• Non ci sono risultati.

Sarebbe interessante approfondire lo studio della relazione fra il testo di Boiardo, le riscritture italiane e le traduzioni castigliane, per stabilire se ci sono margini di contaminazio-

ne. Tuttavia, da una collazione fra le prime ottave delle tre versioni italiane dell’opera e delle tre traduzioni castigliane, pare che queste ignorino l’esistenza degli apocrifi. Le traduzioni castigliane antiche dell’Innamorato sono schedate con precisione nel progetto Boscán, ma menziono qui quelle che precedettero la conclusione del lavoro di Vicente de Millis sul testo di Guicciardini (quindi prima del 1584). La prima è di Pero López de Santa Catalina, Espejo

de caballerías, 1525, e Libro segundo del espejo de caballerías, 1527 (le due parti riunite uscirono

nel 1533): troppo antica per risentire dell’embargo bembiano, è una traduzione in prosa della trama del Boiardo. La seconda, in versi, è di Francisco Garrido de Villena, Orlando

enamorado, con una prima edizione nel 1555 e una terza nel 1581. La terza è di Hernando de

Acuña, De Orlando enamorado, anch’essa in versi, ma si limita ai primi tre canti del primo libro e a parte dell’ottavo; fu pubblicata nel 1591, ma fu composta prima del 1580.

109 Le Horas

de recreación

di Vicente de Millis

conseguenza, anche se Millis avesse conosciuto l’Innamorato con tanta precisione da poter individuare il luogo di prove- nienza di ciascun frammento citato da Guicciardini, e avesse voluto andare a cercarlo in una traduzione già esistente, non avrebbe trovato niente di utile, perché le versioni castigliane di Boiardo non coincidono con la riscrittura berniana che Guicciardini aveva davanti. Bisogna quindi concludere che tutti i casi in cui Guicciardini cita l’Innamorato, e Vicente traduce in versi, questi sono farina del suo sacco. Ecco un esempio:

Gli endecasillabi di Vicente sono efficienti, ancorché non troppo regolari nel ritmo, e le rime seguono lo schema del testo di partenza.

Questi non erano i primi sforzi poetici di Vicente: già quando faceva lo stampatore si era cimentato nella composi- zione di due sonetti per accompagnare l’edizione della Hispa- nia Victrix di Pedro de Salazar, che Vicente stesso stampò nel 1570. I sonetti sono di qualità accettabile: lo schema rimico è regolare, come dettano le norme; gli endecasillabi sono di tipo eroico: hanno un ritmo prevalente di accentazione in 2, 6, 10, senza accenti extraritmici, salvo poche eccezioni (per esempio il v. 3 e il v. 14 qui di seguito):

Anv.326, p. 214 L’ufficio di savio essere di premeditare il futuro, e poi tolerar constantemente qual si voglia accidente.

Dice Aristotile che l’ufficio di savio è di preme- ditare e accomodare l’animo a tutto quello che può avvenire all’huomo. E che vien veramente da gran prudenza il prevedere che mal nessuno non ti possa accadere; ma che non vien da mi- nor animo, il tolerar costantemente quello che ti fusse accaduto e molte cose dissimulare. E il Boiardo con la solita elegantia disse:

Se miseri mortal fusser prudenti in pensare, aspettare, antivedere

i vari casi e li pravi accidenti che in questa vita possono accadere, sarebbon sempre mai lieti e contenti,

e non harebbon tanto dispiacere, quando Fortuna avversa gli saetta, all’improvviso e quando men s’aspetta. (Orlando Innamorato rifatto da Berni, ix, i)

Millis.314, p. 121r. El officio del sabio es pensar en lo porvenir, y después suffrir con constancia qualquier trabajo.

Dize Aristóteles, que el oficio del sabio es pensar y acomodar el ánimo a todo aquello que puede suceder al hombre. Y que verdaderamente pro- viene de gran prudencia el remediar, que no te pueda suceder mal ninguno, pero que no es de menor ánimo el sufrir constantemente los traba- jos que suceden, y disimular muchas cosas. Y assí el Boyardo con su acostumbrada elegancia, dijo:

Si los mortales fuessen hoy prudentes en pensar, esperar, y proveer los varios casos, y graves accidentes

que en esta vida pueden suceder, estarían contino alegres y valientes

y no tendrían tanto desplazer quando fortuna adversa les es fiera al improviso, y cuando no se espera.

Iole Scamuzzi

110

Sonetos del impresor en loor de esta historia y de su autor:

Aquí se cuentan guerras sucedidas lector, de grande y mucha variedad, por muchos que hora viven vistas y sabidas por muy sabroso estilo y con verdad. No es menos elegante que el de Homero, de Tullio la elocuencia en él no falta, mas antes es tan cierto y verdadero que jamás no se vio cosa tan alta. Salazar lo escribió, el historiador, por muy gran excellencia así llamado, es hombre de prudencia y gran valor que cosas muy notables ha cantado de guerras que al gran Carlo emperador y por Philippe su hijo han ya pasado.

Quando traduce Guicciardini, Vicente ha sulle spalle più anni e più studi, e può quindi affrontare i versi delle fonti italiane con maggior perizia, come dimostrano le citazioni dell’Innamorato del Berni.

Un altro autore assai citato nelle Hore è Luigi Alamanni, poeta fiorentino della generazione del padre di Vicente, esi- liato in Francia e molto apprezzato ai suoi tempi. Non sono note traduzioni spagnole dell’Alamanni all’epoca di Millis. Sembra che Diego Hurtado de Mendoza, intorno al 1540, si fosse cimentato con le satire, ma le sue traduzioni rimasero un manoscritto40. Millis, quindi, traduceva per conto suo, e probabilmente conosceva solo le frasi contenute nel Guic- ciardini. Queste provenivano principalmente dalla produzio- ne lirica dell’Alamanni (che comprendeva rime petrarchiste, ecloghe, elegie, satire…) e dal suo poema cavalleresco Girone il Cortese41. Come criterio generale, ma con eccezioni, Millis traduce in versi solo i componimenti lirici e in prosa quanto aveva contenuto narrativo. Quindi, la maggior parte delle citazioni del Girone sono volte in prosa, così come le citazioni della traduzione che Alamanni fece dell’Antigone di Sofocle;

Outline

Documenti correlati