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TERRA RUSSA: IL PAESAGGIO IN PITTURA E IN LETTERATURA (dall’articolo di Galina S Čurak)

2 I GENERI 2.1 IL RITRATTO

2.4 TERRA RUSSA: IL PAESAGGIO IN PITTURA E IN LETTERATURA (dall’articolo di Galina S Čurak)

In Guerra e Pace, Lev Tolstoj descrive il momento in cui il principe Bolkonskij, ferito presso Austerliz, contempla il cielo sopra di lui, cielo che riconcilia l'uomo con la vita e l'eternità: "Non c'è niente sopra la sua testa, aldilà del cielo - un cielo alto, senza luce, ma immobile, di un'altezza incommensurabile e nel quale fluttuano dolcemente delle nuvole grigie. Come potrei mai non notare questo cielo così alto? Che serenità è infine

archittettura, tra i suoi miglior discepoli ci furono Isaak Il'ič Levitan e Konstantin Korovin che lo ricordavano con ammirazione e gratitudine.Savrasov divenne amico intimo di Vasilij Grigor'evič Perov. Perov lo aiutò con i barcaioli nel quadro il Volga vicino a Yuryevets e Savrasov dipinse il paesaggio per i dipinti di Perov l'acchiappauccelli e i cacciatori a riposo.Negli anni sessanta viaggiò in Inghilterra a vedere l'esposizione internazionale, e in Svizzera. Venne così

notevolmente impressionato dal pittore inglese John Constable e da quello svizzero Alexandre Calame."I corvi devono tornare a casa" del 1871 è considerato dai critici il culmine della carriera artistica di Savrasov. Rappresentando una comune scena di uccelli che ritornano a casa, con un paesaggio molto semplice, Savrasov mostra emotivamente la transizione della natura dall'inverno alla primavera. È un nuovo tipo tipo di pittura, il paesaggio lirico, chiamato successivamente dai critici il paesaggio dell'umore. Il quadro gli diede la fama.Inizio primavera, acqua alta del 1888Nel 1870 entra a far parte del gruppo dei Peredvižniki, dissociandosi dall'arte accademica.

20 A.N Aleksandrov/1888-1982 / - Allievo di Tanejev, un contemporaneo di Rachmaninoff, Scriabin, Prokofiev,

scoprirlo. Si! Tutto è vuoto, questo cielo senza fine è solo una menzogna salva. Niente, non esiste niente tranne lui. E anche lui non esiste, non esiste altro che il silenzio, la calma. Grazie a Dio!"

La pittura russa offre uno straordinario parallelo a questa immagine: dagli studi

preparatori alla tavola del grande Aleksandr Ivanov L'apparizione di Cristo al popolo, e ce n'è una, Il ramo, che per la sua semplicità e potenza artistica richiama l'universalità della prosa di Tolstoj. Questo studio di paesaggio consiste unicamente di un ramo di albero, che si staglia sul cielo, e un orizzonte lontano di montagne, ma questa immagine contiene tutto il sistema dell'universo: la grande serenità e la nobile potenza

della natura si rivelano a contatto con un tale paesaggio. Esso può, come un geroglifico, indurre a chi ha l'anima propensa, aprire a questo genere di mistero una moltitudine di associazioni.

La pittura di paesaggio è uno dei tratti caratteristici dell'arte russa, essa ha seguito un lungo cammino prima che trovasse posto tra gli altri generi, ed è particolarmente vicina alla letteratura e alla poesia. In una come nell'altra,l'anima è così sottilmente in contatto con la natura e aspira alla contemplazione, trovandosi ad esprimersi pienamente. La pittura storica, la pittura di genere, il ritratto, il paesaggio, sono permanentemente associati, arricchendo così la forma e il contenuto di ciascun genere e modificando secondo i periodi. Così nel XVIII sec. il paesaggio si trova tutto "alla base della scala" nella gerarchia dei generi, e diviene , verso la seconda del XIX sec., il legame per eccellenza dove si esprime la vita spirituale della società. Attraverso il loro

paesaggio, i pittori meditano sulla missione della Russia, il destino del proprio popolo. Il XIX è , in Russia, il secolo della letteratura: essa occupa un posto particolare, se non privilegiato. La capacità della letteratura è di mostrare la vita nella sua complessità, di

esprimere i problemi più difficili dell'epoca rendendoli comuni all'umanità, a sapere che i personaggi sono riusciti ad esprimersi con gran brio per mano di Ivan Turgenev, Nikolaj Nekrasov, Fedor Dostoevskij, Ivan Gončarov, Tolstoj, Anton Čekov, Ivan Bunin.

Gli artisti del 1860 danno spesso la priorità al soggetto, alla narrazione e a volte seguono le impronte dirette dalla letteratura o dal teatro.

A volte il soggetto di una tavola e quello di un'opera letteraria coincidono, malgrado la loro indipendenza: e'quello che si può osservare tra il soggetto di Vasilij Perov21 l'accompagnamento del defunto, e il grande poema di Nikolaj Nekrasov Gelo, naso

rosso, dove ci sono una serie di scene di genere ispirate dalla drammaturgia d'Aleksandr

Ostrovskij. Queste similitudini o coincidenze di soggetti si spiegano facilmente, nella pittura di genere, per l'acutezza dei problemi sociali; ma sarebbe audace stabilire netti paralleli tra il paesaggio e la letteratura, anche se generalmente l'influenza della letteratura, del verbo poetico, è stato enorme.

E' il critico letterario e giornalista Vissarion Belinskij, nei suoi articoli consacrati all'opera di Aleksandr Puškin nel 1840, che, per primo, solleva la questione della natura russa: grazie allo scrittore, per la prima volta, la bellezza della natura si rivela non sotto i sontuosi paesaggi italiani, ma nei modesti scorci del paese natale: "Ciò che sembra

21 (Tobol'sk, 2 gennaio 1834 – Mosca, 10 giugno 1882) è stato un pittore russo ed uno dei fondatori del gruppo dei

Peredvižniki, un gruppo di pittori realisti. Dopo il completamento della scuola ad Arzamas, fu trasferito alla scuola d'arte Alexander Stupin, anch'essa ad Arzamas. Nel 1853 fu ammesso alla scuola di pittura, scultura ed architettura di Mosca, dove imparò da diversi artisti rinomati.Nel 1856 fu premiato con la medaglia d'argento per il suo schizzo di una testa di bambino presentato all'accademia imperiale delle arti. In seguito l'accademia lo premiò molte altre volte: nel 1857 una medaglia d'oro per il Commissario inquirente della polizia rurale, un'altra medaglia d'oro per la Scena su una tomba e il Figlio di un dyak che lo promosse in prima fila, nel 1861 una medaglia d'oro per Predica in un villaggio.Dopo aver ricevuto il diritto di fare una gita all'estero pagata dallo Stato insieme ad una medaglia d'oro, nel 1862 Perov andò nell'Europa occidentale, visitando diverse città tedesche e poi Parigi. Durante questo viaggio dipinse delle scene della vita di strada europea come ad esempio il Venditore di statuette, il Savoiardo, l'Affilatore di organi a Parigi, I musicisti e i passanti, il Raccoglitore di stracci parigino.Tornato a Mosca, tra il 1865 ed il 1871 Perov creò i suoi capolavori La coda alla fontana, Un pasto nel monastero, L'ultimo viaggio, Troika, il Lunedì di quaresima, Una governante arriva alla casa del mercante, l'Insegnante di disegno, Sulla ferrovia, L'ultima taverna alle porte della città, L'acchiappauccelli, Il pescatore, I cacciatori a riposo.Nel 1866 ricevette il titolo di accademico e nel 1871 di professore alla scuola di arte, scultura ed architettura di Mosca. Fu più o meno in questo periodo che si unì ai Peredvižniki.Perov morì il 10 giugno 1882 nel villaggio di Kuzminki (ora è un quartiere di Mosca) di tubercolosi. Il suo corpo fu sepolto nel cimitero del monastero di Donskoi.

triviale ai poeti che l'avevano preceduto gli pare pieno di nobiltà; quello che sembra a loro prosaico, è per lui poesia."

Nikolaj Gogol ha scritto passi pieni di devozione e molto giusti sulla comprensione che aveva Puškin sull'originalità della natura russa: "Le sue opere, nelle quali palpita la natura russa, sono così placide e serene che è la natura russa stessa; esse possono essere perfettamente comprese da chi porta nella sua anima i puri elementi russi, [...] più il soggetto è straordinario, più grande deve essere il poeta per farlo fiorire e per far sì che, d'altronde, sia straordinaria la pura verità."

La sua poesia e in seguito la sua prosa investono il ciclo muovendo le stagioni: è lui che introduce nella coscienza nazionale l'autunno russo, a sua volta "avvizzimento sontuoso della natura" al "fascino discreto", "rapimento dell'olio" e "tempo di affaticamento; l'immagine poetica sublima e la prosa accumula dei dettagli mondani

formando un tutt'uno. Non riducono nulla questi "prosaicismi" e c'è il disegno che riunisce cose elevate e cose materiali.

Il debutto del XIX sec. marca il vertice del verbo poetico nella letteratura russa. Ciascun poeta del tempo di Puškin porta il suo contributo al vasto concetto di paesaggio russo. Con Pëtr Viazemskij appare questa immagine così tipica: "La Russia infinita è quasi eternità sulla terra!" Le pitture sono come le descrizioni degli scrittori sulla steppa, sui cammini che si ritirano, sull'immensità degli spazi russi; mentre Michail Lermontov introduce l'idea della patria, tinta di dramma e d'amore per la triste e povera terra russa. Fëdor Tjutchev unisce la poesia "del sentimento e dell'idea" con la natura della

beatitudine suprema dell'uomo: la natura, per lui, ha un'anima: “in essa, c'è amore, libertà, anima, espressione."

Alexei Venecianov22, un contemporaneo di Puškin, è il primo pittore a dare un senso alla natura russa. Le sue tavole Lavori, La primavera, Raccolta, lo Stato, la Mietitura (tutti del 1820) combinano armoniosamente la scena di genere e il paesaggio, inscrivono la forma in un sistema artistico completo e ben strutturato. La pittura sembra così

presentare per frammenti il ciclo delle stagioni, legato agli avvenimenti più importanti della vita contadina - la semina, la raccolta, la mietitura: i suoi dipinti riuniscono "il piccolo universo" della vita umana e la bellezza benefica del mondo e della natura. Il paesaggio piano, dal cielo offuscato, e le linee dolci che si estendono verso l'orizzonte sono tipiche della natura russa. Venecianov e i suoi discepoli, più comunemente designati nell'arte russa come scuola di Venecianov, sono capaci di "rendere poetici gli elementi più prosaici”: il senso dell'osservazione, l'amore per la natura e un rispetto fiducioso traspariscono da ciascuna opera del maestro e dei suoi discepoli. Questo idillio poetico tra la natura russa e la vita contadina ai quali è essenzialmente legato, è

stato determinante per la generazione successiva.

Durante gli anni 1850 e 1860, emerge una generazione di paesaggisti dalle idee innovative, dove la visione idilliaca del mondo appartiene ormai al passato: la natura russa, i temi vicini alla vita popolare, le sofferenze del popolo e la sua concezione della bellezza divengono il tema centrale della pittura di paesaggio.

L'interesse della società russa per la vita degli umili è generale, ed ha importanza nel processo dettato dagli avvenimenti tumultuosi della vita sociale e politica, dallo stato del pensiero estetico, dalla critica d'arte e, infine, dalla letteratura e dalla poesia,

22 Alexei Venecianov è nato in una famiglia di commercianti di Mosca. Nel 1800 inizia la sua carriera nel servizio pubblico

e si trasferisce a San Pietroburgo, dove studia arte. Più tardi, incontra Vladimir Borovikovskij e vive nella sua casa come suo apprendista. Nel 1811 è premiato dal comitato dell'Accademia delle Arti con titoli accademici per due delle sue opere - un autoritratto e il ritratto di K. Golowatschewski con i suoi studenti.Nel 1819 Venecianov lascia il servizio civile e si dedica esclusivamente alla pittura. Durante questo periodo dipinge la natura che lo circonda, dipinge ritratti di contadini e scene di vita contadina. Egli è il primo a rappresentare la vita rurale in arte russa.

rappresentando una visione acuta del mondo. Nelle esposizioni dell'Accademia delle Arti s'incrociano molto spesso vaste composizioni romantiche e viste "tranquille", innocue, della natura russa. Seguendo la letteratura, i dipinti cominciano a cogliere la bellezza dei paesaggi ordinari, o dove si svolge la vita quotidiana degli umani. "...Amo questa natura monotona della terra russa, non la amo in quanto tale, ma per l'uomo che l'ha creata secondo il suo stile." Michail Saltykov Ščedrin esprime l'attenzione generale del pubblico quanto al motivo per cui vuol vedere rappresentata la pittura nella sua terra natale.

Il carattere nazionale del paesaggio è intimamente legato alle idee democratiche che animano l'arte di quella epoca, si ritrova nel paesaggio un'immagine della terra natale, perchè si apprende attraverso la vita del popolo.

La letteratura russa degli anni 1850 - 60 offre immagini della natura russa indimenticabili per la loro espressività poetica e la loro ampiezza. La prosa di Sergej Aksakov23 il suo ritmo indolente, il suo carattere descrittivo donano un'intonazione tutta particolare alla comprensione della natura: Turgeniev piazza molto in alto queste qualità dello scrittore, affermando che Aksakov guarda alla natura "di un olio chiaro, semplice e fiducioso", poiché è con lo stesso "metodo" che egli descrive la natura. La sua nuova La foresta

e la steppa termina il ciclo dei Racconti di un cacciatore: si tratta di uno straordinario

poema in prosa ritmata, fatto di una successione di descrizioni precise ed estremamente poetiche della natura accessibile all'uomo in tutto il suo essere: "...l'immaginazione plana e volteggia come un uccello e tutto tace immobile così nettamente davanti ai suoi occhi. Il cuore tanto freme, si mettere a battere, si slancia con passione, tanto s'abissa senza

23 1791 - 1859. È nato a Ufa, nella Russia che guarda all’Asia, ma è stato gran tempo a Mosca, dove persone come

Turgenev e Gogol, ammirati dei suoi racconti e dei suoi ricordi, l’hanno incoraggiato a scrivere.Ha cominciato a scrivere a sessant’anni e ha pubblicato il suo primo libro a 65 anni, tre anni prima della morte. La sua scrittura nasce da intima necessità e non reca tracce di leziosaggine. Aksakov si meravigliava del successo e dava ai suoi libri titoli eloquenti e modesti: “cronaca”, “memorie” “storia”. La stessa Cronaca di famiglia, che è la più romanzesca delle sue opere, non ha la struttura tradizionale del romanzo.

ritorno nel ricordo. Tutta la vita si dispiega con facilità e rapidità [...] l'uomo domina tutti i suoi sensi, tutte le sue forze, tutta la sua anima." La narrazione tranquilla di Turgenev è come la libera attività dell'uomo d'immergersi nella bellezza della natura, che invade il suo spirito: essa purifica ed eleva l'anima.

E'quello che ha compreso uno dei pittori russi più sottili, Aleksej Savrasov, che ci ha donato dei paesaggi di un lirismo delicato, legato al sentimento della natura: i suoi paesaggi ne La steppa di giorno o Levar del giorno sulla steppa fanno un

grande effetto.

Occorra che l'artista abbia un certo coraggio per affrontare la rappresentazione di questi piani estesi senza niente di "decorativo" o "pittoresco", bisogna captare i sottili

cambiamenti di luce, più densa in primo piano e sfumata verso l'orizzonte fino a sparire, quasi, in uno sfondo trasparente. Oltre a Savrasov, Fedor Vasiliev, Arkip Kuindži24, Michail Clodt s'impegnano a creare un tocco personale a questo genere di motivo. Quanto alla letteratura, hanno spesso descritto la steppa: nella prosa di Fet, Aksakov, poi in quella di Čekov, nella poesia di Aleksej Tolstoj o di Koltsov.

Tutta l'opera di Savrasov canta la bellezza e la poesia del motivo ordinario, qualunque esso sia: quello che rappresenta un vecchio cane che si specchia nell'acqua, una tomba isolata su una sponda della Volga, un volo d'uccello in autunno al di sopra della steppa o il "timido" sbocciare della primavera, resta sempre poesia. A questa "timida" bellezza della primavera russa è consacrato qualche verso penetrante di Tjutčev25: "Se voi non

24 Ivanovič Kuindži ha la passione per la pittura e il disegno fin dalla più tenera età. Lavora come ritoccatore per i fotografi

in Mariopoli, Odessa e San Pietroburgo. Per cinque anni, dal 1860 al 1865, Arkip lavora come ritoccatore in uno studio fotografico a Taganrog. . Per il quadro "disgelo Autunno" nel 1872, riceve il titolo di artista di classe. Nel 1877 Ivanovič Kuindži diventa un membro della Associazione degli Ambulanti, nel 1878, espone la "Foresta" e "Serata in Ucraina", suscitando molte controversie e creando un sacco di imitatori.Dal 1894-1897 diventa professore di di alto livello presso l'Accademia delle Arti.Egli muore il 11 luglio 1910 a sSan Pietroburgo.

25 Fëdor Ivanovič Tjutčev (Ovstug, 5 dicembre 1803 – Carskoe Selo, 27 luglio 1873) eminente poeta russo, diplomatico.

Visse a Monaco e a Torino, conosceva Heine e Schelling. Non partecipava alla vita letteraria e non si diceva un letterato.Sono disponibili circa 400 delle sue liriche, i cui frammenti sono molto spesso citati in Russia. Le prime poesie

avete anima, non avrete altro che la vostra pittura [...] La natura canta, la natura respira, ancora e sempre. Il suo canto è solenne [...] Ora, la terra è un paradiso - e la vita, un mistero. Celebrate la vita."

I corvi devono tornare a casa non è soltanto l'opera più nota di Savrasov, ma è anche

l'opera chiara del paesaggio russo della seconda metà del XIX sec.

"-I corvi” scrive Aleksandr Benois26, “è un quadro meraviglioso, così poetico, malinconico e gioioso allo stesso tempo, così vitale, come l'ouverture di Biancaneve Rimskij

Korsakov!27" Tutti quelli che rievocano questo quadro, notano, in modo assai sottile, la sensibilità musicale e lirica dell'artista, qualità che rivela uno spirito elevato”.

La discrezione e l'apparente banalità del paesaggio trovano eco multipli nella percezione che hanno i letterati russi della natura circostante. "La nostra povera natura russa ha un fascino toccante, particolarmente sensibile al nostro cuore”, scrive Aleksandr Herzen28 durante il suo esilio. “Nè il panorama di Sorrento, nè la campagna romana, nè le Alpi innevate hanno emozionato la mia memoria quanto la vista dei nostri villaggi." Se i paesaggi di Savrasov scoprono l'aspetto lirico della natura con l'instabilità della

furono composte nel contesto della tradizione poetica del 700. Negli anni 30 dell’800 nelle sue liriche sono molto forti le tradizioni del romanticismo europeo, e soprattutto di quello tedesco. Si tratta della lirica filosofica (meditativa), gli argomenti principali della quale sono le riflessioni sul creato, sulla sorte umana, sulla natura. Negli anni 40 scrisse alcuni articoli politici, dedicati al problema delle relazioni fra la Russia e la civiltà occidentale. Negli anni 50 dell’800 Tjutčev crea una serie delle liriche brillanti sull’amore, nelle quali l’amore viene raffigurato come tragedia. Queste liriche furono

successivamente unite nel cosiddetto “denis'evskij cikl” (ciclo di Denis'eva), ossia il ciclo delle poesie dedicate all’amante del poeta E.A. Denisieva. Negli anni 60 – 70 nell’opera di Tjutčev predominano le poesie politiche.La più famosa lirica “Silentium!” è un amaro invito al silenzio, il rammarico causato dalla penosa consapevolezza del fatto che una persona non potrà mai comprendere pienamente un’altra. Una delle sentenze più citate di Tjutčev è “Pensiero una volta pronunciato è menzogna”, oltre a “La Russia non è da comprendere razionalmente” e “Non siamo destinanti a prevedere come si ripercuoterà ciò che abbiamo detto”.Pubblicò anche numerosi scritti politici, tra cui l'opuscolo "La Russie et l'Allemagne".

26 Alelsandr Nikolaevič Benois (3 maggio 1870 , San Pietroburgo - 9 febbraio 1960, Parigi), influente artista, critico d'arte,

storico, e membro fondatore dell' "Iskusstva Mir". La sua influenza sul balletto moderno e scenografia è considerato fondamentale.

27 (Tichvin, 18 marzo 1844 – Ljubensk, 21 giugno 1908)è stato un compositore e insegnante russo, particolarmente noto

per la sua fine orchestrazione, che può esser stata influenzata dalla sinestesia. Le sue composizioni più famose sono "Il volo del Calabrone" e "Shéhérazade".

28 (Mosca, 6 aprile 1812 – Parigi, 21 gennaio 1870) scrittore e filosofo russo, tra i più grandi intellettuali russi

primavera precoce o dell'autunno tardivo, i paesaggi di Ivan Šciškin29 presentano la natura nella sua immutabilità e la vastità epica. Egli è convinto che ciò che è grandioso nell'immaginazione del pittore può essere esteriormente molto semplice. Nei suoi studi naturalistici come nei suoi grandi quadri, egli si mostra spesso allievo scrupoloso della natura, tendente ad emulare perfettamente il suo modello, i fondamenti del suo metodo artistico sono in risonanza con questa epoca di sviluppo del positivismo

scientifico e preciso del mondo, a cui seguono i metodi del naturalismo scientifico. Ma questo rapporto con il modello non è che una tappa nel suo percorso creativo:

partendo da una conoscenza analitica della natura, l'artista inventa rapidamente una rappresentazione globale e chiusa di quella, e da questo punto di vista, Mattino. I

quartieri di Mosca, (1869) è una delle prime opere. Il tema del paese natale, che risuona

qui per la prima volta con tale chiarezza, diventa il tema maggiore dell'opera di Šciškin, e lo dimostra nel suo quadro migliore,La Segale .I campi di segale maturano, i pini

maestosi, come "le colonne di un portico", conferiscono una bellezza solenne a questa vita rustica. L'orizzonte basso, lo spazio liberamente sviluppato, il cielo alto e la via che appare da lontano sono legati all'idea di vastità della natura russa, della sua immensità e