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3 L’ARTE IN RUSSIA NEL XIX SECOLO

4 L’ARTE EUROPEA DEL XIX SECOLO

4.4. L'IMPRESSIONISMO E LA TECNICA PITTORICA

“Riguardo tutta la pittura francese, io non posso dire, che non mi piace, ciò sarebbe troppo, ma bisogna solo accordarsi sul punto di vista.

Il livello di apprezzamento è molto alto, ma è solo dovuto alla tradizione. Se lo sguardo fosse originale, indipendente e, come dire, soggettivo (che è vicino alle intenzioni dell'artista), in modo che non si presenti una vecchia portata riscaldata, escludendo il

gruppo di giovani (sui 15 uomini), non conosciuti come "impressionisti", allora le loro cose non uscirebbero dalla zona dei tentativi. Senza dubbio c'è un futuro per loro, ma quando comincerà, questo non lo so. Nessun francese può fare cose semplici, deve sempre cambiare. Mettiamo che hanno tutto chiaro, fino alla nitidezza, l'intenzione farebbe in modo da sembrare, tuttavia ci sono tra loro i più celebri, che si avvicinano all'ingenuità di mio figlio, nei colori ad olio. Ammettete che ho un tantino esagerato, per descrivere meglio, e Voi ne farete quasi una presentazione attuale. Se ciò iniziasse, allora io approverei il fatto che non ci sono più i presenti impressionalisti, come noi, i russi, cominciando da Tropinin fino a ai giovani della scuola artistica di Mosca.

Non per niente io non tollero questo inizio a Mosca: essendo invecchiata la società con le barbarie, una trova la forza nella negazione dell'arte fasulla, l'altra nell'assoluta

ignoranza. Da una parte, le coppie 40 enni, logorate e impotenti di fronte agli obiettivi della natura, che fanno intenzionalmente tentativi ridicoli, dall'altra i giovani inesperti ma intelligenti. Se solo fosse possibile preservarli dall'influenza corruttrice, per esempio, dalla vita della famosa pittura straniera! Io spesso ho voglia di andare a Parigi adesso, per poter studiare questa curiosa agitazione.”

Dalla lettera a P.M.Tretjakov 13-25 Luglio 1876

Nel corso dell’arte europea comincia il periodo in cui, secondo le parole di Kramskoj, “tutti diventano uomini illuminati, perfino i maiali, in qualità d’illuminati, ritengono che il loro parere sia straordinariamente saggio e sono tutti obbligati ad accettarlo, non si può essere da meno, sebbene uno sia al corrente anche degli altri”.

I gusti borghesi si prendono il potere nei confronti dell’arte – “la voce dell’aurea mediocrità”, come la definisce il pittore.

Giustamente Kramskoj rileva in quest’arte, che travisiamo in bellezza accademica, la “sfrontatezza” del rilievo e del colore.

Egli guarda con desolazione agli entusiasmi nei confronti di quest’arte da quattro soldi, che è molto simile ai grandi monumenti del passato. Egli scrive a proposito del Salone sulla mutata condizione dell’innovazione artistica in un unico stimolo, come dall’arena di una lotta concreta tra artisti.

“Ancora due parole sugli "impressionalisti" locali. Io ora non conosco, che questi

"impressionalisti": io penso semplicemente, che i francesi siano tanto generosi di quelle sortite eccentriche e alla moda. Dopotutto là è tutto geniale. Corot è geniale, Courbet è geniale, Manet pure, in poche parole, ci sono geni dappertutto.

Scusate, se vi esprimo il mio parere modesto e grossolano, che non è né uno, né l'altro, né un terzo, non è nemmeno geniale.. Questi nuovi tentativi escono alla luce e all'aria dalla materia dell'anima? In Francia lavora diversa gente,che da molto tempo pretende d'introdursi in ogni spazio, e il pubblico è stufo dei loro capricci, finalmente serve qualcosa di nuovo! Cosa volete, solo novità. Per esempio, facciamo qualcosa di nuovo nel paesaggio! C'è l'eccentrico, che da un pezzetto di tela dipinta grossolanamente, predisposta in un equilibrio noto, rivela le cose effettivamente meravigliose.

Provate a stare sdraiato sull'erba, attorno alla macchia boscosa, giacete a lungo, come se il sonno incombesse su di voi, e allo stesso tempo i vostri occhi vedessero le cose, allora le tinte comincerebbero a confondersi ai vostri occhi,e nella vostra mente, al posto del bosco, avrete delle allucinazioni, spunta fuori un arcobaleno e una diavoleria fantastica, ed è questo che rende interessante i paesaggi francesi. Il pubblico entra nel Salon a stomaco vuoto, insonne, euforico,e improvvisamente s'imbatte in questo caso curioso.

Che cos'è? All'inizio il pubblico gira a lungo attorno a quella cosa, stringendo le spalle, Aalcuni artisti fanno in tempo ad invecchiare prima di essere capiti, ma perfino adesso il pubblico riesce a trovare un modo e, alla fine, capisce. Come! Quale lungo

cammino deve percorrere l'arte, per avere la possibilità di sviluppo, e, alla fine di maturità e d'abbondanza! Non sto scherzando, in tutte queste cose c'è un sacco di poesia e talento, solo che, sapete, è un pò presto per noi. Il nostro stomaco richiede una portata comune, fresca e appetitosa. Spendono bene i francesi. Ma davvero non è chiaro fino all'ovvietà, ciò che l'arte fa, e che deve fare con gli uomini, innanzitutto, ci troviamo con un'intelligenza solida e un pensiero fermo, secondo, con gli uomini dalla vista normale. Ci sono uomini miopi (e in alcune città la percentuale di essi è spesso grande), ma l'arte non può uniformarsi ai loro difetti organici. E ora la parola alla nuova scuola francese . Manet: in lui c'è un sacco di forza, energia, colorito e natura, ma dipinge da uomo miope, che non vede al di là del suo naso. Fino a questo punto egli dà una rappresentazione del mondo abbastanza corretta, solo che si è

risvegliato proprio quello. Prendiamo atto che, guardando i suoi quadri, bisogna annotare nel taccuino N.B. e capire che tutto questo è reale nella natura, solo è impossibile farne un'istituzione, un principio, dove solo in casi rari, eccezionali, l'artista può ottenere questo effetto. Ma il francese non può mai fare le cose in modo semplice,deve sempre snaturare: ciò trasmette una sensazione, ma riversa tutta la vita e tutti i quadri in uno solo, e se un semplice barbaro osa notare, che è come se ciò fosse già molto, che per l'amor di dio non sempre conduce l'uomo in tale condizione, allora è chiaro che tutto è raro,tutti osservano con grande rammarico, chi appartiene alla società onesta. "Come! Egli non sa che questa è la moda! Chi è? Un povero...Chi è?..." - "Un russo". - "Aah!...un russo" etc...etc...

Voi dite, che io non riconosco la nazione, ecco! Non la riconosco! Mi permetto di affermare che, da questo alla genialità c'è qualche distanza, non desidero privare del merito a nessuno, ma nemmeno rimanere più in adorazione. Ripeto solo quello che ho affermato nella prima lettera.

Un "impressionalista" autentico, attuale: questo è il giovane 15enne russo del villaggio, e non il francese, che deve cambiare radicalmente tutto il secolo, che è capito sia dal pubblico che dalla critica, e, alla fine, che ha così poca indipendenza, da dimostrarsi schiavo della moda e del sentimento perverso. Se dessero la libertà al mio ragazzo di villaggio, allora penso che avrebbero conferma i contrari che non credono nella forza di nostro Signore e nell'essenza dei pagani. Infatti, non ci sono forse dei pagani nell'Accademia?Essi credono proprio, che se non dà costantemente aria alla bocca, l'uomo cessa di respirare, non chiedendosi però, a come respirava fino all'istituzione dell'Accademia?

Ancora un'altra obiezione. Dicono: tutti hanno bisogno di apprendere la tecnica, poiché questa andrà oltre..

Lo ammetto, mi hanno talmente sfinito con queste obiezioni, che sono diventato rauco, respiro a malapena e ripeto allo stesso stupido modo: "ora ditemi: da dove viene questo eccesso in Rembrandt, per esempio, rispetto ai suoi predecessori, e perché egli si trattiene e non trasmette ai propri allievi, ai quali spiega gli stessi saldi principi, affinché possano osservare cose di ogni sorta?..." - "Ma si, capita, voi siete tutti così, noi non parliamo di talenti, noi parliamo di comuni mortali..." Cosa?!! E io parlo di uomini veramente Affezionati alle loro cose e disponibili nonostante i pochissimi talenti. Essi acquisiranno sia la tecnica che la nuova strada da seguire. Si stanno timidamente moltiplicando i comuni mortali, e nessuno era disponibile fino agli affari artistici, tranne

la smania di giungere alla popolarità per sbaglio o promuovere costantemente le novità, le cose inaudite, sensate nella bella società.”

Dalla lettera di V.V.Stasov 21 Luglio 1876