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Investimenti Diretti Esteri

Nel documento L’Italia nell’economia internazionale (pagine 48-53)

Breve cronistoria della crisi finanziaria dei mutui subprime *

2. L’intervento della Federal Reserve

1.4 Investimenti Diretti Esteri

Secondo le stime preliminari diffuse dall’Unctad21, nel 2007 si è registrato un incremento dei flussi in entrata rispetto all’anno precedente pari al 17,8%: il valore ha raggiunto 1.538 miliardi di dollari22, segnando il livello più alto dal 2000.

La ripresa di una dinamica positiva iniziata nel 2003, dopo il crollo verificatosi tra il 2000 e il 2002, si è dunque consolidata ancor più nel 2007, riflettendo l’elevata crescita economica in molte aree del mondo.

Il buon andamento dei profitti aziendali, associati a condizioni di ampia liqui-dità, hanno favorito i flussi legati agli investimenti delle grandi imprese multinaziona-li, soprattutto per quanto riguarda le operazioni di Merger & Acquisition23.

21Unctad Press Release 2008/001.

22Ove non altrimenti specificato, in questo paragrafo i valori sono in miliardi di dollari statunitensi e le fonti delle informazioni sono Unctad (2007), World Investment Report, New York and Geneva, e Unctad Press Releases relative all’anno 2008.

23Letteralmente fusioni e acquisizioni. Si tratta di una sineddoche poiché nell’uso corrente indica tutte le operazioni “straordinarie” e non solo dunque fusioni e acquisizioni aziendali.

I primi venti importatori mondiali di servizi commerciali (miliardi di dollari)

Graduatorie Paesi Valori Variazioni % Quote%

2007 2006 2007 2006-2007 2007 2006 1 1 Stati Uniti 335,6 8,8 11,0 11,7 2 2 Germania 245,4 15,0 8,0 8,1 3 3 Regno Unito 193,3 13,1 6,3 6,5 4 4 Giappone 157,4 9,3 5,1 5,5 5 6 Cina 128,9 28,5 4,2 3,8 6 5 Francia 120,1 12,3 3,9 4,1 7 7 Italia 116,7 19,0 3,8 3,7 8 10 Spagna 96,8 24,3 3,2 3,0 9 9 Irlanda 92,5 17,9 3,0 3,0 10 8 Paesi Bassi 89,0 13,0 2,9 3,0

11 12 Corea del Sud 84,8 21,5 2,8 2,7

12 11 Canada 80,0 11,5 2,6 2,7 13 13 India 78,1 23,8 2,6 2,4 14 14 Singapore 70,1 13,6 2,3 2,4 15 15 Belgio 66,3 26,8 2,2 2,0 16 17 Federazione Russa 56,9 30,2 1,9 1,7 17 16 Danimarca 55,6 20,6 1,8 1,8 18 18 Svezia 48,0 21,1 1,6 1,5 19 19 Hong Kong 40,0 9,4 1,3 1,4 20 23 Australia 38,1 20,6 1,2 1,2

Somma dei 20 paesi 2.194 15,9 71,7 72,1

Mondo 3059,1 16,4 100,0 100,0

Nota: per 33 paesi, che rappresentano il 60% del totale modiali di servizi, i dati provvisori sono annuali. Per gli altri paesi le stime si riferiscono ai primi 9 mesi dell'anno (primi 6 per la Cina).

Fonte: elaborazioni ICE su dati OMC

La crisi creditizia e finanziaria cominciata nella seconda metà del 2007 non ha finora avuto conseguenze sul volume totale dei flussi di Ide in entrata. Se è vero, da un lato, che la crisi dei mutui sub-prime ha determinato una contrazione dell’offerta creditizia delle banche, dall’altro occorre tener conto della forte iniezione di capitali provenienti da vari fondi, come i sempre più attivi e imponenti fondi sovrani (Sovereign Wealth Funds).

Persino il rallentamento dell’economia americana non sembra finora aver pro-dotto conseguenze negative sui flussi di Ide, la cui evoluzione, al contrario, ha certa-mente tratto forza dal deprezzamento del dollaro, favorendo l’ingresso negli Stati Uniti di capitali non di portafoglio dall’Europa e dall’Asia (aree di maggior apprezza-mento delle valute rispetto al dollaro statunitense).

L’aumento degli Ide in certi comparti del settore primario è, almeno in parte, da attribuire alla crescita dei prezzi delle materie prime, mentre quello in alcuni compar-ti del terziario (distribuzione, logiscompar-tica, trasporcompar-ti e servizi professionali) è collegato alla forte espansione del commercio internazionale.

L’andamento positivo ha interessato ciascuna macroclasse della tradizionale tria-de Unctad (paesi sviluppati, paesi emergenti e paesi in transizione).

In particolare, nei paesi sviluppati gli Ide in entrata sono aumentati per il quar-to anno consecutivo raggiungendo il livello di oltre 1.000 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti, dove gli afflussi sono aumentati del 10% nel 2007, restano il maggiore recetto-re mondiali di Ide con 193 miliardi di dollari, seguiti dal Regno Unito, con 171 miliar-di. La Francia e i Paesi Bassi hanno registrato incrementi molto consistenti, mentre la Germania si è attestata sul livello del 2006. La quota dei 25 Paesi dell’Unione Europea ha raggiunto il 40% dei flussi mondiali in entrata.

Per quanto riguarda le economie in via di sviluppo e quelle in transizione, le stime per il 2007 mostrano un aumento del 16% per le prime e del 41% per le secon-de, determinando il raggiungimento di nuovi livelli record.

In Africa i flussi di Ide in entrata sono notevolmente aumentati: la nuova soglia storicamente più alta (36 miliardi di dollari) è fondamentalmente legata al boom dei mercati delle commodity. Gli investimenti cross-border nel settore estrattivo e nei ser-vizi correlati - ultimamente anche nel settore bancario - costituiscono la componente maggiore degli Ide complessivi; Egitto, Marocco e Sud Africa guidano la classifica dei maggiori beneficiari in termini di stock.

Nella regione dell’America centro meridionale l’incremento nel 2007 è stato del 50%, raggiungendo il valore record di 126 miliardi di dollari; incrementi quasi doppi sono attesi per il Brasile, il Cile e il Messico. L’elemento saliente del dato complessi-vo sono gli investimenti greenfield, sullo sfondo di una forte crescita economica regio-nale e dei profitti aziendali correlata ai prezzi elevati delle commodity. Nel caso del Brasile, c’è anche una significativa componente di espansione delle attività di produ-zione a partire dalla dotaprodu-zione di risorse naturali.

Anche i flussi verso il Sud, l’Est e il Sud-Est dell’Asia mostrano una buona dinamica espansiva (+12% rispetto al 2006, raggiungendo il nuovo record storico di 224 miliardi di dollari). Più della metà degli Ide dei paesi sviluppati si stima si siano diretti verso questa regione del mondo nel 2007. A livello sub-regionale, fermo restan-do che Cina e Honk Kong si confermano come primi recettori di Ide, si osserva dai dati un progressivo spostamento delle intensità del fenomeno verso Sud e Sud-Est.

Nel Medio Oriente gli afflussi si sono ridotti del 12 per cento. Anche quelli diretti in Turchia sono stimati in flessione.

Nelle economie in transizione i flussi di Ide sono cresciuti segnando una nuova soglia record (98 miliardi di dollari), seguendo un tracciato di crescita ininterrotta da sette anni. Un incremento del 70% (rispetto al 2006) si stima per la Federazione russa,

da correlare in buona parte alla dinamica dei prezzi delle risorse naturali di cui è dota-ta. In tutta le economie di questo gruppo, un fattore esplicativo importante è rappre-sentato dai processi di privatizzazione, che tendono a stimolare l’ingresso di capitali industriali stranieri.

Sulla base dei dati definitivi del 2006 (World Investment Report 2007 dell’Unctad) è possibile sviluppare analisi più dettagliate.

La crescita dei flussi mondiali di Ide è ascrivibile in buona parte a quella dei pro-fitti aziendali, che ha prodotto l’aumento del valore delle aziende e di conseguenza anche il valore complessivo delle operazioni di M&A. Il reinvestimento degli utili aziendali è oggi una componente molto significativa del flusso complessivo di Ide, rappresentando circa il 30% del totale flussi a livello mondiale.

L’espansione delle operazioni cross-border è stata fortemente stimolata dalla crescente importanza dei fondi di private equity e di altri fondi di investimento inter-nazionali.

La direttrice geografica degli investimenti mostra segni di cambiamento, con nuovi paesi emergenti come destinatari e origine di Ide.

I trend che trovano conferma nei dati del 2006 riguardano la crescita degli inve-stimenti diretti da paesi in via di sviluppo e in transizione e l’importanza sempre mag-giore della linea Sud-Sud.

Molti Governi continuano ad adottare politiche di incentivazione degli Ide, spe-cie nei paesi in via di sviluppo, e i processi di liberalizzazione economica sono visti come un importante fattore di attrazione di investimenti stranieri.

Nel continente africano, si è avuto un flusso di Ide in entrata doppio rispetto al corri-spondente valore del 2004, che deriva da un accresciuto interesse per lo sfruttamento di risor-se naturali e da una fervida attività di M&A strategiche condotta per circa il 50% da imprerisor-se transnazionali asiatiche (si veda in proposito il contributo “Primavera africana?” Commercio e investimenti nell’Africa Sub-sahariana, di Cingottini-Mazzeo, alla fine di questo capitolo).

Investimenti diretti esteri in entrata (valori in miliardi di dollari)

0 500 1000 1500 2000 2500 3000 3500 1980 1982 1984 1986 1988 1990 1992 1994 1996 1998 2000 2002 2004 2006 Paesi sviluppati Paesi in via di sviluppo Paesi in transizione MONDO Fonte: elaborazioni ICE su dati UNCTAD Grafico 1.9

(a) Dati provvisori

Investimenti diretti esteri in entrata (valori in miliardi di dollari)

(a) Dati provvisori

Fonte: elaborazioni ICE su dati UNCTAD

Investimenti diretti esteri in entrata: principali paesi beneficiari (valori in miliardi di dollari)

Graduatoria Paesi Flussi Consistenze

(flussi 2006) Valori Valori Composizione %

media 00-05 2006 2007(1) 2006 2007(1) 2006 2007(1) 1 Stati Uniti 140 175 193 1.789 1.982 14,9 14,6 2 Regno Unito 77 140 171 1.135 1.306 9,5 9,7 3 Francia 50 81 123 783 906 6,5 6,7 4 Belgio 21 72 … 603 … 5,0 … 5 Cina 54 69 67 293 360 2,4 2,7 6 Canada 25 69 … 385 … 3,2 …

7 Hong Kong, Cina 29 43 54 769 823 6,4 6,1

8 Germania 56 43 45 502 547 4,2 4,0 9 Italia 16 39 28 295 323 2,5 2,4 10 Lussemburgo 3 29 … 73 … 0,6 … 11 Russia 8 29 49 198 247 1,6 … 12 Svezia 12 27 … 218 … 1,8 … 13 Svizzera 8 25 … 207 … 1,7 … 14 Singapore 14 24 37 210 247 1,8 1,8 15 Australia 8 24 … 246 … 2,1 … 16 Turchia 3 20 19 79 98 0,7 0,7 17 Spagna 30 20 … 443 … 3,7 … 18 Messico 20 19 37 229 266 1,9 2,0 19 Brasile 19 19 37 222 259 1,8 … 20 Arabia Saudita 3 18 52 0,4 Mondo 853 1.306 1.537 11.999 13.536 100,0 100,0

(1) i dati relativi al 2007 sono stimati.

Fonte:elaborazoni ICE su dati Unctad

Tavola 1.11

Investimenti diretti esteri in uscita: principali paesi investitori (valori in miliardi di dollari a prezzi correnti)

Graduatoria Paesi Flussi Consistenze

flussi Valori Valori Composizione %

2006 Media 2000-2005 2005 2006 2006 1 Stati Uniti 127 -28 217 2.384 19,1 2 Francia 91 121 115 1.080 8,7 3 Spagna 43 42 90 508 4,1 4 Svizzera 28 54 82 545 4,4 5 Regno Unito 97 84 79 1.487 11,9 6 Germania 32 56 79 1.005 8,1 7 Belgio (1) 29 32 63 462 3,7 8 Giappone 35 46 50 450 3,6 9 Canada 35 34 45 449 3,6 10 Hong Kong 28 27 43 689 5,5 11 Italia 20 42 42 376 3,0 12 Brasile 3 3 28 87 0,7 13 Svezia 21 27 25 263 2,1 14 Paesi Bassi 62 143 23 652 5,2 15 Austrialia 3 -33 22 227 1,8 16 Irlanda 9 14 22 125 1,0 17 Federazione russa 8 13 18 157 1,3 18 Cina 5 12 16 73 0,6 19 Israele 2 3 14 34 0,3 20 Norvegia 8 21 10 121 1,0 Mondo 800 837 1.216 12.474 100,0

(1) La media è riferita al periodo 2002-2005.

Fonte: elaborazioni ICE su dati Unctad

In Asia, Cina e Honk Kong mantengono salda la posizione di principali benefi-ciari di Ide, seguiti da Singapore e India. Da notare che la Cina ha registrato un mode-sto declino (del 4%, attestandosi ai 69 miliardi di dollari statunitensi) mentre l’India sta guadagnando rapidamente terreno. Anche sul piano dei flussi in uscita, Cina e India costituiscono un’importante fonte di finanziamento di attività volte allo sfrutta-mento di risorse naturali, grazie soprattutto alle strategie dei grandi colossi a control-lo statale cinese e delle congcontrol-lomerate indiane a guida privata24.

Anche in Medio Oriente si rilevano flussi in entrata a livelli record (60 miliardi di dollari statunitensi). È migliorato senz’altro il clima generale delle attività d’affari, l’aumento del prezzo del petrolio ha incentivato lo sfruttamento di giacimenti un tempo ritenuti troppo costosi per essere redditizi e numerosi sono stati i processi di liberalizzazione avviati. La Turchia e gli Emirati Arabi rientrano nel novero dei primi venti paesi destinatari di Ide a livello mondiale.

I paesi dell’America centro meridionale si sono distinti nel 2006 per il grande balzo dei flussi in uscita, con il Brasile tra i primi paesi origine di Ide, a fronte di flus-si in entrata pressoché stabili.

Per quanto concerne l’area dell’Europa orientale, la Russia appare all’undicesi-mo posto della graduatoria dei paesi beneficiari di Ide a livello all’undicesi-mondiale. I settori maggiormente finanziati da Ide sono stati quello terziario (soprattutto bancario) e quello primario, in conseguenza della crescente domanda di risorse naturali.

Nell’ambito dei paesi sviluppati, gli Stati Uniti ritornano in cima alla classifica dei primi beneficiari mondiali di Ide, specie nel settore chimico, grazie anche ad una vivace attività di M&A. Nel panorama complessivo, decisamente positivo, non man-cano casi di riduzione anche sensibile degli afflussi di investimenti diretti (Spagna e Regno Unito). La dinamica dei deflussi replica in valore l’incremento degli afflussi (+45%), anche se in valore assoluto questi ultimi sono stati maggiori (circa 1000 miliardi di dollari statunitensi) rispetto ai primi (circa 857 miliardi).

Gli Stati Uniti e ben sette paesi dell’Unione europea si annoverano tra le prime dieci economie origine di investimenti in uscita non di portafoglio. La Francia è risul-tato nel 2006 il maggiore investitore nel gruppo dei paesi Ue mentre l’Italia ha rad-doppiato il valore medio degli anni Duemila (16 miliardi di dollari).

Nel 2008 l’attività di investimento potrebbe rallentare in conseguenza della più debole crescita dell’economia mondiale25. Timori sono inoltre connessi con gli squi-libri della bilancia dei pagamenti di alcuni paesi (Stati Uniti), la maggiore severità assunta dai mercati finanziari e creditizi all’indomani della crisi dei mutui sub-prime e l’andamento dei rapporti valutari internazionali.

24Ad esempio, si cita l’operazione di acquisizione da parte della Tata Steel (India) della Corus Group (Regno Unito e Paesi Bassi).

Investimenti diretti esteri e internazionalizzazione produttiva

Nel documento L’Italia nell’economia internazionale (pagine 48-53)