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L’influenza della rappresentazione mediatica sulle scelte di politica criminale L’artificiosità della rappresentazione mediatica del rischio criminale, così come

Emerge così che la comunicazione di massa tende a divulgare maggiormente gl

3. L’influenza della rappresentazione mediatica sulle scelte di politica criminale L’artificiosità della rappresentazione mediatica del rischio criminale, così come

empiricamente dimostrata dalle indagini criminologiche, è utile per vagliare anche come questa può incidere sulle scelte legislative, sempre più condizionate dagli attuali metodi di fare politica, soprattutto in seguito al declino dei più netti conflitti ideologici di un tempo27. Infatti, essendosi di molto affievolito il c.d. ‘voto di appartenenza’, le forze politiche hanno la necessità di distinguersi dalle altre e così attrarre un consenso non puramente ideologico. Perciò, i sistemi volti ad attrarre il favore degli elettori – sul modello del c.d. ‘partito pigliatutto’ – si basano molto sulle analisi del ‘mercato’ elettorale, orientandosi sempre più verso tecniche paragonabili al marketing28 . L’archetipo è mutuato da una razionalità tipicamente commerciale, nel senso che le organizzazioni politiche vengono equiparate alle imprese: come queste ultime raggiungono meglio i loro obiettivi ponendo i bisogni dei consumatori all’inizio e non alla conclusione del processo produttivo, così i partiti politici, per attrarre consensi, devono porre i bisogni degli elettori come punto di partenza della formazione dei loro programmi. Il progetto politico di un partito, secondo tale modello, non dovrebbe essere un prodotto ideologicamente preconfezionato, ma un frutto maturato alla luce di indagini sul ‘mercato’ elettorale.

Il marketing politico sembrerebbe ispirarsi ad un più alto senso di democrazia, perché il legislatore non potrebbe imporre pedagogicamente una sua ideologia, bensì dovrebbe limitarsi a raccogliere le preferenze dei cittadini29. La validità di tale conclusione è però subordinata alla correttezza, trasparenza e democraticità dei processi che fanno nascere e sviluppare le idee, le aspettative e le ansie dei cittadini. Si può allora affermare che la democraticità di un tale modello è in buona parte legata inscindibilmente all’obiettività e alla democraticità della comunicazione massiva30.

Ed invero, posto che il sistema mediatico riesce ad influenzare l’agenda politica, ciò implica che le stesse opzioni politiche saranno assoggettate alla filosofia sottesa al funzionamento della comunicazione di massa 31 . Se tali logiche sono guidate prevalentemente dagli interessi economici, dal profitto, anche i modelli e le idee trasfuse nei programmi politici e nella legislazione penale, saranno improntate indirettamente a ragioni meno democratiche e più economiche32.

27 In merito all’influenza dei mezzi di comunicazione sull’agenda politica e, in particolare, in riferimento

all’indicazione mediatica del fenomeno criminale quale questione permanente della stessa agenda, si veda J.L. FUENTES OSORIO, Los medios de comunicación y el derecho penal, cit., 16:23 ss.

28

La teoria dei partiti ‘pigliatutto’ risale a O. KIRCHHEIMER, The Transformation of the Western

European Party System, in J. LA PALOMBARA, M. WEINER (a cura di), Political Parties and Political

Development, Princeton, 1966, 177 ss., ora in G. SIVINI (a cura di), Sociologia dei partiti politici, Bologna, 1971, 177 ss., in particolare 192.

29

M. HARROP, Political marketing, in Parliamentary Affairs, 1990, 277 ss.; M. SCAMMELL, Designer

Politics. How Elections are Won, Londra, 1995, 298; A. CATTANEO, P. ZANETTO, (E)lezioni di successo, Milano, 2001, 13.

30 Per alcune critiche al marketing politico ispirate a modelli democratici, si vedano B. F

RANKLIN,

Packaging Politics. Political Communications in Britain’s Media Democracy, Londra, 2004; K.H.

JAMIESON, Dirty politics. Deception, distraction, and democracy, New York - Oxford, 1992.

31 Secondo T.H. Q

UALTER, Opinion Control in the Democracies, Londra, 1985, 138, il marketing riduce la politica a immagini commercializzabili.

32

Nella letteratura italiana, per il rapporto tra democrazia e marketing politico, si veda L. MORI, Il

La metodologia del marketing, per conformarsi alla comunicazione massmediatica, si fonda inoltre su una semplificazione massima dei temi e dei dibattiti. La complessità delle questioni e delle relative argomentazioni viene rimossa per lasciare il posto a

slogan, ad asserzioni brevi e facilmente comprensibili, in grado di procurare il favore

degli elettori33. Anche in questo caso potrebbe apparire che le strategie del marketing politico siano più democratiche perché – seguendo una filosofia inclusiva – segnano una comunicazione politica adatta al linguaggio comune dei cittadini34. Pure in questo caso, però, il valore di tale conclusione è da verificare alla luce dei rischi connessi ad un semplicismo deleterio, inadeguato a trattare questioni complesse come la politica criminale, destinata a pesare gravemente sulle libertà fondamentali dell’uomo. In quest’ottica, dunque, il marketing politico non sembra di per sé una strategia più democratica, perché – quasi come se la problematicità fosse incompatibile con la democraticità – spinge verso una banalizzazione delle questioni, verso temi di respiro asfittico, sol perché popolari, agevolmente comprensibili e oggetto delle ansie degli elettori mediaticamente condizionate35. Un modello maturo di democrazia, invece, non può tollerare l’oscuramento mediatico e l’oblio politico di questioni e argomentazioni di maggiore complessità e serietà36.

La simbolicità che ha caratterizzato la politica criminale degli ultimi decenni, allora, sembra essere uno dei riflessi del più generale concetto di ‘governo simbolico’, ove lo scopo del potere è divenuto l’esercizio del potere stesso37

, effetto altresì della difficoltà di circolazione massiva delle più autorevoli e serie idee ispirate ai fondamentali valori di uno Stato sociale di diritto.

Per riepilogare, se, da un lato, la maggiore democraticità del sistema non è di per sé assicurata dal marketing politico, dall’altro, lo stesso marketing sta comunque orientando la c.d. ‘risposta pubblica’ – pure la legislazione penale – sempre più verso le tendenze ‘commerciali’ e semplicistiche emergenti dal sistema mediatico38

. I timori che legittimazione e consenso nell’età del marketing politico: considerazioni filosofico-politiche, in Dir. e quest. pubbl., 2012, 711 ss. F. PALAZZO, Mezzi di comunicazione, cit., 203, a proposito delle leggi del mercato che regolano ferreamente la rappresentazione del fenomeno criminale, parla di «una deriva metodologicamente antidemocratica».

33 Si tratta di scorciatoie informative «che fungono da sostituti di “seconda scelta” di altri tipi di dati, più

inaccessibili» cfr. S. POPKIN, M. DIMOCK, La conoscenza dei cittadini, le scorciatoie informative ed il

ragionamento politico, in S. BENTIVEGNA (a cura di), Comunicare politica nel sistema dei media, Genova, 1996, 182.

34 M. H

ARROP, Political marketing, cit.; M. SCAMMELL, Designer Politics, cit.

35 Sulle forti perplessità relative all’eccessiva semplificazione del linguaggio politico e

dell’informazione, con ovvie ricadute sulla correttezza delle scelte elettorali, si veda E. CANIGLIA,

Berlusoni, cit., 191 ss.

36 G. S

MITH, J. SAUNDERS, The application of marketing to British politics, in Journal of Marketing

Management, 1990, V, 295 ss.

37

Cfr. N. O’SHAUGHNESSY, Il marketing del marketing politico: un ossimoro?, in A. MELLONE, B.I. NEWMAN (a cura di), L’apparenza e l’appartenenza. Teorie del marketing politico, Soveria Mannelli, 2004, 232.

38 Se la scienza sociale non è concorde sulla natura e l’ampiezza del potere dei mass media, non essendo

facile distinguere la loro influenza da quella dell’educazione, della religione, ecc., tutti però concordano sull’influenza che i mass media hanno sull’agenda politica; cfr. P. BUTLER, N. COLLINS, Il marketing

politico tra prodotto e processo, in A. MELLONE, B.I. NEWMAN (a cura di), L’apparenza, cit., 98 ss. Per le intime implicazioni tra marketing politico e mass media, distinti in free e paid media, si rinvia a M. SCAMMEL, Cosa insegna il marketing alla scienza politica, ivi, 39; D. WRING, Le teorie del marketing

derivano in generale dall’incidenza del marketing sulla politica 39

, ossia della mercificazione e banalizzazione delle idee, sono ancor più gravi con specifico riferimento alla politica criminale, che incide sui beni fondamentali dell’individuo, come la sua libertà e dignità40. ‘Marketizzare’ le idee di politica criminale, in conclusione, può equivalere a strumentalizzare, semplicizzare, mercificare, ‘vendere’ i tratti più intimi dell’uomo41

.

4. La ‘democrazia liquida’ mediante internet: i pericoli per una politica criminale

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