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Le iniziative per l’individuazione delle aree di interesse naturalistico 1 Il Programma CORINE

INIZIATIVE INTERNAZIONALI E NAZIONAL

2.3 Le iniziative europee

2.3.2 Le iniziative per l’individuazione delle aree di interesse naturalistico 1 Il Programma CORINE

Il Programma CORINE – Coordination of Information on the Environment della Commis- sione Europea viene realizzato tra il 1985 e il 1990 in seguito ad una decisione del Consi- glio d’Europa, la n. 85/338/CEE, che stabilisce la necessità “di raccogliere e coordinare le informazioni sullo stato dell’ambiente e delle risorse naturali della Comunità e di garantirne la coerenza”.

Gli obbiettivi dei programma vengono sintetizzati nei seguenti 3 punti (Commissione della Comunità Europea, 1991 a):

– acquisire informazioni relative ad aspetti di importanza prioritaria per la conservazione dell’ambiente, utili a delineare ed attuare la politica comunitaria in campo ambientale e a favorire in particolare l’inserimento delle questioni ambientali nelle altre politiche;

– coordinare, indirizzare o incoraggiare iniziative di organizzazioni internazionali, governi nazionali o regioni, il cui scopo sia quello di ottenere informazioni sull’ambiente, in modo da assicurare la coerenza dei dati raccolti e quindi l’uso ottimale delle risorse umane e finanziarie;

– sviluppare le basi metodologiche necessarie ad ottenere dati comparabili a livello comu- nitario.

Il lavoro del gruppo di esperti aveva dunque un duplice compito, metodologico da una parte e operativo dall’altra, puntando sia a verificare la fattibilità di un sistema informativo europeo sull’ambiente che a raccogliere informazioni riguardanti gli aspetti di maggiore interesse per la politica ambientale comunitaria.

I temi prioritari trattati da specifici gruppi di lavoro erano i seguenti: inquinamento atmo- sferico, biotopi, erosione costiera, uso dei suolo, risorse idriche, suolo. I dati raccolti sono stati organizzati in un sistema informativo geografico divenuto permanente con l’istituzione dell’Agenzia Europea per l’Ambiente. Tale sistema informativo riguarda la base geografica (confini nazionali e comunitari, unità amministrative, corpi d’acqua, insediamenti, trasporti), le risorse naturali (biotopi, aree protette, vegetazione potenziale), il territorio (tipi di suolo, qualità delle risorse, rischio di erosione del suolo, erosione costiera, uso del suolo), l’aria

(quantità di immissioni), l’acqua (localizzazione delle risorse idriche, qualità), gli aspetti socio-economici (attività, trasporti, centrali nucleari, aree designate per particolari inter- venti comunitari).

Ai fini della realizzazione dei prossimo IFN rivestono un certo interesse due sottoprogetti CORINE, il CORINE Land Cover Project e il CORINE Biotopes Project, riguardanti rispetti- vamente il rilievo delle classi di copertura del suolo e il censimento delle aree di interesse naturalistico.

CORINE Land Cover Project

Si tratta di un progetto operativo finalizzato al rilievo delle classi di copertura del suolo per tutto il continente europeo. La carta, ottenuta per mezzo dell’interpretazione di imma- gini da satellite e dell’utilizzo di dati ausiliari, è nota come CORINE Land Cover Map.

Nell’ipotesi di prevedere l’utilizzo di tale cartografia come fonte ausiliaria di dati per IFNI2000, per esempio in sede di stratificazione preliminare, è necessario considerare che la scala e soprattutto l’unità minima adottate, rispettivamente 1:100.000 e 25 ha, limitano molto l’utilità della CORINE Land Cover Map. La qualità della carta inoltre, intesa come accuratezza nella individuazione dei limiti delle diverse classi di copertura, non è omogenea su tutto il territorio nazionale (v. anche cap. 4). Sulle possibilità di impiego della CORINE Land Cover Map come fonte di dati per gli inventari forestali si ricorda un’esperienza fran- cese finalizzata alla verifica della compatibilità geometrica tra questa carta e le basi carto- grafiche di riferimento dell’inventario forestale, attraverso la messa a punto di algoritmi di sovrapposizione automatica (Wolsack J., 1994).

Le classi di copertura del suolo previste dalla CORINE Land Cover Nomenclature sono 44, organizzate secondo 3 livelli gerarchici (figura 2.2). Le foreste, definite come superfici omogenee di almeno 25 ha occupate da alberi e/o arbusti, vengono inserite nella categoria Forests and seminatural areas che comprende le foreste vere e proprie (Fore- sts), gli arbusti e/o la vegetazione erbacea (Scrub and/or herbaceous) e gli spazi aperti con scarsa o nulla copertura vegetale (Open spaces with little or no vegetation).

Le superfici boscate vengono distinte poi al livello gerarchico successivo in:

– BroadIeaved Forests, con latifoglie arboree e arbustive che coprono almeno il 75% della superficie;

– Coniferous Forests, con conifere arboree e arbustive che coprono almeno il 75% della superficie;

– Mixed Forests, se né le conifere né le latifoglie raggiungono il 75% della copertura oppure nel caso di soprassuoli complessi costituiti da un mosaico di piccoli aggregati di conifere e latifoglie in cui non sia possibile individuare soprassuoli omogenei estesi per almeno 25 ha.

Altre formazioni di interesse forestale vengono incluse in classi di copertura del suolo diverse da quelle sopra citate: la gariga, che viene classificata come Scrub andlor herbace- ous – ScIerophyllous vegetation, le tagliate, le aree in rinnovazione, le giovani piantagioni e i boschi fortemente degradati, che vengono inclusi nella classe Scrub and/or herbaceous – Transitional woodIand-scrub, e infine le aree percorse dal fuoco classificate come Open spaces with little orno vegetation – Burnt areas.

CORINE Biotopes Project

Il progetto CORINE Biotopes può essere considerato il primo censimento su scala euro- pea delle aree ad elevato interesse naturalistico.

che forma una unità ecologica di significativa importanza per la conservazione della natura nella Comunità, sia essa protetta o no”. La scelta dei siti doveva avvenire secondo i criteri stabiliti nella fase preliminare dei progetto (Commissione della Comunità Europea, 1991a): – la presenza di specie animali o vegetali minacciate (secondo fonti bibliografiche, con-

venzioni e trattati internazionali, direttive comunitarie, liste rosse);

– la presenza di habitat particolarmente sensibili ai cambiamenti ambientali; – la ricchezza di specie e di tipi di habitat.

Un sito viene poi considerato di importanza comunitaria se rappresenta uno dei 100 o meno siti europei o uno dei 5 o meno siti regionali fondamentali per la tutela di una specie minacciata o di un habitat particolarmente sensibile, oppure se ospita almeno l’1% della popolazione di una specie minacciata (le regioni di riferimento sono state opportunamente delimitate ai fini del progetto).

Per ciascun sito CORINE sono state riportate nel database le coordinate geografiche del centro, l’area approssimativa, il nome, la regione, il distretto e altre informazioni di carattere generale. Per la descrizione dei siti è stata predisposta una specifica tipologia di habitat che aveva i seguenti obbiettivi (Commissione della Comunità Europea, 1991 a): – identificare con chiarezza tutte quelle comunità vegetali

(i) in grado di coprire potenzialmente superfici estese in misuratale da ospitare le specie animali maggiormente esigenti in termini di spazio, e/o

(ii) fisionomicamente significative per il paesaggio, e/o (iii) essenziali per la sopravvivenza di specie in pericolo, e/o (iv)costituenti essenziali di ecosistemi più estesi, e/o

(v) rappresentative di particolari caratteristiche ecologiche o valori estetici;

– raggiungere un equilibrio tra l’esigenza di salvaguardare ambienti particolarmente rari e quella di conservare ambienti semi-naturali più diffusi frutto di attività agropastorali a carattere estensivo;

– creare una classificazione il più possibile flessibile e adattabile a successive esigenze, per esempio a una ripartizione di maggior dettaglio delle categorie;

– individuare unità ecologiche facilmente riconoscibili da parte dei tecnici incaricati dei rilievi;

– creare una tipologia il più possibile compatibile con le classificazioni già esistenti.

L’utilità dei risultati del progetto CORINE Biotopes ai fini del prossimo IFN può essere letta sia in termini di disponibilità di dati di carattere naturalistico che di proposta tipologica.

Il CORINE Biotopes Database contiene i dati relativi alle circa 5600 aree individuate dal progetto come significativamente importanti per la conservazione dell’ambiente natu- rale in Europa.

Per ciascuna di esse il modello compilato per l’inserimento delle informazioni prevedeva i seguenti campi (Commissione della Comunità Europea, 1991c):

– dati generali (codice dei sito, responsabile, regione, distretto, superficie approssimativa, altitudine, coordinate dei centro dei sito);

– descrizione dei sito (caratteristiche, qualità, vulnerabilità, proprietario);

– informazioni ecologiche (codice habitat presenti e relativa % di copertura, stato di prote- zione, motivo della candidatura del sito, attività umane);

– specie animali e vegetali presenti.

Il progetto prevedeva anche l’individuazione dettagliata dei limiti geografici dei biotopi e la relativa digitalizzazione, realizzata solo per circa 440 siti del Belgio e del Portogallo. Dei 1614 siti italiani non si conoscono quindi i confini precisi ma solo le coordinate del centro e la loro estensione approssimativa, riportata tramite 3 classi (fino a 1.000 ha, da 1.000 a 10.000 ha e da 10.000 a 100.000 ha) su cartografia 1:1.750.000. L’assenza di una precisa

georeferenziazione limita quindi le possibilità applicative dei dati CORINE che, almeno per l’Italia, risultano generici e non sempre attendibili (Fiorentino, 1997). La lista di siti proposta per l’Italia inoltre, pur costituendo in ordine di tempo il primo censimento organico dei valori naturalistici presenti sul territorio nazionale, è stata da più parti criticata perché lacunosa e poco aggiornata.

I problemi sopra evidenziati vengono in parte superati dal più recente censimento con- dotto dal Ministero dell’Ambiente nell’ambito di Natura 2000 e del Progetto Bioitaly i cui risultati fanno intravvedere maggiori possibilità applicative (v. par. 2.3.2.2 e par. 2.4.2).

La tipologia di habitat CORINE descrive le comunità vegetali presenti sul territorio europeo e le organizza secondo uno schema di classificazione di tipo gerarchico. Lo stesso, benchè da alcune parti criticato e attualmente in fase di revisione, mantiene comunque il suo valore di standard nomenclaturale di riferimento a livello europeo e nazio- nale, soprattutto in relazione al sistema di codificazione della Direttiva Habitat da essa deri- vato nelle linee generali.

Nell’ambito del presente studio, la tipologia proposta per l’inventario forestale italiano (v. cap. 3) indica i riferimenti alle classi e alle categorie CORINE al fine di rendere possibili inte- ressanti confronti tra inventario e database ambientali europei.

Il sistema di codificazione CORINE attualmente in uso prevede fino a 7 livelli di classifi- cazione, al più alto dei quali vengono distinte 7 classi, tra cui la classe Forests, ciascuna suddivisa in sottoclassi, 44 in totale, individuate dalle prime due cifre del codice (generic habitat type) (v. figura 2.3). Le prime due cifre sono poi seguite da un punto e da altre cifre, fino a un massimo di 5, che individuano livelli di classificazione successivi (detailed habitat code, es. 41.15 Subalpine beech woods).

Da notare che non esiste una corrispondenza tra le classi di uso del suolo adottate nella CORINE Land Cover Map e gli habitat CORINE.

2.3.2.2 Il censimento dei siti Natura 2000

Il Progetto Natura 2000 prende avvio a metà degli anni ’90 in seguito all’emanazione della “Direttiva Habitat” 92/43/CEE, la quale stabiliva i principi fondamentali della conserva- zione delle risorse naturali nell’Unione Europea.

L’indagine, che raccoglieva l’esperienza CORINE in termini di principi e metodologie, aveva lo scopo di individuare entro il 1998 una serie di siti di importanza comunitaria (SIC) da inserire in una rete europea di aree protette denominata “Rete Natura 2000”, la cui rea- lizzazione è prevista per il 2004. Tale rete avrà lo scopo di tutelare gli habitat e le specie animali e vegetali importanti per la Comunità ed elencati negli allegati I e Il della direttiva, recentemente aggiornati da un’altra direttiva, la 97/62/CEE del 27 ottobre 1997, che ha accolto parte delle proposte avanzate da alcuni paesi tra cui l’Italia. Sempre la Direttiva Habitat individua, con l’allegato III, i criteri generali per la selezione delle aree particolar- mente meritevoli di tutela tra quelle che ospitano habitat e specie importanti per la Comu- nità, da candidare appunto per la costituzione della Rete Natura 2000. La direttiva stabilisce infine dei criteri di priorità nella conservazione indicando gli habitat e le specie prioritari, ovvero quelli per la cui conservazione l’Unione Europea “è particolarmente responsabile a causa della consistente quota della relativa area di distribuzione naturale compresa nel territorio degli Stati Membri”.

Il censimento dei siti e la raccolta delle relative informazioni, tramite compilazione del “Formulario Standard Natura 2000”, sono stati realizzati dai singoli Stati dell’UE incaricati dalla Commissione Europea della realizzazione del progetto.

L’allegato I della direttiva 92/43, aggiornato dalla 97/62, e i relativi documenti interpreta- tivi, tra cui la più aggiornata versione del manuale interpretativo degli habitat, l’EUR 15 (Commissione Europea, 1996), propongono per la descrizione dei siti una tipologia di

habitat (v. figura 2.6) la cui nomenclatura e i cui codici, derivati dall’esperienza CORINE,

sono un punto di riferimento per l’identificazione delle formazioni vegetali in Europa, grazie appunto al riconoscimento giuridico che la direttiva garantisce a questa classificazione. Questo elenco comprende 194 tipi di habitat di cui 59 forestali, 21 dei quali prioritari, cia- scuno individuato da un codice a 4 cifre e dal o dai corrispondente/i codice/i CORINE (ad un habitat Natura 2000 corrispondono spesso più habitat CORINE).

Confronti tra dati naturalistici raccolti nell’ambito di Natura 2000 e informazioni dell’inventario forestale saranno possibili solo se la tipologia adottata dal futuro IFN sarà compatibile con la classificazione prevista per le formazioni forestali dalla Direttiva Habitat. Il database europeo e soprattutto il database nazionale creato con il Progetto Bioitaly, momento di attuazione per l’Italia di quanto previsto dalla Direttiva Habitat e da Natura 2000, costituiscono infatti una consistente banca dati sui valori naturalistici dei nostro terri- torio, possibile fonte di informazioni ausiliarie per molte aree di interesse forestale (par. 2.4.2).

Ai fini delle possibili interazioni tra inventario forestale nazionale e database Natura 2000/ Bioitaly si ricorda infine la ripartizione dell’Europa nelle 6 regioni biogeografiche alpina, atlantica, boreale, continentale, macaronesica, mediterranea, 3 delle quali presenti in Italia, l’alpina, la continentale e la mediterranea (figura 2.4).