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CAPITOLO 3: LA TELEVISIONE DI INTRATTENIMENTO IN RUSSIA FINO

3.3 La perestrojka

A partire dalla seconda metà degli anni Ottanta, con la glasnost’, la perestrojka, la caduta della cortina di ferro, si apre una nuova era non solo per la storia, la società e la politica russa, ma anche, conseguentemente, per la televisione (Akinfiev 2008a: 37). Il processo di democratizzazione, la maggiore libertà di espressione, l’apertura al mondo esterno sono tutti fattori che favoriscono la definitiva affermazione della televisione di intrattenimento, nonché la nascita e diffusione di generi televisivi “verbali” (Boretskij 2002: 61).

L’evento per così dire “inaugurale” di questa nuova pagina della televisione è rappresentato, nel 1985, dalla ricomparsa sugli schermi, dopo 15 anni di assenza, della trasmissione KVN. Dopo decenni di censura e divieti, il mondo della televisione punta a soddisfare le reali esigenze e richieste dei telespettatori, e questo spinge la programmazione nella direzione dell’intrattenimento. Come nota Novikova nell’articolo “Igry sovremennogo televidenja”, i format televisivi che avevano dominato l’epoca sovietica non corrispondevano più alle ambizioni e ai contenuti della vita moderna (Novikova 2008a: 35). Tuttavia, nelle condizioni politiche ed economiche in cui versava il paese in quegli anni, inventare dal nulla forme originali di televisione non era facile. E non risultava nemmeno necessario, in quanto, aggiunge Novikova, tali forme di televisione erano state già da tempo

inventate in Occidente; la televisione russa poteva dunque replicare, “rubare”, oppure acquistare format già affermati della tv occidentale (ibid.).

Sin da subito, dunque, il mutato contesto socio-politico e ideologico e la maggiore apertura all’Occidente si manifestarono prevalentemente con un’operazione di “copia e incolla” acritico e asistematico della tv occidentale che, come rilevato in precedenza, si trovava in una fase molto più avanzata di sviluppo nel ramo dell’intrattenimento (Akinfiev 2008a: 37; Vartanov 2015: 141).

Il’čenko (2006) individua proprio in questo periodo la nascita di un genere completamente nuovo e dapprima praticamente sconosciuto alla tv sovietica, ovvero la televisione ludica. Gli unici programmi contenenti gioco o improvvisazione che venivano tollerati ai tempi della Gosteleradio erano progetti di giovani dilettanti (KVN), oppure aventi un carattere scientifico-divulgativo (Čto Gde Kogda) (ibid.: 31). L’abolizione della censura, l’aumento vertiginoso della popolarità della diretta, combinati ai vari sconvolgimenti avvenuti in quel periodo, spinsero a ricercare nuove forme e tipi di comunicazione, il che “inevitabilmente portò alla comparsa di un intero nuovo movimento nella pratica televisiva” (ibid.). In questo nuovo genere televisivo Il’čenko fa rientrare i programmi più disparati, ad esempio quiz, competizioni musicali, talk show, sketch show. Essi sono accomunati dalla presenza di una situazione di gioco, una forte ingerenza da parte dei rappresentanti dell’emittente (conduttore, regista, etc.) sullo svolgimento di tale situazione, un contenuto informativo pressoché nullo, l’ampio utilizzo dei mezzi espressivi televisivi per condizionare (o manipolare) la percezione di partecipanti e spettatori (2006: 47).

In un certo senso, si può dire che sia solo a partire dagli anni della perestrojka che si assiste in Russia alla comparsa della televisione di intrattenimento «в своём первоначальном виде» (“in senso proprio”) (Akinfiev 2008: 37), cioè come un genere la cui funzione primaria è quella, appunto, di intrattenere e divertire lo spettatore, senza alcuna pretesa di rivestire un ruolo educativo.

Paradigmatica in questo senso è la mutata veste del programma televisivo KVN: nonostante il format e il conduttore, A. Maskjakov, rimangano immutati, sono la funzione ed il significato stessi a cambiare. Secondo uno dei fondatori della trasmissione, S.A. Muratov, nella seconda versione di KVN è la spettacolarità a fare da padrona, costituendo il valore più importante: si tratta di stabilire chi fa più ridere, chi è più spiritoso, mentre il proposito iniziale era quello di essere, in primo luogo, una gara di intelligenza (Goljadkin 2014: 120).

Vartanov attribuisce la svolta della tv russa verso l’intrattenimento all’affermazione, nel contesto del neonato capitalismo russo, dell’economia di mercato, che investì la televisione in modo ancora più repentino rispetto agli altri ambiti della cultura. Il rating divenne così il principale indicatore della qualità dei programmi, e i canali si orientarono verso format e generi del divertimento e dell’intrattenimento in grado di garantire alti indici d’ascolto (2015: 141-142).

3.3.1 Le origini del talk show

La maggiore libertà di espressione da un lato e l’apertura all’Occidente dall’altro, durante la perestrojka, furono anche di stimolo alla comparsa di un genere fino ad allora ignoto agli spettatori russi, e di particolare interesse per la presente trattazione: il talk show.

L’eliminazione della censura e i diritti garantiti dalla neonata Costituzione (che si realizzano concretamente nella nuova Legge sui mezzi d’informazione di massa del 1991) determinarono uno spostamento della televisione verso generi basati sulla parola (Boretskij 2002: 61): da un lato, l’intervista diventò onnipresente nel palinsesto di qualsiasi canale, dall’altro nacque il genere del talk show, della “conversazione di massa, mirata a creare (nello spettatore) l’impressione di trovarsi di fronte ad un’interazione spontanea all’interno del triangolo “conduttore – pubblico/ospiti in studio – telespettatori” (ibid.).

Il primo contatto degli spettatori russi con il genere del talk show avvenne alla fine degli anni Ottanta, grazie ai telemost6 tra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, condotti da Phil Donahue (considerato da molti l’inventore del talk show) da parte americana, e da Vladimir Pozner da parte russa. In particolare, nel 1991, venne proposta una selezione dei momenti migliori del popolare talk show americano The Phil Donahue Show. Un anno più tardi, nel 1992, nacque quello che può essere considerato, in un certo senso, il primo talk show di produzione russa, ovvero Tema, creato da Vladceslav Listjev, che ne fu anche conduttore fino al 1994 (Yakušev 2011: 69).

Vartanov evidenzia, tuttavia, come fossero in realtà già presenti, negli anni immediatamente precedenti, delle trasmissioni durante le quali il pubblico in studio prendeva parte attivamente al dibattito su un tema proposto, ad esempio il celebre programma-simbolo della tv della perestrojka Vzgljad (Vartanov 2003: 19). Tuttavia, prima del contatto diretto

6Letteralmente “tele-ponte”, si tratta di una serie di collegamenti via satellite tra Stati Uniti e Unione Sovietica

a partire dal 5 dicembre 1982. Il primo telemost tra USA e URSS fu stabilito tra la California e Mosca; privo di conduttori, era costituito da esibizioni musicali. Il primo telemost in cui si discusse di temi politici fu quello del dicembre 1985 tra Seattle e Leningrado, condotto da Phil Donahue e Vladimir Pozner.

con le trasmissioni americane, non esisteva in Russia un termine per designare tale tipo di programma televisivo: nel lessico della lingua russa non era ancora stato integrato come prestito dall’inglese il termine “talk show” (ibid.).

Indipendentemente dall’etichetta terminologica che veniva apposta alle varie trasmissioni di questo genere nate all’inizio degli anni Novanta, si trattava di programmi televisivi di carattere analitico e dalla vocazione preminentemente sociale (Vartanov 2003: 19).

Gli albori dello sviluppo del talk show in Russia non possono essere considerati come espressione del genere dell’intrattenimento, risultando più che altro un modo per rendere interattiva la discussione su temi politico-sociali di interesse comune. Manca in questi programmi la componente della spettacolarità, della “parola come spettacolo” che, come si è osservato nel Cap.2, costituisce un tratto distintivo del genere del talk show. In altre parole, c’era il “talk”, ma mancava lo “show”.

Emblematico in questo senso è il curioso caso presentato dal professore di giornalismo Georgij Kuznecov (1998) nell’articolo “Talk show: un genere sconosciuto?”: egli racconta che in occasione del primo Forum Televisivo dei paesi del CSI nell’agosto del 1998, per la categoria “miglior talk show”, il premio non fu assegnato poiché nessuna delle trasmissioni in gara rientrava nel genere del talk show. I vari programmi in lizza presentavano alcuni elementi in comune con i talk show, ad esempio la partecipazione di ospiti e del pubblico in studio, ma era del tutto assente l’intrattenimento; il contenuto e le modalità di trattazione, in virtù della loro serietà, facevano sì che i programmi rientrassero nel genere del dibattito televisivo, condotto da un moderatore, e non del talk show, condotto da uno showman.

Il termine talk show in Russia, dunque, viene inizialmente utilizzato per designare una forma televisiva “seria”, in grado di promuovere la discussione di importanti tematiche socialmente rilevanti (Vartanov 2003: 51). È solo in seguito che il genere assume connotati di spettacolarità e una funzione prevalente di intrattenimento: come nota Vartanov (non senza un certo disappunto), a cavallo tra gli anni Novanta e Duemila il talk show “si è trasformato in mero intrattenimento” (ibid.).

La nuova libertà delle reti televisive porta anche, all’interno del panorama dell’intrattenimento, alla comparsa di diverse trasmissioni di satira politica tra la metà degli anni Novanta e i primi anni Duemila (Novikova 2008b: 20), ad esempio Kukly, Itogo, Tušite Svet e Krasnaja Strela. Tra questi, il più innovativo, che sconvolse positivamente pubblico e critica per la satira di alta qualità e il suo umorismo caustico (Vartanov A. 2003: 50,

2010:46), è senz’altro Kukly (“Marionette”), trasmissione nella quale dei pupazzi di gomma con le sembianze di personaggi noti, soprattutto esponenti politici, si avvalevano di celebri trame e personaggi di classici della letteratura per farsi beffe delle realtà politico-sociali dell’epoca. Tuttavia, il momento di gloria della satira era destinato ad avere vita breve; infatti già dal 2002-2003 per ragioni di natura sia politica che finanziaria, questi programmi cominciarono gradualmente a scomparire (Novikova 2008b: 21).

La fine degli anni Novanta, precisamente l’inizio del 1997, vide anche la prima apparizione del format del “late-night show” – che come si è visto nel Cap.2, è un programma “contenitore” che in alcune delle sue parti può essere considerato un sottogenere del talk show – in cui si può far rientrare Vecernij Urgant. In linea con quanto precedentemente evidenziato in 3.3, anche questo format televisivo viene palesemente mutuato dai modelli americani, che all’epoca fornivano un vastissimo campionario da cui attingere. Il capostipite russo di questo tipo di trasmissioni è Dobryj Večer s Igorem Ugol’nikovym ("Buonasera con Igor Ugol’nikov”), che non solo si ispira ai modelli d’oltreoceano, ma ne acquista i diritti (cfr. 3.5).