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Analisi del successo formativo

5.3. Indagini esistent

Presentiamo anzitutto le due più recenti indagini svolte sull’intero territorio

nazionale italiano. La prima realizzata dall’ISFOL7 confermerà ampiamente la

buona salute del sistema e le migliori performance rispetto agli istituti scolastici.

4CSSC - CENTROSTUDI PER LASCUOLACATTOLICA, Per una cultura della qualità: Promozione e

verifica. Scuola cattolica in Italia. Terzo Rapporto, Brescia, La Scuola, 2001; MALIZIAG. - CICATELLIS. (a cura di), Dieci anni di ricerche (1998-2008). Scuola Cattolica in Italia, Brescia, La Scuola, 2008.

5MALIZIAG. - PIERONIV., L’inserimento nel lavoro degli allievi della IeFP salesiana. Il caso dei

qualificati dei settori “Meccanica Auto” ed “Elettro-Elettronico” nell’anno 2009, in “Rassegna

CNOS” 3/2010, p. 127. 6Ibid., p. 128.

Tale ricerca è particolarmente preziosa perché ci permette di studiare il fenomeno con l’orizzonte temporale dei tre anni. La seconda, svolta invece dal CNOS-FAP sui centri salesiani, ha un solo anno di orizzonte temporale e subisce maggiormente gli effetti della crisi.

5.3.1. Gli esiti formativi e occupazionali dei percorsi triennali

La prima indagine nazionale sui risultati formativi e occupazionali dei qualifi- cati nei percorsi triennali di IeFP si è svolta tra il luglio 2010 e il febbraio 2011 su un campione di 3600 qualificati nell’a.s.f. 2006/2007. Questi allievi si erano iscritti nell’a.s.f. 2004/2005, dopo un solo anno dall’Accordo del 2003, in una fase di in- tensa ridefinizione del’offerta. La ricerca è stata condotta su un campione stratifi- cato sulle variabili di genere, cittadinanza, area geografica, status socioeconomico della famiglia, corso a titolarità scolastica o d’agenzia ed indirizzo professionale. La modalità è l’intervista telefonica a più di tre anni dalla qualifica.

Il campione è formato dal 59% di maschi, di cittadinanza italiana (94%), iscritti a corsi gestiti da agenzie per il 60%, provenienti da famiglie di operai per il 55%, con genitori scolarizzati fino alla licenza media (61%). Il voto finale della scuola media è “sufficiente” per il 42% e “buono” per il 55%.

L’85% afferma che rifarebbe la stessa scelta formativa, mentre la soddisfazione è valutata complessivamente con un voto medio di 8,3/10, le valutazioni più positive riguardano i giudizi sulle relazioni coi compagni e quelle sugli insegnati. Di seguito riportiamo i principali risultati formativi e occupazionali dei soggetti coinvolti.

Esiti formativi

Dopo la qualifica, i percorsi generano un effetto positivo sulla motivazione agli studi.

La scelta di continuare a studiare mostra la preferenza netta per il canale del 4° anno rispetto al rientro nel circuito scolastico; questa possibilità è purtroppo pre- vista solo in Lombardia, Liguria, Tentino Alto Adige e in avviamento in Piemonte.

Fonte: ISFOL

Le motivazioni di questa scelta sono eterogenee, ma presentano una netta mag- gioranza verso quelle intrinseche (messe in evidenza del grafico). Risultano molto marginali quelle legate a imitazione o coercizione.

Possiamo concludere che la Formazione Professionale, soprattutto quando svolta dalle agenzie, sostiene la motivazione nei confronto dello studio e della ri- cerca di soddisfazioni nel lavoro.

Esiti occupazionali - Primo impiego

Gli indicatori presi in esame sono i tempi di primo inserimento, la stabilità la- vorativa e la coerenza occupazionale. I risultati più significativi sono l’inserimento immediato (entro tre mesi) per il 50% dei soggetti che sale al 59% a tre anni. Le performance migliori sono quelli delle agenzie e degli indirizzi industriali, mentre faticano maggiormente gli indirizzi dei servizi alle imprese. Dopo un anno lavora il 70% degli ex allievi delle agenzie e il 50% degli ex allievi delle scuole.

Fonte: ISFOL

Figura 3: Posizione Occupazionale al primo impiego

Fonte: ISFOL

La maggioranza inizia la propria esperienza lavorativa in posizioni generiche con mansioni manuali e di routine, aspetto assai normale considerando la giovane età ed essendo quasi per tutti la prima esperienza lavorativa. Resta stabile il 57% del campione lavorante e il 64% in un lavoro coerente con il percorso formativo.

Esiti occupazionali - lavoro attuale

Dopo tre anni la moda del campione è 59,1% relativo allo status di occupato, mentre il tasso dei disoccupati che avevano un lavoro è alto, segno evidente degli effetti della crisi; per la maggior parte di essi si tratta infatti di contratti a tempo de- terminato non rinnovati.

Sono particolarmente significative le differenze geografiche e di genere. Per un soggetto maschio in cerca di lavoro, il gap tra Nord-Ovest e Sud supera i 20 punti.

Fonte: ISFOL

Figura 4:Condizione attuale degli intervistati

Fonte: ISFOL

La maggior parte dei lavoratori è soddisfatto della formazione ricevuta, valu- tandola come utile e coerente. Il disallineamento soddisfazione e utilità è più sensi- bile per tre classi:

• area geografica: nella regione meridionale sono soddisfatti (39,1%), ma la re-

putano inutile ed inefficace (36,5%);

• indirizzo professionale: i qualificati nel servizio alle imprese sono poco soddi-

sfatti (35,5%) rispetto agli elettronici (60,5%);

• titolarità: i qualificati nelle agenzie sono soddisfatti (54,2%) della formazione

coerente (51%) più dei qualificati nelle scuole (soddisfazione 40,8% e coe- renza 37,5%).

Valutazioni del sistema

La Formazione Professionale ha buone capacità di rimotivazione allo studio e di inserimento nel mondo del lavoro. Tale inserimento è, diversamente dalle fre- quenti illazioni ideologiche, scevro da una precarietà più marcata dello scenario eco- nomico generale; infatti, tra i lavoratori dipendenti (87% del totale), il 36% è in ap- prendistato, ben il 33% è a tempo indeterminato e solo il 25% ha un contratto a tem- po determinato. Il positivo giudizio è, però, assai asimmetrico: le agenzie si dimo- strano migliori nel tempo di primo impiego, nell’occupabilità totale, nel successo to- tale, nelle valutazioni di utilità e coerenza e in quelle di soddisfazione. Molto positi- vo, nonostante il rallentamento dovuto alla quasi totale assenza di un servizio di

orientamento in questa direzione nel terzo anno di secondaria di primo grado8.

Ampiamente attese si sono mostrate le differenze geografiche e di settore: quelle geografiche sono principalmente sistematiche, mentre quelle di settore in- corporano una reattività alla crisi economica assai diversa. È facile intuire che il mondo della grafica pubblicitaria è il primo a subire tagli ingenti per un’economia in crisi, mentre altri settori hanno una inerzia più marcata.

Considerazioni sincroniche e diacroniche

Sul fronte della Formazione Professionale Salesiana le ultime ricerche pubblica-

te9sui percorsi triennali concludevano che la percentuale dei qualificati dell’anno for-

mativo 2005-06 che all’uscita dal percorso aveva scelto e trovato lavoro entro l’anno era il 58,3%, ed il 26,3% aveva deciso di continuare gli studi. “In ogni caso risultava difficile valutare con esattezza il significato della percentuale del 58,3% di occupati, perché mancano dati regionali e nazionali complessivi sulla IeFP e su gruppi di gio-

vani in situazioni comparabili sia a livello quantitativo che qualitativo”10. Anche con

8ISFOL, op. cit., p. 11.

9MALIZIAG. - PIERONIV., Follow-up della transizione al lavoro degli allievi/e dei percorsi

triennali sperimentali di IeFP, Roma, CIOFS/FP e CNOS-FAP, 2008; MALIZIAG. - PIERONI V.,

Accompagnamento al lavoro degli allievi qualificati nei percorsi triennali del diritto-dovere, Roma,

CIOFS/FP e CNOS-FAP, 2009. 10Ibid., 128.

i dati dello studio ISFOL la possibilità di un confronto è assai limitata essendo riferi- ta a due anni diversi anche se prossimi. Ci si può limitare a notare un livello di inse- rimento nel lavoro di poco superiore e un livello di prosecuzione degli studi di poco inferiore.

Tabella 2: NEET tra il 2008 e il 2010 in Europa (valori in %)

11 EUROSTAT, Young people aged 18-24 not in employment and not in any education and

training, by sex and NUTS1 region (NEET rates) (from 2008 to 2010), file “edat_lfse_22” disponibile

su:http://epp.eurostat.ec.europa.eu/portal/page/portal/statistics/search_database

Per meglio motivare l’incomparabilità dei dati mostreremo quanto sono si- gnificative le variazioni occupazionali nel tempo partendo da considerazioni eu- ropee e quanto la eterogeneità regionale è cotanto significativa da essere determi- nante per spostare indicatori sintetici come una media. Basterebbe semplicemente campionare più IeFP di alcune Regioni con una economia più florida per dimo- strare agevolmente una capacità di inserimento della Formazione Professionale Sa- lesiana particolarmente brillante, allo stesso modo sovrapesando le Regioni che permettono il quarto e quinto anno di FP e che migliorerebbero le performance del proseguimento degli studi. Per meglio motivare l’incomparabilità dei dati ricor- diamo quanto è l’eterogeneità regionale (cfr. Tabella 1) e quella temporale ripor-

tando qui di seguito una nostra elaborazione dei dati eurostat11. Riguarda il NEET

(Not in Employment and not in any Education and Training) ovvero un indice che misura, nei giovani tra i 18 e i 25 anni, il totale insuccesso formativo. Essi non la- vorano, non sono in nessun genere di scuola o addestramento lavorativo. I dati sono abbastanza preoccupanti ed evidenziano gli effetti della crisi economica inter- nazionale e la reazione assai diversa dei vari “sistemi paese” in Europa.

I valori in tabella sono ordinati per il valore crescente del 2008, nel grafico sot- tostante per il valore 2010.

A livello di media Europea (la UE dei 27) il NEET si attesta al 16,5%, con un peggioramento nel biennio in questione del 2,6%. L’Italia resta in fondo alla classi-

Fonte: Eurostat

fica davanti alle sole Bulgaria e Turchia. Il Nord-Est ha “pagato” molto la crisi con un 6% in negativo, perdendo un posizionamento molto competitivo, migliore di Francia e Germania. Sono messe in evidenza le differenze dei soli 4 paesi che sono in controtendenza e il loro NEET è diminuito nel biennio in questione, tra questi l’unico grande paese è la Germania.

5.3.2. Ultimo studio complessivo delle realtà salesiane

Possiamo qui avvalerci di dati12ancora in elaborazione relativi a giovani quali-

ficati nell’a.f. 2009/2011. Hanno il grosso pregio di essere recenti e pagano ovvia- mente tutti i nefasti effetti occupazionali della crisi.

In media nazionale, proseguono la formazione il 44,2%, trovano lavoro il 34,9%, mentre non studia e non lavora il 21,3%.

I dati mostrano l’intrecciarsi di effetti dovuti agli effetti del sistema regionale e alle peculiarità salesiane. Per esempio, i 14 punti percentuali di vantaggio sulla prosecuzione dello studio tra Lombardia ed Emilia-Romagna è dovuta principal- mente ai 4 anni attivati solo nella prima delle due regioni. Il NEET del Veneto è in- vece indubbiamente frutto dei centri salesiani che sono di oltre 3 punti percentuali migliori nella media zonale del 2010 (cfr. tabella 2). Per la già motivata incommen- surabilità dei dati non ci dilunghiamo a presentare i risultati di questa ricerca.

12Ringrazio personalmente Mario Tonini e Francesco Gentile per i dati che mi hanno fornito at- traverso comunicazioni personali. Saranno oggetto di una pubblicazione su “Rassegna CNOS-FAP” e sono stati presentati al Corso di aggiornamento del personale direttivo tenutosi a Verona nel No- vembre 2011.

Fonte: nostra elaborazione su dati CNOS-FAP

5.3.3. Conclusioni relative alle ricerche presentate

Possiamo concludere che la variazione del NEET in soli due anni è molto grande e fortemente differenziato geograficamente. Si intersecano la path depen-

dance e i frutti di politiche recenti. Tra lo studio nazionale ISFOL e quello sale-

siano vi sono oltre due anni di scarto (qualificati 2006/07 e qualificati 2009/10); si può facilmente sostenere che siano incorporati almeno i 3,5 punti percentuali di va- riazione del NEET nazionale italiano (cfr. Tabella 2). A rendere ulteriormente in- comparabili i dati dei due studi è la differenza geografica del sistema di Forma- zione Professionale nazionale. Tra il nord-est e le isole si presenta uno spread di 21,6 punti nel 2008 che scendono a 17,3 nel 2010 (cfr. Tabella 2). Basti considerare il fatto che una delle Regioni dove sono concentrati molti CFP salesiani è la Sicilia, dove svolgono una buona azione, ma con risultati fortemente penalizzati dalla de- pressione economica strutturale del territorio. L’unica soluzione è uno studio com- parativo con dati omogenei a livello spazio temporale.