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Gli impieghi bancari

Nel documento Rapporto sugli strumenti finanziari (pagine 19-23)

1. Dinamiche del mercato 17

1.1.1 Gli impieghi bancari

Si propone qui un quadro di sintesi, avvertendo che nell’allegato statistico – che è parte integrante di questo Rapporto – sono disponibili informazioni a livello territoriale più fine, di norma quello regionale, corredate di ulteriori dati che, talvolta, richiedono un’attività di elaborazione. Nella Base Dati Statistica di Banca d’Italia è possibile effettuare interrogazioni più mirate, sia sulle tavole utilizzate in questo Rapporto, sia su molte altre ancora.

Negli anni della crisi, com’è noto, il sistema bancario ha significativamente ridotto la propensione a erogare credito alle imprese. Con la successiva e, per alcuni versi “timida”

ripresa, il fenomeno non è cessato e i dati esposti in questo rapporto evidenziano una crescente riduzione degli impieghi alle imprese non finanziarie che nell’ultimo anno sono passati dagli 809 miliardi di euro (al 31 dicembre 2017) ai 752 al 31 dicembre 2018 (cfr. figura 1.2).

Certamente questa dinamica risente della congiuntura e della quantità e qualità della domanda di credito, ma a questi fattori appare corretto aggiungerne altri dal lato della offerta che, come si spiega più avanti hanno assunto carattere strutturale2.

Il tema della finanza di impresa non si declina in modo uniforme sul territorio nazionale.

Esso risente molto delle diversità territoriali quanto a morfologia del tessuto produttivo.

e livello di sviluppo dell’economia3. Pesa la qualità delle infrastrutture nel senso più ampio, considerando anche quelle immateriali che interferiscono sui tempi della giustizia civile e quindi sulla durata e sul valore delle procedure di recupero dei crediti deteriorati.

Con riguardo alla figura 1.2, confrontando il credito erogato alle imprese non finanziarie nel 2012 con quello del 2018, si è registrata una diminuzione del 21,5 per cento.

Vedremo più avanti che ad essere penalizzate sono soprattutto le imprese sotto i 20 addetti. È il caso di rimarcare che nell’ultimo biennio si è assistito a una forte accelerazione del fenomeno nel senso che, se nel dicembre 2016 la variazione rispetto al credito erogato alle imprese l’anno precedente era stata del –2,3 per cento, l’anno successivo la variazione è stata del –6 per cento e, nel 2018, addirittura del –7 per cento.

2 Per una trattazione sintetica ed efficace del tema, dal lato sia della domanda (che noi trattiamo superficialmente) sia dell’offerta, si rimanda a Paolo Finaldi Russo, Il difficile accesso al credito delle piccole imprese, Servizio Stabilità Finanziaria Banca d’Italia, Convention Fedart Fidi, Roma 28-29/11/2019 (www.fedartfidi.it/test/wp-content/uploads/2019/12/III_29-11_Finaldi_Russo_BANCA-D_ITALIA.pdf).

3 Per una recente analisi che pure tratta questi temi rimandiamo al Rapporto Svimez 2019 L’economia e la società del Mezzogiorno, pag. 106.

Figura 1.2 – Impieghi nelle società non finanziarie e nelle famiglie produttrici, per macroarea territoriale (miliardi di euro)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia, Base Dati Statistica [TDB10295] Prestiti (esclusi PCT) - per provincia, settore e sottosettore della clientela.

Figura 1.3 – Impieghi per alcuni settori economici della clientela (miliardi di euro)

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia, Base Dati Statistica. [TRI30166] Prestiti (escluse sofferenze) - per attività economica della clientela e classe del fido globale accordato.

284

[ITC] Italia nord-occidentale [ITH] Italia nord-orientale [ITI] Italia centrale [ITF] Italia meridionale [ITG] Italia insulare

32,1

100 200 300 400 500 600

31/12/2018

Agricoltura, silvicoltura e pesca Costruzioni

Attiviità manifatturiera Commercio e riparaz. autoveicoli e motocicli Servizi di alloggio e ristorazione

La figura 1.3 palesa quanto gli effetti prima della crisi e poi del consolidarsi di più stringenti criteri allocativi siano stati, per così dire, asimmetrici. Osserviamo difatti che l’ammontare degli impieghi è mutato in misura abbastanza diversa di settore in settore (qui ne consideriamo solo alcuni, per un quadro più dettagliato si rinvia all’Allegato Statistico). È possibile ancora osservare che negli ultimi anni l’ammontare dei finanziamenti ai settori agricolo e a quello turistico (ci riferiamo qui solo ai servizi di alloggio ristorazione) è stabile, quello della manifattura e del commercio sono in ripresa (modesta), mentre la riduzione degli impieghi nel settore delle costruzioni sembra inarrestabile.

La propensione del sistema bancario a concedere credito è molto influenzata dalla rischiosità delle imprese e dalla disponibilità di informazioni per valutarla. Appare evidente che oltre al settore di appartenenza sia molto rilevante anche la dimensione dell’impresa richiedente. A quest’ultimo proposito si trova un riscontro nella figura 1.4, dove sono rappresentati gli impieghi al netto delle sofferenze4 (anche detti impieghi vivi), cioè quelli che – non riguardando soggetti inadempienti – producono i maggiori effetti sull’economia reale. Il grafico permette di distinguere per classe dimensionale in base al numero degli addetti. Se il confronto si effettua sul periodo 2012-2018 le imprese fino a 19 addetti segnano una diminuzione più elevata (–24,9 per cento) rispetto a quella delle imprese con almeno 20 addetti (–20,8 per cento). Nel confronto tra la rilevazione al 31 dicembre 2017 e quella al 31 dicembre 2018, si rileva che gli impieghi nelle imprese con almeno venti addetti registrano, per la prima volta dopo molti anni, una variazione positiva seppure di lieve entità. Per le imprese di minore dimensione, invece, la decrescita degli impieghi bancari prosegue. È possibile anticipare in proposito che nel primo semestre 2019 si è registrata una ulteriore diminuzione, in valore assoluto, di quasi 4 miliardi di euro.

I dati esposti nella tavola 1.3 e nella figura 1.5 (basata sui medesimi dati) si distinguono da tutti gli altri di questo capitolo perché non riguardano solo le imprese ma tutte le categorie di prenditori (eccetto le istituzioni finanziarie monetarie) e, quindi, comprendono le Pubbliche Amministrazioni e le famiglie consumatrici (cfr. glossario, voce “Settori istituzionali”). Come è possibile intuire, sul piano della numerosità, la maggior parte dei prenditori si concentra nelle classi di importo più modesto mentre il numero di prenditori delle classi maggiori costituisce un’esigua minoranza. Tuttavia è quest’ultima a raccogliere la maggior parte dei prestiti erogati dal sistema bancario.

4 Va peraltro considerato che, attraverso operazioni di cartolarizzazione, soprattutto i crediti in sofferenza possono essere ceduti, sicché non vengono più censiti tra le esposizioni bancarie. Per approfondimenti, cfr. Fabio Bolognini, www.linkerblog.biz/2017/12/26/i-numeri-del-credito-per-capire-meglio.

Figura 1.4 – Impieghi vivi per classe dimensionale delle imprese (miliardi di euro)

Nota: i dati comprendono le sole operazioni con la clientela residente, escluse le istituzioni finanziarie monetarie; la struttura della tavola è analoga a quella della TDB10226 da cui differisce solo per l’inclusione, nell’aggregato “prestiti”, dei pronti contro termine attivi verso la clientela, delle sofferenze su titoli e di altre componenti residuali; le “piccole imprese” sono sia società non finanziarie, sia “famiglie produttrici” con meno di 20 addetti.

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia, Base Dati Statistica, TDB20226 Prestiti (escluse sofferenze) - per provincia e settore della clientela

Tavola 1.3 – Prestiti al netto delle sofferenze (2018, totale residenti al netto delle istituzioni finanziarie monetarie)

(compresa la classe 0) 1.137,9 100,0% 55.258.800 100,0%

Fonte: nostre elaborazioni su dati Banca d’Italia, Base Dati Statistica, TRI30146 Prestiti (escluse sofferenze) - per regione della clientela e classe di grandezza del fido globale accordato.

555,1

Società non finanziarie con almeno 20 addetti Piccole imprese (fino a 19 adetti)

Nel documento Rapporto sugli strumenti finanziari (pagine 19-23)