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Inserirsi in un mercato nuovo: quanto, dove e come investire.

Oltre a questo, quindi possedere i mezzi necessari e una tecnica ottimale, si pone il problema di quali piante coltivare, in quale mercato introdursi, quanta terra destinare, quanto investire.

A questi interrogativi il decreto pone in capo alle regioni il compito di formare e orientare gli imprenditori ad un inserimento ottimale (articolo 3, 3° comma). Le variabili sono molte, a partire sicuramente dal fattore climatico, che influisce su quali varietà coltivare e sulle modalità produttive. Partendo dalle specie, il censimento delle 296 piante officinali ha evidenziato come 142 piante, il 48 % del totale sono coltivate o coltivabili sul territorio italiano, una cifra piuttosto importante dovuta alla complessità e varietà delle condizioni climatiche nella nostra penisola. Certo, oltre che al clima devono essere tenuti in

38 Si pensi alle tisane o alle spezie da condimento.

39 Il prodotto fresco deve comunque essere lavorato, difficilmente viene impiegato allo stato fresco se non per preparazioni estemporanee.

considerazione tutti i fattori ambientali (composizione del terreno, disponibilità di acque irrigue, presenza di agenti infestanti), ma rimane comunque la possibilità di avere a disposizione sia aree caratterizzate da un clima continentale, sia zone dal clima mediterraneo, il che può costituire un vantaggio che non tutti i paesi hanno.

Altro compito, affidato dal decreto alle regioni, è quello di disporre le regole specifiche di attuazione (articolo 3), il piano di settore indica tra le possibili strategie per favorire la crescita della filiera quella di incentivare la cooperazione tra imprenditori agricoli e creare una rete di operatori specializzati40. La parte logistica costituisce un punto fondamentale

del piano, non è tanto la mancanza di domanda di componenti officinali che, come abbiamo visto sopra, c’è ed è in aumento, ma è la mancanza di una struttura di collegamento tra produttori agricoli e produttori industriali ad essere uno dei maggiori ostacoli. Uno sforzo condiviso tra agricoltori potrebbe rendere più facile l’avviamento di una produzione41, magari anche attraverso l’istituzione di un marchio collettivo di qualità

che porta sicuramente un valore aggiunto in visibilità, (pure preso in considerazione dal decreto all’articolo 7), ma tutto questo è inutile se non vi è una pronta collocazione dei prodotti. Vi è in sostanza la necessità di fare sistema in questo settore, una collaborazione, una condivisione di saperi tra i produttori potrebbe fornire un impulso maggiore di sviluppo.

Per gli agricoltori vi è certamente da considerare anche che il mercato ha registrato solo recentemente un incremento della richiesta di componenti officinali42, quindi l’aumento

40 Operatori in grado di collegare i produttori ai grossisti o alle industrie di destinazione per rendere più agevole l’incontro tra le parti.

41 Il piano evidenzia come sia improduttivo avere una frammentazione delle produzioni agricole quanto semmai una coltivazione condivisa di una o più colture officinali che permette di aumentare la quantità e abbattere il prezzo.

42 Un aumento che si pone in linea con la ricerca sempre più forte di prodotti per la salute e prodotti che permettano di avere performance più elevate.

generale della domanda si regge in parte sulla crescente attenzione verso prodotti naturali, biologici e benefici per la salute, una tendenza che potrebbe mantenersi oppure cambiare in futuro, fattore di cui bisogna necessariamente tener conto, avendo riguardo anche al loro reparto di destinazione, su cui si possono fare delle previsioni, circa ad esempio la maggiore stabilità di domanda del settore alimentare rispetto a quello cosmetico.

Il piano di settore evidenzia come si sia registrato un incremento della domanda non solo per la vendita di singoli prodotti officinali, destinati ad esempio al mercato erboristico, ma è aumentata la richiesta di componenti che vanno ad aggiungersi, a completare una vasta gamma di prodotti: mangimi, alimenti, integratori alimentari, alimenti convenzionali, alimenti addizionati, medicinali dispositivi medici, cosmetici e aromi.43

Nel piano è contenuta anche una tabella esemplificativa delle 20 specie di pianta coltivata o coltivabile in Italia di maggior rilevanza economica44 nel mercato italiano. La tabella è

divisa in due sezioni, la tabella di sinistra indica il volume totale di utilizzo annuo (in kg), mentre la tabella di destra mostra il corrispettivo valore di affari nell’arco solare.

n. progr. nome comune parte commerciale utilizzo n. progr. nome comune parte commerciale valore

1 mirtillo nero frutto 3.614.400 1 mirtillo nero Frutto 15.035.904

2 vite rossa seme 2.439.600 2 zafferano Stigmi 9.828.000

3 ginkgo foglia 2.160.000 3 vite rossa Seme 6.830.880

4 cardo mariano frutto 1.920.000 4 ginkgo Foglia 6.458.400

5 finocchio frutto 480.000 5 cardo mariano Frutto 3.494.400

6 passiflora incarnata parte aerea 432.000 6 passiflora incarnata parte aerea 2.950.560

7 camomilla fiore 426.000 7 genziana Radice 2.106.000

8 cipolla bulbo 360.000 8 camomilla Fiore 1.938.300

9 origano foglie 360.000 9 valeriana Radice 1.716.000

10 rosmarino foglia 351.600 10 cartamo Fiore 1.638.000

11 liquirizia radice 348.000 11 rabarbaro Radice 1.321.320

12 assenzio romano parte aerea con fiori 300.000 12 origano Foglie 1.170.000

13 aglio bulbo 240.000 13 aloe Succo 1.146.600

14 coriandolo seme 240.000 14 cipolla Bulbo 1.123.200

15 valeriana radice 240.000 15 finocchio Frutto 936.000

16 anice frutto 216.000 16 liquirizia Radice 814.320

43 Piano di settore della filiera di piante officinali 2014-2016, punto 2.1.

44 I dati sono stati ottenuti attraverso la ricerca nella banca dati del commercio estero italiana di prodotti e di semi lavorati importati ed esportati riconducibili alle officinali.

17 meliloto parte aerea con fiori 205.200 17 anice Frutto 786.240

18 carciofo foglia 192.000 18 aglio Bulbo 748.800

19 rabarbaro radice 184.800 19 echinacea angustifolia Radice 748.800 20 aloe succo 180.000 20 assenzio romano parte aerea con fiori 585.000

Il volume totale di queste 20 specie ammonta a circa 18 mila tonnellate annue di prodotto parti ad un valore di mercato di 74 milioni di euro annui, cifre certamente non esorbitanti ma che sicuramente suscitano un certo interesse per molti imprenditori agricoli.

1.8. Il volume di affari e le criticità legate alla eterogeneità dei