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Politiche europee per la tutela della legalità

2. Il percorso europeo per la creazione di un’area di legalità e giustizia

2.2 Iniziative più recent

Nel marzo del 2010 il Consiglio Europeo ha approvato la lista delle più comuni minacce all’Unione all’interno della sua Strategia di sicurezza interna. Tra queste compare il crimine organizzato, il cyber crime, e il “cross-border crime”. Il 22 novembre 2010 la Commissione europea ha presentato “La strategia di sicurezza

interna dell'UE in azione: cinque tappe verso un'Europa più sicura”, secondo le linee

guida deliberate dal Consiglio europeo. La Strategia, sulla base anche del programma di Stoccolma per lo Spazio di libertà, sicurezza e giustizia per il periodo 2010-2014, individua i cinque obiettivi prioritari dell’Unione europea: «smantellare le reti criminali internazionali; prevenire il terrorismo e contrastare la radicalizzazione e il reclutamento; aumentare i livelli di sicurezza per i cittadini e le imprese

140 Parlamento italiano, La politica dell'Unione europea in tema di lotta alla criminalità organizzata,

51 nel ciberspazio; rafforzare la sicurezza attraverso la gestione delle frontiere, aumentare la resilienza alle calamità naturali e provocate dall'uomo141». I piani di lavoro dell’Unione, secondo la Stategia, saranno due: da un lato si tenterà di rafforzare l’impianto normativo europeo, dall’altro si potenzierà la cooperazione operativa tra le autorità di contrasto nazionali e le agenzie UE (Europol , Eurojust, Olaf) e si rafforzeranno i rapporti tra l’Europa e gli Stati terzi.

Nel 2013 l’Europol ha pubblicato “Serious and Organised Crime Threat

Assessment”142 (SOCTA), risultato di una sistematica analisi sui gruppi criminali che operano in Europa, e sulle strategie di law enforcement. SOCTA nasce con lo scopo di fare del crimine organizzato una priorità nella politica interna dell’Unione e di fornire supporto perché lo diventi anche nelle politiche dei singoli Stati membri. Secondo il rapporto Europol, sono almeno 3600 le organizzazioni mafiose in Europa, il 70 per cento delle quali opera su scala transnazionale, percentuale che sembra destinata ad aumentare. Sembra anche che le mafie stiano cambiando target e strategie d’azione. Ad esempio, quasi tutti i gruppi criminali censiti hanno tratto beneficio dalla crisi economica che continua ad affliggere l’Europa, evolvendosi per adattarsi alle nuove circostanze. La crisi ha visto una diminuzione del potere d’acquisto dei cittadini e una conseguente espansione dei mercati illegali, non più limitati a beni, per così dire, superflui, ma a beni primari. Cambia anche la struttura interna dei gruppi mafiosi. Non si tratta più di organismi rigidamente gerarchizzati, tipicamente familiari, ma di gruppi che assumono la tipica organizzazione delle aziende, fluidi, flessibili e specializzati. L’Europol nel suo rapporto rende manifesta la necessità per l’Europa di tenere il passo con i veloci cambiamenti della criminalità, perché una burocrazia lenta e cavillosa non può contrastare un fenomeno talmente dinamico.

La strategia proposta dall’Europol nel suo Work Programme143, che si articola in tre punti, è quella di creare in tempi rapidi un centro di supporto per le indagini delle polizie nazionali e per la cooperazione e l’integrazione tra ordinamenti giuridici differenti. Importante è anche stimolare il dialogo con altri enti ed agenzie Europee, così come con corpi esterni tra i quali l’Interpol, gli Stati candidati (e potenziali candidati) a diventare membri dell’UE e la Russia. L’Europol, inoltre, intende creare la prima banca dati sulle organizzazioni europee, diffondendo informazioni utili per le azioni nazionali.

141 Ibidem.

142 Europol, Serious and Organised Crime Threat Assessment (SOCTA), 2013, disponibile sul sito

www.europol.europa.eu.

143

52 Qualcosa può esser detta anche sui programmi futuri a breve termine dell’Unione. Il Consiglio Giustizia e affari interni nel 2010 aveva predisposto un ciclo programmatico per contrastare la criminalità organizzata, il cosiddetto Ciclo Harmony, che sarà in piena attività fino al 2017, e ha lo scopo di individuare gli obiettivi criminali di volta in volta più urgenti. Le modalità e gli strumenti che utilizzerà il Ciclo Harmony saranno: «la valutazione della minaccia delle gravi forme di criminalità e della criminalità organizzata (SOCTA), sviluppata da Europol; i Piani di azione strategici pluriennali, che saranno sviluppati sulla base delle priorità individuate nel SOCTA; la Piattaforma multidisciplinare europea contro le minacce della criminalità (EMPACT), che conterrà i progetti che stabiliranno piani d’azione operativi (OAP); il meccanismo di revisione e valutazione dei piani di azione operativi da parte del Comitato COSI (Comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna)144».

Un accenno va fatto anche ai finanziamenti devoluti alla sicurezza interna. Relativamente al Quadro finanziario per il settore Affari interni per il periodo 2014- 2020, «è attualmente in corso da parte delle istituzioni UE l’esame delle proposta del regolamento che istituisce, quale parte del Fondo per la Sicurezza interna, lo strumento per il sostegno finanziario alla cooperazione di polizia, alla prevenzione e alla repressione della criminalità nonché alla gestione delle crisi, con dotazione complessiva proposta pari a 1.128 milioni di euro145»

2.3 Il ruolo del Parlamento europeo

Il Trattato di Lisbona è stato soprannominato Trattato del Parlamento146, proprio perché ne ha sancito l’importanza, attribuendogli i poteri che spettano all’unico organo europeo direttamente derivato dalla volontà popolare. Il ruolo del Parlamento europeo è stato notevolmente ampliato, con l’attribuzione della qualifica di colegislatore anche per

144

Parlamento italiano, La politica dell'Unione europea in tema di lotta alla criminalità organizzata, op. cit.

145 Ibidem.

53 la materia di cooperazione di polizia e giudiziaria, nonché con il suo coinvolgimento nelle politiche europeee in materia di Giustizia e Affari interni.

In virtù dei suoi nuovi poteri, il Parlamento ha adottato numerose risoluzioni in materia, nelle quali evidenzia la necessità per le istituzioni europee di cercare il dialogo con gli altri organismi internazionali, migliorando al contempo il funzionamento delle strutture dell’Unione volte al contrasto del crimine e dando «una definizione di criminalità organizzata più concreta e che individui meglio le caratteristiche essenziali del fenomeno, in particolare focalizzando l'attenzione sulla nozione chiave di organizzazione e altresì tenendo conto dei nuovi tipi di criminalità organizzata147». Il Parlamento europeo si è battuto a gran voce perché la Commissione sviluppi un impianto legislativo tale da portare i Paesi membri verso il reciproco riconoscimento delle decisioni penali. Ha chiesto inoltre «che venga esaminata con maggior rigore la questione della criminalizzazione di qualsiasi forma di sostegno alle organizzazioni criminali»148.

Il 14 marzo 2012 il Parlamento europeo ha istituito una commissione