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Studio comparativo sui dati dell’accreditamento

Analisi del successo formativo

5.4. Studio comparativo sui dati dell’accreditamento

Per evitare ogni disparità, abbiamo effettuato pertanto questo studio con i dati di accreditamento della Regione Emilia-Romagna dal 2003 al 2008 (i più recenti disponibili). In questo modo gli indicatori sono perfettamente compatibili es- sendo misurati con criteri uniformi e avvallati da un ente terzo che effettua controlli di primo e secondo livello per monitorare le attività che finanzia. I dati sono stati

estratti nel Novembre 201113.

Specificazione degli indicatori usati

Definiamo ora come la Regione definisce gli indicatori che utilizza attraverso

un suo stesso documento14. Teniamo a precisare che l’eventuale violazione delle so-

glie minime ha ripercussioni sull’accreditamento dell’Ente, ma negli ultimi due anni sono state derogate per la situazione di crisi economica tali sanzioni.

• Il tasso di attuazione è calcolato effettuando il rapporto tra le ore-partecipanti

rendicontate e le ore-partecipanti approvate in progetto; il livello di soglia mi- nima non può essere inferiore all’80%. L’eventuale presenza di utenze difficili all’interno dell’attività, documentata dall’ente, potrà essere oggetto di valuta- zione specifica e di deroga al raggiungimento del livello di soglia minimo pre- visto per il tasso stesso.

13Ringrazio il dott. Belletti di AECA per il prezioso aiuto e le Dott.sse Zaniboni e Gubellini della Regione Emilia-Romagna per il grande lavoro di estrazione e formattazione dei dati per permet- tere la nostra analisi.

14REGIONEEMILIA-ROMAGNA, Allegato tecnico al modello regionale di accreditamento, 2011. Disponibile su: http://www.emiliaromagnasapere.it/istruzione-e-formazione-approfondimenti/menu_ accreditamento/allegati_accreditamento/delibera_177_allegato3.pdf

• Il tasso di abbandono è la percentuale di partecipanti al termine o di allievi passati ad altri canali dell’obbligo, compresa la formazione professionale ri- spetto al numero di partecipanti all’avvio; il livello di soglia minima deve es- sere inferiore al 10%.

• Il tasso di efficacia misura quanti allievi risultano occupati o studenti a sei

mesi dal termine del corso; il livello di soglia minima non deve essere inferiore al 70%.

• Il tasso di efficienza è il rapporto tra il costo complessivo rendicontato e il

costo complessivo approvato; il livello di soglia minima deve essere superiore all’80%.

In allegato è possibile vedere quante volte un centro non ha svolto l’attività, non l’ha rendicontate oppure ogni spazio bianco è il segno che il centro non ha avuto relazioni con la Regione in quell’anno. Esula dalla nostra ricerca valutare il danno che la mole di burocrazia senza erogare servizi arreca alla collettività come valutare il danno della non continuità formativa, ma ci permettiamo qui di sollevare il problema, lodando tutti i centri che con fedeltà e continuità erogano il loro ser- vizio.

Precisazioni metodologiche

La Regione Emilia-Romagna ha fornito i dati dal 2003 al 2008. Per poter ef- fettuare le elaborazioni abbiamo operato alcune scelte; abbiamo anzitutto inserito il valore medio quando nello stesso anno un centro presentava più valori per lo stesso indicatore. Questo è possibile per una consegna ritardata o per la presenza di corsi approvati e realizzati in modo indipendente dallo stesso ente. Fatto questo abbiamo misurato lo spread tra l’indice dei centri salesiani e della media regio- nale.

Una seconda scelta è stata quella di proporre una media “scremata” da alcuni centri che presentano valori problematici. Su 77 centri ne abbiamo eliminati 6 per

motivazioni differenti: un primo gruppo di tre15era totalmente non significativo in

quanto svolgeva attività per un solo anno e non aveva neppure comunicato tutti i quattro indicatori; in un caso vi era solo l’abbandono nel 2003, in un caso valori pari a 0 per il 2007 (presumibilmente attività non svolta) e il 2004 con 0% di effi-

cienza. L’ultimo è analogo a questo. Il secondo gruppo16 era quantomeno partico-

lare, specie per i suoi effetti di “muovere” pesantemente la media. Questi tre enti non avevano alcuna varianza diacronica, ovvero presentavano un tasso di abban- dono costantemente pari a 0 e valori di efficacia e attuazione sempre invariabili superiori al 96%. Ipotizziamo quindi un peculiare legame operativo alla realtà la- vorativa, ma risulta evidente che sono centri totalmente non comparabili con gli altri presi in esame.

15In allegato sono numerati con i codici 131, 903 e 5105. 16In allegato sono numerati con i codici 999, 601 e 209.

5.4.1. Risultati quantitativi

In questo paragrafo mostriamo l’andamento nel sessennio di questi indicatori comparando la media regionale con le performance dei centri salesiani del mede- simo territorio. Gli ultimi due ad essere presentati si dimostreranno particolarmente utili a sostegno della nostra tesi.

Attuazione

Il grafico qui sotto riportato (Figura 2) mostra l’andamento medio del tasso di attuazione. I dati si attestano abbondantemente sopra la soglia dell’80%, la ten- denza vede il sistema migliorare. I dati salesiani confermano la tendenza, nono- stante due dati peggiori nelle annate estreme del sessennio; tale aspetto è coerente con la varianza dei dati (che non si coglie in media). L’aspetto più interessante di questo indicatore è la presenza di dati superiori al 100%, causato dall’inserimento di allievi durante l’anno (cfr. Appendice), che tuttavia resta poco rilevante ai fini della nostra ricerca.

Efficienza

La misurazione dell’efficienza è quanto mai problematica. Infatti si basa su un criterio esogeno e arbitrario. Non si misura il rendimento con un rapporto tra ri- sorse utilizzate e risultati ottenuti ma un semplice correttezza formale di rendicon- tamento. Il dato anomalo salesiano si spiega in questo modo. Guardando le serie complete in allegato si capisce che grosse flessioni di quest’indice sono legati a una spesa significativa non approvata. Anche questo indice, per la modalità con il quale è costruito, non ci è di grande aiuto.

Efficacia

Questo indicatore è assai più interessante ai fini della nostra ricerca. Purtroppo i dati sono collegati ai centri senza alcuna stratificazione relativa al settore nel quale il corso opera. Tra il 2003 e il 2006 le performance dei centri salesiani sono di oltre 10 punti percentuali superiori alla media regionale. Questo spread si è annullato nel 2007, per ripresentarsi limitato nel 2008. È ragionevole pensare che l’eccellenza del sistema salesiano abbia maggiormente subito gli effetti della crisi anche per i settori nei quali opera: grafico, meccanico, falegnameria e idraulica. Specialmente il primo subisce gli effetti della crisi in modo drammatico. Guardando i centri che formano nella filiera commerciale e agricola non subiscono tale flessione. Non ci è possibile fare un’analisi per settore in questi dati. Possiamo limitarci a dire che le performance salesiane nel sessennio oggetto delle nostre ricerche sono sopra la media, di 10 punti percentuali nei primi 4 anni e di oltre sette considerando tutto il sessennio.

Figura 3: Tassi di efficienza dei centri ER nel sessennio 2003-2008

Abbandono

Questo indicatore è il più interessante per fare una valutazione sulle capacità di coinvolgere in un ambiente accogliente, con relazioni significative e un percorso effettivamente personalizzato e capace di orientare con la cura che è intrinseca nello stile educativo salesiano. Un orientamento “vocazionale” che perdura negli ex allievi come simpatia, appartenenza o addirittura scelte totalizzanti.

Lo spread medio nel sessennio è superiore al 7%. Proprio nella capacità di in- tessere relazioni significative in un ambiente capace di accogliere con un metodo educativo in grado di orientare e rimotivare avevamo individuato lo specifico am- plificatore del successo salesiano. Questo indicatore raccoglie questa peculiarità.

Figura 5: Tassi di abbandono dei centri ER nel sessennio 2003-2008

Questo secondo grafico evidenzia quanto questo fenomeno non sia esclusivo salesiano ma presente anche per i centri cattolici facenti parte di AECA. Dalle per- formance sembra che le best practice siano perseguite nei centri salesiani e in se- conda battuta dai centri cattolici, gli altri centri sono mediamente più in difficoltà. Fenomeno che risulta attenuato nella misurazione perché in quel gruppo sono pre- senti ottime performance di alcuni centri che non hanno abbandono in modo quasi costante (cfr. Appendice).