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3. MATERIALI E METODI

3.6 STRUMENTI OPERATIVI: MOSE, SDE, DCM

3.6.1 MANUALE OSSERVAZIONE SVILUPPO EMBRIONALE (MOSE)-

ISTRUZIONID’USO

Lo studio è stato effettuato per un periodo di tempo di 24 giorni e i dati sono stati riportati nella seguente scheda. Ogni giorno è descritto in una pagina, iniziando dal giorno 0 fino al giorno 24, per un totale di 25 pagine, quindi quando ci si riferirà al giorno 24 sarà il 25° giorno di incubazione. In ogni pagina è presente una tabella suddivisa in 5 colonne:

nella prima colonna sono presenti i giorni a cui si riferiscono i dati; nella seconda colonna i dati che si riferiscono al fagiano;

nella terza colonna i dati che si riferiscono alla pernice; nella quarta colonna i dati che si riferiscono alla starna;

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nella quinta colonna sono descritte le differenze osservate tra le tre specie prese in considerazione.

La tabella è inoltre suddivisa in 5 differenti righe:

nella prima riga è presente il nome della specie presa in considerazione nella relativa colonna ed il confronto tra esse,

nella seconda riga è presente un riassunto della situazione relativa al giorno precedente a cui la scheda si riferisce,

nella terza sono riportate le foto relative al giorno a cui la scheda si riferisce;

nella quarta riga vengono riportati i dati relativi al giorno preso in considerazione; nella quinta riga è riportato un riassunto della situazione relativa al giorno successivo.

La scheda così strutturata, permette un facile e veloce confronto non solo tra le specie prese in considerazione ma anche tra 3 giorni consecutivi di incubazione.

Al fine di facilitare la lettura e consultazione delle singole schede, i dati (rilievi e foto) relativi al giorno preso in considerazione nella stessa scheda (terza e quarta riga), sono messe in evidenza da uno sfondo rosa dal giorno 1 al giorno 15, verde dal giorno 16 al giorno 24; la differenza del colore di sfondo sottolinea come nella prima parte siano presenti la comparsa e lo sviluppo dei nuovi organi mentre nella seconda parte vi sia solo un accrescimento allometrico delle diverse parti anatomiche. I dati del giorno precedente e successivo (seconda e quinta riga), sono stati invece evidenziati con un sfondo azzurro. Il giorno precedente e successivo, sono riportati come elenco riassuntivo per semplificarne sia la lettura che il confronto con il giorno preso in considerazione; a questo scopo, nelle righe 2 e 5 (rispettivamente giorno precedente e successivo), sono riportate solo le misure dei dati ritenuti significativi ai fini del confronto con i dati del giorno stesso. Tutti i dati riportati nella scheda sono espressi in millimetri (mm), sono valori medi di tutte le misurazioni effettuate e, di conseguenza, non sono riferibili al soggetto rappresentato in foto; le foto riportate

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hanno il solo scopo di rappresentare il quadro generale del giorno in questione e mettere in evidenza particolari ritenuti rilevanti per quello stadio di sviluppo.

Il confronto tra le specie descrive solo le differenze rilevanti ai fini della descrizione di eventuali “differenze nello sviluppo allometrico dell’embrione, ma è chiaro che differenze relative alle dimensioni “assolute” di singole parti anatomiche dei soggetti misurati, non vengono riportate, in quanto più che altro legate alla rispettiva taglia delle diverse specie. Gli organi e/o parti anatomiche dell’embrione e dei relativi annessi, vengono identificati da apposite sigle la cui descrizione è riportata nell’elenco delle Sigle (capitolo 8.1.2).

3.6.2SCHEDADETERMINAZIONEETÀEMBRIONE(SDE)- ISTRUZIONI D’USO

I dati raccolti attraverso l’osservazione macroscopica dello sviluppo embrionale, ha permesso di costruire delle schede da utilizzare come “chiavi” per la determinazione dell’età di morte dell’embrione. Sono quindi stati messi a punto tre diverse schede, una per ogni specie presa in considerazione. Ciascuna scheda, è strutturata come un “diagramma di flusso” per permettere una facile e veloce lettura della scheda, nonché una rapida stima dell’età. Nella prima colonna, in ordine decrescente, vengono riportatigli “eventi” o le principali caratteristiche riscontrabili sull’embrione nei diversi giorni; nella colonna a destra invece, sono presenti i rispettivi giorni in cui compaiono tali caratteristiche.

Al fine di stimare l’età di morte dell’embrione, basterà quindi procedere alla verifica o meno dell’esistenza, sull’embrione oggetto di osservazione, delle caratteristiche riportate sulla prima colonna; nel momento in cui una di queste venga riscontrata, si passerà alla lettura dell’età riportata nella casella immediatamente a destra.

Come si può osservare, la scheda non fornisce la possibilità di discriminare tra tutti i 24 giorni di incubazione. Infatti, l’osservazione macroscopica dello sviluppo embrionale, non è sempre stata in grado di fornire “riferimenti” chiari ed univoci. Del resto, non di rado, tra un giorno ed il successivo le differenze a carico

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dell’embrione sono esclusivamente di tipo lineare e quindi non abbastanza marcate. In questi casi, quindi, una migliore stima potrà essere effettuata ritornando all’osservazione dei dettagli riportati nella SOSE per il giorno o periodo più prossimo. Quindi, ai fini dell’utilizzo della SDE, i giorni che non sono citati nella scheda si possono intendere come intermedi tra i giorni precedenti e successivi.

3.6.3 QUADRO SINOTTICO PER LA DETERMINAZIONE CAUSE DI MORTE

(DCM)–ISTRUZIONI D’USO

Il quadro sinottico per l’individuazioni delle principali cause di morte, mette in relazione le diverse fasi d’incubazione con le principali cause di mortalità embrionale. Il quadro sinottico, è strutturato in 4 colonne:

nella prima colonna sono citate le principali fasi critiche dell’uovo durante il periodo di incubazione. Questa periodo è suddiviso in cinque principali fasi critiche; a queste devono essere aggiunte una fase iniziale, relativa alle uova non fertili che abbiamo comunque ritenuto di prendere in considerazione, e la fase di stoccaggio, per un totale di sette fasi principali;

nella seconda colonna, sono invece stati riportati le principali operazioni in cui potrebbe essere individuata una causa di mortalità embrionale, strettamente in relazione con la fase critica di riferimento;

nella terza colonna, invece, vengono approfonditi in dettaglio le principali cause che possono aver provocato la morte degli embrioni; ed è proprio in questa colonna che sono indicati i possibili ambiti di intervento, nell’ottica di intervenire per ridurre la mortalità embrionale e migliorare la schiusa;

nella quarta colonna sono presenti i riferimenti che riportano al testo, dove è possibile trovare una descrizione più dettagliata della problematica e quindi eventuali suggerimenti per una possibile risoluzione dei problemi.

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