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Le informazioni relative ai boschi italian

INIZIATIVE INTERNAZIONALI E NAZIONAL

2.4 Le iniziative nazional

2.4.1 Le informazioni relative ai boschi italian

Le attività di rilievo e monitoraggio dei boschi a livello nazionale si sono occupate nell’ultimo decennio principalmente del deperimento boschivo. Il fenomeno si è imposto all’attenzione internazionale nel corso degli anni ’80 a causa del verificarsi di episodi di moria e deperimento estesi e inspiegabili.

I primi accordi internazionali in proposito risalgono alla Convenzione di Ginevra sull’inquinamento transfrontaliero a lunga distanza – Convention on Long Range Tran- sboundary Air Pollution – recepita dall’italia con la L. 289 del 27/04/82. Molti paesi avvia- rono progetti di monitoraggio del fenomeno e, a metà degli anni ’80, venne istituito un programma internazionale per la valutazione e il controllo degli effetti dell’inquinamento sulle foreste (ICP-foreste, International Cooperative Programme on Assessment and Moni- toring of Air Pollution Effects on Forests) cui aderirono 34 paesi dell’area UN/ECE secondo un protocollo comune di osservazione e quantificazione del danno.

La Comunità Europea avviò, con il Regolamento 3528/86, un’azione comune per la pro- tezione delle foreste dall’inquinamento che contemplava anche l’istituzione di un inventario periodico dello stato dei boschi basato su aree di osservazione permanenti disposte siste- maticamente secondo un reticolo a maglie di 16 km di lato. La metodologia per il rilievo e la quantificazione del danno venne stabilita dal Regolamento 1696/87 successivamente modificato e integrato da vari provvedimenti che, oltre alla tradizionale osservazione dello stato della vegetazione arborea, hanno introdotto indagini aggiuntive sui suoli (Reg. 926/ 93) e sul contenuto chimico delle foglie (Reg. 836/94).

La rete europea di aree permanenti conta circa 2500 aree negli stati dell’UE, 2000 delle quali interessate dai rilievi aggiuntivi di cui sopra, e circa 5400 aree per l’intera area pan-europea (Commissione Europea, 1997). Le osservazioni vengono eseguite annual- mente secondo metodologie che garantiscono la valutazione transnazionale dei risultati.

Più recentemente un nuovo regolamento, il n° 1091/94 ha introdotto il principio della sorveglianza intensiva. Per circa 770 siti di 29 paesi europei, di cui 440 negli stati della UE,

alle indagini effettuate in precedenza si sono aggiunte osservazioni sulle deposizioni di inquinanti e sui parametri climatici. Sono stati raggiunti inoltre accordi tra gli stati europei riguardo a indagini supplementari sulla vegetazione arborea ed erbacea, sulla soluzione cir- colante e per l’applicazione del telerilevamento. È allo studio anche la valutazione di altri aspetti relativi al funzionamento degli ecosistemi (contenuto minerale della biomassa, biolo- gia dei suoli ecc.) e all’impiego di bioindicatori.

In Italia il Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste ha avviato nel 1984 un programma di monitoraggio dello stato dei boschi, l’Indagine sul Deperimento Forestale (INDEFO). Il programma di rilievi annuali ha riguardato oltre 9000 aree coincidenti con i punti di IFN ’85, disposte sistematicamente secondo un reticolo a maglie di 9 x 9 km che ricalca, con passo maggiore, quello dell’inventario nazionale (3 x 3 km). Di queste, 217 fanno parte anche della rete di monitoraggio europea.

Per un decennio il personale del Corpo Forestale dello Stato ha eseguito rilievi su aree di saggio costituite da un massimo di 30 alberi, allo scopo di valutare lo stato fitosanitario dei boschi italiani. I risultati delle osservazioni sono stati registrati nel Sistema Informativo Agri- colo Nazionale (SIAN). Gli attributi osservati secondo i criteri stabiliti in ambito internazio- nale sono i seguenti:

– defogliazione – intensità (4 classi); – decolorazione – intensità (4 classi); – cause dei danni (8 classi);

– numero di alberi danneggiati; – percentuale di alberi danneggiati; – ripartizione dei danni per specie.

I rilievi sulla rete di monitoraggio INDEFO sono proseguiti fino al 1995, anno in cui l’inda- gine sul deperimento è stata sostituita dal Programma Nazionale di Controllo degli Eco-

sistemi Forestali (CON.ECO.FOR), che attua quanto previsto dal Regolamento UE sulla

sorveglianza intensiva. Si tratta non più di una rete sistematica finalizzata a monitorare lo stato dei boschi su scala nazionale bensì di una serie di aree permanenti di studio e osser- vazione degli effetti dell’inquinamento sulla funzionalità degli ecosistemi forestali (Commis- sione Europea, 1997).

Le 20 aree, 14 delle quali appartenenti alla rete di monitoraggio dei danni europea, sono state selezionate allo scopo di rappresentare le cenosi arboree più diffuse sul nostro terri- torio: 7 aree in boschi di faggio, 5 in boschi di cerro, 4 in boschi di abete rosso, 2 aree in boschi di leccio, 1 area rispettivamente in querceti a rovere e a farnia. È previsto il futuro ampliamento della rete per includere anche le formazioni a carattere spiccatamente steno-mediterraneo.

Il programma ha l’obbiettivo anche di unificare e integrare gli sforzi delle singole ammini- strazioni regionali impegnate nel l’osservazione dei fenomeni di deperimento. Allo scopo è stato creato il Gruppo Interregionale sul Deperimento della Foresta in Italia (Ferretti et al., 1994).

I rilievi e le indagini scientifiche previste per le aree CON.ECO.FOR., coordinati e realiz- zati da vari istituti di ricerca italiani, riguardano i seguenti aspetti (MiRAAF, 1995):

1. caratterizzazione geologica e geomorfologica; 2. caratterizzazione fitosociologica ed ecologica; 3. inventario dello stato sanitario degli alberi (chiome); 4. inventario dello stato del suolo;

5. analisi del contenuto chimico delle foglie; 6. analisi delle deposizioni umide;

7. analisi degli incrementi volumetrici; 8. misurazioni meteorologiche;

9. entomofauna;

11. briofite come bioindicatori; 12. fenologia vegetale;

13. comunità fungine;

14. scambi gassosi di biossido di carbonio e vapore acqueo; 15. biodiversità e complessità ecologica;

16. dendrocronologia e xilofenologia; 17. dinamismo della vegetazione.

Nel primo anno di attività sono state avviate le indagini relative ai punti 2, 3, 4 e 5 mentre nel 1996 era prevista l’attivazione dei punti 6, 7, 8 e 17. Il progetto costituisce dunque un momento di approfondimento e completamento di indagini già in precedenza avviate e finanziate dalla UE.

Pur configurandosi come studio specifico del fenomeno del deperimento forestale e delle sue cause, il progetto potrebbe portare a risultati di interesse inventariale più gene- rale, per esempio all’individuazione di metodi speditivi di valutazione dello stato dell’ecosi- stema (bioindicatori o altro).

Sempre nell’ambito delle iniziative nazionali volte all’acquisizione di informazioni sulle foreste, il MiRAAF ha finanziato uno studio pilota per la realizzazione della Carta Forestale d’Italia in scala 1:50.000 e di un Sistema Informativo Geografico Forestale. Il progetto rea- lizzato tra il 1994 e il 1997 da un gruppo di società (Aquater, Finsiel, Fisia, Italeco, Nomi- sma) ha coinvolto l’intero territorio della Regione Liguria.

L’interpretazione di foto aeree da alta quota in bianco e nero, preceduta da una raccolta preliminare di dati, è servita per una prima individuazione degli usi dei suolo. La fotointer- pretazione è stata seguita da una campagna di rilievi a terra che ha riguardato 3064 aree di saggio disposte sistematicamente secondo un reticolo chilometrico (fase denominata “Inventario Forestale Multirisorse”). Oltre che nelle aree boscate i rilievi sono stati eseguiti anche in tutte le aree, naturali e seminaturali riconducibili al bosco in termini di evoluzione futura o di passata destinazione (praterie, coltivi abbandonati, aree miste agricolo-forestali, arbusteti). Il dominio inventariale è stato quindi esteso anche ad aree non strettamente forestali in modo da osservare l’interazione del bosco con i sistemi circostanti.

l rilievi a terra sono serviti anche a guidare l’interpretazione delle immagini da satellite e delle foto aeree IRFC per la produzione della “Carta della Copertura Forestale e della Vege- tazione Reale”. L’uso integrato di immagini da satellite e foto infrarosso falso colore ha consentito di individuare 371 classi distinte per fisionomia e/o struttura e/o densità.

La carta è stata integrata da documenti tematici derivati da indagini settoriali (rilievi spe- cifici) riguardanti i seguenti temi: stato fitosanitario, rischio di incendio, tendenze evolutive della vegetazione, habitat e fauna selvatica, protezione idrogeologica, rapporti degli ecosi- stemi con l’atmosfera, aspetti economici dei servizi prodotti dal bosco.

A conclusione dei rilievi e delle relative elaborazioni è stato prodotto un documento di sintesi propositiva, la “Carta degli Obbiettivi ed Interventi Selvicolturali” che, a partire dalle informazioni acquisite, avanza una serie di proposte per la gestione delle aree indagate. In particolare il territorio viene suddiviso in zone differenziate per obbiettivi e interventi selvicol- turali proposti. Tra gli obbiettivi l’incremento degli usi multipli del bosco, la protezione dall’erosione, l’incremento della produzione legnosa, l’aumento della biodiversità, l’evolu- zione naturale, il recupero produttivo e paesaggistico. Gli interventi selvicolturali vengono distinti in: cure colturali, conversione all’altofusto, opere di bioingegneria, miglioramento della viabilità, introduzione di specie miglioratrici, cure specifiche per gli oliveti, assenza di interventi (MiRAAF, 1997).

Le metodologie impiegate in questo progetto e i risultati prodotti vengono analizzati dal presente studio nei capitoli relativi al telerilevamento e agli attributi (cap. 4 e cap. 3).

Per quanto riguarda le Regioni, si ricorda che molte di esse, successivamente alla rea- lizzazione dell’Inventario Forestale Nazionale, si sono dotate di un proprio inventario fore- stale regionale. l singoli progetti non sono stati coordinati a livello nazionale e quindi il disegno inventariale, le procedure e le tecniche utilizzate sono diverse da caso a caso.

Hanno realizzato propri inventari forestali le regioni Lombardia (inventario dei filari di piante da legno della pianura lombarda, 1982; Inventario dei cedui della Lombardia, 1983, inventari forestali delle province di Varese, 1985, e di Bergamo, 1987), Veneto (1984/86), Friuli-Venezia Giulia (1984/87), Emilia Romagna (1989/90), Umbria (1990/93), Lazio (Comunità Montana dell’Alta Tuscia e Monti Simbruini, 1987; Provincia di Frosinone, 1994), Valle d’Aosta (1992/94), Liguria (1993/95), Toscana (1994/96) (Marchetti, 1994; Tosi e Marchetti, 1997; Corona e Ambrosini, 1995). Sono inoltre allo studio o in fase di realizza- zione gli inventari forestali del Piemonte, delle Marche, della Sardegna e della Sicilia (per il solo demanio forestale, iniziato ma sospeso).

Altri studi a valenza regionale finalizzati alla conoscenza e alla classificazione delle cenosi forestali per scopi gestionali e assestamentali sono quelli relativi alle tipologie forestali rea- lizzati in Veneto (Del Favero et al., 1990; Del Favero et al., 1991), Piemonte (Regione Pie- monte, 1996), Friuli-Venezia Giulia (Del Favero e Poldini, 1998) e Toscana (in preparazione).

A conclusione dei presente paragrafo si ricorda il recentissimo avvio dell’iniziativa dei MiRAAF nota come Sistema Informativo della Montagna (SIM) in attuazione di quanto previsto in materia di collegamenti telematici dalla legge L. 31 gennaio 1994 n° 97. Si tratta di un sistema informativo a supporto delle attività di Regioni, Province, Comuni, Comunità Montane, Consorzi Forestali e altri enti di gestione locali operanti in zone montane.

La base di dati messa a disposizione degli utenti in queste prime fasi è costituita dalle ortofoto digitali arricchite dai confini catastali. La stessa costituirà l’ossatura di un sistema informativo che verrà via via integrato con i dati derivanti da analisi territoriali e indagini spe- cifiche e che verrà messo a disposizione degli utenti a partire dal 1999.

In questo contesto, il futuro IFN può essere un’utile fonte di dati, in particolare se si attuerà un coordinamento tra le attività previste per la realizzazione del SIM e la progetta- zione dell’inventario stesso.