• Non ci sono risultati.

Ricerca e formazione

LA RICERCA E L’INNOVAZIONE

1.1 Ricerca e formazione

Il Servizio sanitario regionale (SSR) ha definitivamente maturato la consapevolezza della rilevanza delle attività di ricerca come elemento essenziale al proprio sviluppo strategico.

Tale consapevolezza si esprime attraverso la definizione della ricerca come funzione istituzionale fondamentale propria di tutte le Aziende sanitarie in cui il SSR si articola, al pari di quella assistenziale, con la quale deve essere funzionalmente integrata. La valorizzazione delle attività di ricerca e di didattica già oggi svolte dal SSR ha proceduto contestualmente da un lato alla ridefinizione del ruolo e delle funzioni delle Aziende Ospedaliero-Universitarie, rafforzando le forme di collaborazione con il sistema delle Università della regione, secondo quanto previsto dalla L.R. 29/2004, e dall’altro, attraverso il Programma di ricerca ed innovazione (PRIER) con avvio di progetti finalizzati a realizzare in alcune specifiche aree cliniche il tema del governo dei processi di adozione e valutazione delle innovazioni clinico-organizzative, come parte fondamentale dell’esercizio del cosiddetto “governo clinico” nell’ambito delle Aziende sanitarie. Gli obiettivi prioritari del PSSR a questo proposito comprendono:

1) sviluppare a livello regionale e all’interno delle Aziende sanitarie la capacità di gestire la funzione di ricerca e sviluppo come attività istituzionale propria del SSR, inscindibile dai tradizionali compiti di assistenza. Questo presuppone la capacità di valutare e tempestivamente adottare le innovazioni tecnologiche di provata efficacia, stimarne l’impatto economico e, soprattutto, analizzarne il possibile impatto sull’organizzazione e le possibili ricadute sulla programmazione locale e regionale dei servizi;

2) utilizzare i fondi della ricerca non soltanto per il finanziamento della spesa corrente per l’attuazione di specifici progetti, ma anche per la creazione e il rafforzamento della infrastruttura tecnologica ed informativa necessaria per lo sviluppo delle attività di ricerca sanitaria finalizzata;

3) riorganizzare e consolidare la rete dell’offerta, privilegiando in particolare la progettata rete dei Centri di riferimento e delle Aziende Ospedaliero-Universitarie, in quanto luoghi istituzionali della collaborazione fra Università e SSN, e promuovendo il già significativo contributo delle strutture proprie del SSN, con l’obiettivo di realizzare masse critiche adeguate, in termini di risorse umane e finanziarie, a rispondere alle sfide internazionali;

4) sviluppare la capacità di ricerca e di innovazione dell’intero sistema dei servizi sociali e sanitari della regione e della qualità della formazione professionale e specifica dei loro operatori, a tutti i livelli. Università e Servizio Sanitario Regionale, nell’ambito delle rispettive responsabilità e autonomie, concorrono al perseguimento di tale obiettivo comune attraverso l’individuazione di programmi di ricerca, l’elaborazione di programmi di formazione e di formazione continua pre e postlaurea, anche in rapporto alle nuove esigenze imposte dalla transizione organizzativa verso un’espansione dell’assistenza territoriale e delle cure primarie;

5) definire nuove norme di relazione fra il SSN e l’industria, in particolare farmaceutica e biomedicale nel settore della ricerca e della formazione che, senza rinunciare al suo contributo essenziale in termini finanziari e di conoscenze, assicurino il rispetto delle priorità del SSN; conferiscano trasparenza alle relazioni fra finanziatori e destinatari del finanziamento; prevengano l’insorgere di condizioni di conflitto di interessi nei singoli ricercatori e nelle organizzazioni.

1.2 Obiettivi

Per il SSR l’attenzione alla ricerca non può esaurirsi solo in politiche che garantiscano l’accesso a informazioni scientifiche valide laddove queste siano già disponibili o in interventi di miglioramento delle capacità di valutazione critica delle informazioni da parte degli operatori. Queste attenzioni sono indispensabili, ma spesso insufficienti a governare in modo critico e lungimirante l’adozione delle tecnologie diagnostiche e terapeutiche e delle innovazioni organizzative che vengono continuamente proposte dal mercato delle tecnologie biomediche e della consulenza organizzativa. Dal momento che le innovazioni tecnologiche ed organizzative giungono in genere sul mercato largamente incomplete quanto a documentazione di indicazioni d’uso, efficacia, sicurezza e costi, il governo della loro adozione tempestiva ed appropriata richiede necessariamente anche la capacità di produrre nuove informazioni scientifiche rilevanti per orientare i processi decisionali ai diversi livelli di governo del sistema e per il suo sviluppo strategico. In questo contesto, “fare ricerca” significa acquisire la capacità di produrre informazioni utili per le scelte cliniche, assistenziali ed organizzative del SSR a livello locale, aziendale e regionale e per valutare l’impatto di tali scelte sui processi organizzativi, sui costi e sulla qualità dell’assistenza a livello individuale e di popolazione.

Il ruolo dei Collegi di direzione delle Aziende sanitarie è centrale per la funzionalità di tale processo, sia per la organizzazione della produzione delle informazioni sia per la loro utilizzazione nella elaborazione delle politiche aziendali relative allo sviluppo dei servizi. A questo scopo, i Collegi di direzione devono sviluppare quattro fondamentali competenze: a) saper scegliere quello che appare più promettente; b) saper completare quello che è promettente ma non ancora sufficientemente sviluppato e conosciuto; c) saper cogliere ed orientare le implicazioni che l’introduzione delle innovazioni può determinare sul piano organizzativo, della formazione professionale e su quello economico; d) programmare iniziative di ridefinizione dei processi assistenziali sotto il profilo clinico-organizzativo.

Questo corrisponde alla necessità da parte del SSR di orientare le attività di ricerca verso le molteplici possibili direzioni che attengono principalmente ai seguenti aspetti:

1) favorire lo sviluppo, anche in fase precoce, di innovazioni attraverso il sostegno ai filoni di ricerca potenzialmente più promettenti per rispondere ai bisogni conoscitivi ed operativi del SSR;

2) portare a maturazione conoscitiva le tecnologie delle quali non siano ancora disponibili tutte le informazioni necessarie alla definizione del profilo beneficio-rischio, dei costi e della trasferibilità organizzativo-gestionale;

3) verificare il grado di diffusione/adozione delle tecnologie e le implicazioni che esse possono avere sull’organizzazione interna delle Aziende sanitarie e sul SSR nel suo insieme;

4) documentare i diversi aspetti della qualità dei servizi erogati ed i loro determinanti.

1.3 Le azioni

Queste premesse individuano quali azioni fondamentali il rafforzamento dei legami tra l’ideazione/sviluppo delle innovazioni sanitarie e la loro applicazione e lo sviluppo di reti professionali e di centri di eccellenza.

Il sistema regionale delle Università costituisce l’ambito elettivo della ideazione e sviluppo delle innovazioni, dove a partire dalla ricerca di base pre-clinica maturano le idee che si materializzano in tecnologie destinate a diventare oggetto di ulteriori valutazioni di efficacia clinica e di impatto sui servizi. Obiettivo strategico per il SSR è la costruzione di un sistema in grado di valorizzare la potenzialità ideativa degli ambiti istituzionalmente deputati alla ricerca, favorendo il più ampio raccordo con la ricerca di base e ricerca applicata, inserendoli quindi in un contesto che li metta in condizione di interagire positivamente sia con il sistema delle organizzazioni sanitarie cui i prodotti delle ricerche sono in ultima istanza destinati, sia con gli ambiti di ricerca innovativa presenti nell'industria.

Il SSR ha avviato, secondo quanto previsto dalla L.R. 29/2004 un percorso di collaborazione ed integrazione con il sistema delle Università della regione, che individua nelle Aziende Ospedaliero-Universitarie il fulcro delle sinergie. In particolare, l’articolo 12 del Protocollo di intesa Regione-Università del febbraio 2005 prevede l’avvio di un programma di collaborazione tra Regione ed Università per lo sviluppo di una attività di ricerca finalizzata a sviluppare innovazioni scientifiche, nuove modalità gestionali, organizzative e formative.

Nel contesto di questo programma le risorse che la Regione metterà a disposizione saranno specificamente destinate al finanziamento di attività di innovazione e ricerca originate all’interno delle Aziende Ospedaliero-Universitarie e delle reti assistenziali cui fanno riferimento, mirate a:

— contribuire allo sviluppo di centri/gruppi di eccellenza capaci di ideare e produrre tecnologie/strumenti utili per l’attività assistenziale del SSR (“ricerca innovativa”) con particolare riferimento a quattro tematiche: a) trapianti e medicina rigenerativa; b) oncologia; c) diagnostica avanzata; d) neuroscienze;

— acquisire le conoscenze relative al profilo beneficio-rischio di tecnologie ed interventi in fase di ingresso, o già utilizzate, nella pratica clinica, ma per le quali manchino gli elementi necessari a definirne le modalità appropriate d’uso;

— favorire lo sviluppo di network di competenze capaci di fare ricerca e trasformare in progetti (sia di valutazione controllata sia di monitoraggio) i quesiti assistenziali ed organizzativi maggiormente rilevanti.

La ricerca è funzione pertinente di tutto il sistema sanitario regionale, e quindi propria, sia pure con diverso grado di intensità, di tutte le Aziende sanitarie. La valorizzazione del ruolo delle Aziende Ospedaliero-Universitarie deve pertanto accompagnarsi al più ampio coinvolgimento dell’insieme delle Aziende Sanitarie e dei loro operatori, attraverso una serie di iniziative sinteticamente ascrivibili alle tre direttrici principali, costituite dal PRI-ER; dallo sviluppo di network professionali e dalla individuazione di specifici centri di riferimento per le attività di ricerca traslazionale, clinica ed organizzativa, che fungano da riferimento per le attività svolte in ambito regionale, collegandosi alla rete nazionale ed internazionale.

Il Programma ricerca e innovazione Emilia-Romagna (PRI-ER), ufficialmente avviato con DGR 2708/2006 e coordinato dalla Agenzia sanitaria regionale, ha già intrapreso una

serie articolata di iniziative su tematiche ed aree cliniche (l’oncologia, la cardiologia, la diagnostica ad alto costo e l’assistenza alle patologie cerebrovascolari). L’elemento che accomuna i progetti è l’elevato grado di coinvolgimento e la partecipazione che hanno saputo acquisire da parte delle aziende e dei loro operatori, consolidatasi nella creazione di network clinici multiprofessionali e multidisciplinari.

L’impegno futuro è caratterizzato dalla estensione della capacità progettuale sin qui sviluppata su aree e temi di rilevanza strategica per il sistema e sino ad ora non interessate da iniziative coordinate di ricerca ed innovazione. Priorità assumono in particolare la ricerca clinica ed organizzativa in psichiatria e nella area della assistenza primaria, inclusa la medicina generale. In particolare, le iniziative condotte nel contesto del PRI-ER accolgono pienamente il tema della innovazione organizzativa-gestionale come specifico oggetto di interesse, con particolare riferimento al miglioramento della appropriatezza organizzativa nella erogazione di servizi e prestazioni, inclusa la valutazione della introduzione di modalità innovative di gestione delle liste di attesa a livello ambulatoriale ed in degenza, come parte della gestione per piani di assistenza, sviluppando, anche attraverso tecnologie informative, nuove forme di relazioni organizzative e funzionali tra i diversi servizi ed operatori che concorrono all’assistenza alla cronicità in ambito distrettuale.

Il tema della ricerca che viene oggi posto come di rilevanza strategica per il SSR nel suo insieme è già patrimonio di alcune delle organizzazioni del SSR che hanno maturato competenze specifiche ed acquisito il ruolo di punti di riferimento a livello regionale e sovra-regionale. Queste strutture ospedaliere e territoriali hanno acquisito funzioni di alta qualificazione non soltanto per quanto riguarda le attività assistenziali, ma anche relativamente a quelle di ricerca e formazione e sono ampiamente integrate nel sistema della ricerca nazionale ed internazionale. Una politica regionale finalizzata al potenziamento della capacità di ricerca del SSR deve porsi l’obiettivo di valorizzare adeguatamente questi contesti, sulla base di alcune qualificanti caratteristiche, quali:

intensità e rilevanza delle attività di ricerca e formazione già presente e potenzialità per il loro ulteriore sviluppo; disponibilità di risorse strutturali ed infrastrutturali finalizzate alla ricerca ed alla formazione, incluse comprovate competenze professionali; partecipazione a network di ricerca regionali/nazionali/internazionali.

Questo percorso finalizzato ad irrobustire ulteriormente le risorse regionali in termini di disponibilità di centri in grado di promuovere - attraverso le proprie iniziative di ricerca - una costante spinta alla innovazione tecnologica, clinica ed organizzativa, deve orientarsi verso una concezione innovativa del loro ruolo nel contesto del Servizio sanitario regionale. Infatti, la moderna ricerca in ambito sanitario, per rispondere efficacemente alle esigenze dei servizi e dei cittadini, deve essere necessariamente sviluppata in contesti multidisciplinari e multiprofessionali. Il concetto di “traslazionalità”

rappresenta appunto la necessità di garantire continuità e coerenza tra le diverse fasi che caratterizzano lo sviluppo di una innovazione, dalla sua ideazione alla sua applicazione clinica, attraverso contesti relazionali che mettano in costante comunicazione le competenze e professionalità coinvolte. Conseguentemente a queste considerazioni, una delle caratteristiche delle strutture ospedaliere e territoriali con funzioni di alta qualificazione nell’ambito della ricerca dovrebbe essere rappresentata, oltre che dalle “intrinseche” proprie specifiche competenze, anche dalla capacità di sviluppare e consolidare relazioni collaborative organiche e non occasionali, sia tra loro, sia con gli ambiti assistenziali. In questo contesto, i centri di eccellenza per la ricerca, universitari ed extra-universitari, a partire dagli IRCCS, hanno modo di agire quali nodi di riferimento all’interno di una rete, esercitando appieno la loro funzione propulsiva, sul

piano culturale ed operativo, sull’insieme del sistema sanitario regionale.

A partire da queste considerazioni, la Regione si impegna ad avviare un processo che preveda l’allargamento della rete degli IRCCS regionali, come parte integrante della strategia complessiva di sostanziale rafforzamento e consolidamento della propria capacità di sviluppare ricerca innovativa.

Per favorire la pervasività della funzione di ricerca nel contesto del SSR, in aggiunta alla valorizzazione dei centri di eccellenza universitari ed extra-universitari, è necessario il consolidamento e l’estensione di network clinici. La forma del network, in generale rappresentata dalla aggregazione di singoli professionisti su progetti pertinenti specifiche aree assistenziali, nella sua semplicità organizzativa rappresenta un potente strumento per favorire la partecipazione, la comunicazione e la condivisione di conoscenze tra operatori ed è riconosciuta come uno dei meccanismi più rilevanti nel determinare la diffusione delle innovazioni. In particolare, la forma del network professionale rappresenta il contesto in cui può essere valorizzato il ruolo positivo svolto da specifiche figure professionali che, in ragione delle proprie competenze, prestigio ed autorevolezza, assumono il ruolo di figure di riferimento per i propri colleghi.

Uno degli elementi che caratterizza queste figure professionali è la disponibilità al cambiamento, la tempestività con cui adottano nuove pratiche e nuove tecnologie.

Questa attitudine di apertura al nuovo deve poter essere governata e valorizzata, facendo in modo che si esprima in un contesto in grado di trasformarla in progettualità di ricerca.

La relativa semplicità organizzativa del network professionale come mera aggregazione di soggetti accomunati da interessi comuni espone al rischio della instabilità e della volatilità e richiede quindi una specifica attenzione al problema della continuità di azione.

Inoltre, l’aggregazione su temi specifici può implicare una non desiderabile tendenza alla settorialità eccessiva e alla perdita di vista del contesto generale in cui lo specifico tema di interesse viene collocato.

Per valorizzare al meglio le potenzialità dei network professionali, l’Agenzia sanitaria regionale per il ruolo acquisito in generale, ed in particolare sul tema della ricerca ed innovazione attraverso il PRI-ER e la conduzione dell’Osservatorio sulla innovazione (vedi oltre), rappresenta lo strumento attraverso il quale il SSR individua temi su cui tali network possano aggregarsi su specifiche iniziative e/o programmi di ricerca, offre le basi materiali per il loro supporto e consolidamento dando continuità alla loro azione progettuale, favorisce le relazioni tra le specifiche professionalità coinvolte e le altre componenti del Servizio sanitario regionale.