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2. La cooperazione trilaterale

2.2 Cooperazione economica per il raggiungimento dell’ accordo di libero

2.2.1 Impatto dell’accordo sui settori chiave

2.2.1.4 Industria automobilistica

L’industria automobilistica è uno dei settori di punta dei tre Paesi asiatici. Già nel 2003 Cina, Giappone e Corea contano per il 29% circa della produzione mondiale di autoveicoli, e più della metà dei maggiori produttori di automobili sono localizzati in questi tre Paesi. Giappone e Corea mantengono il primato come maggiori Paesi esportatori nel settore automobilistico e grazie alla propria struttura di mercato, sono riusciti a limitare la importazioni di automobili dal mondo e dalla regione. La Cina è entrata molto più tardi nel settore dell’auto, tuttavia grazie agli investimenti diretti da parte dei produttori di auto giapponesi e coreani ha subito iniziato un rapido processo di

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sviluppo. I tre Paesi presentano livelli di competitività molto diversi che si riflettevano nelle barriere tariffarie del settore auto. Il Giappone in quanto leader mondiale ha un livello di vantaggio comparato rivelato pari a 2,40, e nessuna barriera tariffaria; la Corea si trova in posizione intermedia con un valore di RCA di 1,37, ma nel mercato internazionale dell’auto si sta avvicinando al Giappone in termini di tecnologia utilizzata, sviluppo produttivo, manifattura e qualità. La Cina presenta il vantaggio comparato inferiore (0,32) ed alte barriere tariffarie, e si è specializzata nella produzione di veicoli commerciali, acquisendo il primato tra i Paesi dell’Asia nordorientale.

Per quanto riguarda il commercio intra-regionale, il volume degli scambi tra i tre Paesi non è paragonabile alla loro presenza nel mercato internazionale, soprattutto in EU e U.S. La maggior parte degli scambi bilaterali tra Giappone e Corea nel settore automobilistico coinvolge solo parti dell’automobile. In particolare la Corea importa dal Giappone ed esporta in aziende automobilistiche a investimento coreano, localizzate in Cina. Sulla base di questi dati si è ipotizzato che l’accordo trilaterale favorirebbe Giappone e Corea, mentre aggraverebbe il deficit commerciale cinese nei confronti dei due Paesi, che comunque manterrebbero il trend di investimento.

Tuttavia nell’arco di un decennio gli equilibri sono cambiati in seguito alla crisi globale del 2008 che ha duramente colpito il settore auto, e ai disastri naturali nel 2011 in Giappone. Dopo una crescita marginale nel 2006, il mercato giapponese ha sofferto un declino graduale anno dopo anno fino al 2009, e dopo un successiva ripresa è stato duramente colpito dalle conseguenze del disastro di Fukushima. Alcuni studiosi ritengono che questi deficit commerciali non siano da imputare a fattori macroeconomici ma a una perdita complessiva di competitività dell’industria giapponese26.

Nel settore auto il vantaggio assoluto del sistema di produzione giapponese è andato via via attenuandosi ed è diminuito sia il volume di produzione che di vendite. Toyota che era il leader mondiale di vendite fino al 2010 27, è sceso al terzo posto nel 2011. Le case

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Richard KANTZ, Is Japan losing its competitiveness, “East Asia Forum”, 13 marzo 2012, http://www.eastasiaforum.org/2012/03/13/is-japan-losing-its-competitiveness/, 12-03-2014.

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DATAMONITOR, “New cars in Japan”, Industry Profile, ottobre 2010; DATAMONITOR, “New cars in China”, Industry Profile, ottobre 2010; DATAMONITOR, “New cars in South Korea”, Industry Profile, ottobre 2010.

automobilistiche giapponesi tra cui Toyota, Honda, Nissan e Suzuki devono fare i conti con la pressione esercitata dai marchi coreani, tra cui Hyundai, Kia Motors, Renault, che si stanno evolvendo in termini di qualità, design e prezzo.

Anche la Cina, molto lontana dai livelli di Giappone e Corea, grazie agli investimenti esteri sta sviluppando il proprio settore auto, a parte un rallentamento nel 2008, dal 2006 ha registrato notevoli tassi di crescita a due cifre.

L’elemento chiave di questo rapido sviluppo è stata l’introduzione di marchi stranieri affermati come Volkswagen e GM, nel mercato cinese sotto forma di joint venture con partner cinesi, da cui sono nate per esempio la SAIC GM Wuling, la Shanghai Volkswagen, la Shanghai GM, la FAW-Volkswagen e altre. Sono poche le compagnie start-up in questo settore a causa degli alti costi fissi di design e manifattura dell’auto, ma esistono alcuni esempi di successo come la Geely28.

Anche durante la crisi, il mercato automobilistico cinese, caso unico nel mondo, ha continuato a crescere a ritmi sostenuti e nel 2009 la Cina, per la prima volta, ha sorpassato gli Stati Uniti come maggiore mercato dell’auto globale. Si pensa che in un prossimo futuro le vendite aumenteranno, grazie all’enorme potenzialità del mercato cinese e all’aumento del potere d’acquisto dei cinesi.

Il supporto statale ha avuto un ruolo fondamentale in tale processo definendo le nuove linee guida di sviluppo del settore: aumentare la domanda interna di veicoli tramite vari incentivi per stimolare la crescita economica, attuare una strategia di fusioni e acquisizioni in modo da raggiungere i benefici delle economie di scala, promuovere lo sviluppo di veicoli ecosostenibili, che usano energie rinnovabili, elevare la produzione dalle attività di assemblaggio di veicoli di qualità e prezzi bassi ad attività di fabbricazione di auto di livello superiore e di design del prodotto per competere su scala globale. I marchi automobilistici cinesi infatti sono caratterizzati da scarsa competitività e basse capacità di produzione, le tre principali case automobilistiche cinesi si dividono meno del 50% delle vendite totali 29.

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Il caso Geely è un perfetto esempio di come l’industria automobilistica cinese sia riuscita a

trasformare la crisi globale del 2008 in una opportunità per aumentare la propria competitività a livello globale.LaGeely Automobile Holdings è diventata uno dei più grandi produttori indipendenti privati di automobili in Cina. La società madre è la Geely Holding Group ha cominciato la sua attività

nella provincia di Zhejiang. Dal 2005 è nella Borsa di Hong Kong e il 28 marzo 2010 ha siglato un accordo, concluso il 2 agosto, con Ford per l'acquisto di Volvo per 1,8 miliardi di dollari.

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Cfr. Hong YU e Mu YANG, “ China’s Automobile Industry: An Update”, EAI Background Brief, n. 500, 14 gennaio, 2010.

Tabella 5. Statistiche di produzione

2011 2012 2013

Veicoli prodotti % cambio Veicoli prodotti % cambio Veicoli prodotti

Cina 18.418.876 +4,6% 19.271.808 +14,8% 22.116.825

Giappone 8.398.630 +18,4% 9.943.077 -3,1% 9.630.070

Corea del

Sud 4.657.094 -2,0% 4.521.429 -0,9% 4.521.429