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CAPITOLO 2: CARATTERISTICHE DEL DISCORSO E DELL’INTERPRETAZIONE

2.4 Interpretare per i talk show

2.4.5 Interpretare il parlato spontaneo

Il TP su cui interviene un interprete può variare molto in termini di livello di spontaneità, pianificazione, dipendenza da un testo scritto. Kopczyński (1982: 256) individua come casi più tipici di TP le seguenti varianti:

a) monologo o dialogo improvvisato; b) monologo semi-improvvisato con note;

c) lettura di monologo scritto ma pensato per essere esposto oralmente; d) lettura di un testo scritto ideato per essere letto.

Come osservato in 4.3.2, il discorso interpretato nel talk show e nelle interviste rientra nella prima categoria, sebbene il discorso del conduttore contenga una certa dose di pianificazione, che viene tuttavia dissimulata ad arte grazie a doti attoriali, necessarie per simulare le attività cognitive ed emotive che hanno luogo durante la produzione di un discorso improvvisato (Seleskovitch 1982: 242).

Interpretare un discorso letto o uno improvvisato sono due attività estremamente diverse tra loro, e questo dipende, sostiene Seleskovitch (ibid.: 241), dalla diversa natura della loro produzione:

words delivered from a prepared text come from the conversion of visual perception to sounds, while word sequences delivered in impromptu speech are generated by the thinking activity that goes on in the speaker’s mind.

(ibid.) Il fatto che un testo sia prodotto sul momento, ossia la spontaneità del TP, è generalmente riconosciuto come un elemento che facilita la comprensione e di conseguenza anche l’attività di traduzione orale da parte dell’interprete (cfr. Kopczyński, Seleskovitch, Le Féal in Enkvist 1982). Le Féal (1982: 221) attribuisce la maggiore immediatezza nella comprensione di testi improvvisati alla concomitanza di ideazione ed espressione che caratterizza questo tipo di testi, e in particolare ai “segni tangibili lasciati sul discorso dall’ideazione” (segmentazione, prosodia, ridondanza), che permettono all’ascoltatore di

accedere al processo di riflessione che avviene nella mente dell’oratore. Dello stesso avviso è Seleskovitch (1982: 244), che riconosce che

“an emission of sounds that reflects the thinking process in the speakers mind, is one of the major reasons why impromptu speech is easier to understand”.

(ibid.) Una prima traccia dell’ideazione nel discorso individuata da Le Féal, grazie alla quale la comprensione risulta più facile e immediata, è la maggiore segmentazione del testo, ossia la suddivisione in segmenti costituiti da meno parole. Tale proprietà dipende principalmente dal fatto che il processo di selezione sull’asse paradigmatico non è istantaneo, e questo si traduce in interruzioni più frequenti del flusso del discorso e quindi nella produzione di segmenti più brevi. Le pause di esitazione e la brevità dei segmenti, osserva Le Féal (1982: 224), creano nell’ascoltatore l’impressione che un testo sia più lento, pur a parità di velocità oggettiva (numero di parole al minuto).

Anche la prosodia di un discorso improvvisato ne facilita la comprensione in virtù della proprietà caratteristica di tali testi denominata “acoustic relief”. Tale “supporto acustico” alla comprensione scaturisce dal fatto che la forza dinamica di un pensiero mentre viene espresso per la prima volta (maggiore rispetto alla forza dinamica di un testo letto) intensifica l’accento su determinate parole. Tale accento è ulteriormente rafforzato dalla pausa di esitazione come conseguenza del contrasto percepito tra la parola ed il silenzio che la precede (ibid.: 229).

Un terzo elemento tipico del parlato spontaneo che facilita il compito dell’interprete è la ridondanza, sia accidentale che intenzionale. La prima, che consiste in errori nella produzione del discorso (false partenze, ripetizioni, etc.), favorisce la comprensione in quanto “diluisce” il contenuto concettuale del discorso (ibid.: 232). La ridondanza intenzionale consiste invece in un aumento di ciò che viene reso esplicito a discapito di ciò che viene lasciato implicito, ed è maggiormente utilizzata nel parlato spontaneo poiché l’oratore tiene generalmente più in considerazione l’uso da parte dell’ascoltatore delle proprie conoscenze per capire il messaggio (receptivity), mentre un testo scritto viene (anche involontariamente) destinato a dei lettori, senza considerare le circostanze in cui viene effettivamente prodotto il discorso (ibid.: 234).

Nella comprensione di un discorso prodotto sul momento, gli aspetti prosodici hanno una maggiore importanza rispetto a un discorso preparato (Seleskovitch 1982: 242). L’andamento acustico, che viene generalmente associato allo sviluppo sintattico del

discorso, spesso non coincide con le aspettative (ibid.), dando luogo a quella che Enkvist (1982: 18) definisce “syntactic deviance”. Tale anomalia (deviance), ossia la mancanza di coincidenza tra prosodia e sintassi, spesso non si verifica per caso; al contrario, può essere motivata e legittimata da fattori interazionali o cognitivi.Un andamento acustico che si discosta da quello sintattico può ad esempio aiutare l’interprete a seguire i ragionamenti dell’oratore (Seleskovitch 1982: 242). Inoltre, elementi portatori di significato come la gestualità e la mimica hanno un particolare rilievo nel discorso improvvisato, e talvolta hanno un peso addirittura maggiore delle componenti semantiche nella decodifica del messaggio (ibid.: 241).

È stato inoltre osservato (Kopczyński 1982: 257-258) come non solo la comprensione, ma anche il processo traduttivo sia più semplice per i testi non basati su un testo scritto. Secondo Kopczyński questo è legato al fatto che, mentre un TP ideato sul momento viene tradotto in un TA equivalente, un discorso scritto viene “filtrato” attraverso il medium orale e ne risulta irrimediabilmente trasformato, poiché il testo prodotto dall’interprete “reca sempre con sé le marche dell’oralità” (Straniero Sergio 2007: 303). Ne consegue che un testo letto dall’oratore tenda sempre ad essere “oralizzato” dall’interprete, ossia tradotto con uno stile conversazionale (Straniero Sergio 2007: 302), e la resa dell’interprete comporta solitamente “shifts in formality” (Kopczyński 1982: 260). Al contrario, un discorso improvvisato e spontaneo richiede da parte dell’interprete interventi di editing. I tratti tipici dei testi interpretati in generale, quali la tendenza verso una maggiore strutturazione, esplicitazione e ridondanza del discorso, nonché l’importanza accordata alla coerenza intratestuale, sono particolarmente accentuati nell’interpretazione del discorso spontaneo, e nello specifico “in un particolare sequential environment come quello che caratterizza lo scambio dialogico televisivo” (Straniero Sergio 2007: 301).