolosi.
Gli LST (Landing Ship Tank) e gli LSI (Landing Ship Infantry) sono le navi più grandi di questo gruppo di mezzi da sbarco, hanno fino a 6 mila miglia di autonomia e sono vere e proprie navi d’alto mare. Possono trasportare fino a 2 mila tonnellate fra uomini e mezzi i quali vengono scaricati direttamente sulla spiaggia tramite un grosso portellone a prua o imbarcati su mezzi minori a largo. La nave consiste di due livelli o ponti principali, quello inferiore adito al trasporto di mezzi più pesanti quali i carri armati, quello superiore ai mezzi leggeri e alla truppa, i due ponti possono, tramite un ascensore, essere portati a livello 0 per permetterne lo sbarco. Altro mezzo da sbarco è LCI (Landing Craft Infantry), una
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nave più convenzionale il cui scopo è fondamentalmente quello di trasportare gli uomini, ne può trasportare fino a 200.375
Nel dicembre del 1943, la Gran Bretagna è trasformata in un solo immenso cantiere navale. Gli Stati Uniti che, due anni prima, avevano perduto a Pearl Harbour in una sola mattinata la maggior parte delle propria flotta nel Pacifico, hanno costruito nello spazio di un anno 22 mila mezzi da sbarco.
L’Ammiraglio Ramsey, comandante in capo delle forze navali di spedizione, sta già radunando sulla carta tutte le forze di scorta e di appoggio navale che sarebbero servite il giorno D, durante l’operazione Neptune, nome in codice della fase navale di Overlord. Quest’ultima avrebbe avuto bisogno nel D-Day della bellezza di 5 corazzate, 15 incrociatori da battaglia, 109 cacciatorpediniere, 40 corvette, 67 caccia-sommergibili, 217 imbarcazioni leggere e 14 flottiglie di dragamine. Il convoglio sarebbe dovuto essere scordato non solo ai lati, ma in ogni singolo punto cruciale, ogni garanzia di successo è fondamentale. Vedremo successivamente che Ramsey e tutta le forze di marina Alleate, alla fine, otterranno molto di più.376
Infine, l’Ammiragliato dà il via alla preparazione delle navi frangi-flutti che sarebbero state necessarie alla costruzione dei porti, nome in codice operazione
Goosberry. Per tale scopo sarebbero state affondate circa novanta navi, delle quali
quattro vecchie navi da battaglia, di cui una corazzata inglese, una corazzata francese, un incrociatore da battaglia e un’altra nave olandese. La maggior parte di queste sarebbero state però mercantili di varie nazionalità, i quali equipaggi rimarranno alloggiati nel porto scozzese di Oban per più di sei mesi, in attesa del giorno fatidico.377
Una volta che la flotta viene riunita sulla carta, l’Ammiraglio Ramsey si dedica al compito di trovare un porto per le oltre 5 mila navi che sarebbero state impiegate. Inoltre deve stabilire la tabella di marcia di tutte queste navi in modo che, convergendo su un punto stabilito, possano attraversare la Manica e arrivare di fronte alle spiagge francesi. Deve ricorrere alla collaborazione di migliaia di uomini per riuscire a organizzare questo movimento.
375 Bertin, La vera storia dello sbarco in Normandia, pp. 55-59. 376 Ivi, p. 65.
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Abili militari e ingegneri inglesi, in seguito alle ricerche fatte sulla composizione delle spiagge e sulle informazioni raccolte riguardo alle possibili difese nemiche, pensano che sarebbe stato opportuno modificare determinati carri armati in modo da equipaggiarli in modo da poter avere funzioni aggiuntive. Percy Hobart è un militare in carriera, nonché ingegnere dell’esercito britannico, secondo le sue teorie i carrarmati avrebbero svolto nelle guerre future un ruolo predominante; proprio in conseguenza della necessità di dover sbarcare su delle spiagge fortificate, Hobart e il suo staff mettono appunto un insieme di progetti molto complessi e sofisticati.378
Viene creato un carrarmato “sminatore” che ha, come si evince dal nome, lo scopo di rimuovere le mine dalla spiagge, e ciò viene eseguito tramite il posizionamenti di rulli frontali con attaccate delle catene; questa specie di vortice continuo va a battere la spiaggia colpendo le mine sotterrate e facendole esplodere. Un’altra innovazione è quella del carrarmato anfibio, si pensa infatti che almeno nelle prime due ore dell’invasione sarebbe stato difficile riuscire a far sbarcare i carri armati sulle spiagge per via delle ostruzioni ancora presenti su queste, allo stesso tempo sarebbe stato difficile per le truppe sbarcate nella prima ondata procedere nell’avanzata senza il supporto corazzato. Per questi motivi viene pensato di creare dei carri armati anfibi che sarebbero stati rilasciati a qualche centinaio di metri a largo della spiaggia, in modo da poter raggiungere più facilmente la riva.379
L’esercito inglese dispone già dei DUKWS, veicoli speciali che possono passare dallo stato liquido a quello solido con la massima facilità, basta difatti cambiare il tipo di propulsione, passando da quella a elica a quella a ruote.380
Tuttavia non esistono fino a quel momento unità di dimensioni, corazza e armamento paragonabili a un carrarmato. Sono i carri americani Shermann che si prestano al meglio a questa modifica, la quale consiste nell’inserimento di una zavorra galleggiante alla base del carro, con una propulsione autonoma. Essi sono soprannominati D.D., ovvero Duplex Drive cioè guida duplice, e sono impiegati e
378 Perrault, Il segreto del Giorno D, p. 21. 379 Ibidem.
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collaudati durante gli sbarchi in Italia. Il D.D. è l’unico carrarmato modificato che sarà adottato dagli americani durante il D-Day, purtroppo a loro discapito.381
Altri veicoli modificati sono il carro lanciafiamme, il carro ponte e il carro bobina. Il primo viene progettato poiché si immagina, e poi sarà chiaro, che lungo il Vallo Atlantico siano presenti un ingente numero di bunker e casematte, più varie fortificazioni. Viene dunque l’idea di costruire questi mezzi che avrebbero avuto la capacità di lanciare getti di fuoco fino a un massimo di 70 metri in modo da colpire le infrastrutture nemiche incendiandole all’interno. Il secondo invece viene pensato per dare la possibilità, una volta avanzati nell’entroterra, di attraversare fiumi e fossi tramite ponti mobili, dato che la maggior parte dei ponti sono già stati minati e probabilmente sarebbero stati fatti saltare durante l’invasione. Il terzo infine ha un ruolo cruciale durante l’avanzate nelle spiagge: questo carro è difatti dotato di una bobina che srotola lungo il percorso delle reti di ferro, in modo tale da permettere ai veicoli di non sprofondare nella sabbia.