1. INTRUDUZIONE
1.3 RIPRODUZIONE IN CATTIVITÀ
1.3.6 INCUBAZIONE E SCHIUSA
L’incubazione artificiale è l’insieme delle procedure atte a consentire lo sviluppo degli embrioni. L’incubatrice è la macchina dove vengono deposte le uova subito
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dopo lo stoccaggio. Esistono vari tipi di macchine incubatrici, a seconda del tipo di uova che devono essere incubate, a seconda della capienza, o a seconda della tecnologia più o meno avanzata, ma tutte presentano uguali caratteristiche fondamentali; infatti in tutte le macchine si trovano all’interno i vassoi porta-uova che hanno il compito sia di mantenere le uova in una determinata posizione, ovvero con il polo ottuso verso l’alto, sia di inclinarle ripetutamente per permetterne il voltaggio. Le macchine incubatrici sono progettate in modo da mantenere costante la temperatura, l’umidità e i livelli di ossigeno e anidride carbonica desiderati. I parametri necessari per una incubazione ottimale sono elencati in seguito.
Al momento dell’immissione delle uova nell’incubatrice, si consiglia di fare una selezione tra queste, eliminando le uova danneggiate, troppo grosse o troppo piccole, e quelle sporche che potrebbero aumentare la probabilità di infezione delle altre uova (Cartwright, 2000). Nel caso in cui le uova siano state stoccate per un periodo superiore ai 7 giorni, quindi ad una temperatura di 12-15 °C, è consigliabile effettuare un preriscaldamento delle uova prima di inserirle nell’incubatrice, al fine di evitare che, a causa dell’elevata differenza di temperatura tra la camera di stoccaggio e l’interno dell’incubatrice, si formi un velo di “condensa” sulla superficie delle uova; per ottenere un ottimale preriscaldamento delle uova basterà porle nella camera di incubazione, ovvero ad una temperatura di 23-25 °C, per alcune ore prima di iniziare l’incubazione (Appunti Prof. Bagliacca).
Durante il periodo d’incubazione, il tuorlo e l’albume vengono utilizzati dell’embrione per accrescersi, processo che richiede un notevole dispendio di energia. L’embrione infatti utilizza la maggior parte delle proteine del tuorlo e dell’albume per accrescere i propri organi e tessuti, e l’energia necessaria viene ottenuta tramite l’utilizzazione dei grassi del tuorlo; durante questo processo l’embrione consuma ossigeno e produce acqua, anidride carbonica e calore. Studi effettuati su embrioni di pollo illustrano come, poco prima della schiusa, parte del tuorlo rimane inusato e si può ritrovare come residuo del tuorlo; residui di tuorlo
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maggiori sono indice che l’embrione ha utilizzato una minor quantità di nutrienti, al contrario, minore sarà il residuo del tuorlo, maggiore sarà stato l’utilizzo dei nutrienti da parte dell’embrione per il suo sviluppo e alla schiusa il pulcino avrà anche dimensioni maggiori (Hill, 2001).
Molti fattori influiscono sulla produzione di calore e la richiesta metabolica da parte dell’embrione durante l’incubazione, come ad esempio uno stoccaggio prolungato, il frequente cambio di posizione, basse pressioni di ossigeno, ma la temperatura sembra essere il fattore più importante. La temperatura dell’embrione è il risultato dell’equilibrio tra il calore assorbito e cessato dall’embrione (Lourens et al., 2005), inoltre aumentando la produzione di acqua e anidride carbonica da parte dell’embrione, maggiore sarà l’utilizzazione del tuorlo per il suo sviluppo.
I parametri che influiscono durante l’incubazione sono gli stessi che abbiamo già ritrovato nello stoccaggio.
PARAMETRI CHE INFLUISCONO L’INCUBAZIONE
LUOGO: i locali dove sono presenti le macchine incubatrici devono essere separati dagli altri locali con una logica di successione, questo permette alle uova di non ripassare mai da un luogo adibito alle fasi precedenti e ne limita così la possibilità di contaminazione. Tutti i locali, e in particolare quello che ospita gli incubatoi, devono essere ben ventilati e puliti; questo perché l’ari presente nel locale è quella che entra nell’incubatoio. La temperatura della camera deve mantenersi sui 24-25 °C e l’umidità relativa deve essere di circa 55%. Le camere devono essere costruite o ricoperte da materiale facilmente lavabile e disinfettabile.
LAVAGGIO E DISINFEZIONE: la pulizia e la disinfezione devono essere parte delle procedure operative standard. Le incubatrici, le superfici lavabili delle camere e tutti gli scaffali devono essere disinfettati con ammoniaca quaternaria o un normale disinfettante commerciale a fine di ogni incubazione (Mani, 2008). Si può anche
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ricorrere alla fumigazione; questa tecnica è bene attuarla senza la presenza delle uova, se questo non è possibile, non sottoporre mai le uova nei primi cinque giorni d’incubazione, in questo periodo infatti gli embrioni sono molto sensibili alla fumigazione, e mantenere l’esposizione delle uova alla fumigazione per il più breve tempo possibile (Sauveur, 1988).
DURATA: la durata dell’incubazione varia da specie a specie, nel nostro caso per le uova di fagiano e pernice la durata è di 24 giorni, mentre per quelle di starna di 25 giorni. Gli ultimi 3 giorni prima della schiusa, le uova verranno spostate in un’altra macchina apposita per la schiusa, o altrimenti, le uova possono essere lasciate all’interno della stessa macchina ma bisognerà cambiare alcuni parametri come la temperatura e l’umidità.
TEMPERATURA: le uova che vengono immesse nell’incubatrice,come già ricordato,
sono state precedentemente stoccate ad una temperatura, detta “zero fisiologico”, variabile tra i 12 e i 20 °C a seconda della durata dello stoccaggio, così da permettere la dormienza dell’embrione. All’interno dell’incubatrice le uova si ritroveranno ad una temperatura molto più alta e questo può portare a dei problemi. Le uova fredde, infatti, disposte nell’incubatrice calda e umida, possono ricoprirsi di condensa che aumenterà la possibilità di condensazione dell’uovo. Si consiglia, nel caso la differenza di temperatura sia troppo alta, di preriscaldare le uova 4-8 ore prima di essere immesse nell’incubatrice, questo ne diminuirà la possibilità di shock termico. La temperatura d’incubazione varia a seconda delle specie prese in considerazione, nel nostro caso, avendo incubato uova di fagiano, pernice e starna, la temperatura ottimale è di 99,7 °F (37,7 °C), e deve essere mantenuta costante. Si consiglia di controllare la temperatura almeno due volte al giorno, ogni alterazione della temperatura può aumentare la mortalità embrionale, diminuendo così la percentuale di schiusa. (Cartwright, 2000). In condizioni di temperatura ottimali, stimate intorno
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ai 37,7-37,8 °C, il metabolismo e la produzione di calore sono maggiori, questa temperatura va mantenuta tale fino a poco prima della schiusa, quando è udibile il pigolio all’interno dell’uovo; (in questa ultima fase infatti l’embrione è in una fase di completa omeotermia e la sua temperatura è di 40-41 °C). Gli embrioni incubati a temperature non ottimali avranno un residuo di tuorlo maggiore, saranno meno sviluppati e la loro temperatura sarà minore, condizioni che possono mettere a rischio la sopravvivenza del pulcino (Lourens et al., 2005).
Molti autori hanno studiato l’incidenza delle varie anomalie negli embrioni di Broiler conseguenti o meno ad alterati parametri dell’incubazione, mentre Cohen e Rosemberg (1989) non riconoscono come cause le alterazioni di temperatura e umidità durante l’incubazione, ma fanno risalire le anomalie embrionali solo a fattori come la genetica, l’accoppiamento e la nutrizione dei genitori (Cohen et al., 1989); altri autori sostengono invece che fattori non ottimali di umidità possano condurre ad anomalie dell’occhio, temperature troppo alte nei primi tre giorni d’incubazione possono provocare anomalie della testa, temperature troppo alte durante tutto il periodo d’incubazione possono provocare dislocamento degli organi interni (Wilson et al., 2003).
UMIDITA’ RELATIVA: l’umidità relativa dovrebbe essere Del 65-70%. Se
l’incubatrice usa un controllo d’umidità passivo, l’acqua si aggiungerà giornalmente per assicurare l’umidità corretta; altrimenti si disporrà di un contenitore con acqua. Come per la temperatura, anche l’umidità deve essere mantenuta costante, una sua variazione può portare a mortalità embrionale. Se l’umidità nell’incubatrice è troppo bassa, i contenuti dell’uovo saranno troppo spessi e appiccicosi per permettere all’embrione di ruotare, e le membrane saranno troppo dure per rompersi; al contrario se l’umidità durante l’incubazione sarà troppo alta, l’uovo farà evaporare troppa poca acqua che rimarrà all’interno dell’uovo portando a morte l’embrione,
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inoltre il sacco vitellino non si richiuderà completamente. Nelle uova di pollo la perdita di acqua, sottoforma di vapor acqueo, è del 12-14 % del peso totale.
L’equilibrio corretto tra la temperatura e l’umidità durante l’incubazione, permette alla camera d’aria di svilupparsi correttamente.
POSIZIONE UOVA E VOLTAGGIO: come già ricordato la posizione ottimale in cui tenere le uova, è quella verticale con il polo ottuso rivolto verso l’alto; questo perché la camera d’aria si forma a quel livello e, se l’uovo fosse messo al contrario, l’embrione non si ruoterebbe nella direzione giusta per bucare la camera d’aia e dare così inizio alla respirazione polmonare.
Il voltaggio delle uova all’interno dell’incubatrice è un fattore indispensabile per la sopravvivenza dell’embrione, in quanto assicura il riscaldamento di tutta la sua superficie e consente al tuorlo di rimanere in posizione centrale, di non aderire alle membrane testacee e di non disidratarsi (Romboli et al., 2008). È bene assicurarsi che le uova girino come minimo almeno tre volte all’interno di una giornata. Più frequenti saranno i voltaggi, maggiore sarà la sopravvivenza embrionale. Si consiglia di azzerare ogni giorno il contagiri per un maggiore controllo. Inoltre nelle uova non girate aumenta la percentuale di posizionamenti anomali come con la testa al polo ottuso, con becco non all’interno della camera d’aria o con la testa sopra l’ala (Wilson
et al., 2003).
MODIFICHE NELLA COMPOSIZIONE DELL’ARIA: l'embrione durante il suo
sviluppo utilizza ossigeno e produce anidride carbonica. È importante assicurarsi che la quantità di ossigeno sia adeguata e disponibile per tutte le uova. Nei primi giorni d’incubazione questo consumo sarà minimo, ma più si avvicina il momento della schiusa, più il consumo d’ossigeno da parte dell’embrione sarà maggiore. Una ventilazione adeguata è necessaria durante tutto il periodo d’incubazione. Particolare attenzione dovrebbe essere concentrata sullo sfiatatoio, che ha il compito di regolare la temperatura e l’umidità relativa all’interno dell’incubatrice (Romboli et al., 2008).
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Nel caso questi parametri non siano corretti, possono essere regolati con un maggiore o minore ventilazione, ovvero aumentando o diminuendo le dimensioni dello sfiatatoio.
MODALITÀ DI SCHIUSA
La schiusa è l’ultima fase dell’incubazione, comprende infatti gli ultimi tre giorni. In questa fase alcuni parametri cambiano rispetto alla fase d’incubazione. Alcuni allevatori trasportano le uova in un’altra macchina, altri mantengono le uova nella stessa macchina incubatrice e cambiano solo i parametri. Mentre la ventilazione, il tasso d’ossigeno e di anidride carbonica, permangono nella fase di schiusa come in quella d’incubazione, la temperatura e l’umidità relativa devono cambiare e rapportarsi alle esigenze dell’embrione ormai prossimo alla schiusa.
TEMPERATURA: la riduzione della temperatura in questa fase, rispetto alla temperatura dell’incubazione, permette la dispersione del calore in eccesso prodotto dall’embrione che ormai occupa quasi tutto l’interno dell’uovo. Una riduzione di 0,5- 1 °F durante la schiusa eviterà una mortalità tardiva dovuta ad eccesso di calore. Nel nostro caso, la temperatura d’incubazione è stata mantenuta a 99,7 °F (37,6° C) ed in seguito è stata leggermente abbassata a 99,0°F (37,2° C).
UMIDITÀ RELATIVA: l’umidità relativa nel periodo di schiusa deve essere cambiata a seconda del momento. Nei primi due giorni, ovvero il 21° e il 22° giorno, l’umidità relativa deve essere diminuita rispetto a quella mantenuta durante il periodo d’incubazione, ovvero dal 47% al 43%, questo renderà il guscio più fragile e permetterà ai pulcini una più facile rottura. Dal momento in cui si possono osservare i gusci bucati, invece, l’umidità relativa deve essere aumentata al 56% in modo che le membrane del guscio non si secchino e non aderiscano all’embrione impedendo a quest’ultimo di lacerarle. Al momento invece della fuoriuscita dei pulcini dalle uova,
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l’umidità relativa dovrà essere nuovamente abbassata al 47% per permettere l’asciugatura degli stessi (Appunti lezione professor Bagliacca).