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La Federazione CNOS-FAP: storia di un’inversione

Fino ai CFP attuali (1970-2011)

4.2. La Federazione CNOS-FAP: storia di un’inversione

Il CNOS vede la sua nascita in anni tutt’altro che semplici. Come accenna- vamo nel capitolo precedente, vi sono profondi elementi di crisi culturale, eccle- siale e congregazionale: i salesiani diminuiscono da 19.690 nel 1972 a 17.000 nel 1976, la riduzione dei novizi e l’uscita di diversi giovani confratelli innalzano rapi- damente l’età media. Questo fenomeno è più forte tra i coadiutori, che si riducono anche in senso relativo (rispetto ai confratelli preti), dal 21% nel 1950 al 18% nel 1974. Ma l’intuizione del XIX Capitolo Generale del 1965 che considera “la For- mazione Professionale come necessità inderogabile della Società e, per riflesso

della Chiesa”31e ne decentrano il governo a livello locale, unita all’istituzionalizza-

zione italiana del CNOS, ha portato al rilancio della Formazione Professionale Sa- lesiana, la quale è stata in grado di conservare la vocazione giovanile e il sistema educativo carismatico all’interno di complesse provocazioni e inversioni. Possiamo chiamarla “storia di un’inversione” in quanto segna una netta discontinuità con l’atteggiamento d’inerzia verso le relazioni istituzionali con gli organismi governa- tivi, prima viste come potenziale fonte di finanziamento ora si considerano e am- pliano collaborazioni, confronti e anche battaglie su dinamiche sostanziali come il modello educativo.

4.2.1. La nascita e il consolidamento del CNOS-FAP (anni’80)32

La formula CNOS-FAP si è dimostrata subito positiva: in cinque anni (1977- 78/1981-82) gli allievi crescono quasi del 5%, passando da 8.937 a 9.365; i forma- tori aumentano dell’8%, da 714 a 777 e i Centri di 4 unità, da 36 a 40. Il balzo in avanti, in realtà, è soprattutto qualitativo: i CFP s’inseriscono dinamicamente nel contesto sociale, mettendo a disposizione della comunità locale, civile ed ecclesiale il loro patrimonio culturale, educativo e pastorale, corresponsabilizzando i laici e concorrendo mediante lo strumento dell’associazione del privato-sociale alla elabo- razione delle politiche formative a livello locale e nazionale. Particolarmente signi- ficativa è la presenza nel “Comitato permanente degli Enti cattolici per la Forma- zione Professionale”, cui aderirono l’ENAIP (117 Centri con 70.355 allievi), l’ENAP (41 Centri con 11.019 allievi) il Centro Nazionale Opere Salesiane (39 Centri con 11.868 allievi), l’Opera Don Orione (14 Centri con 2.528 allievi),

31Atti del Capitolo Generale XIX, p. 12.

l’Opera Giuseppini di Murialdo, i Fratelli delle Scuole Cristiane, la Casa di Carità Arti e Mestieri di Torino, il CNIOP e il CIOFS. Fu eletta la Giunta (rappresentanti dell’ENAIP, dell’ENAP, del CNIOP, degli Istituti religiosi). È predisposta una bozza del regolamento, l’atto costitutivo e lo Statuto della CONFAP, rogato dal no- taio dr. Francesco Salerno, il 19 novembre 1974, repertorio n. 40506 e registrato in Roma il 27 novembre 1974 al n. 23607, firmato da quindici tra Enti e Federazioni aderenti33.

Il rapido consolidamento del CNOS-FAP si è compiuto negli anni ‘80. Nel 1982 venivano istituiti i Settori professionali (meccanico, elettromeccanico, elettro- nico, grafico e le commissioni culturale e matematico-scientifica). Nel 1984 la ri- vista “Rassegna CNOS” iniziava le pubblicazioni con l’intento di offrire ai forma- tori e agli operatori della FP, ai centri di studi impegnati in questo ambito, agli am- ministratori e ai politici un “periodico saggio degli studi e delle ricerche degli esperti e l’esperienza degli operatori dei suoi 41 Centri, impegnati oggi particolar- mente nella innovazione e sperimentazione della didattica e delle tecnologie forma- tive” (Editoriale, 1984; cfr. anche Editoriale, 1993). S’irrobustivano così le possibi- lità di un confronto rigoroso con il mondo culturale e politico a livello nazionale ed europeo sui problemi delle politiche del lavoro e della formazione. Da ultimo, nel 1989 veniva elaborata la Proposta Formativa CNOS-FAP, la quale articolava l’atti- vità della Federazione intorno a quattro strategie fondamentali:

1. La costituzione della Comunità formativa: la Federazione propone la costitu- zione della Comunità formativa come soggetto e ambiente di formazione, non già considerandola quasi un presupposto e condizione previa della partecipa- zione, ma come una “tensione”, un “processo”, un “traguardo” che si co- struisce giorno dopo giorno. La costruzione della comunità è la premessa indi- spensabile al lavorare insieme, caratteristico della nuova organizzazione del la- voro, nella piena valorizzazione delle “risorse umane”.

2. La qualificazione educativa e professionalizzante del CFP: la Federazione ha a cuore che i valori educativi di base (formazione della coscienza, sviluppo della libertà responsabile e creativa, capacità di relazione, esercizio della responsa- bilità sociale e politica, educazione alla convivenza civile) trovino nella di- mensione professionale una piena affermazione, in prospettiva di una forma- zione unitaria e integrale della personalità del lavoratore. A questo scopo, offre ai giovani in formazione occasioni significative per assumere e maturare cono-

33I firmatari erano: ITCA (p. Domenico Serini), ENAP (p. Leonardo Cossu), FSAFP (on. Gio- vanni M. Lai) - Sardegna, FEMOFAP (p. Giovanni Durante) - Molise, FORMARCHE (don Lamberto Pigini), OSFIN (Sig. Fulvio Ghergo), CIOFS (sr Anita Della Ricca), OPERA DON ORIONE (don Clemente Perlo), AECA (don Mario Rocchi) - Emilia Romagna (Associazione Emilano Romagnola dei Centri Autonomi, fondata nel 1973 sotto l’impulso dei Salesiani di Bologna), CNOS (don Dante Magni), FICIAP (don Erasmo Pilla), FEDERCAP (dr. Antonio Lieto -dr. Bruno Bertolazzi) - Cam- pania, FLEGIP (dr. Marcello Pecorari) - Lazio, FELCFOP (on. Vittorino Colombo) – Lombardia, On. Sergio Pezzati. A titolo personale poi eletto presidente.

scenze, atteggiamenti, comportamenti e abilità operative coerenti con l’eser- cizio efficiente ed efficace della professione e propone esperienze per guidarli verso l’assunzione di un ruolo professionale adeguato.

4. La tensione verso una professionalità fondata su una valida e significativa cul- tura del lavoro e su un realistico progetto di vita. Il soggetto in formazione è sostenuto nello sforzo di acquisire un appropriato senso critico ed è aiutato a dare sistematicità alle proprie esperienze ricercandone il significato globale in una visione cristiana, secondo lo stile e il metodo di don Bosco. Per questo, la Federazione si propone di umanizzare la formazione al lavoro e alla scelta pro- fessionale, di integrare l’esperienza lavorativa nell’insieme della vita di rela- zione, di personalizzare la scelta e la pratica professionale e di inserire in forma attiva e partecipativa i giovani nel mondo del lavoro e della società ci- vile ed ecclesiale nella prospettiva di una cultura della corresponsabilità e della solidarietà.

L’offerta del servizio di orientamento professionale. Il servizio di orientamento integra e supporta l’intervento globale delle istituzioni formative poiché offre un contributo specifico sotto il profilo psicopedagogico, didattico e sociale. Orienta- mento e Formazione Professionale concorrono a promuovere nel giovane un pro- cesso che punta a sviluppare attitudini, preferenze, interessi e valori innestati nella professionalità e nella progressiva “maturità professionale”.

La consistenza della Federazione CNOS-FAP, le salde tradizioni maturate in centoqua- rantanni di storia e l’assistenza prestata dagli organismi federativi, specie quelli centrali e regionali […] l’hanno resa partecipe di un forte dialogo con il Ministero e le Regioni, con gli Enti di FP, specie con quelli di ispirazione cristiana attraverso la CONFAP, e con gli altri organismi e l’hanno resa capace di esprimere una propria cultura professionale e di fare scelte adeguate, conservando un certo prestigio ed autorevolezza per l’espe- rienza acquisita, per le ricerche di studio portate avanti con la collaborazione del labo- ratorio CNOS istituito presso la Facoltà di Scienze dell’Educazione dell’U.P.S., per le pubblicazioni (sussidi e Rivista specializzata) e per le iniziative assunte di sperimenta- zione, specie sotto il profilo didattico ed a favore di giovani in difficoltà e a rischio34.

A conferma della qualità delle attività formative avviate, sottolineiamo il rico- noscimento della Federazione come ente nazionale di primo livello per poter fruire dei contributi finanziari previsti dalla legge n. 40/87, certamente anche per l’im- pegno a fare della Formazione Professionale un vero e proprio sistema a cui rico- noscere parità e autonomia nei confronti del sistema scuola.

4.2.2. Il CNOS-FAP e il CFP polifunzionale (anni ’90)

Tra le linee fondamentali della politica della Federazione CNOS-FAP agli inizi degli anni ’90 primeggiano le iniziative perché l’elevamento dell’istruzione

34RIZZINIF., Dai Consiglieri Professionali Generali alla Federazione Nazionale CNOS-FAP, “Rassegna CNOS-FAP” 2/1988, p. 174.

obbligatoria dai quattordici ai sedici anni possa essere soddisfatto in una pluralità di canali, compreso quello della Formazione Professionale, la qualificazione del personale anche attraverso il potenziamento e la valorizzazione della rivista «Ras- segna CNOS», degli studi-ricerche del Laboratorio CNOS e della sperimentazione di nuovi testi e sussidi multimediali. L’aspetto più innovativo dell’attività del CNOS-FAP nei primi anni ‘90 va identificata nell’elaborazione di un nuovo mo- dello organizzativo del CFP per far fronte ai fenomeni d’involuzione burocratica degli anni ’90.

A tal fine, il Laboratorio “Studi e Ricerche” del CNOS/FAP realizzò nella prima metà degli anni ’90 quattro ricerche, tre su finanziamento del Ministero del

Lavoro35 – rispettivamente sul coordinatore progettista, su quello di settore/pro-

cesso e sul direttore e lo staff di direzione – e una dello stesso CNOS-FAP, cen- trata sul coordinatore delle attività di orientamento. Sulla base dei risultati di tali investigazioni è stato possibile elaborare un modello di organizzazione delle azioni di FP che si qualifica per essere al tempo stesso formativo, comunitario,

progettuale, coordinato, aperto, flessibile e qualificato. In sostanza, si tratta del

modello del CFP polifunzionale che, mentre da una parte cerca con la pluralità delle sue offerte di adeguarsi alla complessità della società odierna, dall’altra non rinuncia, ma mira a rafforzare il suo ruolo formativo al servizio di una gamma molto ampia di destinatari. Esso si contrappone alla formula dell’agenzia forma-

tiva36 la quale però non sembra trovare il conforto dei dati delle ricerche sopra

menzionate.

I risultati di tale impegno associativo hanno costituito il quadro di riferimento entro il quale si è collocato anche un articolo (n. 7) del CCNL della Formazione Professionale convenzionata (1994-1997). Il modello scaturito è caratterizzato dalla modalità della comunità educativa (e non dell’agenzia che eroga servizi), con una forma organizzativa che cerca di superare l’individualismo attraverso la fun- zione/figura del coordinatore di progetto, focalizzato sulla promozione integrale della persona (primato del ragazzo in formazione e non sui lavoratori del centro), riassorbendo nella figura del coordinatore delle attività di orientamento tale attività che aveva subito una esternalizzazione e satellizzazione. Il fulcro è la figura del di- rettore, che raccoglie le principali funzioni di:

• responsabile di gestione del CFP;

• leader della comunità degli operatori, presidenza del collegio dei formatori;

• responsabile del personale e del suo aggiornamento;

• direzione e coordinamento delle attività;

• coordinamento della progettazione e innovazione del Centro.

35Svolti tra il 1991 e il 1996 da Malizia, Chistolini, Pieroni e Tanoni, Malizia, Borsato, Frisanco, Pellerey, Sarti e Pieroni.

Di particolare prestigio sono la redazione del Progetto Formativo della CONFAP da parte del salesiano prof. Carlo Nanni della Università Pontificia Sale-

siana37e la presenza animatrice di don Felice Rizzini (presidente CNOS-FAP) come

segretario e Vicepresidente della CONFAP per ben nove anni. 4.2.3. Verso un sistema maturo? (2000-2010)

Come emerge dal Libro Bianco su istruzione e formazione elaborato dalla Commissione Europea, nella seconda metà degli anni ‘90 la società europea è en- trata in una fase di transizione verso una nuova forma di società, la società della co- noscenza. Le principali caratteristiche di tale realtà sono la flessibilità e la terziariz- zazione, la frammentarietà e la provvisorietà in perenne reversibilità, e il sotto- stante pensiero debole, maestro della società liquida. Questo contesto fa da sfondo al vivace susseguirsi di rivoluzioni normative.

A fronte del ripensamento dell’architettura del sistema educativo d’Istruzione e Formazione, l’azione della Federazione è stata di rinnovamento profondo. È quanto avviato con coraggio e lungimiranza dalla Federazione in un progetto non ancora compiuto, ma nel quale sono state poste solide fondamenta. Prima di parlare delle grandi linee d’intervento del disegno complessivo, è opportuno ricordare l’impegno del CNOS-FAP per una riforma del sistema educativo d’istruzione e di formazione che mettesse al centro gli allievi, soprattutto quelli più marginali.

La promozione della Formazione Professionale Iniziale38

Una delle direttrici dell’azione del CNOS-FAP è stata quella di opporsi alla legge n. 9/99 sull’elevazione dell’obbligo scolastico nelle disposizioni che colloca- vano la FP in una condizione di marginalità e di subalternità rispetto alla scuola. Al contrario, la Federazione sosteneva la posizione per la quale tale innalzamento do- veva essere realizzato in strutture distinte, ma equipollenti e interagenti dal punto di vista formativo, quelle cioè della scuola e della FP accreditata. Bisognava, in altre parole, prevedere un sistema di offerte plurime, dove l’elevazione andava at- tuata sulla base dei principi della diversificazione delle opzioni, della personalizza- zione dei percorsi e della flessibilità dei modelli. Alla fine di una lunga battaglia si è riusciti ad ottenere l’abrogazione della legge.

37Il Progetto Formativo è la “Magna Charta” della Confederazione per “documentare e riaffer- mare la piena legittimità della propria presenza nel settore della Formazione Professionale, dell’O- rientamento e dell’Aggiornamento. In mano agli Enti di FP diventa “lo strumento operativo di verifica e di approfondimento della propria Proposta – da cui il presente trae origine e a cui non intende so- vrapporsi – per l’aggiornamento dei propri Progetti Formativi”. Cfr. www.confap.it.

38Con l’espressione Formazione Professionale Iniziale (FPI) si indicano, generalmente, quelle attività di formazione che vengono proposte ai giovani in età compresa tra i 14 e i 18 anni. Tra queste, i percorsi formativi triennali e quadriennali di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP) sono i più importanti. Vanno richiamate, inoltre, quelle attività formative che possono essere realizzate nell’ap- prendistato per l’espletamento del diritto-dovere di istruzione e formazione o in progetti per categorie specifiche (giovani a rischio, portatori di handicap, ecc.).

Una presa di posizione analoga è stata assunta successivamente dalla Federa- zione CNOS-FAP nei confronti del Governo Prodi II (2006-2008), che aveva, tra i suoi punti programmatici, l’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni. Si ri- proponeva, ancora una volta, la tesi che solo la scuola era il luogo unico ed idoneo per l’istruzione obbligatoria: tale obbligo era da assolvere a scuola fino a 16 anni e solo dopo poteva essere proposta agli allievi la facoltà di scegliere la Formazione Professionale Iniziale. Le proposte elaborate dalla Federazione CNOS-FAP, in sin- tonia con gli Enti aderenti a CONFAP e a FORMA, hanno portato a una soluzione condivisa. La sintesi normativa è stata, infatti, l’obbligo d’istruzione fino a 16 anni e non l’obbligo scolastico, in quanto l’istruzione poteva essere assolta anche nei percorsi d’Istruzione e Formazione Professionale.

Sull’esempio di altri paesi dell’UE, sostiene Mario Tonini, questa è la strada da percorrere se si vuole veramente assicurare ai giovani quell’ampia formazione di base idonea a promuovere la crescita personale, l’orientamento, la prosecuzione degli studi, l’inserimento nell’attività lavorativa e la partecipazione responsabile

alla vita democratica39.

Il quadro legislativo, presentato nella prima parte di questo capitolo, recepisce molte delle istanze espresse nei documenti prodotti e socializzati dalla Federazione CNOS-FAP e condivisi anche in quelli di CONFAP e di FORMA. Questo quadro ancora incompleto, presenta, a giudizio della Federazione CNOS-FAP, elementi strutturali positivi.

Non è esagerato affermare che la Federazione CNOS-FAP ha potuto dare il proprio apporto originale e qualificato soprattutto nell’organizzazione dell’offerta formativa. Ha dato infatti le “ali” al percorso formativo, qualificandolo sia dal punto di vista pedagogico che metodologico e didattico. La Federazione CNOS- FAP, attiva all’interno di FORMA, da subito ha contribuito ad elaborare un Pro- getto “Pilota”, un idealtipo di percorso caratterizzato da specifici obiettivi da rag- giungere, da un preciso modello formativo, da standard professionali e formativi e

da una peculiare metodologia formativa40. La sperimentazione, avviata in molte Re-

gioni, è stata segnata da una notevole documentazione che attesta la vitalità della Federazione CNOS-FAP.

A livello nazionale la Federazione CNOS-FAP, avvalendosi anche di consu- lenti, ha elaborato vari documenti dal carattere fondativo oltre che proseguire, anno

dopo anno, negli studi e nei monitoraggi attraverso la Rivista Rassegna CNOS41.

Riportiamo in nota questi studi per la loro grande rilevanza sul panorama della For-

39TONINIM., op.cit.

40FORMA, Progetto Pilota per il sistema di istruzione e formazione. Sintesi della Linea Guida, 2002. Disponibile su: www.formafp.it

41Cfr. NICOLID., Linee guida per i percorsi di istruzione e Formazione Professionale, 2008; CNOS-FAP e CIOFS/FP (a cura di), Guida per l’elaborazione dei piani formativi personalizzati e MALIZIAG. - ANTONIETTID. - TONINIM., Le parole chiave della Formazione Professionale, 2° ed. 2007.

mazione Professionale Salesiana e mostrano una attenzione alla riflessione sulla prassi che è unica tra gli enti gestori.

Sull’identità del formatore e sulla sua formazione sono stati promossi vari

studi42: i testi del prof. Ruta Giuseppe hanno concorso a sistematizzare la forma-

zione all’insegnamento della religione nella Formazione Professionale43. Per soste-

nere gli operatori della FP nella delicata azione di interazione con la famiglia, specie per gli immigrati, e il mondo del lavoro, la Sede Nazionale ha elaborato al-

cune ricerche-azioni44. Di particolare interesse sono due guide operative per gli

operatori relativi alla ricerca del lavoro e alla creazione di imprese45. Aspetti di ca-

rattere di filiera a carattere europeo sono analizzati per la grande importanza e in-

fluenza delle strategie di Lisbona46. Non potevano mancare studi sugli aspetti peda-

gogici ed educativi degli allievi che frequentavano i percorsi formativi triennali. Ricerche e monitoraggi sono stati documentati in vari volumi che riportiamo in

nota47per la loro grande rilevanza a livello nazionale.

Avvalendosi della consulenza del CENSIS, la Federazione CNOS-FAP ha in- dagato con studi e ricerche mirate su specifiche questioni: la scelta dei giovani, la carenza di proposte di formazione nelle Regioni del Sud e il rapporto tra Enti di FP

e imprese48. Il monitoraggio delle sperimentazioni ha permesso alla Federazione e

agli Enti di FP aderenti a CONFAP e a FORMA di essere protagonisti della speri-

42Cfr. PELLEREYM., Processi formativi e dimensione spirituale e morale della persona. Dare

senso e prospettiva al proprio impegno nell’apprendere lungo tutto l’arco della vita, 2007 e BAYM. - GRZADZIELD. - PELLEREYM., Promuovere la crescita nelle competenze strategiche che hanno le loro

radici nelle dimensioni morali e spirituali della persona, 2010.

43Cfr. RUTAG. (a cura di), Etica della persona e del lavoro, 2004; Vivere, Linee guida per i for-

matori di Cultura etica e religiosa nei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale, 2007.

44Cfr. BECCIUM. - COLASANTIA.R., La corresponsabilità CFP - famiglia: i genitori nei CFP.

Esperienza triennale nel CFP CNOS-FAP (2004-2006), 2006; MALIZIAG. - PIERONIV., Accompagna-

mento al lavoro degli allievi qualificati nei percorsi triennali del diritto - dovere. Linee guida e rac- colta di buone pratiche per svolgere le attività, 2009; MALIZIAG. - PIERONIV. - SANTOSFERMINOA.,

Individuazione e raccolta di buone prassi mirate all’accoglienza, formazione e integrazione degli im- migrati, 2009.

45Cfr. GHERGOF., Guida per l’accompagnamento al lavoro autonomo. Una proposta di percorsi

per la creazione d’impresa, 2° ed. 2007 e MARSILIIE., Dalla ricerca al rapporto di lavoro. Opportu-

nità, regole e strategie, 2007.

46Cfr. PELLEREYM. (a cura di), Studio sull’intera filiera formativa professionalizzante alla luce

delle strategie di Lisbona a partire dalla formazione superiore non accademica, Roma 2008; COLA- SANTOM. (a cura di), Il punto sulla Formazione Professionale in Italia in rapporto agli obiettivi di Li-

sbona, Roma 2008; MALIZIAG., Politiche educative di istruzione e formazione. La dimensione inter-

nazionale, 2008; NICOLID., I sistemi di Istruzione e Formazione Professionale (VET) in Europa, 2009.

47Cfr. MALIZIAG. - BECCIUM. - COLASANTIA.R. - MIONR. - PIERONIV., Stili di vita degli al-

lievi/e dei percorsi formativi del diritto-dovere, 2007 e MALIZIAG. - PIERONIV., Follow-up della

transizione al lavoro degli allievi/e dei percorsi triennali sperimentali di IeFP, 2008.

48Cfr. DONATIC. - BELLESIL., Giovani e percorsi professionalizzanti: un gap da colmare?, 2007; BELLESIL. - DONATIC., Ma davvero la Formazione Professionale non serve? Indagine conosci-

tiva sul mondo imprenditoriale, 2008; DONATIC. - BELLESIL., Verso una prospettiva di lungo periodo

mentazione e di documentarne gli esiti nelle seguenti regioni: Emilia Romagna49,

Lombardia50, Lazio, Liguria, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia e Veneto.

Lo studio più compiuto e organico è stato certamente la Linea Guida per i per- corsi di Istruzione e Formazione Professionale. Il testo, facendo riferimento anche ad avanzate esperienze europee, quella francese in particolare, contiene oggi un pre- ciso modello di competenza e di cultura del lavoro, suggerisce percorsi scanditi da “situazioni di apprendimento”, consegna al formatore una definizione rigorosa di traguardi formativi, elabora un preciso iter valutativo del percorso e dell’offerta,

suggerisce una modalità di formazione dei formatori. La Linea guida51rappresenta

il riferimento culturale, metodologico e procedurale per la progettazione e la gestio- ne dei percorsi d’Istruzione e Formazione Professionale in diritto-dovere, dai 14 fi- no ai 18 anni, come pure dei progetti integrati nelle iniziative del secondo ciclo de- gli studi, secondo un approccio rigoroso, coerente con le normative italiane e le dis- posizioni europee, così da delineare una IeFP di qualità. La proposta è elaborata in modo da consentire una sua gestione aperta e flessibile, compreso l’apprendistato