Un particolare passaggio di Giustino è stato da alcuni letto come la prova che tra Alessandro e Candragupta non corresse affatto buon sangue. Nell'Historiarum Philippicarum T. Pompeii Trogi Libri XLIV (XV, 4) si parla di come Candragupta giunse al potere. Tra le altre cose viene menzionato che egli sfuggì ad un tentativo di assassinio che era stato ordinato da tale “Nandrum regem”. Questo Nandrum viene tradotto da alcuni come Nanda, ossia Dahna Nanda l'ultimo dei re di Magadha, mentre altri credono che l'autore volesse intendere “Alexandrum regem” e quindi sostengono che sia Alessandro il mandante del fallito omicidio.
Secondo la mia opinione la teoria per cui Alessandro avrebbe ordinato l'omicidio di Candragupta non ha basi molto solide, il tutto prende il via da un nome di dubbia traduzione che compare in un singolo episodio narrato nell'opera di un autore che non è noto per la sua fedeltà nel riportare gli eventi78.
Inoltre non avrebbe avuto senso strategicamente parlando che Alessandro si risentisse a tal punto dell'insolenza di Candragupta79 da decidere di
ucciderlo; in quel momento Candragupta non era che un ragazzino ambizioso che non rappresentava certo un reale pericolo per l'impero, ed Alessandro era impegnato da altre faccende di maggiore importanza che richiedevano attenzione immediata.
Come è logico ci sono due schieramenti principali riguardo a chi avrebbe vinto in un ipotetico scontro tra Alessandro e Candragupta, quelli che propendono per una chiara superiorità del macedone e quelli che credono nelle potenzialità del re Maurya.
Ad esempio, Robin Lane Fox dichiara che Alessandro era il modello a cui si ispirava Candragupta e che se le cose fossero andate diversamente e si
78 Marco Giuniano Giustino scrive all'epoca degli Antonini quindi circa sei secoli dopo i fatti narrati ed il suo lavoro è disseminato di errori storici.
79 Il testo latino recita: “Quippe cum procacitate sua Nandrum regem offendisset” ossia “Questo (Candragupta) aveva offeso il re Nandrum con la sua insolenza/petulanza”
fosse arrivati ad uno scontro tra i due l'esito sarebbe stato sicuramente a favore del macedone.
Personalmente ritengo che una vittoria di Alessandro su Candragupta in un ipotetico confronto diretto non sia assolutamente un risultato scontato. Alessandro negli ultimi anni della sua vita non godeva tra i suoi uomini dello stesso favore dei primi tempi, il suo esercito era stanco, scontento e desideroso di fermarsi e poter finalmente godere dei frutti della conquista ottenuta a caro prezzo.
La forza di Alessandro era stata da sempre nell'avere un esercito a lui fedele, che rispettava le sue decisioni senza porsi troppe domande, e nella cerchia di ufficiali che lo supportava ad ogni passo. Ora quella fiducia totale era stata incrinata da gelosie interne e dalla politica di integrazione promossa dal re che non raccolse neanche minimamente l'ampio consenso da lui sperato.
Di fatto Alessandro aveva iniziato una profonda riforma dell'esercito, stava certamente progettando di espandere il suo impero fino all'Arabia ma intendeva partire con truppe fresche, che comprendevano i giovani iranici, e rimandare indietro i veterani ormai desiderosi sopra ogni cosa di tornare a casa.
Al momento della morte del re, Cratero si trovava alla testa delle truppe che stavano tornando in Macedonia, formate appunto da veterani, e si preparava a prendere il posto di Antipatro come reggente della Macedonia80, lo stesso Antipatro sarebbe dovuto andare in Asia portando
con sè schiere di nuovi soldati.
Al contrario Candragupta avrebbe potuto contare su un esercito determinato alla vittoria perché motivato da un forte desiderio di rivalsa e orgoglio nazionalistico ed inoltre avrebbe avuto dalla sua parte il popolo che mal sopportava la dominazione macedone, avrebbe anche potuto ottenere l'appoggio di Poro che, come si può evincere dal suo
80 Il cambio di reggente era forse dovuto al fatto che Antipatro ed Olimpiade erano apertamente ostili l'uno con l'altra.
comportamento dopo la sconfitta81, era un uomo orgoglioso e fiero.
Sicuramente avrebbe potuto essere un bel confronto, in un certo qual modo il “vecchio”82 contro il nuovo che avanza prorompente, che avrebbe
radicalmente cambiato il corso della storia sia in Occidente che in Oriente, ma è uno scontro di cui siamo stati privati dalla morte prematura di Alessandro.
81 Quando chiese ad Alessandro di trattarlo “Come un re” anche nella sconfitta.
82 Per modo di dire, Alessandro in fondo non aveva che trent'anni, ma aveva passato più di un terzo della sua vita tra campi di battaglia e piani di conquista.
Conclusioni
Giunti alla fine di questa analisi riguardante le figure di Alessandro III di Macedonia e Candragupta Maurya possiamo fare alcune osservazioni. Queste due figure hanno molti punti in comune; entrambi hanno occupato posizioni di prestigio, hanno ottenuto grandi successi già in giovane età, hanno creato imperi il cui impatto storico e culturale è innegabile e sono ancora oggi celebrati nei propri paesi d'origine.
Entrambi sono personaggi pieni di fascino che meritano di essere messi allo stesso livello per quel che riguarda i traguardi che hanno raggiunto; l'importanza che hanno avuto nell'immaginario della popolazione è indiscutibile.
Abbiamo inoltre parlato, seppur brevemente, di alcune delle figure chiave che operarono alla corte Maurya e in quella macedone; personaggi che furono cruciali per i successi, e le sconfitte, di Candragupta e Alessandro, ma il cui ruolo era di agire nell'ombra, tanto che spesso a queste persone non sono riconosciuti i giusti meriti.
Le differenze tra Candragupta ed Alessandro ci sono, ma sono dettate più da fattori storici, sociali e culturali che da una supposta gerarchia tra i due. Non è corretto anche solo insinuare che uno fosse sicuramente migliore dell'altro.
Possiamo invece dire che uno, Alessandro, è più conosciuto e generalmente più famoso83, ma questa disparità nasce dal fatto che, se
del primo si sente parlare fin dall'inizio della propria esperienza scolastica del secondo, Candragupta, non si sa assolutamente nulla se non ad un livello di studio specialistico.
Questa differenza di trattamento deriva fondamentalmente dal fatto, innegabile, che la formazione scolastica di base tende a orientarsi su una visione che mette al centro il paese, e il continente, in cui tale educazione ha luogo.
Purtroppo molti studiosi, almeno stando ai testi da me consultati, sembrano cedere alla tentazione di mettere i due personaggi l'uno contro l'altro per poi proclamare un vincitore in base a convinzioni personali più che a prove inconfutabili.