• Non ci sono risultati.

L’integrazione delle medicine non convenzionali nel Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna

LA RICERCA E L’INNOVAZIONE

1.8 L’integrazione delle medicine non convenzionali nel Servizio sanitario regionale dell’Emilia-Romagna

¾ Gli scenari di riferimento

Le Medicine non convenzionali (MNC) costituiscono un complesso di concezioni, pratiche e tecniche diagnostico-terapeutiche e preventivo-promozionali della salute, di origine e sviluppo diverso da quello della medicina convenzionale di tipo biomedico. La spinta che si verifica da alcuni anni a considerare nell’ambito del sistema sanitario anche

approcci non convenzionali appare il risultato della convergenza di una serie di fattori e di attori sociali: la crisi di efficacia della biomedicina soprattutto per le patologie cronico-degenerative e psico-sociali, i costi crescenti dei servizi sanitari, la crisi di fiducia dei pazienti nei confronti della relazione con il proprio medico ed il ricorso sempre più diffuso a forme alternative di cura, l’interesse crescente da parte degli stessi professionisti medici e sanitari. Più in generale si avverte il bisogno sempre più evidente di considerare la salute e la malattia non più come meri fenomeni di natura biologica, ma come problematiche complesse implicanti una pluralità di dimensioni di natura psichica, sociale, culturale, economica, politica ed ecologica, tutte costitutive della globalità della persona nel suo contesto di relazioni di mondo vitale.

L’apertura del sistema sanitario alla possibilità di integrazione delle MNC appare altresì fondata su evidenze scientifiche che, per quanto ancora non definitive e oggetto di discussioni controverse nell’ambito della comunità scientifica, costituiscono il risultato di verifiche sperimentali condotte secondo i canoni della ricerca scientifica. Molte di queste evidenze sono accreditate internazionalmente e costituiscono la base di percorsi formativi universitari e di formazione continua.

Ciò nulla toglie, comunque, alla necessità di sviluppare la ricerca scientifica di base, clinica e sui servizi sanitari anche secondo modalità innovative per quanto riguarda in particolare l’efficacia, i costi, la sicurezza, l’appropriatezza e la qualità dei diversi trattamenti di MNC al fine di approfondirne la conoscenza e, soprattutto, di tutelare la salute dei cittadini che in misura crescente vi fanno ricorso.

¾ Il quadro normativo e istituzionale

L’integrazione delle MNC nel contesto dei sistemi sanitari passa necessariamente attraverso una loro legittimazione anche sotto il profilo normativo e istituzionale.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha da tempo sviluppato una particolare attenzione alle “Medicine tradizionali” (World Health Organization, Traditional Medicine Strategy 2002-2005, Geneva, 2002). In Europa il riconoscimento legislativo delle MNC varia nei diversi paesi e sia il Parlamento Europeo (con la risoluzione n. 75 del 1997) che il Consiglio d’Europa (con la risoluzione n. 1206 del 1999) si sono impegnati ad armonizzare la legislazione esistente nei paesi membri e a sviluppare forme di regolamentazione comune.

In Italia, in particolare, manca una normativa di riferimento generale a livello nazionale, anche se da almeno tre legislature sono in discussione nelle competenti Commissioni parlamentari numerose proposte, tra cui la proposta di legge alle Camere, ai sensi dell’art. 121 della Costituzione, di recente approvata (5 luglio 2006) dall’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna, avente ad oggetto “Disciplina delle MNC esercitate dai laureati in medicina, chirurgia, odontoiatria e veterinaria”.

La sentenza della Corte di Cassazione n. 1735 del 2003 sancisce altresì che le pratiche mediche non convenzionali sono da considerarsi “atto medico” e la Federazione Nazionale Ordini Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) ha approvato un documento di “Linee guida su medicine e pratiche non convenzionali” (Terni, 2002) sulla stessa linea che riconosce 9 discipline di MNC.

In assenza di una normativa nazionale, diverse Regioni hanno ritenuto di adottare provvedimenti, includendo ad esempio riferimenti nei Piani sanitari regionali, creando strutture regionali di riferimento (commissioni, comitati tecnico-scientifici, osservatori), finanziando ricerche, realizzando campagne informative e attività didattiche per medici e personale sanitario. Infine, nonostante il D.P.C.M. del 29/11/2001 abbia escluso le

pratiche mediche non convenzionali dalle prestazioni erogate dal SSN nell’ambito dei Livelli Essenziali di Assistenza, alcune Regioni hanno ritenuto di inserire alcune di esse a livello di LEA regionali.

¾ Il percorso regionale

La Regione Emilia-Romagna ha inserito le MNC tra i “progetti speciali” del suo PSR 1999-2001 e ha istituito un Osservatorio regionale per le MNC preso l’Agenzia sanitaria regionale, composto da esperti del settore, rappresentanti dell’Ordine dei medici e del Servizio sanitario regionale.

L’Osservatorio ha effettuato ricognizioni sulle esperienze e sulle competenze esistenti nel SSR riferibili al campo delle MNC, ha promosso azioni di informazione e formazione ed ha definito criteri per lo sviluppo di programmi finalizzati alla sperimentazione dell’integrazione di pratiche mediche non convenzionali nel SSR (http://www.regione.emilia-romagna.it/agenziasan/mnc/index.html).

La Giunta regionale, in base alle proposte dell’Osservatorio, ha approvato e finanziato (DGR 779 e 1693/2006) un Programma sperimentale 2006-2007 per la integrazione delle MNC nel SSR, in particolare dell’agopuntura, dell’omeopatia e della fitoterapia. Il Programma prevede anche azioni di carattere regionale, da realizzare in collaborazione con le Aziende sanitarie e le Università della regione e con istituzioni e organizzazioni scientifiche di rilevanza nazionale e internazionale, finalizzate in particolare a sostenere la formazione degli operatori sanitari, a diffondere informazioni, a realizzare indagini sugli orientamenti e sulle pratiche non convenzionali, sulle competenze professionali e sui fabbisogni formativi dei medici e a promuovere l’attenzione per la tutela dei pazienti e per il consenso informato e ad avviare un sistema di sorveglianza degli eventi avversi.

¾ Le indicazioni strategiche e le priorità regionali

Sulla base del percorso regionale avviato, la Regione considera un processo di integrazione graduale, monitorato e scientificamente fondato delle MNC nel SSR per un loro utilizzo appropriato e sicuro da parte dei cittadini come una indicazione strategica, che debba essere caratterizzata da:

— una informazione puntuale e mirata rivolta ai cittadini per garantire la trasparenza necessaria alla effettuazione di scelte consapevoli;

— l’appropriatezza nelle modalità di utilizzo delle MNC;

— l’attenzione alla tutela del paziente dai rischi connessi all’uso delle MNC;

— la competenza dei professionisti che esercitano le MNC;

— l’ampliamento delle attività di ricerca nel SSR, con particolare attenzione alle pratiche mediche complementari di rilevanza sociale e scientifica, allo scopo di documentarne l’effettiva efficacia pratica, la qualità percepita da parte del paziente e le nuove modalità di organizzazione delle cure che una assistenza integrata al paziente comporta ed eventualmente per un ampliamento specifico dei Livelli Essenziali di Assistenza regionali e del Nomenclatore tariffario;

— la valorizzazione del ruolo dei medici di medicina generale e dei farmacisti nei processi di valutazione e di integrazione delle MNC nell’assistenza sanitaria e nella comunicazione con i cittadini;

— la promozione di iniziative di autoregolamentazione delle pratiche di MNC anche attraverso la collaborazione con gli Ordini dei medici, dei veterinari, etc, a tutela

della professionalità e della trasparenza nei confronti dell’utenza;

— la collaborazione con l’Istituto superiore di sanità, con l’Organizzazione mondiale della sanità, con l’Università e con altre istituzioni e organizzazioni scientifiche in campo regionale, nazionale e internazionale per promuovere la ricerca, la valutazione, la formazione e l’informazione sulle MNC;

— la utilizzazione di fondi finalizzati per l’innovazione secondo le indicazioni e le opportunità definite nei programmi della Regione Emilia-Romagna.

A tal fine si prevede la predisposizione di un nuovo Programma sperimentale 2008-2009 per l’integrazione delle MNC nel SSR dell’Emilia-Romagna e si indicano come compiti per l’Osservatorio regionale per le MNC in particolare: il monitoraggio e la valutazione dei risultati del Programma sperimentale e la proposta di aggiornamenti e sviluppi; la progettazione e l’implementazione di azioni di supporto regionale; la redazione di relazioni annuali; e la collaborazione al tavolo tecnico interregionale avviato presso la Commissione Salute della Conferenza Stato/Regioni.

CAPITOLO 2